Collegati con noi

Esteri

Erdogan vede spiragli di pace: mi pare Putin voglia finirla

Pubblicato

del

Febbrili manovre per la pace in Ucraina, anche dietro le quinte, alla 77/ma assemblea generale dell’Onu, che nella giornata inaugurale vede l’intervento di tre leader europei finora cruciali nella tenuta della coalizione occidentale contro la Russia: Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Mario Draghi, cui mercoledi’ seguiranno Joe Biden e Volodymr Zelensky (per ora con discorso registrato). A tentare di dare il ‘la’ per una soluzione del conflitto, proprio mentre il Cremlino ha annunciato i referendum per l’annessione del Donbass, e’ stato Recep Tayyip Erdogan, uno dei primi ad intervenire in aula dopo il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e principale artefice dei tentativi di mediazione esplorati finora. Il presidente turco ha lanciato un appello per trovare una “via d’uscita onorevole” sia per Mosca che per Kiev, ammonendo che “un processo di pace equo non avra’ mai un perdente mentre la guerra non avra’ mai un vincitore”. “Insieme dobbiamo trovare una soluzione con mezzi diplomatici razionali, giusti e applicabili che offra alle due parti una via d’uscita dignitosa dalla crisi”, ha spiegato in un discorso di mezzora, sottolineando pero’ che Ankara “continuera’ a intensificare i suoi sforzi per mettere fine alla guerra sulla base dell’integrita’ territoriale e della sovranita’ dell’Ucraina”. Un ramoscello d’ulivo che cozza contro l’annuncio dei referendum russi nel Donetsk e nel Lukansk, subito bocciati come inaccettabili iniziative “farsa” e come un “affronto alla sovranita’ ucraina” dal cancelliere tedesco, dal presidente francese e dalla Casa Bianca. Eppure Erdogan si era fatto precedere da un’intervista alla tv Usa Pbs in cui riferiva la sua “impressione” che Vladimir Putin voglia concludere la guerra: “A Samarcanda abbiamo avuto discussioni molto approfondite… e mi sta dimostrando che e’ disposto a porre fine a questa situazione il prima possibile”, il suo obiettivo “e’ porre fine a questa battaglia con la pace”. A conforto di questa “impressione” ha preannunciato un accordo tra Mosca e Kiev per lo scambio di 200 prigionieri, definendolo un progresso “significativo” anche se non ha precisato ne’ i tempi ne’ se si trattera’ di civili o militari. Erdogan intanto continua a tessere la sua tela: a margine dell’assemblea al Palazzo di Vetro ha avuto una conversazione telefonica con Zelensky e un bilaterale con Scholz, il cui portavoce pero’ ha fatto sapere che “i due leader hanno concordato sul fatto che la Russia debba archiviare la guerra senza indugio e ritirare completamente le truppe dall’Ucraina”. Nel suo intervento di apertura Guterres ha messo in guardia che “crisi come la guerra in Ucraina minacciano il futuro dell’umanita’”, rilanciando l’allarme su cibo, energia e clima, e ha definito gli ultimi rapporti sulle atrocita’ di Izyum come “estremamente inquietanti”. Ma non ha calcato la mano, quasi a lasciare spazio alla diplomazia. Ora bisognera’ attendere gli interventi dei tre leader europei e poi quelli di Biden e Zelensky, che dopo Izyum potrebbe addirittura rilanciare la richiesta di un tribunale speciale contro i crimini di guerra in stile Norimberga. E vedere se nell’assemblea prevale ancora in modo schiacciante la tentazione di isolare nuovamente la Russia: a favore di un intervento registrato di Zelensky ci sono stati 101 si’ (compresa l’India), 7 no e 19 astensioni, mentre giovedi’ ci sara’ un nuovo Consiglio di sicurezza presieduto dalla Francia incentrato proprio sui crimini di guerra. “Saranno isolati, saranno condannati in consiglio di sicurezza, come pure piu’ ampiamente all’assemblea generale”, profetizza l’ambasciatrice americana alle Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield. Escluso al momento ogni contatto tra Usa e Russia, il cui ministro degli Esteri Serghiei Lavrov parlera’ solo sabato, quando gran parte degli altri ministri se ne saranno andati. Per ora Putin si deve accontentare della lancia spezzata dal populista Bolsonaro contro le “sanzioni unilaterali”.

Advertisement

Esteri

Putin: “La riconciliazione con il popolo ucraino è inevitabile. È solo questione di tempo”

Pubblicato

del

“La riconciliazione con il popolo ucraino è inevitabile, ma è solo questione di tempo”. Così il presidente russo Vladimir Putin si è espresso in un’intervista concessa al giornalista Pavel Zarubin per il documentario “Russia. Cremlino. Putin. Venticinque anni”, prodotto dalla rete statale Rossiya 1 e in onda questa sera.

Nel colloquio, Putin torna a parlare del conflitto con l’Ucraina, dichiarando che, nonostante l’attuale tragedia in corso, il riavvicinamento tra i due popoli “sarà possibile”. Secondo il presidente, la Russia “non ha dato inizio prima all’operazione speciale” perché “credeva negli accordi di Minsk” e voleva risolvere pacificamente il conflitto nel Donbass.

“Abbiamo forza per concludere ciò che abbiamo iniziato”

Putin ha anche ribadito che Mosca “ha abbastanza forza e risorse per portare a una conclusione logica quanto iniziato nel 2022”, sottolineando che questo potrà avvenire “senza ricorrere all’uso di armi nucleari in Ucraina”. Un’affermazione che appare tanto rassicurante quanto carica di implicazioni strategiche: il Cremlino si dice fiducioso nel raggiungimento dei propri obiettivi militari, ma resta sul piano convenzionale.

“I rapporti con la Cina garantiscono stabilità globale”

Nel documentario, Putin ha anche toccato il tema delle relazioni internazionali, definendo l’alleanza con la Cina come un “fattore di stabilità globale”. “La turbolenza nel mondo sta solo aumentando – ha dichiarato – e le nostre relazioni così affidabili e stabili con la Cina rafforzano la stabilità mondiale semplicemente perché esistono”. Un chiaro segnale a Occidente, nel mezzo di un riassetto degli equilibri geopolitici.

Il documentario-intervista, che celebra i 25 anni al potere di Vladimir Putin, si presenta come un ritratto personale e politico del leader del Cremlino in un momento storico delicatissimo, tra guerra, sanzioni, isolamento e un crescente asse con Pechino.

Continua a leggere

Esteri

Mosca, Xi Jinping in visita in Russia dal 7 al 10 maggio

Pubblicato

del

Il presidente cinese Xi Jinping si recherà in visita ufficiale in Russia dal 7 al 10 maggio. Lo fa sapere il Cremlino, confermando la sua partecipazione alle celebrazioni del 9 maggio dell’80/o anniversario della vittoria sovietica sulla Germania nazista nella Seconda guerra mondiale.

La presidenza russa ha affermato che Xi Jinping parteciperà anche a colloqui bilaterali sullo “sviluppo di un partenariato globale e di un’interazione strategica” e sulle “questioni attuali dell’agenda internazionale e regionale”. Si prevede che saranno firmati una serie di documenti bilaterali tra governi e ministeri russo e cinese, ha aggiunto il Cremlino. In alcuni commenti trasmessi dalla televisione cinese, un portavoce del ministero degli Esteri ha sottolineato i legami storici e strategici tra i due Paesi e ha aggiunto che Xi terrà dei colloqui con Putin in un momento in cui “l’ordine internazionale sta attraversando profondi cambiamenti”.

Continua a leggere

Esteri

Zelensky: Mosca chiede tregua mentre ci bombarda, cinismo

Pubblicato

del

“I russi chiedono una tregua per il 9 maggio, mentre attaccano l’Ucraina ogni giorno: questo è cinismo di altissimo livello”: lo scrive su X il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky dopo il raid notturno su Kiev. “Solo questa settimana la Russia ha utilizzato contro l’Ucraina più di 1.180 droni da attacco, 1.360 bombe aeree guidate e 10 missili di vario tipo”, ha aggiunto. Per Zelensky, “è necessario un vero cessate il fuoco. L’Ucraina è pronta alla tregua a ogni momento, ma non deve durare meno di un mese, per porre fine alla guerra” e “che sia non solo per i loro giorni festivi ma ogni giorno”.

“Solo questa settimana la Russia ha utilizzato contro l’Ucraina più di 1.180 droni da attacco, 1.360 bombe guidate e 10 missili di vario tipo”, ha sottolineato Zelensky, aggiungendo: “Per tutta la notte, i soccorritori a Kiev hanno spento incendi di case e auto dopo gli attacchi dei droni russi contro le zone residenziali. Purtroppo, ci sono bambini e adulti colpiti. A tutti è stata fornita l’assistenza necessaria. C’è stato un incendio a Cherkasy: un dormitorio normale stava bruciando”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto