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Scambio di detenuti Usa-Venezuela, c’è alleato Maduro

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Dieci americani in cambio di un fedelissimo di Nicolas Maduro. E’ questo l’accordo annunciato dagli Stati Uniti che prevede anche la liberazione di venti prigionieri politici. L’intesa, arrivata dopo mesi di serrati negoziati, segna un altro significativo passo verso il disgelo nelle relazioni tra Washington e Caracas, in un momento in cui l’amministrazione Usa deve far fronte all’aggravarsi della crisi al confine sud, causato in gran parte dai migranti venezuelani, che ha portato le risorse federali sull’orlo del baratro. “Sono lieto che il loro calvario sia finito”, ha affermato il presidente Joe Biden spiegando che gli americani sono già sulla via di casa. “Ora ci assicureremo che il regime venezuelano rispetti gli impegni presi”, ha ammonito il presidente.

“Hanno annunciato una roadmap elettorale per le elezioni presidenziali del 2024. E oggi hanno rilasciato venti prigionieri politici, che si vanno ad aggiungere ai cinque precedentemente rilasciati”. “Continueremo a monitorare attentamente la situazione e ad adottare le misure appropriate se necessario” ha avvertito Biden. “Sosteniamo la democrazia in Venezuela e le aspirazioni del popolo venezuelano”. Tra gli americani ci sono sei detenuti ingiustamente, tra cui Eyvin Hernandez, Jerrel Kenemore, Joseph Cristella e Savoi Wright. Più Luke Denman e Airan Berry, due ex Berretti Verdi arrestati in Venezuela nel maggio 2020 per il loro presunto ruolo in quello che Maduro ha definito un “colpo di stato fallito” e condannati a 20 anni di prigione. L’accordo con Caracas prevede anche l’estradizione negli Stati Uniti di Leonard Francis, conosciuto anche come ‘Fat Leonard’ e autore di uno dei maggiori scandali di mazzette nella storia delle forze armate americane.

Nel 2015 era stato dichiarato colpevole di aver offerto prostitute, alberghi di lusso e tangenti per oltre 500.000 dollari a ufficiali della Marina americana per aiutare la sua società di spedizioni. Poi era riuscito ad evadere dagli arresti domiciliari nella sua casa a San Diego, tagliando il braccialetto elettronico. Infine è stato arrestato l’anno scorso all’aeroporto di Caracas. L’alleato di Maduro liberato da Washington è, invece, un uomo d’affari colombiano Alex Saab, accusato di aver sottratto circa 350 milioni di dollari dal Venezuela attraverso gli Stati Uniti, in un piano che prevedeva la corruzione di funzionari governativi venezuelani. Saab non è ancora stato condannato. Una decisione “difficile” per il presidente americano, secondo quando hanno riferito funzionari dell’amministrazione, che è destinata ad attiragli grandi critiche da parte dei suoi avversari. Per dieci americani che tornano in patria altri restano chiusi dentro al carcere di un Paese straniero, come il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich e l’ex marine Paul Whelan, entrambi dietro le sbarre in Russia. Siamo impegnati ad “assicurare il loro rilascio. Non ci fermeremo finché non li porteremo a casa”, ha promesso Biden.

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Fuoco a ristoranti e veicoli, fermato un 29enne a Napoli

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I carabinieri della compagnia Centro a Napoli hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto un 29enne nigeriano, senza fissa dimora, irregolare sul territorio italiano e già noto alle forze dell’ordine. E’ ritenuto gravemente indiziato di alcuni incendi appiccati in più punti nei quartieri Chiaia e San Ferdinando di Napoli. Secondo quanto ricostruito dai militari dopo l’intervento sul posto e aver raccolto le denunce di alcuni commercianti del centro città, il 29enne avrebbe incendiato, nella notte tra il 7 e l’8 maggio, due ombrelloni posizionati all’esterno di altrettanti ristoranti tra via Verdi e via Santa Brigida.

Avrebbe poi dato alle fiamme due motorini parcheggiati in strada e tentato di incendiare i dehors di alcuni locali. Le fiamme hanno lambito i palazzi vicini alle attività commerciali colpite e sono state spente dai vigili del fuoco Il 29enne, individuato nella Galleria Umberto I dopo un’intensa attività di indagine, è stato portato in carcere, in attesa dell’udienza di convalida.

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Turista travolta e uccisa a Palermo da auto pirata

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Una turista è stata investita e uccisa a Palermo da un pirata della strada. L’incidente è avvenuto la scorsa notte in corso Tukory, una strada del centro nei pressi della stazione centrale. Dopo l’impatto l’automobilista è fuggito via. La donna stava attraversando quando un’auto, una Smart secondo alcune testimonianze, l’avrebbe falciata lasciandola senza vita sull’asfalto. A costatare la morte i sanitari del 118. La Polizia municipale e la Polizia di Stato hanno avviato le ricerche per risalire all’auto pirata che sarebbe già stata rintracciata. I rilievi sono stati eseguiti dalla sezione infortunistica della Polizia municipale.

La donna investita è uccisa è una turista polacca, Patrycja Bartosik Weder, di 31 anni. Era insieme al marito. Stava attraversando la strada. Soccorsa dai sanitari del 118 è stata portata in ospedale, ma era già morta.

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Lutto nell’avvocatura, è morto Antonio Rossomando

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Lutto negli ambienti giudiziari: è morto Antonio Rossomando, torinese, uno degli avvocati penalisti più conosciuti e apprezzati in Italia. Aveva 90 anni. La notizia è stata data a Torino nel corso di un evento del Pd, al quale la figlia, Anna Rossomando, vicepresidente del Senato, non ha potuto partecipare. Antonio Rossomando era nato a Tropea. Si laureò in giurisprudenza a Palermo nel 1956. La maggior parte della sua attività professionale si svolse a Torino. Fra il 2001 e il 2005 fu anche presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati torinesi.

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