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Serie A: tanti papabili, ma Napoli ancora senza tecnico

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Il valzer delle panchine si riduce a un carosello napoletano, indotto da circostanze che con i risultati del campo non hanno niente a che fare. Com’è successo a Mourinho e Conte all’Inter, a Sarri alla Juve, neanche uno scudetto garantisce il proseguimento di un felice cammino comune. Il Napoli si ritrova a sfogliare la margherita per trovare un successore a Luciano Spalletti dopo uno scudetto atteso 33 anni, dai tempi di Maradona. Il primo tricolore ha prosciugato, pare, le risorse psicologiche del tecnico toscano che ha lasciato al palo De Laurentiis, squadra e tifoseria. Si godrà un anno sabbatico per riavvicinarsi alla famiglia. Il presidente ha cominciato una ricerca a tutto campo: ha sondato Conte, Nagelsmann, forse Mancini, ricevendo il no di Luis Enrique, che ha voglia di Premier. Sullo sfondo c’è sempre stato il disponibile ex Benitez, ma De Laurentiis preferirebbe Vincenzo Italiano dopo l’ottimo lavoro alla Fiorentina. Solo che per Italiano bisognerebbe pagare una clausola e Commisso non vuole lasciarlo andar via. Fra i 40 candidati, di cui ha parlato il presidente, ci sono due francesi: Christophe Galtier, che può liberarsi dal Psg, e Rudi Garcia, separatosi dall’Al Nassr di Ronaldo. Provenienti dalla serie A ci sono altre due opzioni: Thiago Motta, reduce da un eccellente torneo col Bologna, e Paulo Sousa, che ha risollevato in pochi mesi la Salernitana. Il portoghese sembra prendere quota, si libera con la clausola di un milione entro il 20 giugno, una settimana prima del termine fissato dal patron napoletano. Più lineare la situazione delle altre squadre di serie A, facilitata anche dall’ottima avventura nelle coppe europee.

Dubbia rimane la conferma di Baroni al Lecce, slitta quella di Zanetti all’Empoli.

  1. -ATALANTA: GASPERINI. C’e’ stato un momento di crisi di rapporti, poi la qualificazione in Europa League ha chiuso la discussione, si prosegue insieme per l’ottavo anno.
  2. -BOLOGNA: THIAGO MOTTA. Il buon lavoro compiuto convince il club a far valere il contratto fino al 2024, anche se il tecnico avrebbe forse preferito un salto di qualita’.
  3. -EMPOLI: ZANETTI. La fase finale di qualità (col 4-1 alla Juve) ha risolto i dubbi. Il tecnico (che deve ancora confermare la sua permanenza) ha valorizzato giovani talenti e i toscani cercheranno una nuova salvezza.
  4. -FIORENTINA: ITALIANO. Un lavoro eccellente, con due finali perse con onore e l’ottavo posto. I viola si tengono stretto il tecnico , che comincia a piacere anche all’estero.
  5. -FROSINONE: GROSSO. La vittoria in B con largo anticipo fortifica il rapporto col club laziale.
  6. -GENOA: GILARDINO. Ha preso la squadra a febbraio e l’ha portata alla promozione. ‘Gila’ non si tocca.
  7. -INTER: INZAGHI. Dopo i 12 ko sembrava al capolinea, poi Simone ha vinto la Coppa Italia contendendo la finale Champions a un fuoriclasse come Guardiola. E’ pronto per puntare allo scudetto.
  8. -JUVE: ALLEGRI. Il tecnico ha rifiutato una sontuosa offerta araba per cercare di ricostruire la squadra penalizzata e con un organico che verra’ asciugato dall’austerity. Ma una parte della tifoseria non lo vuole.
  9. -LAZIO: SARRI. Un secondo posto da incorniciare che può essere un trampolino di lancio se Lotito (senza Tare) spingerà l’acceleratore sul mercato.
  10. -MILAN: PIOLI. Senza più Maldini e Massara il tecnico prosegue con la conferma di Leao e attende un mercato significativo. Dopo lo scudetto 2022 e la semifinale Champions il suo bilancio è sempre in attivo.
  11. -LECCE: BARONI IN BILICO. La salvezza arriva al fotofinish ma ci sono dubbi che il contratto in scadenza sarà rinnovato. Si deciderà in settimana. Fra i papabili, il tecnico Primavera Coppitelli.
  12. -MONZA: PALLADINO. Ingaggiato a settembre, ha trasformato i brianzoli con una salvezza in largo anticipo. Con la benedizione di Berlusconi e Galliani restera’ al suo posto.
  13. -ROMA: MOURINHO. Dopo un po’ di teatro a Budapest la situazione si è chiarita e Mou, che avrebbe rifiutato un’offerta araba di 120 mln per due anni, resterà anche senza Champions.
  14. -SALERNITANA: PAULO SOUSA. In quattro mesi ha salvato la squadra e dovrebbe restare, a meno di un accordo col Napoli.
  15. -SASSUOLO: DIONISI. Terzo torneo in vista per il tecnico che forse perderà Berardi e Frattesi, ma se ne fara’ una ragione come dopo l’addio di Scamacca e Raspadori.
  16. -TORINO: JURIC. La squadra è migliorata, per ambire alle coppe mancano però acquisti di peso. Ma il tecnico croato proseguirà il suo lavoro.
  17. -UDINESE: SOTTIL. Dopo un inizio sontuoso la squadra è regredita, ma senza scossoni pericolosi. Il tecnico rimane e forse darà più spazio al talento Pafundi.

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Calcio: curva Lecce protesta, fumogeni in campo e gara sospesa 5 minuti

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La protesta della curva del Lecce, in polemica con la Lega Serie A per il mancato ulteriore rinvio della sfida con l’Atalanta in seguito alla morte dello storico fisioterapista del club Graziano Fiorita, non si è limitata agli striscioni esposti nel pre-partita del match casalingo contro il Napoli valido per la 35/a giornata di campionato. Dopo circa sette minuti di gioco infatti l’arbitro Davide Massa è stato costretto a sospendere per qualche minuto la gara a causa del lancio di fumogeni e petardi in campo. La ripresa del gioco è stata tardata anche a causa di un buco nelle rete di una delle due porte. Dopo circa cinque minuti di sospensione la partita è ricominciata.

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Tennis: Sinner, un software per l’allenamento mentale ai match

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Un software per Jannik Sinner. Per ritrovare, davanti a un computer, la concentrazione e la performance mentale da match. E tornare agli Internazionali d’Italia, dopo tre mesi di stop, con la stessa energia mentale di quando ha smesso. Si chiama “Mental economy training”, e come racconta all’AGI Riccardo Ceccarelli, il mental coach che da quattro anni fa parte del pool allargato di Jannik Sinner, in questi tre mesi di assenza forzata dalle competizioni per lo stop dovuto al caso Clostebol ha aiutato parecchio il numero uno del mondo a gestire le emozioni della partita, simulando lo stress da match.

“Jannik e’ un atleta consapevole, leader di se stesso, e con lui il lavoro mentale in condizioni normali e’ diventato marginale – premette Ceccarelli a margine della conferenza stampa di presentazione del Simposio internazionale in scena oggi agli Internazionali – dopo tre mesi di lontananza dalle competizioni ha avuto pero’ bisogno di ritrovare il ritmo, risvegliare la mente e la concentrazione con una serie di allenamenti computerizzati”.

A casa, davanti al suo computer, spiega Ceccarelli che da anni lavora anche con i piloti di Formula 1, il mestiere che Sinner sognava da bambino, il numero uno del mondo, che riapparira’ agli Internazionali d’Italia tra sei o sette giorni, si cimenta con dei test, una sorta di videogiochi che, portandolo fuori dalla sua comfort zone, servono ad allenare le funzioni mentali, a partire dalla focalizzazione e passando anche per la meditazione.

“Mentre l’atleta si cimenta con i test, sul computer arrivano dei parametri biometrici – chiarisce Ceccarelli – uno misura l’attivazione del lobo frontale e quindi l’efficienza cerebrale, un altro il battito cardiaco, un po’ come quando sul tapis roulant compaiono i chilometri percorsi, le calorie e la frequenza cardiaca”. In questo caso pero’ si allena la mente, con l’obiettivo di “migliorare le performance e abbassare il livello energetico. Non ci si deve focalizzare soltanto sulla performance ma anche nell’eliminare, durante il test pensieri inutili e distrazioni, pulendo la mente e quindi anche il consumo cerebrale”.

Come? “Con il mio team di psicologi studiamo e personalizziamo le tecniche: esercizi di respirazione o un mantra da ripetere, cui ricorrere poi durante i cambi campo – continua Ceccarelli – i trucchi mentali per ottimizzare le proprie risorse possono essere infiniti, li studiamo ascoltando le esigenze degli atleti”. Sinner e’ stato dotato della piattaforma messa a punto da Ceccarelli da quando aveva 19 anni, utilizzandola, chiarisce il mental coach e medico sportivo “quando gli serve, quando sente di dover sviluppare il suo tasso di consapevolezza. E’ autonomo, si gestisce da solo”.

Se ne servono anche parecchi piloti di Formula 1, oltre alle campionesse di sci Federica Brignone e Mikaela Schiffrin. Tra i tennisti oltre a Sinner, si allena mentalmente davanti al computer soltanto Lilly Taggher, la 17enne austriaca che fa parte della scuderia del manager di Sinner Alex Vittur ed e’ allenata da Francesca Schiavon: “Ai piu’ giovani consigliamo allenamenti trisettimanali, Sinner si gestisce da solo”.

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Cronache

Vincenzo Nibali: «Ero un carusu dannificu. La bici mi ha salvato dalla strada»

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Messina, la Sicilia, la fatica, la gloria. Vincenzo Nibali si racconta al Corriere della Sera, tra ricordi di un’infanzia ribelle, il riscatto sulla bicicletta e la consapevolezza maturata solo dopo il ritiro. Un’intervista intensa, autentica, a cuore aperto.

Una giovinezza a rischio: «Compagni con la pistola nello zaino»

«Ero un carusu dannificu», dice Nibali, usando l’espressione siciliana per “bambino disastroso”. Uno che attirava guai: sassate alle vetrate, petardi nelle cassette postali, motorini lanciati contro i muri. Una giovinezza vissuta in un quartiere difficile di Messina, dove alcuni compagni portavano la pistola a scuola. Nessuna mafia organizzata, ma il pizzo sì: «Colpì anche la cartoleria dei miei genitori».

La salvezza arriva su due ruote: «Sempre in salita, come da Messina»

La svolta arriva con la bici, a 12 anni, grazie al padre e ai suoi amici cicloturisti. Le prime gare, l’ammiraglia della Cicli Molonia, il traghetto per Villa San Giovanni che diventava un passaggio simbolico verso il sogno. A 15 anni vince a Siena e non torna più: «Mai avuto nostalgia. I miei genitori mi dissero: se ti impongono cose sbagliate torna, qui avrai sempre un lavoro. Mi ha aiutato a non cedere al doping».

L’ascesa, la gloria, il peso della vittoria

Nibali è uno dei pochi ciclisti ad aver vinto tutti e tre i grandi Giri. Il Tour de France del 2014 è stato l’apice, ma anche l’inizio di un incubo: «Non potevamo camminare con la carrozzina di nostra figlia senza essere assaliti. Solo adesso che ho smesso, vivo davvero». E confessa: «Mai provato e mai pensato di doparmi. Ma ho pagato il sospetto solo perché vincevo ed ero italiano».

La caduta che fa crescere: l’Olimpiade sfumata

Nel 2016 era lanciato verso l’oro olimpico, ma cadde in curva. «Scelsi io di rischiare, e sbagliai. Nessuna scusa». Parla anche del secondo posto alla Liegi-Bastogne-Liegi, “scippato” da un dopato, ma senza rancore: «Non mi chiedo mai quanto ho perso per colpa del doping».

Il ritorno da turista: «Messina è ‘u megghiu postu nto munnu’»

Oggi Nibali è ambasciatore del Giro e padre presente. Ha visitato la Sicilia con le figlie per farla conoscere da turista: «Antonello da Messina, i templi di Agrigento, i boschi dei Peloritani… È il posto più bello del mondo». Un campione che, a distanza di anni, può guardarsi indietro con orgoglio: «A testa alta, sempre».

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