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Cronache

La mappa dei migliori ospedali, da cuore a tumori

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La mappa dei migliori ospedali in Italia per aree di intervento è fotografata dal Programma nazionale esiti 2023 (Pne) dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), sulla base di vari indicatori. I due ospedali che salgono sul podio come i migliori d’Italia sono l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, riportando una valutazione di qualità alta o molto alta per almeno 6 aree cliniche su un totale di 8. Ma dal Nord al Sud sono tante le strutture di eccellenza, anche se numerosi sono pure i nosocomi che non rispondono ai requisiti richiesti. Questa la classifica delle strutture al top per diverse specialità su un totale di 1400 ospedali pubblici e privati esaminate nel Pne:

– OSPEDALE CAREGGI IL PRIMO PER IL CUORE: l’area cardiovascolare è valutata attraverso 6 indicatori (tra cui mortalità a 30 giorni per infarto e tempestività di accesso all’angioplastica coronarica entro 90 minuti dall’accesso nella struttura di ricovero). È applicata una soglia di volume per struttura per il bypass aorto-coronarico di almeno 360 interventi negli ultimi due anni. Laddove la soglia non venga raggiunta, l’indicatore è valutato come di qualità molto bassa indipendentemente dall’esito. Sul totale di 562 strutture che sono valutate in quest’area, sono solo 55 le strutture con tutti e sei gli indicatori calcolabili. Di queste, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze è l’unica struttura che raggiunge un livello di qualità molto alto; 17 strutture raggiungono invece un livello di qualità alto.

– SONO 4 LE STRUTTURE MIGLIORI NELL’AREA ONCOLOGICA: nella chirurgia oncologica, il Pne ha analizzato 3 indicatori (tra cui mortalità a 30 giorni per intervento chirurgico per tumore polmone e colon) ed è stato applicato un vincolo per struttura di almeno 135 interventi annui per il tumore maligno della mammella, di almeno 85 interventi per il tumore del polmone e di almeno 45 interventi per il tumore del colon. Risultano 116 strutture con tutti e tre gli indicatori ma le 4 strutture con livello di qualità molto alta sono: Ospedale di Mestre, Azienda Ospedale Università di Padova, Stabilimento Umberto I – G. M. Lancisi (Ancona), Policlinico Universitario A. Gemelli (Roma). Sono invece 28 le strutture valutate con livello di qualità alta.

– PER L’AREA OSTEOMUSCOLARE 28 NOSOCOMI AL TOP: l’area osteomuscolare è valutata attraverso 3 indicatori (frattura del collo del femore: intervento chirurgico entro 48 ore; intervento di protesi di anca: riammissioni a 30 giorni; intervento di protesi di ginocchio: riammissioni a 30 giorni) ed è stata applicata una soglia di volume per struttura di almeno 80 interventi annui per le protesi di anca e le protesi di ginocchio, e di almeno 65 interventi annui per gli interventi per frattura del collo del femore. Laddove la soglia non venga raggiunta, l’indicatore è stato valutato come di qualità molto bassa. Risultano 338 strutture con tutti e tre gli indicatori valutati; tra queste, 28 raggiungono un livello di qualità molto alto.

– IN ER PIU’ OSPEDALI DI QUALITA’ ALTA PER LA GRAVIDANZA: In Italia, 342 strutture rispondono a tutti gli indicatori per l’area gravidanza e parto, di cui 50 raggiungono un livello di qualità molto alto. La regione che presenta però la proporzione più alta di strutture con livello di qualità molto alto è l’Emilia-Romagna (11 strutture su 17, pari al 65%). In 9 regioni, nessuna struttura raggiunge un livello di qualità molto alto: Valle d’Aosta, Liguria, Lazio, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna. Il Pne rileva inoltre che un terzo dei punti nascita è sotto il limite dei 500 parti l’anno, mentre la percentuale dei parti cesarei cresce ai livelli del 2017 (23%). Si osserva un minore ricorso al cesareo nei punti nascita pubblici sopra i 1.000 parti l’anno, e una maggiore propensione nelle strutture private. Si registra anche una spiccata variabilità intra-regionale, con strutture che superano il 40% in Campania, Sicilia, Lombardia, Puglia e Lazio.

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Ex vigilessa Sofia Stefani uccisa, la difesa fermato: è stato un incidente

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“Nell’udienza di convalida domani intendiamo rispondere all’interrogatorio e chiariremo ogni aspetto di quello che è successo. E’ stato un incidente, non è stato volontario, non è stato un femminicidio. E’ una tragedia immane per cui siamo tutti devastati”. Lo dice l’avvocato Claudio Benenati, difensore di Giampiero Gualandi, l’ex comandante della polizia locale di Anzola fermato per l’omicidio della ex collega Sofia Stefani, uccisa con la pistola di ordinanza del 62enne, nel suo ufficio del comando.

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Caso Toti, Ilaria Cavo: avvisai presidente che i Testa non mi piacevano

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“Avvisai il presidente che i fratelli Testa non mi piacevano”. E’ quanto detto dalla deputata Ilaria Cavo nel corso della sua audizione come persona informata dei fatti. La giornalista è stata sentita in caserma nei giorni scorsi dal sostituto procuratore Federico Manotti (che insieme al collega Luca Monteverde ha coordinato le indagini) nell’ambito dell’inchiesta per corruzione che ha portato ai domiciliari il governatore. I fratelli Testa, Angelo Arturo e Italo Maurizio, sono indagati anche loro per voto di scambio aggravato dall’aver agevolato la mafia.

Per gli inquirenti i due gemelli sarebbero stati i referenti di un clan mafioso e avrebbero convinto la comunità riesina a votare il partito di Toti e i suoi candidati (tra cui la stessa Cavo) in cambio di posti di lavoro.La parlamentare ha ammesso di averli conosciuti in un ristorante nei pressi di Bergamo mentre andava in settimana bianca. Si offrirono di aiutarla chiedendo a loro volta una mano per avere posti di lavoro “magari dentro Autostrade”. Cavo, ha spiegato in caserma, “nei mesi successivi si fecero troppo insistenti, si comportavano in una maniera che non mi piaceva affatto”.

Per questo chiamò prima l’onorevole Alessandro Sorte, che aveva fatto da tramite, e poi avvisò lo stesso Toti che quei due non le “piacevano”. Un avvertimento, secondo gli inquirenti, non colto dal presidente. In un’intercettazione tra i due fratelli raccontano come Toti li avesse presi sottobraccio durante un evento elettorale chiedendo di “aiutare comunque” Cavo visto che loro erano “dei bulldozer”.

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I passaporti saranno rilasciati anche dalle Poste, accordo col ministero dell’Interno

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“Grazie all’introduzione della nuova agenda prioritaria, a cui si è affiancato un rilevante sforzo messo in campo dalle questure sia in termini di personale che di modelli organizzativi, è stato possibile incrementare sensibilmente il numero degli appuntamenti fissati, appuntamenti che nel solo mese di aprile di quest’anno sono stati 354mila, a fronte dei 230mila dell’aprile 2023. Prevediamo di rilasciare nel 2024 oltre 3,4 milioni di passaporti rispetto ai 2,7 milioni dell’anno precedente. Segno tangibile dell’impegno che abbiamo profuso per fornire risposte efficaci ai cittadini”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha incontrato oggi al Viminale, insieme al direttore generale di Poste Italiane, Giuseppe Lasco, i rappresentanti delle associazioni del turismo organizzato.

La riunione, informa il ministero, “è stata l’occasione per un proficuo confronto sugli esiti di tutte le azioni già avviate per superare le difficoltà attestate nel rilascio dei passaporti, anche alla luce del prezioso contributo che le associazioni hanno potuto offrire sul punto. In particolare, dall’analisi dei dati, è emerso come le misure adottate stiano consentendo di far fronte efficacemente alle problematiche rilevate nei mesi scorsi ed è stata condivisa, da tutti i partecipanti, la soddisfazione per gli importanti risultati conseguiti”.

“Su indicazione del Viminale – ha poi rilevato Lasco – ci siamo adoperati per attivare, nell’ambito del progetto Polis, il servizio di richiesta dei passaporti nei comuni con meno di 15mila abitanti. Dallo scorso marzo abbiamo registrato più di 350 richieste nei 31 uffici postali in cui tale servizio è attivo, servizio che entro fine mese sarà operativo in più di 130 uffici. Oltre l’80% dei cittadini ha richiesto la consegna a casa del passaporto, con un risparmio di tempo e spostamenti importanti anche e soprattutto per l’ambiente. La grande novità, conclusi i passaggi normativi, è che da luglio questo servizio interesserà progressivamente gli uffici postali di tutta Italia, senza distinzioni tra piccoli e grandi centri”. La situazione continuerà ad essere attentamente monitorata dal Viminale, in raccordo con tutti gli attori coinvolti, con i quali proseguiranno momenti di confronto.

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