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Cronache

Gare dell’acquedotto pugliese vinte con documentazione falsificata, due arresti della guardia di finanza

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Avrebbero falsificato la documentazione relativa all’iplocorito di sodio (disinfettante delle acque destinate al consumo umano), aggiudicandosi le gare indette da Acquedotto pugliese spa (Aqp). Per questo la Guardia di finanza ha arrestato e posto ai domiciliari Donato D’Agostino e Francesco Loliva, rispettivamente amministratore-gestore della Chimica D’Agostino spa, e responsabile del laboratorio interno della stessa azienda con sede a Bari, per turbata libertà degli incanti aggravata continuata, frode nelle pubbliche forniture continuata e truffa aggravata continuata in danno di Aqp. Nell’ambito della stessa inchiesta, coordinata dalla Procura di Bari, sono 13 gli indagati. Tra questi ci sono quattro funzionari-dipendenti di Aqp (presidenti, componente delle commissioni per l’aggiudicazione delle gare di appalto, responsabile del procedimento di piu’ gare), per i quali è stata formulata richiesta di applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio o servizio, sulla quale il gip deciderà dopo gli interrogatori. Ai pubblici ufficiali viene contestato di avere agevolato in maniera consapevole e volontaria i reati commessi dagli arrestati. Le indagini hanno accertato condotte illecite della Chimica D’Agostino nella partecipazione alle gare pubbliche indette da Aqp per la fornitura di iplocorito di sodio, dal 2012 al 2016. L’azienda avrebbe prodotto documentazione falsa, dichiarazioni non veritiere e certificati contraffatti. Secondo gli inquirenti, inoltre, le caratteristiche qualitative del solvente fornito per la potabilita’ dell’acqua sarebbero state difformi rispetto alle prescrizioni dei bandi di gara. In particolare, la Chimica D’Agostino non produceva cloro come richiesto dal bando, ma lo acquistava da altri a concentrazione del 18% e lo diluiva fino al 9%. Una condotta che, secondo quanto sostenuto dal gip nel provvedimento cautelare, non dimostra di avere arrecato concreto pericolo per la salute dei consumatori.

L’indagine della Guardia di finanza è stata avviata quattro anni fa in seguito a una denuncia della Chimpex Industriale spa, con sede a Caivano, che aveva partecipato ai bandi di gara dell’Acquedotto pugliese rimanendo sistematicamente esclusa. In cinque anni la Gdf ha condotto un’indagine complessa avvalendosi anche del contributo dei laboratori dell’Istituto superiore di Sanita’ di Roma. L’Aqp, e’ stato sottolineato nel corso di una conferenza stampa, si e’ trovata ad essere parte lesa e oggi ha un nuovo fornitore di cloro. Con separata ordinanza il gip del tribunale di Bari ha disposto, su richiesta della Procura, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di oltre un milione di euro nei confronti della Chimica D’Agostino e di Donato D’Agostino, per un importo corrispondente ai profitti conseguiti dalla societa’ con l’illecita aggiudicazione delle gare.

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Cronache

Torre Annunziata, il sindaco Cuccurullo replica alle inchieste: «Chiariremo tutto, ma nessuna pressione o complicità»

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Corrado Cuccurullo, sindaco di Torre Annunziata e docente universitario alla Federico II, ha scelto i social per rispondere alle notizie emerse sull’inchiesta che coinvolge la sua amministrazione, evitando al momento il confronto diretto con i giornalisti. Le indagini delle forze dell’ordine – Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia Municipale – coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, hanno sollevato il dubbio sull’opportunità di inviare una nuova commissione d’accesso per valutare possibili legami tra amministrazione e ambienti criminali.

Nel suo lungo post, Cuccurullo respinge ogni accusa e parla di «chiacchiericcio» rilanciato dalla stampa. «È mio impegno affrontare ogni problematica con trasparenza e determinazione», scrive il primo cittadino, ricordando le difficoltà storiche della città e l’impegno a voltare pagina.

Il caso della processione e la scelta sul percorso

Uno dei punti più discussi riguarda il corteo della Madonna della Neve, in particolare la decisione sull’itinerario del 22 ottobre 2024. Secondo gli inquirenti, la processione avrebbe potuto attraversare aree “sconsigliate” per la presenza di soggetti legati alla criminalità organizzata. Cuccurullo chiarisce: «L’idea era quella di un segnale di unità cittadina e rinnovamento. Dopo un confronto con le forze dell’ordine si è scelto di mantenere il percorso tradizionale. Nessun attrito con altri organi dello Stato».

Gli sgomberi e le pressioni denunciate

L’inchiesta parla di presunte pressioni per rallentare gli sgomberi di immobili occupati da persone vicine ai clan. Il sindaco nega: «Nessuna pressione è mai stata esercitata. Anzi, gli sgomberi sono stati effettuati, dopo decenni di stallo, e ne sono stati sollecitati altri».

Il nodo dello staff e il presunto danno erariale

Altro tema cruciale: l’impiego non regolarizzato di alcuni staffisti tra luglio e fine 2024. Cuccurullo assicura che sarà effettuata una verifica con le autorità competenti, sottolineando che il ritardo nella formalizzazione dei ruoli è stato determinato da inefficienze burocratiche. «Chi ricopre un incarico amministrativo ha diritto di scegliere il proprio staff. Ma nessuna violazione intenzionale delle norme», aggiunge.

La parentela scomoda di uno staffista

Nel dossier si segnala la parentela di un componente dello staff con la figlia di un esponente del clan Gallo-Cavalieri. Anche su questo, il sindaco è netto: «La storia personale dello staffista è del tutto estranea alle ipotesi circolate. Nessun legame o influenza riconducibile a contesti criminali».

Cuccurullo conclude con un appello alla cautela e al rispetto: «Ogni aspetto sarà chiarito nel rispetto della città e delle persone coinvolte. Chi amministra deve essere messo nelle condizioni di farlo con rigore e serenità».

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Cronache

Un farmacista di Napoli sfida i ladri: “Non mi arrendo, vi aspetto”

A Napoli il dottor Giovanni Russo, dopo tre furti nella sua farmacia, risponde ai ladri con un cartello: “Non mi arrendo, ho installato l’impianto di nebbia”.

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Furti ripetuti nella sua farmacia di via Simone Martini. Il dottor Giovanni Russo reagisce con un cartello indirizzato direttamente ai rapinatori.

Non si arrende, non scappa, non si piega. Il dottor Giovanni Russo, titolare di una farmacia in via Simone Martini, nel cuore del Vomero, ha deciso di rispondere ai ladri con la fermezza di chi ama il proprio lavoro e la propria città. Dopo aver subito almeno tre furti documentati – il 14 agosto, il 4 gennaio e il 4 maggio – ha affisso un cartello all’interno dell’attività per mandare un messaggio chiaro, diretto e ironico: “Vi avevo avvisato, le casse sono vuote e stavolta siete dovuti scappare come conigli”.

Il cartello, scritto tutto in stampatello blu acceso su sfondo chiaro, è diventato virale. Non solo perché si rivolge esplicitamente ai ladri, ma perché racconta molto di più: una resistenza civile fatta di amore per il proprio mestiere, rispetto per i cittadini onesti e rifiuto della rassegnazione.

Il farmacista racconta di aver installato un impianto di “nebbia artificiale”, un sistema che confonde e disorienta i malintenzionati durante le effrazioni. Una scelta costosa ma necessaria, dice Russo, che aggiunge con amarezza e orgoglio: “Mantengo sempre le promesse”, e poi ancora: “Non sarete voi con questi atti vili e meschini a farmi cambiare idea o peggio ancora ad indurmi a lasciare la professione che amo”.

Il cartello è anche un atto d’amore verso Napoli, che chiude con uno slogan che è quasi una firma di resistenza e passione: “Forza Napoli, sempre!”

Un messaggio che in molti hanno condiviso sui social, facendo del dottor Giovanni Russo un simbolo di chi a Napoli decide di non cedere al degrado ma di rimanere, combattere e difendere il proprio lavoro e la propria dignità.

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Cronache

A 250 km orari la Porsche in cui sono morti tre ragazzi

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Viaggiavano a più di 250 chilometri orari i tre ventenni che sono morti nella tarda serata di sabato, in provincia di Brindisi: la Porsche a bordo della quale si trovavano si è ribaltata, è finita contro un albero e ha preso fuoco. I vigili del fuoco hanno dovuto estrarli dalle lamiere. Dalle indagini coordinate dalla procura di Brindisi è emerso che l’auto aveva raggiunto la folle velocità diversi minuti prima dell’incidente.

La Porsche era stata noleggiata poche ore prima da una delle tre vittime, il 22enne Luigi Perruccio, da un’agenzia di Brindisi. A bordo c’erano anche le 21enni Sara Capilunga e Karina Ryzkhov, anche loro decedute nell’impatto. Karina era arrivata in Italia dall’Ucraina pochi mesi dopo l’inizio della guerra, viveva a Torchiarolo con una famiglia di italiani che ha ricevuto un alert sullo smartphone dopo l’impatto. Il gps li ha poi portati sul luogo dell’incidente, la strada provinciale che collega Torchiarolo a Lendinuso.

“Per la comunità di Torchiarolo – ricorda il parroco don Antonio De Nanni – è una storia che si ripete. Già nel 2007 ci fu il dramma di cinque giovani bruciati in una macchina per un incidente stradale”. Il parroco racconta che “due dei tre giovani hanno frequentato l’azione cattolica. La ragazza ucraina si è integrata negli anni nella nostra comunità. Dopo la guerra ha voluto rimanere qui perché si era legata tanto alla famiglia che la ospitava. Adesso lavorava qui”. “Ragazzi – spiega – felici, spensierati, tutti e tre lavoratori, con principi sani. Giovani educati che si facevano volere bene. Dobbiamo sfruttare in maniera positiva questo evento drammatico, imparando anche da questa situazione”.

Il sindaco Elio Ciccarese ha parlato di una “tragedia immane” e ha annunciato il lutto cittadino il giorno dei funerali, non ancora stabilito. “Ora – ha aggiunto – è il tempo della preghiera e della vicinanza alle famiglie. Luigi, Sara, Karina, splendidi ragazzi nel fiore della giovinezza, sarete sempre nei nostri cuori”. Anche questa domenica in Puglia si sono registrati diversi feriti: nella sola provincia di Foggia, in due distinti incidenti, se ne contano 17, tra cui cinque bambini. Feriti non gravi, tranne una donna che è in rianimazione.

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