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Esteri

Droni kamikaze su Kiev, jet russo sulle case al confine

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L’esercito russo, per la seconda volta consecutiva, ha inaugurato l’ennesima settimana di guerra con un attacco su larga scala sull’Ucraina, a partire da Kiev. Droni kamikaze si sono abbattuti sul centro della capitale provocando almeno sei vittime, mentre missili sono caduti sul resto del Paese, danneggiando gravemente le reti elettriche e lasciando senza luce centinaia di città. Sul fronte russo invece, dopo i ripetuti attacchi ucraini a Belgorod, un caccia dell’Armata si è schiantato al suolo abbattendosi su un palazzo di una cittadina sul Mar d’Azov, in circostanze ancora da chiarire. Un clima di allarme crescente, che ha spinto la Farnesina a “raccomandare fortemente agli italiani” di lasciare l’Ucraina. La pioggia di raid si è abbattuta nella notte e al mattino, ha denunciato il primo ministro ucraino Denys Chmygal, spiegando che sono state prese di mira “le infrastrutture energetiche in tre regioni”. Con “missili” su Dnipropetrovsk e Sumy, mentre Kiev è stata colpita da “cinque attacchi di droni”. Nella capitale, in particolare, è stato gravemente danneggiato un condominio in centro: tre persone sono morte, due delle quali erano una coppia, e la giovane donna era incinta. Una trentina i droni kamikaze di fabbricazione iraniana utilizzati dai russi per la prima volta contro la capitale, ha riferito il sindaco Vitali Klitschko, aggiungendo che la maggior parte sono stati abbattuti dalla contraerea (e sono stati visti soldati sparare in aria anche con i loro fucili). “Infrastrutture critiche” sono state colpite anche nel Dnipro e a Sumy, provocando morti e feriti (almeno quattro persone sotto le macerie), mentre a Zaporizhzhia i bombardamenti hanno interrotto l’approvvigionamento energetico esterno. Nel sud esplosioni sono state avvertite a Odessa e Mykolaiv. Mosca non ha confermato l’utilizzo dei droni (che Teheran da parte sua nega di aver mai consegnato) ma si è limitata a spiegare di aver effettuato un attacco “massiccio” contro obiettivi militari e infrastrutture energetiche in tutta l’Ucraina utilizzando armi ad alta precisione. Il risultato è stato ampiamente ottenuto, perché secondo Kiev circa 600 tra città e villaggi sono rimasti senza elettricità. Tanto che l’operatore nazionale ha annunciato la possibilità di introdurre blackout a rotazione. I danni ingenti alle reti energetiche si aggiungono a quelli provocati dopo l’ondata di attacchi effettuati dai russi all’inizio della scorsa settimana. In quel caso si era trattato di una rappresaglia per l’attentato sul ponte della Crimea. Stavolta, potrebbe essere stata la risposta ai ripetuti assalti ucraini in territorio russo. Una scritta eloquente, ‘Per Belgorod’, è stata ritrovata su un frammento di un drone. Proprio sul territorio russo, tra l’altro, un jet Su-24 si è schiantato al suolo abbattendosi su una zona residenziale. Il ministero della Difesa ha riferito che uno dei motori ha preso fuoco in fase di salita e il carburante ha fatto scoppiare l’incendio nello stabile, provocando almeno 4 morti, 6 dispersi e 15 feriti. Apparentemente, quindi, accreditando la tesi dell’incidente. Ma il luogo del disastro è la cittadina di Yeysk, sulle rive del Mar d’Azov, proprio vicino al confine con l’Ucraina. Dopo un’altra giornata campale, Volodymyr Zelensky ha promesso che il “terrore russo sui civili non ci distruggerà”, e uno dei suoi principali consiglieri, Andriy Yermak, è tornato a chiedere agli alleati della Nato “più sistemi di difesa aerea e il prima possibile”. Sottolineando che l’utilizzo dei droni kamikaze da parte del nemico rende le città, e la capitale, più vulnerabili. L’Armata di Putin, in effetti, potrebbe ricorrere sempre più a questo tipo di armi, per far fronte alla progressiva riduzione delle scorte belliche e all’impossibilità di produrne altre, perché le industrie nazionali non hanno più accesso alle componenti tecnologiche occidentali. Un tipo di drone che Teheran avrebbe fornito a Mosca, lo Shahed-136, è un dispositivo relativamente economico. Nel mezzo di questa escalation sul terreno c’è comunque da segnalare che un canale seppure minimo tra Mosca e Kiev resta attivo. Lo dimostra il nuovo scambio di prigionieri. Uno scambio ingente, oltre cento persone. Che soprattutto, ha annunciato Kiev, ha riguardato per la prima volta solo donne: tra loro anche decine che si erano arrese all’acciaieria Azovstal, dopo il lungo e terribile assedio di Mariupol.

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Rubio: serve svolta nei colloqui su Ucraina al più presto

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump deciderà quanto tempo gli Stati Uniti dedicheranno alla risoluzione del conflitto ucraino, quindi una svolta nei negoziati “è necessaria molto presto”. Lo ha affermato a Fox News il segretario di Stato americano Marco Rubio. Le posizioni di Russia e Ucraina “si sono già avvicinate, ma sono ancora lontane l’una dall’altra – ha ricordato – ed è necessaria una svolta molto presto. Allo stesso tempo, ha proseguito Rubio, è necessario accettare il fatto che “l’Ucraina non sarà in grado di riportare la Russia alle posizioni che occupava nel 2014”. La portavoce del Dipartimento di Stato americano, Tammy Bruce, ha dichiarato durante un briefing che gli Stati Uniti restano impegnati a lavorare per risolvere il conflitto, “ma non voleremo in giro per il mondo per mediare negli incontri che si stanno attualmente svolgendo tra le due parti. Ora – ha sottolineato – è il momento per le parti di presentare e sviluppare idee concrete su come porre fine a questo conflitto. Dipenderà da loro”.

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Onu prepara ampia riforma a causa dei vincoli di bilancio

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Le Nazioni Unite stanno valutando una radicale ristrutturazione con la fusione dei team chiave e la ridistribuzione delle risorse. Lo riporta la Reuters sul suo sito, citando un memorandum riservato preparato da un gruppo di lavoro del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres. Il documento propone di indirizzare le decine di agenzie in quattro direzioni principali: pace e sicurezza, questioni umanitarie, sviluppo sostenibile e diritti umani. Tra le misure specifiche figura la fusione delle agenzie operative del Programma Alimentare Mondiale (Wfp), dell’Unicef, dell’Oms e dell’Unhcr in un’unica agenzia umanitaria.

La riforma prevede inoltre la riduzione delle duplicazioni di funzioni e la razionalizzazione del personale, incluso il trasferimento di una parte del personale da Ginevra e New York a città con costi inferiori. L’iniziativa è legata alla crisi finanziaria dell’ONU. Le proposte definitive di ristrutturazione dovranno essere presentate entro il 16 maggio.

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Siria, Israele bombarda zona palazzo presidenziale Damasco

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L’esercito israeliano ha annunciato di aver bombardato la zona del palazzo presidenziale a Damasco, dopo aver minacciato il governo siriano di rappresaglie se non avesse protetto la minoranza drusa. “Gli aerei da guerra hanno colpito la zona intorno al palazzo”, ha scritto l’esercito israeliano su Telegram.

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