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Zombie, horror e Ucraina, a Cannes il mondo in crisi

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Apre con una commedia sugli zombie (Z COMME Z di Michel Hazanavicius con Romain Duris e Berenice Bejo) e gia’ questo sembra un grande segno dei tempi, il festival di Cannes (17-28 maggio) che celebra la sua 75/a edizione provando a lasciarsi alle spalle i due anni di crisi pandemica ma con la guerra in Ucraina in corso. Un annata che non celebrera’ il passato, come ha detto il presidente uscente Pierre Lescure, ma che mettera’ al centro il futuro del cinema, il suo rinnovamento testimoniato dalla valanga di film arrivati, oltre 2 mila 200 da 155 paesi, e che continuano ad arrivare. “E’ come se il cinema si stesse risettando”, ha detto il delegato generale Thierry Fremaux alla conferenza stampa di Parigi di annuncio, parziale della selezione che lui stesso ha definito “difficile”. E che sia ancora in divenire e’ dimostrato anche dall’assenza dei rituali, primo fra tutti l’annuncio della giuria solitamente mesi prima e del film di apertura. Quest’ultimo, l’opera del regista di The Artist, ha chiuso la conferenza stampa di oggi, per i membri della giuria bisognera’ invece aspettare ancora (“sono tutti impegnati a lavorare”, ha detto Fremaux). Fuori concorso, Cannes Premiere, Special Screenings, Un certain Regard e la selezione del concorso sono gli annunci di oggi, 49 in totale. All’appello mancano anche la Quinzaine des Realisateurs e la Semaine de la Critique, entrambe sezioni autonome. L’Italia, al momento, parte con un solo film italiano ufficialmente in concorso, NOSTALGIA di Mario Martone dal romanzo di Ermanno Rea tutto ambientato nel rione Sanita’ e con Pierfrancesco Favino, visto che LES AMANDIERS di Valeria Bruni Tedeschi, produzione Francia/Italia e’ stata annunciata da Fremaux come film francese. Del resto a Cannes 2021 c’era solo Tre piani di Moretti. C’e’ poi il ritorno di Marco Bellocchio, habitue’ di Cannes (lo scorso anno con il documentario Marx puo’ aspettare) che sempre a Cannes Premiere porta ESTERNO NOTTE, la serie tv per la Rai, incentrata sul sequestro Br di Aldo Moro interpretato da Fabrizio Gifuni. L’Ucraina sara’, e non potrebbe non esserlo, un tema anche a Cannes: bandite le delegazioni ufficiali del governo russo, la selezione ospita il regista dissidente Kirill Serebrennikov, riuscito ad andare via dopo tre anni di divieto e ora residente tra Berlino e Parigi (presentera’ in gara per la Palma d’oro TCHAOKOVSKI’S WIFE), mentre due sono i registi ucraini al festival: Sergei Leonitsa negli Special screenings con THE NATURAL HISTORY OF DESTRUCTION sulle deportazioni di massa durante la seconda guerra mondiale e a Un certain Regard BUTTERFLY VISION esordio di Maksim Nakonechnyi incentrato proprio sul Donbass. Nei 18 titoli della selezioni, c’e’ il ritorno di 4 vincitori della Palma d’Oro : i belgi fratelli Dardenne (la loro sarebbe la terza vittoria) con TORI AND LOKITA sull’amicizia tra due giovani rifugiati africani che si trovano a fare i conti con le crudeli condizioni del loro esilio in Belgio, il romeno Cristian Mungiu con RMN, lo svedese Ruben Ostlund con TRIANGLE OF SADNESS satira sulle gerarchie sociali e il giapponese Hirokazu Kore-eda con BROKER. Solo tre le registe (dopo Julia Ducournau che vinse lo scorso anno): Bruni Tedeschi, la francese Claire Denis (STARS AT NOON) e l’americana ‘Kelly Reichardt (SHOWING UP). Un grande ritorno e’ quello di David Cronenberg con l’horror CRIMES OF THE FUTURE, titolo non remake di un suo stesso film del 1970, qui interpretato da Viggo Mortensen, Le’a Seydoux (a quanto pare nuda per tutto il film) e Kristen Stewart. Altri ritorni sulla Croisette per il concorso sono quelli degli americani James Gray (ARMAGEDDON TIME, sulla New York anni ’80, con Anne Hathaway e Oscar Isaac) , del sudcoreano Park Chan-wook ((DECISION TO LEAVE) e del polacco Jerzy Skolimowski (EO). Nel cartellone – in cui brillano fuori concorso gli eventi Top Gun: Maveryck con Tom Cruise e Elvis di Baz Luhrmann con Tom Hanks colonnello Tom Parker e Austin Butler Elvis Presley – ci sono anche un film di Ethan Coen su JERRY LEE LEWIS , di MOONAGE DAYDREAM, documentario su David Bowie e la sua musica, l’australiano George Miller con THREE THOUSAND YEARS OF LONGING promette un “anti Mad Max” con un film che unisce Idriss Elba e Tilda Swinton, mentre il francese Ce’dric Jimenez tornera’ sugli attentati del 13 novembre, con Jean Dujardin in NOVEMBER.

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Robert Gallo, padre dell’Hiv: «A 88 anni non smetto, la mia missione è migliorare la vita delle persone»

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Il virologo che scoprì il virus dell’Hiv si è trasferito in Florida per guidare un nuovo istituto di ricerca. «Sono un criceto sulla ruota, non posso smettere. Spero nei giovani: la scienza non basta, serve saper vivere nel mondo reale»

A 88 anni, compiuti lo scorso marzo, Robert Gallo (Foto University of South Florida) continua a correre. Lo fa con la determinazione di chi, dopo 1.300 articoli scientifici e una carriera da pioniere, non ha mai considerato il pensionamento una possibilità. «Sono come un criceto sulla ruota: non posso fermarmi», racconta al Corriere della Sera dalla sua nuova base operativa a Tampa, in Florida.

Un nuovo inizio a Tampa: «Avevo bisogno di sfide vere»

Dopo aver lasciato il Maryland, dove stava per essere confinato a ruoli cerimoniali, Gallo ha accettato la direzione dell’Institute of Translational and Innovative Virology all’Università della Florida del Sud. «Mi avevano spinto verso il semi-ritiro, ma io ho bisogno di lavorare», dice. Accanto all’università, guida anche un programma sull’oncogenesi microbica al Tampa General Hospital. «Studiamo come virus e batteri possano causare tumori. Ho già portato con me cinque scienziati, anche dall’Italia».

L’Hiv, la sfida che continua

Il suo impegno con il virus che contribuì a identificare negli anni Ottanta non si è mai interrotto. Oggi Gallo lavora su una scoperta recente: l’interferone alfa, che dovrebbe proteggere l’organismo, finisce invece per danneggiarlo nei pazienti con Hiv. «Con una nuova biotech, vogliamo neutralizzare questo effetto. Potrebbe essere una svolta per prevenire tumori e problemi cardiaci nei pazienti Hiv positivi».

La scoperta dell’Hiv e la tempesta che ne seguì

Ripercorrendo gli anni cruciali della scoperta dell’Hiv, Gallo racconta: «All’inizio tutto sembrava favorevole: avevo scoperto i primi retrovirus umani. Poi è arrivata la bufera: cause, rivalità, complottismi, persino minacce di morte. Pensavo bastasse la scienza, invece ho capito che non è così semplice».

I limiti dei vaccini, le promesse della terapia

Sulle nuove terapie a lunga durata per l’Hiv Gallo è ottimista: «Un grande progresso». Ma sui vaccini resta scettico: «L’Hiv muta troppo. Meglio puntare su cure efficaci e prevenzione delle comorbidità».

La ricerca del futuro: «Serve prepararsi alle pandemie»

Gallo guarda avanti, e lo fa con preoccupazione per le nuove minacce virali come l’H5N1 e il vaiolo delle scimmie. «I rischi aumentano, servono investimenti nella ricerca. E serve più consapevolezza politica: tagliare i fondi alla scienza, come ha fatto l’amministrazione Trump, è pericoloso».

Il messaggio ai giovani: «La scienza da sola non vi proteggerà»

Ai giovani ricercatori, Gallo lancia un monito: «La verità scientifica è fondamentale, ma non basta. Bisogna sapersi muovere nel mondo: tra burocrazia, media, potere. E mai arrendersi: ogni crisi è un’opportunità». E infine, una speranza: «Spero che nascano molti nuovi Gallo, anche migliori di me. Il successo non è nei titoli, ma nell’impatto sulla vita delle persone».

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Sinner torna a Roma da numero uno: il Foro Italico si prepara a una giornata storica

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Dopo tre mesi di assenza e la squalifica scaduta, Jannik Sinner fa il suo ritorno agli Internazionali d’Italia: atteso il primo allenamento sul Centrale. Con lui anche Musetti: sei anni dopo la loro semifinale da giovanissimi, tornano entrambi nella top 10 mondiale

L’attesa è finita: domani il Foro Italico si stringerà attorno a Jannik Sinner, che alle 19 scenderà in campo per il suo primo allenamento ufficiale agli Internazionali d’Italia da nuovo numero uno del mondo, tre mesi dopo l’ultima apparizione nel circuito. L’evento sarà aperto ai 10.500 spettatori titolari dei biglietti “ground” e promette il tutto esaurito.

Una giornata evento: dal volo a Roma al primo allenamento sul Centrale

Sinner è atterrato oggi a Roma con un volo da Nizza. In programma: pranzo leggero in hotel, breve riposo e una sgambata privata, prima dell’accredito ufficiale, simbolo del suo rientro da tennista “libero”. Alle 16 la conferenza stampa, quindi alle 18 la doppia celebrazione della Coppa Davis e della Billie Jean King Cup sul Centrale con gli altri azzurri, e infine l’allenamento. Un rientro in grande stile, curato nei minimi dettagli dalla security del torneo, che ha pianificato percorsi e accessi da oltre due mesi.

Sei anni dopo: da ragazzi sconosciuti a top 10 del tennis mondiale

Nella celebrazione degli azzurri Sinner ritroverà Lorenzo Musetti, fresco di semifinale a Madrid e per la prima volta tra i top 10 del ranking. I due si affrontavano il 9 maggio 2019 nella semifinale delle pre-qualificazioni proprio al Foro Italico: erano i numeri 262 e 453 del mondo. Jannik vinse in rimonta e si guadagnò una wild card per il tabellone principale, diventando il più giovane italiano a vincere un match in un Masters 1000.

Da allora le loro carriere si sono rincorse: razionale e solitario Sinner, passato da Piatti a Vagnozzi e Cahill; emotivo e leale Musetti, sempre al fianco del coach Simone Tartarini. Il derby di Roma 2019 è stato il primo di una serie di sfide (Anversa 2021, Montecarlo 2023) vinte tutte da Jannik. Ma Lorenzo rivendica la sua identità: «Sinner è un esempio, ma io devo fare la mia strada».

Un’Italia da superpotenza tennistica

Con dieci italiani nei primi 101 del ranking ATP, il tennis azzurro vive un momento d’oro. Sinner vuole riprendere la centralità che gli spetta, mentre Musetti è chiamato a confermare la crescita. La tensione è alta, e il sorteggio di domani alla Fontana di Trevi potrebbe già anticipare un altro possibile derby.

Tutto cominciò sei anni fa. Ora, sul rosso di casa, i due simboli del tennis italiano tornano a splendere insieme.

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Economia

Sncf sfida Trenitalia e Italo: “Porteremo 10 milioni di nuovi passeggeri sull’alta velocità italiana”

La francese Sncf vuole entrare nel mercato AV italiano con 13 treni al giorno tra Nord e Sud. Investimento da 800 milioni e 300 assunzioni.

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L’operatore francese chiede spazio per 13 treni al giorno tra Nord e Sud. Ma le trattative con Rfi sono complicate: “Binari saturi, serve razionalizzare”

Milano–Roma–Napoli, ma anche Torino–Venezia: sono queste le direttrici su cui Sncf, il colosso ferroviario francese, punta per rompere il duopolio Trenitalia-Italo nell’alta velocità italiana. Dopo i primi contatti nel 2022, il debutto dei treni francesi è atteso per l’estate del 2027, ma le difficoltà non mancano.

In una lunga intervista al Corriere della Sera, Caroline Chabrol (le foto sono di Imagoeconomica), direttrice generale di Sncf Voyages Italia, racconta le ambizioni del gruppo: “Non vogliamo sottrarre clienti alle aziende esistenti. Il nostro obiettivo è intercettare milioni di italiani che oggi non viaggiano in treno”.

Da Milano a Parigi: +10% di passeggeri, nonostante la frana

Sncf è già presente in Italia con il collegamento Milano–Torino–Parigi, interrotto a lungo per una frana e recentemente ripristinato. “Nonostante il viaggio sia passato da 7 a 9 ore, la domanda è rimasta alta. Le prenotazioni estive 2025 sono aumentate del 10%”, spiega Chabrol.

Con tre frequenze giornaliere, si stimano circa 700mila passeggeri all’anno. Proprio questi volumi hanno spinto la società a investire sull’alta velocità nazionale: “Abbiamo ordinato 15 nuovi TGV M a due piani adattati alle infrastrutture italiane”.

CAROLINE CHABROL DIRETTRICE SNCF VOYAGES ITALIA

Trattative difficili con Rfi: “Ci avevano dato due viaggi, poi solo uno”

Sncf ha chiesto 13 frequenze giornaliere a Rfi: 9 tra Torino–Milano–Roma–Napoli, 4 tra Torino e Venezia. Ma, secondo la dirigente, “le trattative sono state frustranti: all’inizio ci avevano dato due viaggi a direttrice, poi sono scesi a uno. Non è sostenibile”.

Sullo sfondo c’è anche un’indagine dell’Antitrust italiano, che sospetta un possibile “abuso di posizione dominante” da parte di Rfi nell’ostacolare l’ingresso di Sncf. La società che gestisce i binari respinge ogni addebito.

Un piano industriale da 800 milioni e 300 nuove assunzioni

Sncf stima 10 milioni di passeggeri all’anno, con una potenziale sottrazione del 30% agli operatori attuali, ma la strategia resta quella di “aumentare lo switch modale”, spingendo chi oggi viaggia in auto, aereo o autobus a passare al treno.

Ogni treno in doppia composizione potrà trasportare 1.300 passeggeri, con tariffe non ancora definite, anche se si smentisce l’intenzione di diventare una low cost: “Guardiamo anche al segmento corporate”, precisa Chabrol.

Il piano prevede 800 milioni di investimento e 300 assunzioni in Italia, tra macchinisti, capitreno, manutentori e addetti operativi.

“Binari saturi, il modello multi-frequenza non regge più”

La sfida non sarà solo con Trenitalia e Italo, ma anche con la capacità della rete ferroviaria. “I binari sono saturi, e questo sta causando ritardi. Il modello di alta frequenza non è più sostenibile. Serve una razionalizzazione dell’offerta”, dice Chabrol.

Sncf pagherà circa 50 milioni di euro l’anno a Rfi per l’uso dell’infrastruttura, ma chiede in cambio condizioni eque per garantire concorrenza. “Portiamo valore a tutto il sistema, anche all’Italia”, conclude.

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