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Guerra Ucraina

Putin ora è pronto a dialogare con Kiev ma dice “basta armi”

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Mentre nel Donbass infuria la battaglia, la diplomazia corre lungo il filo del telefono. Da Parigi e Berlino parte cosi’ l’ennesima offensiva verso il Cremlino, con Emmanuel Macron e Olaf Scholz che invitano Vladimir Putin a intavolare “negoziati seri e diretti” con Voldymyr Zelensky. E allo zar strappano una timida apertura: “La Russia e’ pronta a riprendere il dialogo con l’Ucraina”, assicura, dicendosi anche disponibile a facilitare soluzioni sul fronte della crisi del grano. Ma su un punto il presidente russo non transige: “Basta inviare armi all’Ucraina”. A guardare il bicchiere mezzo pieno e’ positivo che il canale di comunicazione diretta tra l’Occidente e il Cremlino non si sia interrotto, guardando anche alla conversazione Putin-Draghi dei giorni scorsi. E un altro segnale incoraggiante e’ che sia stato lo stesso Cremlino a far sapere che Putin, Scholz e Macron hanno concordato di continuare a sentirsi periodicamente, tutte le volte che sara’ necessario. Ancora poco pero’ per suscitare una reale ventata di ottimismo. “Escludo che in poche settimane si possa raggiungere la pace. Non e’ un percorso breve ne’ facile”, ha spiegato il titolare della Farnesina Luigi Di Maio, ribadendo come l’Italia sia in prima linea per portare il presidente russo sulla via del dialogo. Ma sottolineando anche come Putin debba dimostrare di volere davvero la pace: “Ricordiamo che questa settimana ha intensificato i bombardamenti in Donbass e ha esteso l’eta’ per l’arruolamento. Tutto questo non lascia immaginare che abbiamo davanti un interlocutore che voglia sedersi al tavolo”. Scholz e Macron dal canto loro hanno ribadito al presidente russo non solo la necessita’ di parlare “nei tempi piu’ rapidi possibile” direttamente con Zelensky, ma anche quella di fare passi concreti e di buona volonta’, come un immediato cessate il fuoco e la liberazione dei 2.500 militari ucraini presi prigionieri a Mariupol con la resa dell’acciaieria Azovstal. Quei soldati per cui alcuni russi e filorussi gia’ invocano una nuova Norimberga. “Qualsiasi soluzione alla guerra deve essere negoziata fra Mosca e Kiev nel rispetto della sovranita’ e dell’integrita’ territoriale dell’Ucraina”, hanno insistito i due leader occidentali. Putin a sua volta non ha nascosto tutta la sua irritazione per il massiccio flusso di armamenti diretti all’Ucraina: continuare ad armarla – ha avvertito parlando col presidente francese ed il cancelliere tedesco – “e’ pericoloso” e moltiplica “i rischi di una ulteriore destabilizzazione, di un ulteriore peggioramento della situazione e di un aggravamento della crisi umanitaria”. Dal canto suo Zelensky, che ha avuto un nuovo colloquio telefonico col premier britannico Boris Johnson, e’ tornato a bocciare la proposta di Macron di un’alternativa all’ingresso dell’Ucraina nella Ue: “E’ inaccettabile, non ne abbiamo bisogno”. E ha ribadito di non tirarsi affatto indietro di fronte alla possibilita’ di dialogare in persona con Putin, cosa che del resto chiede da tempo: “Non c’e’ nessun altro con cui negoziare. E’ Putin che decide tutto – ha affermato il leader ucraino – perche’ ha costruito uno Stato in cui nessuno decide nulla. Pertanto non importa che cosa dica il ministro degli esteri. Non importa se manda una delegazione a parlare con noi. Tutta questa gente non e’ nessuno, purtroppo”. Intanto da Mosca arriva un altro segnale apparentemente distensivo: la Russia continuera’ a lavorare con Washington al nuovo Trattato Start teso a limitare o a diminuire gli arsenali di armi di distruzione di massa, come le armi nucleari. Trattato in scadenza nel 2026. Pazienza se poche ore prima Mosca aveva annunciato il nuovo test della sua “arma invincibile e inarrestabile”, il missile da crociera ipersonico Zircon.

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Esteri

Putin: esercitazioni nucleari a truppe vicino a Ucraina

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Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato esercitazioni nucleari che coinvolgono truppe posizionate vicino all’Ucraina: lo ha reso noto l’esercito.

Le esercitazioni coinvolgono la Marina e le truppe di base vicino all’Ucraina, ha affermato oggi il ministero della Difesa russo. “Durante le esercitazioni verranno adottate una serie di misure per esercitarsi nella preparazione e nell’uso di armi nucleari non strategiche”, secondo il ministero.

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Esteri

La Pasqua più difficile per Kiev, i russi avanzano

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“Gli ucraini si inginocchiano solo in preghiera. E mai davanti agli invasori”. Zelensky prova con le parole a dare vigore alla resistenza ucraina nella terza Pasqua ortodossa di guerra, la più difficile per il Paese in chiara difficoltà sul terreno. “Noi crediamo che Dio abbia un gallone con la bandiera ucraina sulla spalla. E con un tale alleato, la vita sconfiggerà sicuramente la morte”, scandisce convinto Zelensky in un video che lo ritrae in vyshyvanka, la camicia ricamata tipica dei costumi nazionali ucraini, dalla cattedrale di Santa Sofia.

Ma la risurrezione di Kiev tarda ad arrivare: le speranze sono riposte sulle tanto attese armi americane per dare nuova forza alle truppe al fronte. Una forza necessaria anche a guadagnare una posizione più vantaggiosa per negoziare – prima o poi – la pace. Il vertice in programma in Svizzera a giugno servirà a Zelensky per unire gli alleati e fare fronte comune contro Mosca, guardando con particolare interesse alla Cina di Xi Jinping, che intanto è arrivato a Parigi, prima tappa del suo tour europeo. Con l’intenzione – ha affermato il leader cinese in un articolo su Le Figaro – di “lavorare con la Francia e l’intera comunità internazionale per trovare buone strade per risolvere la crisi” in Ucraina.

Domani se ne parlerà all’Eliseo con il presidente francese Emmanuel Macron e la leader della Commissione europea Ursula von der Leyen. Nel frattempo, Vladimir Putin lascia che siano le armi a parlare, mentre partecipa alla funzione pasquale celebrata dal fedelissimo patriarca Kirill alla Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca: le forze russe hanno rivendicato la conquista del villaggio di Ocheretyne, un nodo ferroviario nel Donetsk, a nord-ovest di Avdiivka. L’insediamento è ormai ridotto a un cumulo di macerie, incendi e desolazione, irriconoscibile rispetto alla cittadina che prima della guerra ospitava tremila abitanti. E per le brigate russe restano ormai una trentina di chilometri dalla città di Pokrovsk, centro militare ucraino. Più a nord la situazione non è migliore: le truppe di Mosca stanno assaltando la città chiave di Chasiv Yar, vicino a Bakhmut. Persino per l’intelligence militare ucraina – nelle parole del suo rappresentante Vadym Skibitsky in un’intervista a The Economist – la cattura dell’insediamento è probabilmente solo questione di tempo, ripetendo il tragico destino di Avdiivka.

Che le truppe russe siano avanzate su posizioni vantaggiose nella regione di Donetsk lo ha prima rivendicato il ministero della Difesa di Mosca, e poi confermato l’Isw nei sui aggiornamenti. Il think tank statunitense ha notato il ritiro delle forze ucraine dal nord di Arkhanhelske, a nordovest di Avdiivka. Anche se ipotizza che “le forze ucraine potrebbero aver deciso di scambiare spazio con tempo in attesa dell’arrivo degli aiuti statunitensi in prima linea nelle prossime settimane”. Dal quadro del fronte, emerge chiaramente che l’Ucraina ha poco da festeggiare in questa Pasqua ortodossa, che non ha risparmiato i civili dai bombardamenti sulle città in tutto il Paese. Due persone sono state uccise negli attacchi russi a Pokrovsk, nel Donetsk, mentre una donna è morta in un raid nel Kharkiv. Da parte sua, Kiev ha messo a segno un attacco mirato a un collaborazionista accusato di aver organizzato una camera di tortura per prigionieri ucraini nella Berdyansk occupata, nella regione di Zaporizhzhia. L’intelligence militare ucraina ha infatti riferito che l’uomo, identificato come Yevhen Aleksandrovych Ananievsky, “è stato eliminato” nell’esplosione della sua auto.

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Esteri

Le accuse del Financial Times: la Russia prepara sabotaggi violenti in Europa

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Mosca sta preparando attentati contro le infrastrutture europee, mettendo a rischio anche la vita di civili. E’ l’allarme lanciato oggi dal Financial Times proprio nel giorno in cui le truppe russe continuano ad avanzare sul campo di battaglia ucraino. Il giornale della City sottolinea che sono state diverse agenzie di intelligence europee ad aver avvisato i loro rispettivi governi sulle nuove minacce russe, anche sulla base di diverse indagini in corso. Secondo le fonti citate dal quotidiano inglese, “la Russia ha già iniziato a preparare più attivamente in segreto attentati dinamitardi e attacchi incendiari per danneggiare le infrastrutture sul territorio europeo, direttamente e indirettamente, senza preoccuparsi apparentemente di causare vittime civili”.

Sebbene gli attacchi degli agenti del Cremlino in Europa siano stati finora sporadici, per il giornale, “aumentano le prove di uno sforzo più aggressivo e concertato”. Una convinzione che trapela da tantissimi esponenti dell’intelligence europea, da quella tedesca a quella inglese, dai servizi francesi, svedesi a quelli cechi e estoni. In particolare, il Ft menziona il capo dei servizi di sicurezza interna tedesca, Thomas Haldenwang, il quale il mese scorso – in una conferenza – ha affermato che il rischio di atti di sabotaggio è “aumentato in modo significativo”.

La Russia, ha aggiunto, ora sembra a suo agio nell’eseguire operazioni sul suolo europeo “con un alto potenziale di danno”. Haldenwang era intervenuto pochi giorni dopo l’arresto di due cittadini russo-tedeschi a Bayreuth, in Baviera, accusati di aver complottato per attaccare siti militari e logistici in Germania per conto della Russia. Un caso simile era accaduto anche nel Regno Unito: a fine aprile, ricorda l’articolo, due uomini sono stati accusati di aver dato fuoco a un magazzino contenente aiuti per l’Ucraina. Per la procura inglese, hanno agito anche loro su mandato di Mosca.

Stessa storia, in Svezia: i servizi di sicurezza di Stoccolma stanno indagando su una serie di recenti deragliamenti ferroviari e sospettano che siano atti di sabotaggio appoggiati da uno Stato ostile. La Russia, inoltre, ha tentato di distruggere i sistemi di segnalamento delle ferrovie ceche, aveva detto il mese scorso, sempre all’Ft, il ministro dei Trasporti ceco. Secondo il servizio di sicurezza interna estone inoltre, sono stati gli uomini dell’intelligence russa ad aver attaccato a febbraio le auto del ministro degli Interni e quelle di alcuni giornalisti. Anche il ministero della Difesa francese ha messo in guardia quest’anno su possibili azioni di sabotaggio da parte della Russia contro siti militari.

“La conclusione ovvia è che c’è stato un reale incremento dell’attività russa”, ha commentato Keir Giles, consulente senior del think tank Chatham House. Un alto funzionario governativo europeo ha inoltre dichiarato al giornale che attraverso i servizi di sicurezza della Nato sono state condivise informazioni su una “chiara e convincente azione russa”, coordinata e su larga scala. Ora, ha concluso, è giunto il momento di “aumentare la consapevolezza e l’attenzione” sulla minaccia della violenza russa sul suolo europeo. Infine, appena giovedì scorso la Nato ha diffuso una nota in cui si affermava che i Paesi alleati sono “profondamente preoccupati” per le recenti “attività ostili” della Russia, di natura ibrida, sull’onda dei casi recenti che hanno portato all’indagine e all’incriminazione di più individui in Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia, Regno Unito e Repubblica Ceca.

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