Dopo una notte di devastanti attacchi missilistici russi sull’Ucraina, costati la vita ad almeno 11 persone a Kryvyi Rih, la città natale di Volodymyr Zelensky, e dopo oltre una settimana di violente battaglie sul fronte orientale, Vladimir Putin si riprende la ribalta mondiale con una serie di dichiarazioni incandescenti, sostenendo che Kiev sta subendo “perdite catastrofiche” e che la sua controffensiva sta fallendo. Nella notte in cui l’allarme antiaereo è scattato in tutta l’Ucraina a più ondate, l’antiaerea ha abbattuto almeno 10 missili, ma almeno 6 sono finiti sulla cittadina meridionale, centrando un condominio di cinque piani e un negozio. Video sui social mostrano l’edificio colpito completamente avvolto dalle fiamme. Almeno 11 cadaveri sono stati estratti dalle macerie, fra cui quelli di una giovane coppia di sposi e di un ragazzino, mentre altre 28 persone sono rimaste ferite. “Altri missili terroristici e gli assassini russi continuano la loro guerra contro edifici residenziali, città ordinarie e persone”, ha tuonato a caldo Zelensky, che oggi ha incontrato il direttore generale dell’Aiea Rafael Grossi per fare il punto sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Nelle aree di Kherson invece, allagate dalla distruzione della diga di Kakhovka – al cui bilancio si aggiungono 17 morti ammessi dai filorussi che occupano la sponda sinistra del Dnipro -, l’inondazione calante porta i primi casi di colera e di escherichia coli. Lontano dalle macerie e dalle acque putride, da Mosca lo zar descrive la “sua” guerra, pur riconoscendo che non tutto gira per il verso giusto e senza risparmiare un severo rimprovero ai suoi generali, molti dei quali definisce “da parterre” e non adatti al conflitto. Ma in sostanza, dice Putin, per ora non c’è bisogno di una “nuova mobilitazione” di massa, né della legge marziale in Russia, perché le cose, secondo lo zar, vanno bene: la controffensiva ucraina, che lui dà per scontato sia a pieno regime, “finora non ha avuto successo”; anzi, gli ucraini stanno subendo perdite che “si avvicinano a essere catastrofiche”, con un sacrificio di vite umane che nelle file dei russi è “dieci volte minore che tra gli ucraini”, a dire di Putin, che adombra la presenza, fra i combattenti ucraini, anche di “mercenari polacchi” che però subirebbero “forti perdite”.
Lo Stato maggiore ucraino, dal canto suo, rivendica oggi altri piccoli passi avanti, con avanzate parallele in tre aree direttrici: Bakhmut, Toretsk e Berdyansk, con la liberazione in totale finora di sette insediamenti, e altri 250 metri di terreno guadagnato verso Bakhmut. Secondo gli esperti, le piccole avanzate di queste fasi non hanno ancora incontrato le fortificazioni pesantemente armate allestite da tempo da Mosca. Ma Putin registra che qualcosa si sta muovendo, se poi dichiara che di fronte agli attacchi nemici sta accarezzando l’idea di una fascia di territorio di sicurezza in Ucraina, “perché non possano raggiungerci”. Un concetto che, nell’interpretazione del consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, significherà “distruggere tutto”: terra di nessuno fatta di terra bruciata. Per far fronte all’insistente richiesta di armi da parte di Kiev, che conduce le sue avanzate senza copertura aerea, l’amministrazione Biden ha annunciato un pacchetto di nuovi aiuti militari per 325 milioni di dollari, ai quali si aggiungono altri 92 milioni di sterline di ulteriore supporto britannico.
E, secondo il New York Times, Biden sta valutando di fornire all’Ucraina munizioni all’uranio impoverito, proiettili anticarro ad alta capacità di perforazione con cui dotare i carri armati d’attacco M1 Abrams, che Washington sta per inviare a Kiev. Putin non ha atteso l’ufficialità: anche la Russia ne dispone e, ha avvertito, si riserva di usarli se lo farà il nemico. A rincarare la dose il suo più stretto alleato, il dittatore bielorusso Aleksandr Lukashenko: se aggrediti, non avremmo “il minimo dubbio” ad usare quelle armi nucleari tattiche che lo zar sta per trasferire nel suo Paese. Le prossime mosse della Russia, insomma, dipenderanno dall’andamento della “cosiddetta controffensiva” delle forze di Kiev e gli obiettivi, ha detto lo zar, “rimangono in generale sempre gli stessi”, anche se “vengono adattati alla situazione corrente”. Putin infine ha annunciato che sta pensando di ritirare la Russia dall’accordo tripartito sull’esportazione del grano, che garantisce alle navi con sementi ucraine di partire dai porti del Mar Nero, lungo un corridoio che ora – secondo Mosca – viene utilizzato per sferrare attacchi alla flotta russa.