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Erdogan a Putin,pronto a ospitare incontro Mosca-Kiev-Onu

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Dopo i leader europei Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz, ci riprova la Turchia di Recep Tayyip Erdogan a cercare di portare Vladimir Putin a piu’ miti consigli. Prima di tutto per sbloccare il grano ucraino fermo nei porti col rischio di marcire, e poi – l’obiettivo piu’ arduo – per convincere il presidente russo ad aprire un negoziato diretto con Volodymyr Zelensky e trovare almeno l’ombra di un’intesa per un cessate il fuoco in Ucraina. Il presidente turco ci aveva gia’ provato ieri, ventilando una telefonata a tre con se stesso come mediatore, Putin e Zelensky. Una proposta che il leader ucraino si era detto disposto a “valutare, se il presidente della Federazione Russa e’ pronto a partecipare”, ma subito bocciata dal Cremlino che ha accettato si’ la telefonata, ma con il solo Erdogan. Che a sua volta ha poi sentito separatamente Zelensky. Forte della sua posizione ritenuta a Mosca piu’ moderata rispetto a quella dei leader occidentali, nel colloquio di oggi Erdogan ha quindi rilanciato la proposta di mediazione, offrendo Istanbul come sede per un incontro tra Russia, Ucraina e Nazioni Unite, e la Turchia come garante in un eventuale meccanismo di osservazione, se i due belligeranti dovessero trovare un accordo in merito. Stesse proposte avanzate nella telefonata successiva con il leader ucraino. “C’e’ bisogno di misure per ridurre al minimo gli effetti negativi della guerra e ristabilire un terreno per la pace”, ha detto il leader turco a Putin. Il quale pero’, stando alla nota del Cremlino sul colloquio telefonico, non ha risposto a nessuna delle offerte turche, limitandosi a rendere noto che i due si risentiranno, cosi’ come aveva promesso nei giorni scorsi anche a Macron e Scholz. “Le porte al dialogo con l’Occidente non sono chiuse”, aveva peraltro fatto sapere ieri il suo ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, ribadendo allo stesso tempo che “la liberazione del Donbass e’ la priorita’” e che “l’operazione militare speciale procede secondo i piani”. Nelle stesse ore in cui Zelensky invitava il Consiglio europeo ad accelerare sul sesto pacchetto di sanzioni perche’ nel frattempo “altri ucraini e altri bambini vengono uccisi”, lo zar ha invece colto l’occasione della telefonata con Erdogan per tornare ad attaccare i Paesi occidentali e “la loro imprudente politica finanziaria ed economica”, causa a suo dire della crisi alimentare globale in agguato. Ed e’ tornato a offrire prodotti agricoli russi – in particolare alimentari e fertilizzanti – per porvi rimedio, a patto che quelle sanzioni anti-russe che Kiev vorrebbe piu’ dure vengano al contrario rimosse. In sostanza, anche con l’amico-sultano – con il quale ha anche parlato di Siria e di “legami bilaterali reciprocamente vantaggiosi”, in particolare nei settori di energia, trasporti e turismo – Putin si e’ confermato quel muro di gomma contro cui ogni accusa sulle sue responsabilita’ nella guerra in Ucraina viene ribaltata e rimbalzata indietro. Il capo del Cremlino ha quindi “sottolineato che la Russia e’ pronta a facilitare il transito marittimo delle merci senza ostacoli, in collaborazione con i partner turchi”, compreso il grano bloccato dalla guerra nei porti ucraini. Ed e’ tornato a chiedere che dal canto suo Kiev risolva la questione della sicurezza nel mar d’Azov e nel mar Nero, “eliminando la minaccia delle mine”. Messaggio poi trasmesso da Erdogan direttamente a Zelensky: “E’ necessario – lo ha incalzato – creare corridoi sicuri per il trasporto del grano via mare”.

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Usa: consigliere per la sicurezza nazionale Waltz lascia incarico dopo scandalo Signal

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Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Mike Waltz, e il suo vice Alex Wong hanno presentato le loro dimissioni, lasciando così l’amministrazione Trump. Lo riferisce Fox News, dopo le anticipazioni del Wall Street Journal. La decisione è dovuta alle polemiche scatenate dal “Signalgate”, la pubblicazione da parte del direttore dell’Atlantic, Jeffrey Goldberg, di uno scambio in una chat su Signal riservata in cui Waltz aveva inavvertitamente incluso lo stesso giornalista, rivelando la preparazione di attacchi contro i ribelli Houthi in Yemen. Waltz si era assunto la piena responsabilità dell’incidente.

 

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Zelensky: l’accordo sulle terre rare è davvero equo

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino.

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Bisnonna inglese 115enne diventa la persona più anziana al mondo

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Una bisnonna britannica di ben 115 anni ha raccolto questa settimana la palma di persona più vecchia del mondo – stando alle statistiche internazionali censite – dopo l’annuncio della morte di uno suora 116enne in Brasile. Lo racconta oggi con dovizia di particolari il Daily Telegraph. La nuova titolare del record di longevità si chiama Ethel Caterham ed è nata il 21 agosto del lontano 1909 in un villaggio dell’Hampshire, in Inghilterra meridionale: prima del diluvio della Grande Guerra, mentre sul trono di quello che era ancora l’Impero britannico sedeva re Edoardo VII, figlio della regina Vittoria, bisnonno della defunta Elisabetta II e trisavolo dell’attuale monarca, il 76enne Carlo III.

Ultima di 8 figli, nonna Ethel vive attualmente in una residenza per anziani nella contea del Surrey, pure in Inghilterra del sud, dove – dopo l’ufficializzazione del suo primato – ha ricevuto una lettera personale di re Carlo: che si felicita per il “rimarchevole traguardo” da lei raggiunto. Tuttora lucida, Catheran è in grado di ricordare le tappe salienti della sua vita.

A 18 anni si trasferì nell’India coloniale, assunta come au pair nella famiglia di un ufficiale dell’esercito di Sua Maestà; poi, al ritorno in Gran Bretagna, conobbe a una festa il futuro marito Norman, sposato nel 1933 e col quale ha vissuto a Hong Kong e a Gibilterra prima di tornare in terra inglese. Rimasta vedova quasi mezzo secolo fa, nel 1976, Ethel ha smesso di guidare solo alla soglia dei 100 anni. Mentre a quasi 111 è riuscita a guarire pure da un contagio di Covid. Il segreto della sua longevità? “Non aver litigato con nessuno”, ha risposto a un giornalista.

Oltre alla scelta di dare priorità “alla famiglia, la cosa più importante dell’esistenza”, ai figli, ai nipoti e ai pronipoti. A una testata locale ha spiegato del resto di non avere rimpianti, di essere “felice d’aver girato il mondo” fino ad approdare in “questa bella casa” di riposo in patria: “Ho detto sì a ogni opportunità di vita, mantenendo un’attitudine mentale positiva e accogliendo ogni cosa con moderazione”. Giusto l’anno scorso il Regno Unito aveva celebrato la conquista del record di un altro suddito britannico come ‘uomo più anziano del pianeta’: record ereditato da un giapponese e detenuto per qualche mese nel 2024 dal veterano di guerra John Tinniswood, deceduto a novembre a 112 anni d’età.

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