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Mota fa felice il Monza, gol-vittoria al Genoa

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L’ultima volta era stato a maggio, contro il Napoli. Per riprendersi la scena, Dany Mota Carvalho deve passare da un digiuno lungo 7 mesi e tonnellate di critiche. Dell’ambiente, certo, ma anche del suo allenatore Raffaele Palladino. Che a più riprese, in questa stagione sin lì ancora avara di gioie sotto porta, gli aveva chiesto di dare di più. La risposta del portoghese arriva con un gol da tre punti contro il Genoa, quello messo a segno quando all’ora e mezza di gioco non mancano che sette minuti. Un gol, tra le altre cose, che porta il Monza a quota 21. A meno tre proprio dal Napoli campione d’Italia in carica. La freccia che scocca Mota Carvalho incendia un pomeriggio di poche luci e tante ombre, almeno a livello tecnico. Come quel gol sbagliato sottoporta da Retegui a metà ripresa e che avrebbe potuto raccontare di un esito diverso. In ogni caso, sin lì era stata una partita rimasta a covare a lungo sotto la cenere. Sebbene qualche scintilla avesse acceso l’attenzione fuori dallo U-Power Stadium, prima del fischio d’inizio.

Con le forze dell’ordine dovute intervenire in tenuta antisommossa per evitare che le tifoserie venissero a contatto e alimentassero il rogo di una rivalità datata, almeno quanto quella che i tifosi del Grifone hanno con lo Sporting Gijon, gemellato con il club brianzolo, e con qualche decina di suoi rappresentanti dalle parti di Monza non proprio per lo shopping natalizio. Intanto, poco prima del fischio d’inizio, Palladino s’era ritrovato con la difesa ridotta all’osso, per la doppia defezione di Caldirola e Marì che costringe il Monza a cambiare assetto e schierarsi a 4 dietro. Gilardino, da parte sua, lancia davanti Retegui con Messias, ma è Frendrup a far decollare il piatto destro verso la curva.

Lì dove era poco prima stato srotolato lo striscione in memoria di Davide Pieri, scomparso 25 anni prima e a cui è intitolato quello spicchio di stadio. A 10′ dall’intervallo, la via del gol il Monza la trova pure con Ciurria, bravo a incrociare sul palo lontano una ribattuta di Dragusin dopo corpo a corpo con Colombo, reo però di essere partito in fuorigioco. Dopo il gol annullato al Monza, l’occasione più limpida di Retegui: tirocross di Messias, su cui l’italoargentino alza dall’interno dell’area piccola. Genoa con baricentro alto, Monza che conduce grazie all’azione iniziata e conclusa da Mota in gol dopo l’assist di Pereira. I biancorossi tornano a vincere in casa dopo due mesi e spostano l’attenzione su San Siro e all’impegno domenicale in casa del Milan.

“Il Monza oggi ha fatto un’ottima partita, in settimana la squadra ha lavorato con grande intensità dopo la sconfitta contro la Juve. I ragazz ci hanno messo cuore ed anima, contro una squadra come il Genoa. E’ la vittoria del gruppo, sono davvero soddisfatto”. Così l’allenatore del Monza Raffaele Palladino commenta a Dazn la vittoria contro il Genoa in campionato. “Oggi nonostante l’emergenza in difesa ho percepito che i ragazzi hanno voluto la vittoria, che si sono meritati. Ora ci riposiamo un giorno e poi ripartiamo martedì per la prossima partita. La nostra forza è questa, un bel gruppo e sono fortunato ad avere una squadra così”, aggiunge. “Sia per Caldirola che per Pablo Mari nulla di grave, il primo ha un problema alla schiena e il secondo al polpaccio. Ma chi ha giocato oggi ha fatto bene”, ha spiegato Palladino. Sulla prossima gara contro il Milan, Palladino ha concluso: “Sarà una partita emozionante per noi, soprattutto per il dottor Galliani a cui cercheremo di dare una soddisfazione. Sappiamo che il Milan è una squadra molto forte, ma dobbiamo mantenere questo entusiasmo”.

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Ancelotti, tra Real Madrid, Brasile e Arabia: il futuro è ancora un rebus, ma una cosa è certa: non ha fretta

Il futuro di Carlo Ancelotti resta in bilico tra Real Madrid, Brasile e offerte arabe. Ma il tecnico non ha fretta: vuole chiudere con eleganza la sua avventura a Madrid.

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Chiamatelo fattore “tempo”. Perché quando si parla del futuro di Carlo Ancelotti, signore della Champions League e tecnico più vincente d’Europa, è proprio il tempo a scandire ogni passo. Ancelotti ha costruito la sua leggenda senza mai cedere alla fretta, e anche oggi – stretto tra Real Madrid, Brasile e offerte saudite – non ha intenzione di affrettare decisioni.

La stagione del Real tra infortuni, ego e delusioni

La stagione 2024-2025 del Real Madrid è stata un percorso a ostacoli, nonostante il clamoroso arrivo di Kylian Mbappé. Gli infortuni pesanti a Carvajal e Militao, il vuoto lasciato da Kroos, l’inserimento complicato di Mbappé e una squadra iper-offensiva e senza equilibrio hanno lasciato segni profondi. I Blancos sono usciti ai quarti di Champions, hanno perso la Copa del Rey in finale, la Supercoppa, e in Liga inseguono il Barcellona a -4. Solo l’11 maggio, nel Clásico che sa di sentenza, si capirà se la corsa è ancora viva.

Il Brasile aspetta, ma Ancelotti temporeggia

Le voci sull’approdo di Ancelotti sulla panchina della Seleção circolano da mesi. Sembravano spente, ma i problemi del Brasile nelle qualificazioni mondiali le hanno riaccese. Qualche giorno fa, a Londra, c’è stato un incontro ufficiale tra Ancelotti e i vertici della Federazione brasiliana. Ma è arrivata fumata nera: il Brasile lo vuole subito, Carlo vuole chiudere con stile la sua avventura madridista, eventualmente fino al Mondiale per club.

L’offerta araba e il silenzio di Ancelotti

Sul tavolo è spuntata anche una proposta monstre dall’Arabia Saudita, si parla di 50 milioni a stagione, forse dall’Al-Ahli. Ma Ancelotti non si è mosso. Rimane a Madrid, prepara la sfida contro il Celta Vigo, e spera che il Barcellona inciampi. Nel frattempo, la stampa spagnola inizia a ipotizzare che possa restare anche per il Mondiale per club.

Il commiato perfetto? Con la Liga in mano

Con 15 trofei vinti alla guida dei Blancos, don Carlo merita un’uscita di scena all’altezza della sua storia. E anche il club lo sa. Il finale di stagione sarà determinante: Liga o no, l’addio sarà comunque elegante.

Il resto? Arabia, Brasile, Italia (si vocifera Milan o Roma), o una pensione serena. Ancelotti, unico tecnico a vincere nei cinque principali campionati europei, non ha fretta, e questa è – per ora – l’unica certezza.

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Europa League: vincono Tottenham e United, verso finale inglese

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Vittorie per Tottenham e Manchester United, si va verso una finale di Europa League tutta inglese. La squadra londinese ha fatto un grande passo battendo 3-1 il Bodo Glimt nella semifinale di andata giocata a Londra. Vantaggio lampo per il Tottenham che al 1′ va a segno con Brennan Johnson, il raddoppio al 34′ con James Maddison: al 16′ della ripresa Dominic Solanke su rigore segna il tris. Saltnes ha accorciato le distanze al 38′ in una delle rare azioni offensive dei norvegesi, chiamati ora alla missione quasi impossibile tra sette giorni in casa. Nell’altra semifinale, grazie anche alla superiorità numerica dal 35′, lo United, a cui resta solo l’Europa per salvare la stagione, ha travolto l’Athletic Bilbao 3-0. I Red Devils, solo quattordicesimi in Premier League, hanno sconfitto i baschi che vedono sfumare il sogno di una finale casalinga il 21 maggio: a segno per gli inglesi Casemiro (30′) e poi doppietta del capitano portoghese Bruno Fernandes (37′ su rigore e 49′).

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Conference: Fiorentina ko a Siviglia, al Franchi per la rimonta

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La Fiorentina cade a Siviglia e ora deve sperare nella rimonta tra sette giorni al Franchi. Il Betis si aggiudica il primo round della semifinale di Conference League, battendo 2-1 i viola grazie ai gol di Ezzalzouli e Antony, ma Ranieri a segno per la squadra di Palladino ha riacceso la speranza. Minuto di raccoglimento per ricordare Papa Francesco, e poi in campo è subito Betis che infatti passa in vantaggio dopo appena sei minuti grazie alla rete di Ezzalzouli. Azione nata dal duello vinto da Bakambu con Comuzzo, arriva sul fondo e crossa: l’attaccante marocchino non sbaglia a due passi da De Gea. La rete passa sotto la lente del Var per verificare eventuali irregolarità, ma l’arbitro Oliver convalida il gol del vantaggio degli andalusi. La Fiorentina reagisce e al 21′ sfiora il pari con Mandragora, che di testa manda fuori di un soffio.

A ridosso della mezzora Palladino è costretto a un cambio; problema muscolare per Cataldi che chiede di uscire, al suo posto Adli. Nel recupero il Betis va vicino al raddoppio con Bartra che calcia il pallone sopra la traversa. Nella ripresa Palladino gioca la carta Kean, rientrato da poco in gruppo e partito dalla panchina. Ma proprio nel momento migliore die viola arriva il raddoppio della squadra andalusa con Antony (19′). Al 27′ però la riapre Ranieri che batte Vieites e fa tornare a sperare la Fiorentina, che qualche minuto dopo va vicina anche al pari con Gosens. La Viola ha reagito e tiene viva la speranza di volare in finale: tra sette giorni il ritorno in casa.

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