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Lukaku ritrova il gol, Roma 1-1 in casa Feyenoord

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Finisce 1-1 a Rotterdam il primo atto dell’ennesima sfida tra Roma e Feyenoord, nei play off di Europa League e in attesa del ritorno all’Olimpico Daniele De Rossi, alla sua prima internazionale da allenatore giallorosso, puo’ sorridere. Per il gol ritrovato da Lukaku e per la conferma di un progresso nel gioco. Forse anche pensando al paragone con il fantasma di Mourinho, tornato ad affacciarsi oggi (“l’esonero dalla Roma è quello che mi ha fatto piu’ male”) nei giorni in cui l’Europa ne rievocava i successi. Un anno fa, in casa Feyenoord, la Roma perse 1-0, ma per dire di aver fatto meglio del predecessore bisogna aspettare il ritorno. Non servira’ la rimonta come nella passata Europa League, ma di sicuro una Roma che non conceda errori come nel caso del vantaggio olandese stasera.

Trascinata da un Paredes mai visto a questi livelli nella Roma, Lukaku che è tornato al gol e uno Spinazzola che sembra star ritrovando se stesso (splendido il suo traversone per il gol dell’1-1), la Roma concede poco o nulla al Feyenoord e torna dal De Kuip con un pareggio, appunto 1-1, che cercherà di far fruttare fra una settimana all’Olimpico. E’ un risultato che dà fiducia, ma sarà bene non sottovalutare al ritorno la squadra olandese che, spera il suo tecnico Arne Slot, potrebbe aver recuperato i titolari oggi assenti per infortunio (Bijlow, Geertruda, Trauner e Timber) ed avere il suo bomber Gimenez, qui impiegato solo per una mezzora (aveva ancora delle noie a un polpaccio), in una forma migliore.

Comunque il messicano si è reso pericoloso nell’unica palla avuta a disposizione, respinta con il corpo da Svilar. La Roma, rispetto all’ultima esibizione, sabato scorso contro l’Inter, è sembrata in crescendo di condizione fisica e anche questo lascia ben sperare. Magari sarà difficile arrivare alla finale di Dublino, come pensava di fare José Mourinho, intanto però sperare in un posto fra le prime “otto o sedici” come ha detto Daniele De Rossi non è certo utopia. Nella bolgia del De Kuip con più di 50mila tifosi olandesi scatenati (ai romanisti questa trasferta era stata vietata) e che prima dell’inizio del match hanno esposto sugli spalti uno striscione di benvenuto agli ospiti citando “Il gladiatore”, con la frase pronunciata da Russell Crowe nei panni di Massimo Decimo Meridio: “Al mio segnale scatenate l’inferno”, la Roma ha sempre mostrato padronanza del gioco. Infatti ha conservato una leggera supremazia nel possesso palla (51% alla fine) e non ha subito quasi mai la supremazia degli avversari, se non nel finale, quando il Feyenoord ha cercato di spingere alla ricerca del gol della vittoria e a quel punto , per contenere, De Rossi ha mandato in campo prima Celik e poi l’acciaccato Cristante al posto dell’ammonito Bove (che salterà il ritorno in quanto era diffidato).

La Roma recrimina sulla traversa centrata da Paredes e sulla distrazione di Llorente che, nel recupero del primo tempo, sul cross dalla sinistra di Hartman a centro area si è perso Paixao che, di testa, non ha perdonato e ha battuto Svilar. Un colpo che avrebbe potuto fare molto male, invece nella ripresa la Roma ha tenuto botta, mettendo in pratica le parole del suo allenatore. “Le squadre forti fanno la loro partita ovunque”, ha detto De Rossi e sono sembrate parole profetiche, non a caso ripetute anche nel dopopartita. Intanto Lukaku ha ritrovato la via della rete, vincendo il duello con Hancko e, sul cross di Spinazzola, toccando il pallone con la spalla quel tanto che è bastato per battere Wellenreuther. Ai romanisti non rimane che sperare che sia un segnale di buon auspicio per il ritorno.

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Conference League, la Fiorentina pareggia con il Brugge e va in finale

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La Fiorentina conquista la finale di Conference League  contro il Club Brugge. Il pareggio 1-1 in Belgio è stato sufficiente per garantire agli uomini di Italiano la loro seconda finale consecutiva in questa competizione, dopo la delusione dello scorso anno contro il West Ham United. Il match è stato inizialmente tattico, con entrambe le squadre che hanno impiegato venti minuti per calibrare i propri movimenti. Il primo vero sussulto è arrivato con un mancino alto di Mandragora, ma è stato il Bruges a trovare il gol con De Cuyper, che ha sfruttato un’occasione su un errore difensivo della Viola. La squadra italiana ha risposto con determinazione, creando diverse occasioni ma senza riuscire a concretizzare. Tuttavia, il rigore trasformato da Beltran ha ribaltato le sorti del match, portando la Fiorentina in finale. La ripresa è stata un vero e proprio assedio viola, con Kouamé che ha colpito la traversa e Mignolet che ha salvato il Bruges su una punizione magistrale del capitano viola. Ma è stato Beltran a scrivere la storia, con il suo gol che ha garantito alla Fiorentina un posto nella finale. Non sono mancati momenti di tensione, come la parata di Terracciano che ha tenuto la porta inviolata. Ora gli occhi sono tutti puntati sulla finale del 29 maggio allo Stadio Agia Sophia di Atene, dove la Fiorentina cercherà di conquistare il trofeo.

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Internazionali di Roma, Djokovic: sarò al top della forma per Roland Garros

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“Penso di essere sulla buona strada per raggiungere il picco della mia forma al Roland Garros di Parigi”. Lo ha detto Novak Djokovic nella conferenza stampa agli Intenzionali d’Italia. “Spero che qui a Roma possa giocare meglio di quanto ho fatto a Montecarlo – ha proseguito – Il desiderio, ovviamente, è sempre quello di arrivare lontano. Ma vediamo. Adesso è un concetto diverso. È la prima volta che Roma e Madrid durano quasi due settimane, come Indian Wells e Miami. E questo ti da più tempo per recuperare tra una partita e l’altra se continui nel torneo, il che penso sia utile per me”. L’obiettivo, oggi, però non è Roma.

“In termini di preparazione guardo oltre – ha spiegato – Punto al Roland Garros, a Wimbledon e alle Olimpiadi. Questo è il blocco per il quale ci stiamo preparando di più e sono soddisfatto di come sono andati gli ultimi 10-14 giorni di allenamento”.

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Internazionali di Roma, dopo Sinner e Alcaraz anche Berrettini si ritira: non sono pronto

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Dopo Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, si ritira anche Matteo Berrettini dagli Internazionali di Roma. “Non riuscirò a giocare, ho provato a fare di tutto, ma non sono pronto per competere. Rischio di farmi male e stare fermo”, lo ha annunciato il tennista in conferenza stampa.

“Non c’è un infortunio o qualcosa di rotto, c’è solo la tristezza perché con questo sono tre anni che qualcuno mi porta via questo torneo. Semplicemente non sono pronto a giocare – ha continuato Berrettini spiegando il perché del suo forfait a Roma – E’ una sensazione difficile da spiegare, ma è come se sento che potrebbe succedere qualcosa”.

Da Madrid si era ritirato per via di una forte tonsillite e febbre e il tennista romano spiega così la sua decisione di oggi: “Nelle ultime settimane ho preso dei medicinali per curarmi che mi hanno debilitato tantissimo, al punto da non farmi sentire pronto a giocare. Io questo torneo lo voglio giocare se sono competitivo e se non lo sono è giusto che non partecipi”. Sui tempi di recupero ha concluso: “Difficile dirlo, spero prima di Parigi o per il Roland Garros”.

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