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Spettacoli

Vaporidis, da attore di successo a oste a Londra: oggi sono più felice di ieri

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Nicolas Vaporidis, nato nel 1981, ci racconta la sua storia dal belvedere del Gianicolo, a Roma, dove è cresciuto. Dopo il successo travolgente di “Notte prima degli esami” nel 2006, la sua vita ha preso una direzione inaspettata. “Nessuno ti insegna a gestire quella popolarità. Avevo 24 anni. La sera prima dell’uscita del film ero un perfetto sconosciuto, il giorno dopo mi fermavano per strada. È stato un giro sulla giostra, ma non era la vita vera.”

Tre anni fa, Vaporidis ha deciso di trasferirsi a Londra per ricominciare da capo. “Ho sempre avuto un legame forte con Londra. Nel 2000 ci sono andato per imparare l’inglese, lavorando in un ristorante. Dopo il successo, la mia vita è cambiata per sempre. Ma gestire quella popolarità è stato difficile, ho perso il senso della realtà. Così ho deciso di fermarmi e ripartire.”

“La pandemia ha accelerato una decisione che forse era già scritta. Già prima del Covid, il mio lavoro era diventato solo un lavoro. Non ero più felice, mancava la gioia che avevo provato all’inizio. Così, dopo tre mesi chiuso nel mio appartamento a Monteverde, ho capito che dovevo mollare. La pandemia ci ha detto: o cambi o muori.”

A Londra, Vaporidis ha aperto il ristorante Taverna Trastevere con il suo migliore amico Alessandro Grappelli. “All’inizio è stata dura, ma ci abbiamo creduto e siamo cresciuti. Ora abbiamo tre ristoranti: uno a Milano e due a Londra, dove vivo. Tra due settimane mi sposo.”

“Il mio primo matrimonio con Giorgia Surina è finito su tutti i giornali. Questa volta preferisco mantenere i dettagli privati. La mia futura moglie si chiama Ali, è metà italiana e metà inglese. Vorrei dei figli, sono pronto.”

“Ho dovuto imparare un mestiere nuovo, anche se avevo già un po’ di esperienza. Quello che mi interessa non è solo dare da mangiare, ma far vivere un’esperienza. Ogni sera è come uno spettacolo. Gli attori sono lo staff, il pubblico i clienti. Mi piace far star bene gli altri.”

“Ho imparato che non bisogna restare chiusi in un’idea e bisogna sapere quando dire basta. Come diceva Giorgio Faletti: l’importante non è la destinazione, ma vivere il viaggio. Prima pensavo già al film successivo, ora vivo il presente e mi metto in discussione.”

“A chi dice che è facile cambiare vita con le mie possibilità, rispondo che è stato comunque difficile. All’inizio facevo il cameriere, prendevo le ordinazioni e portavo i piatti sporchi. Non chiudo mai nessuna porta. Se mi innamorassi di una sceneggiatura, non escludo che farei un altro film. Oggi sono felice, molto più di quando ho fatto ‘Notte prima degli esami’. E sono grato.”

L’accento romano di Vaporidis è ancora forte. “È il mio modo per rimanere legato a questa città, alla mia Roma.”

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Cinema

Francesco e Mario Di Leva e l’ossessione di Nottefonda

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Al centro di ‘Nottefonda,’ film cupo e senza speranza, in sala dall’8 maggio con Luce Cinecittà, c’è un’ossessione che non finisce mai: quella di Ciro (Francesco Di Leva), elettricista napoletano cinquantenne, che ogni notte esce con il figlio di tredici anni, Luigi (Mario Di Leva), alla ricerca di quell’auto rossa che ha investito e ucciso l’amata moglie. Per dimenticare non gli basta il crack che fuma sulla terrazza condominiale (come si vede nella prima scena del film), né il tempo che passa, il suo lutto sembra proprio non finire mai.

A consolare Ciro c’è solo la pistola che ha nel cassetto della sua auto, chiaro segno della sua voglia dì vendicarsi o forse di farla finita. Liberamente tratto dal romanzo, ‘La strada degli Americani’ (Frassinelli) a firma dello stesso regista Miale Di Mauro, il film racconta appunto di quest’uomo silenzioso e disperato che ha dalla sua solo il figlio, qualche amico e l’affidabile madre che ogni sera lo aspetta a casa.

“Il mio personaggio di Ciro – dice Francesco Di Leva- è un uomo che sprofonda in un abisso e, dopo aver raggiunto il punto più profondo e oscuro della sua esistenza, prova in tutti i modi a risalire a galla, sperando di vedere presto la luce. Non è un vero tossicodipendente, ma ha trovato nell’uso e nell’abuso del crack uno sfogo per uscire dalla traversata del lutto che lo ha colpito dopo la morte improvvisa di sua moglie in un incidente stradale. Per restituire al personaggio il dolore, la fatica, ma anche la tenerezza che si porta dietro come un macigno – continua l’attore – ho lavorato molto sul silenzio. Ciro evita di confrontarsi con le persone e anche di incontrare gli sguardi degli altri, sfugge a qualsiasi contatto umano perché questa circostanza implicherebbe un confronto. Lui sa che è il momento di essere invaso dalla sofferenza, vuole percepirla come ultima e grande esperienza di amore verso sua moglie mentre tutto il resto, gli altri, la vita di ogni giorno, vengono dopo”.

“Ho capito che volevo raccontare Napoli come una città universale dove collocare il mio protagonista e la sua storia umana – dice il regista-scrittore -. Farlo vagare in una città notturna, piena di gru del porto, di rumori di muletti in azione, di container pronti a partire, di sabbia nera del vulcano e mare grigio d’inverno, di cavalcavia isolati e di strade periferiche e buie. E poi un’auto, quella di Ciro, che le percorre. Sullo sfondo il Natale che illumina le case degli altri e mette tristezza a chi non ha niente da festeggiare”.

E ancora Miale Di Mauro: “M’interessava solo guardare da molto vicino lo sforzo di quest’uomo che combatte contro sé stesso per attraversare la sua bizzarra elaborazione del lutto. Stare con lui, sempre con lui, sulla sua faccia livida e i suoi capelli radi, segni evidenti di dolore e disperazione. Fino all’alba che – finalmente – lo libererà dal supplizio con un sorriso di pianto”. Scritto dallo stesso regista con Bruno Oliviero e Francesco Di Leva, ”Nottefonda’ è prodotto da Mad Entertainment con Rai Cinema in collaborazione con Leocadia. Nel cast anche Adriano Pantaleo, Giuseppe Gaudino, Valeria Colombo, Dora Romano e l’amichevole partecipazione di Chiara Celotto.

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In Evidenza

Lady Gaga: più d 2 milioni in spiaggia a Copacabana: a Rio abbiamo fatto la storia

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Più di due milioni di persone hanno riempito la spiaggia di Copacabana, a Rio de Janeiro, per il mega-concerto gratuito di Lady Gaga, il più importante della carriera dell’artista statunitense di origini italiane. “Abbiamo fatto la storia”, ha commentato la star leggendo un manifesto-ringraziamento ai brasiliani che l’hanno fatta “brillare come il sole e la luna”.

La show-woman ha elettrizzato il pubblico di “mostrini”, come lei ama chiamare i suoi fan, che l’hanno attesa per ore cantando e ballando in riva al mare, anche al suono dei ventagli della comunità arcobaleno, che ha tagliato l’aria per ore. Ma già centinaia, come Daniel, Byron, Isa, Ana Rosa e molti altri, avevano aspettato la diva, al secolo Stefani Joanne Angelina Germanotta, per giorni davanti al suo albergo, il Copacabana Palace, per ringraziarla personalmente per quello che in molti hanno definito il “giorno della loro vita”.

Perché, come ha spiegato Daniel, Lady Gaga, anche “attraverso momenti di provocazione che sono propri dell’arte, ha saputo dare voce a tutti. Anche a quella parte di persone che la società vorrebbe escludere”. E grazie alla sua musica “in tanti sono riusciti a superare momenti di depressione”. Da “Poker face” a “Alejandro”, l’artista americana ha toccato tutte le corde dei suoi supporter, fino ad infiammarli con un’epica esecuzione di “Born this way”, vero e proprio inno di liberazione nel nome dell’amore senza confini e del coraggio di essere se stessi. Lady Gaga ha giocato col suo pubblico del “pais tropical”, come ha cantato, elettrizzandolo con “Marry the night”, “Paparazzi” e brani da “Mayhem”, il suo ultimo album, avviando lo show vestita di rosso scarlatto proprio per “Abracadabra”, uno dei pezzi forti della raccolta.

“I love you” ha gridato a più riprese l’eclettica pop star, imbracciando una chitarra per i brani più scatenati, fino a sedersi al pianoforte per una magica esecuzione di “Shallow”. Incontenibile e fuori dagli schemi, Lady Gaga ha superato ogni aspettativa, e col suo show ha riconfermato Rio de Janeiro in vetta alle città capaci di ospitare un grande evento di portata internazionale, un bis dopo l’esibizione di Madonna dello scorso anno, nell’attesa di vedere anche gli U2, nel maggio 2026, sul palco della “Città meravigliosa”.

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Spettacoli

I The Kolors irrompono a sorpresa in due matrimoni a Napoli: nuova musica in arrivo?

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Proprio come nel celebre videoclip di “Sugar” dei Maroon 5, anche The Kolors hanno deciso di trasformare l’atmosfera di due matrimoni napoletani in un evento memorabile. Ieri, Stash e la sua band hanno fatto irruzione — con sorpresa generale e senza preavviso — in un paio di sale per ricevimenti nel cuore di Napoli, regalando ai presenti un momento unico.

Un’esibizione inedita durante i festeggiamenti

Durante i festeggiamenti nuziali, la band ha suonato un brano inedito, mai eseguito prima. Gli sposi, increduli, si sono lasciati travolgere dall’entusiasmo, seguiti da amici e familiari che hanno ballato e cantato insieme al gruppo. Il tutto è stato documentato in un video, dove si intravede chiaramente una troupe al lavoro, probabilmente impegnata nella realizzazione di un nuovo videoclip.

Sorpresa autentica o mossa promozionale?

Non è chiaro se l’irruzione sia stata del tutto spontanea o parte di un progetto promozionale ben orchestrato, ma una cosa è certa: l’operazione ha funzionato. L’effetto sorpresa, la musica dal vivo e l’energia contagiosa dei The Kolors hanno fatto il giro del web, accendendo l’attesa dei fan per quella che potrebbe essere una nuova uscita discografica imminente.

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