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Mattarella in Mozambico a caccia del gas per l’Italia

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La collaborazione dell’Eni con il Mozambico “è importante e preziosa” perche’ e’ il miglior viatico a una cooperazione sempre piu’ intensa sul piano economico ma anche sociale. Sergio Mattarella, nel palazzo presidenziale di Maputo, a fianco del Presidente Filipe Jacinto Nyusi, pone alcentro della sua visita di Stato il dossier del gas, un tassello “prezioso” nell’ambito degli strettissimi rapporti che legano storicamente i due Paesi. “Il prossimo avvio di esportazione del gas naturale liquefatto – sottolinea il Presidente – e’ un traguardo importante che testimonia quanto sia preziosa la nostra collaborazione”. Durante questa prima giornata della sua missione africana, Mattarella parla anche di lotta sul clima, sferzando implicitamente ogni negazionismo. La tragedia della Marmolada, osserva, rappresenta un “elemento simbolico di quello che il cambio climatico se non governato sta producendo nel mondo”.

Da qui il durissimo messaggio a chi non fa abbastanza: “Ci sono Paesi – attacca Mattarella – che non si impegnano su questo fronte che riguarda tutti”. Secondo Mattarella, la lotta per la sostenibilita’ ambientale, pensiamo ai rischi per le siccita’ e le conseguenti migrazioni massive, va di pari passo con la lotta per i diritti, per la pace e lo sviluppo economico. Proprio da Maputo, nel ricordare il trentennale della pace che pose fine a una sanguinosa guerra civile, lancia un monito, definendo irreale la tentazione di tornare alle zone di influenza. “Gli accordi di pace di Roma – osserva – dimostrano che quello che avviene in un Paese lontano riguarda anche noi. Mozambico e Italia sono geograficamente distanti ma la pace in un luogo riguarda tutto il mondo, come lo sviluppo e i diritti. Sono indivisibili. Il mondo – sottolinea – ormai e’ sempre piu’ interconnesso. Non esistono piu’ le zone di influenza delle grandi potenze, la pretesa di ricrearle e’ fuori dalla realta’”. Secondo questo principio, vanno rafforzati i rapporti bilaterali tra sud e nord del mondo che creano lavoro e stabilita’. E l’Italia, su questo piano, e’ un interlocutore di massimo livello con il Mozambico. Un rapporto, che secondo Mattarella, dovrebbe essere da esempio per le relazioni tra Unione Europea e Africa. Dopo il faccia a faccia tra i due Presidenti, la viceministra degli Esteri, Marina Sereni sigla un accordo triennale che verte su cinque aree tematiche prioritarie, sanita’, creazione di impiego, agricoltura, sviluppo urbano e ambiente.

Con un impegno finanziario indicativo di 85 milioni di euro l’Italia, come ricorda Mattarella, conferma la fortissima vicinanza con il Mozambico, sin dai tempi della sua indipendenza, “un Paese profondamente amico e un partner importante”. Nel pomeriggio, nel corso di una cerimonia solenne nel palazzo del comune di Maputo, le autorita’ cittadine hanno consegnato a Mattarella le chiavi della citta’. In serata, in occasione del brindisi al pranzo offerto dal Presidente del Mozambico, Mattarella ricorda la guerra in Ucraina, in cui riemergono “dottrine, come il militarismo e l’imperialismo, condannate dalla storia” e che, aggiunge: “eravamo persuasi avessero lasciato spazio alla pacifica convivenza fra i popoli e alla collaborazione internazionale”. “Tutto questo – conclude – accade in Europa, ma le conseguenze colpiscono l’intero pianeta e lo stesso continente africano, dove milioni di persone rischiano di soffrire della crisi alimentare causata dall’invasione”. Domani seconda e ultima giornata a Maputo. Alle 11 visita al centro Dream, gestito dalla Comunita’ di sant’Egidio nel quartiere periferico di Zimpeto, una delle testimonianze di maggior successo dell’impegno della societa’ civile italiana per migliorare le condizioni delle fasce piu’ fragili della popolazione mozambicana.

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Stretta di FdI sui ballottaggi. La Lega punta sui salari

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Il centrodestra torna alla carica sulla battaglia per cancellare i ballottaggi dei sindaci delle grandi città (con più di 15 mila abitanti). Fallito il blitz di un mese fa al Senato, in forma di emendamento al decreto Elezioni, ci riprova con l’iter più tradizionale di un disegno di legge ad hoc, identico a quello. Martedì partirà l’esame in Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, forte anche della spinta di Fratelli d’Italia che guida la Commissione con il meloniano Alberto Balboni, che è anche relatore del provvedimento. Stesso ruolo che ha per il ddl per aumentare il numero di assessori e consiglieri regionali e di quello costituzionale per allungare a 90 i giorni per la conversione in legge dei decreti (oggi sono 60).

Insomma, la strategia è tracciata. Sui sindaci, dopo le polemiche innescate a inizio aprile dall’emendamento anti ballottaggi che la maggioranza presentò e ritirò subito dopo, per evitare la figuraccia di non essere ammesso (per scarsa attinenza al decreto Elezioni, dedicato alle prossime Amministrative e ai referendum), ora si cambia strada. Ma la meta è decisa, assicurano soprattutto i Fratelli d’Italia. Sottoscritto da tutti i capigruppo di maggioranza, il disegno di legge punta a dire addio al doppio turno che quasi mai ha portato fortuna ai propri candidati e chiede di eleggere al primo turno il candidato sindaco che abbia avuto almeno il 40% dei consensi, oltre a prevedere un premio alla lista o al gruppo di liste collegate a quel candidato. Obiettivo: blindarsi sempre più sui territori, approfittando del buon vento di oggi.

Occasione ancor più allettante per un partito come quello della premier Meloni, che vanta consensi alti, ma viene spesso additato per avere pochi dirigenti e amministratori. Una sfida condivisa dagli alleati. Compresi i leghisti, protagonisti spesso di distinguo, nella coalizione, come ad esempio sul riarmo europeo. Una questione che continua a dividere i tre partiti e che giovedì sarà sul tavolo del Consiglio supremo di difesa, convocato dal Quirinale. Nel breve, la Lega si concentra sui temi economici e scommette sui salari. Nell’aria da giorni, è il leghista Claudio Durigon, nella veste di sottosegretario al Lavoro, a spiegare al Corriere i dettagli della proposta di legge targata Lega che a breve sarà in Parlamento. Il partito di Matteo Salvini lancia il pressing, anche rispetto agli alleati, per garantire stipendi realmente adeguati all’inflazione crescente.

L’escamotage è quello di anticipare in busta paga i soldi in più che normalmente derivano dal rinnovo contrattuale e spesso in ritardo di anni. E sui costi della misura, Durigon replica: “I soldi li stiamo valutando. Troveremo soluzioni”. Parole su cui FdI glissa, pur condividendo la lotta. Fredda e più scettica Forza Italia. In primis, sulle coperture. Secondo i vertici economici di FI, la novità potrebbe costare almeno un miliardo e forse più. Inoltre, non convince il tema delle contrattazioni: da un lato si vorrebbe rafforzare la contrattazione e delegarla ai territori e dall’altro introdurre meccanismi centralizzati, è la critica degli azzurri. Alessandro Cattaneo, responsabile Dipartimenti di FI, chiama in causa il ministro dell’Economia: “Giorgetti dovrà esprimersi perché bisogna stimare quanto sia oneroso intervenire”. Parallelamente FI annuncia la prossima battaglia contro le morti e gli infortuni sul lavoro. Un ddl sarà presentato “prima dell’estate”, garantisce il viceministro alla Giustizia e forzista Francesco Paolo Sisto. (

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Mattarella convoca il Consiglio Supremo di Difesa giovedì 8 maggio

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha convocato il Consiglio Supremo di Difesa al Palazzo del Quirinale per giovedì 8 maggio 2025 alle ore 17. Lo comunica la Presidenza della Repubblica.”L’ordine del giorno prevede le “valutazioni sul Libro bianco della difesa europea, sulle infrastrutture strategiche nazionali, sull’adeguamento dello strumento militare e le prospettive per l’industria della difesa italiana”. Inoltre, il Consiglio esaminerà “l’evoluzione nelle principali aree di crisi con particolare riferimento ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente ed alle iniziative di pace in ambito internazionale ed europeo”.

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Interrogazione parlamentare di Fratoianni: carabiniere denuncia chi canta Bella ciao

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“Chissà se il maresciallo dei carabinieri che ha denunciato, a Mottola in provincia di Taranto, 10 cittadini accusati di aver voluto cantare ‘Bella Ciao’ e ‘Fischia il Vento’ durante le celebrazioni del 25 aprile, sa che per liberare l’Italia dai nazisti e dai loro servi fascisti l’Arma dei Carabinieri ha perso quasi 3mila uomini. E chissà se ha compreso le parole utilizzate dall’attuale comandante generale che solo pochi mesi fa ricordando il sacrificio di Salvo D’Acquisto lo ha definito ‘un esempio luminoso di coraggio, abnegazione e amore per il prossimo, che supera i confini del tempo: un modello di riferimento per tutti i Carabinieri e per le future generazioni’. Evidentemente non lo sa o meglio non intende riconoscerlo”.

Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs in una nota. “Non comprendiamo ad esempio – prosegue il leader di SI – perché i suoi superiori non siano ancora intervenuti per sospenderlo dal servizio. La denuncia di cui si è fatto promotore è assolutamente inaccettabile e in contrasto con i valori costituzionali”. “È per questo che in attesa di conoscere i provvedimenti che intende assumere il Comando Generale, presenteremo un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno – conclude Fratoianni – su questa vicenda surreale e nello stesso tempo gravissima”.

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