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Altolà di Conte a Draghi, niente fiducia sul dl aiuti

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Un po’ in difesa e molto all’attacco: il M5s si sente accerchiato e alza le barricate. “Dicono spesso che vogliamo far cadere il governo. Io comincio a pensare che qualcuno voglia spingerci fuori dall’esecutivo” e’ l’allarme di Giuseppe Conte che inizia a guardare con sospetto “l’imboscata” in consiglio dei ministri sull’inceneritore di Roma. “Se questa fosse l’intenzione ce lo dicano chiaramente. Chiedo rispetto per gli 11 milioni di cittadini che hanno votato il Movimento” batte i pugni sul tavolo l’ex premier che lancia il suo altola’ al governo: “Quella norma che riporta indietro le lancette dell’orologio non e’ neppure lontanamente coniugabile con il concetto di fiducia. La fiducia semmai la chiediamo noi Chiediamo fiducia e rispetto per i cittadini”. Intanto, spunta l’ipotesi di un nuovo passaggio in Consiglio dei ministri del provvedimento per alcuni “aggiustamenti tecnici” che consentano, ad esempio, una erogazione piu’ veloce possibile del bonus da 200 euro a lavoratori e pensionati: il testo potrebbe arrivare in Cdm gia’ domani quando potrebbe tenersi una nuova riunione. Tra gli aggiustamenti, spiegano fonti di governo, anche l’estensione alle imprese agricole degli aiuti del fondo per le imprese maggiormente colpite dalla crisi in Ucraina. Ma Conte ha il dente avvelenato ; non solo per il caso del termovalorizzatore ma anche per l’attacco del premier al Superbonus. “Mi ha meravigliato che proprio difronte al Parlamento europeo abbia trovato modo di parlare male di una misura che sta facendo correre il Paese” e che “gli ha consentito di fare il giro dell’Europa e fregiarsi dell’aumento del 6% del Pil” ,dice Conte piccato. Rassicura sul fatto che il M5s e’ sempre stato disponibile a migliorie anti-frodi: “siamo ragionevolmente disposti a migliorare le misure per contrastarle”. Ma lo rode un sospetto. “Non so se sia una rappresaglia: se lo fosse sarebbe molto grave” dice il leader M5s prendendo al balzo la palla che gli lancia il direttore di Tgcom Paolo Liguori. ” Se fosse una rappresaglia alla richiesta di sentire Draghi in Parlamento, come lei dice, sarebbe un’offesa gravissima al popolo italiano. Sarebbe molto grave se si trattasse di una rappresaglia di fronte ad una richiesta, che mi sembra legittima, di avere un primo ministro chiamato a rappresentare in Parlamento e quindi ai cittadini, e non al M5s, quali sono le posizioni che sta portando sul tavolo internazionale” sulla guerra in Ucraina. Gia’ perche’ c’e’ anche questa vicenda al tavolo delle frizioni tra il M5s e il premier. Su questo terreno il M5s raccoglie sostenitori, non solo dalla Lega di Salvini ma anche a sinistra: “sulla nostra richiesta mi pare abbiano aderito anche altre forze politiche ed e’ stata accolta anche nel dibattito pubblico” osserva Conte. Draghi pero’ parla di tregue, “anche localizzate, per permettere le evacuazioni di civili e favorire i negoziati di pace”. “Continuiamo ad aiutare l’Ucraina e a esercitare pressione sulla Russia, perche’ cessi immediatamente le ostilita’” chiarisce il presidente del Consiglio al termine dell’incontro con il primo ministro giapponese Fumio Kishida. Anche il segretario del Pd prova a sedare gli animi. “C’e’ bisogno di unita’ come non mai sul governo, se non siamo unti in questa fase… credo che Draghi abbia detto le cose giuste a Strasburgo. L’Italia e’ il Paese che spinge di piu’ per la pace ma c’e’ bisogno di maggioranza unita e coesa”. Eppure anche con il Pd Conte vede conti in sospeso da chiarire. “Chi vuole lavorare con noi deve sapere che ci sono principi non negoziabili” attacca l’ex premier che si lamenta : “il Pd era per la transizione ecologica, poi ci propone gli inceneritori. Chi lavora con noi deve chiarire quelle posizioni”. Nel tritacarne finisce anche l’alleanza per le amministrative: “noi abbiamo vincoli stringenti e alcuni pilastri come la cultura della legalita’: e’ capitato che ci fossero progetti che non rispondono ai nostri standard” ha accusato Conte. Ma Letta si morde la lingua: “Io guardo gli argomenti che ci uniscono”. Chi invece da’ voce ad alcuni sospetti, che si agitano anche dentro il Movimento, e’ il senatore dem Andrea Marcucci: “Conte dice che qualcuno vuole spingerli fuori dal governo. A me sembra che siano i Cinque stelle ad avere questo desiderio”.

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La Rai annulla il confronto televisivo tra Meloni e Schlein per le Europee

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La Rai ha annullato il previsto confronto televisivo tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, in programma per il 23 maggio. Questa decisione arriva dopo la comunicazione dell’Agcom che ha sottolineato come un confronto del genere potesse avvenire solamente con il consenso di tutti i gruppi parlamentari rappresentati, condizione non soddisfatta dato che solo quattro degli otto gruppi hanno dato il loro assenso.

Il dibattito, che avrebbe avuto luogo nel contesto delle imminenti elezioni europee e che sarebbe stato moderato dal noto giornalista Bruno Vespa, è stato cancellato per mancanza della maggioranza richiesta dall’Agcom. La decisione di annullare l’evento è stata annunciata dalla Rai attraverso una nota ufficiale in cui si spiega che “nessun confronto è possibile in assenza della maggioranza richiesta”.

La Rai ha inoltre precisato che continuerà a garantire il rispetto della par condicio nei suoi notiziari e programmi di approfondimento, seguendo le linee guida dell’Autorità di regolamentazione. Con questa mossa, il servizio pubblico italiano si impegna a mantenere un equilibrio e una correttezza nella copertura delle campagne elettorali, riconosciute e sostenute dall’Agcom.

Questo annullamento segna un momento significativo nel dibattito politico italiano, influenzando non solo la visibilità dei candidati ma anche la dinamica dell’informazione politica in vista delle elezioni europee.

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Ultima stretta sul Superbonus e tutte le nuove norme finanziarie: l’esame approfondito

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Nell’arena politica italiana, la giornata di oggi segna un passaggio cruciale con la conclusione della prima fase di esame parlamentare del decreto legge sul Superbonus al Senato. Il dibattito è stato particolarmente acceso, evidenziando le fratture interne alla maggioranza, con Forza Italia che si è distinta in opposizione a specifiche misure proposte dal governo.

Il decreto, che introduce significative modifiche normative, è stato al centro di aspre discussioni, specialmente per quanto riguarda l’introduzione della misura dello spalma-crediti su 10 anni e la retroattività di tale provvedimento per le spese del Superbonus del 2024. Inoltre, Forza Italia ha combattuto, con successo parziale, la proroga della sugar tax, supportata dal resto della maggioranza e posticipata al 1° luglio 2025.

Durante i lavori della 6a Commissione, si sono verificati momenti di tensione significativa. In particolare, Forza Italia si è astenuta durante il voto su un emendamento cruciale, che è passato solo con il sostegno del presidente della commissione, Massimo Garavaglia (Lega), e di Italia Viva, che ha giocato un ruolo decisivo. La fiducia posta dal governo sul testo è stata approvata senza sorprese con 101 voti a favore, dimostrando una solida tenuta della maggioranza nonostante le divergenze interne.

Tra le novità più rilevanti approvate, si evidenzia il fondo di 35 milioni di euro istituito per il 2025, destinato al sostegno di interventi su edifici danneggiati da sismi, non coperti da precedenti decreti. Questo si aggiunge alle modifiche alla ripartizione dei crediti di imposta e alle diverse proroghe, come quella della Plastic tax al 1° luglio 2026 e varie nuove disposizioni per le banche e le assicurazioni riguardo la gestione dei crediti del Superbonus.

Importanti anche le risorse aggiuntive destinate a migliorare la gestione delle emergenze e del demanio, con significativi aumenti di fondi destinati a vari aspetti della gestione pubblica e infrastrutturale.

Il decreto ora passerà alla Camera per l’approvazione definitiva, prevista entro il 28 maggio, in una fase in cui il governo spera di consolidare ulteriormente le misure introdotte senza ulteriori ostacoli.

In sintesi, il cammino del decreto Superbonus si dimostra emblematico delle dinamiche politiche e delle priorità economiche attuali, rappresentando un tassello fondamentale nel più ampio quadro delle politiche di incentivazione e regolamentazione fiscale italiane.

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Accolto ricorso, Ilaria Salis va ai domiciliari a Budapest

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E’ stato accolto dal tribunale di seconda istanza ungherese il ricorso presentato dai legali di Ilaria Salis che può quindi uscire dal carcere e andare ai domiciliari a Budapest. Il ricorso era stato presentato dai legali di Ilaria Salis contro la decisione del giudice Jozsef Sós che nell’ultima udienza del 28 marzo le aveva negato i domiciliari sia in Italia che in Ungheria. In appello, la richiesta è stata invece accolta e quindi la 39enne attivista milanese, candidata con Avs alle prossime Europee, potrà lasciare il carcere a Budapest dove si trova da oltre 15 mesi con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. Il provvedimento, che prevede il braccialetto elettronico, diventerà esecutivo non appena verrà pagata la cauzione prevista dal tribunale.

“Ilaria è entusiasta di poter finalmente uscire dal carcere e noi siamo felicissimi di poterla finalmente riabbracciare”: così Roberto Salis ha commentato la decisione del tribunale ungherese di concedere i domiciliari a sua figlia Ilaria che, dopo oltre 15 mesi, potrà lasciare il carcere dove è detenuta con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra. “Non è ancora fuori dal pozzo – ha aggiunto ma sarà sicuramente molto bello poterla riabbracciare dopo 15 mesi, anche se finché è in Ungheria io non mi sento del tutto tranquillo”.

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