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Tank sui morti a Irpin. Mosca, presto avremo Mariupol

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I carri armati sui corpi dei civili appena trucidati. I cadaveri che continuano a spuntare dalle fosse comuni. Le sparizioni di centinaia di civili, che fanno temere nuovi eccidi di massa. Dalle macerie lasciate dalle truppe russe in ritirata dalla periferia di Kiev continuano a emergere ogni giorno nuovi orrori. Mentre da Bucha a Irpin, a Borodyanka, si fanno i bilanci delle terribili violenze perpetrate nelle settimane di occupazione, Mosca si prepara a sferrare la nuova offensiva sul Donbass e il sud-est dell’Ucraina. Mariupol sara’ “liberata presto”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, tornando a bollare come “fake news” le accuse di attacchi ai civili, compresi quelli documentati dalle immagini satellitari di Bucha, diffuse, a suo dire, da una societa’ “legata al Pentagono”. Ma la Russia, pur senza fornire nuove cifre, ammette anche “perdite significative” nel conflitto, dopo che gli Usa avevano parlato di decine di migliaia di soldati morti, feriti e dispersi. A Irpin, il sindaco Alexander Markushin ha raccontato che i militari nemici hanno prima sparato ai civili e poi hanno schiacciato i loro corpi con i tank. “Abbiamo dovuto raccogliere i resti con le pale”, ha spiegato, fornendo l’ennesimo bollettino di abusi ed empieta’. Anche a Bucha si fa la conta dei morti. Secondo il sindaco Anatoly Fedoruk, i corpi recuperati sono almeno 320. “Gli specialisti stanno lavorando sui corpi”, ma “il numero cresce ogni giorno. Si trovano in tenute private, parchi, piazze, dove era possibile, quando non c’erano bombardamenti, seppellire i corpi. La gente cercava di seppellire i morti in modo che i cani non li portassero via. Quasi nel 90 per cento dei casi – ha raccontato – sono ferite da proiettili, non schegge”. Atrocita’ che Mosca continua a negare. Mentre le Nazioni Unite, per bocca del sottosegretario agli affari umanitari Martin Griffiths, promettono al piu’ presto “un’indagine”. Un bilancio drammatico si teme anche a Bordoyanka, dove le autorita’ ucraine parlano di circa 200 residenti dispersi. A Mariupol, assediata da oltre un mese e di nuovo sotto attacco, secondo il sindaco Vadym Boichenko i civili uccisi sono oltre 5mila, compresi 210 bambini. La citta’ e’ distrutta al 90% e il 40% del territorio urbano “non e’ piu’ ricostruibile”, ha detto il primo cittadino. Il centro portuale sul mar d’Azov resta un obiettivo strategico di Mosca per collegare i territori sotto il suo controllo di Crimea e Donbass. Il Cremlino si dice ormai vicino alla sua conquista, ma gli scontri non si fermano. L’offensiva prosegue anche nelle regioni dell’est, soprattutto in quelle di Donetsk e Lugansk attaccate dai separatisti filo-russi, dove le istituzioni ucraine puntano ad aprire nuovi corridoi umanitari per permettere l’esodo dei civili e hanno rilanciato l’invito a fuggire, avvertendo che e’ “l’ultima chance” per andarsene. L’altro fronte caldo e’ quello di Kharkiv, la seconda citta’ del Paese vicino al confine russo, dove secondo il governatore locale le infrastrutture civili sono state bombardate 48 volte nelle ultime 24 ore e tre persone sono state uccise nella citta’ di Balakliya. Per Vadym Denysenko, consigliere del ministero dell’Interno di Kiev, “i russi continuano a fare tutto quello che facevano prima a Kharkiv, Sumy, Chernihiv, ossia distruggere le infrastrutture civili”, e la situazione e’ “molto difficile nella direzione di Sloviansk e Kramatorsk”, che “sono i punti chiave in questa fase della guerra”. Nel mirino potrebbe finire presto anche Odessa, gia’ ripetutamente minacciata dal mare. “Dobbiamo salvarla dalla distruzione subita da Mariupol”, ha avvertito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

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La Pasqua più difficile per Kiev, i russi avanzano

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“Gli ucraini si inginocchiano solo in preghiera. E mai davanti agli invasori”. Zelensky prova con le parole a dare vigore alla resistenza ucraina nella terza Pasqua ortodossa di guerra, la più difficile per il Paese in chiara difficoltà sul terreno. “Noi crediamo che Dio abbia un gallone con la bandiera ucraina sulla spalla. E con un tale alleato, la vita sconfiggerà sicuramente la morte”, scandisce convinto Zelensky in un video che lo ritrae in vyshyvanka, la camicia ricamata tipica dei costumi nazionali ucraini, dalla cattedrale di Santa Sofia.

Ma la risurrezione di Kiev tarda ad arrivare: le speranze sono riposte sulle tanto attese armi americane per dare nuova forza alle truppe al fronte. Una forza necessaria anche a guadagnare una posizione più vantaggiosa per negoziare – prima o poi – la pace. Il vertice in programma in Svizzera a giugno servirà a Zelensky per unire gli alleati e fare fronte comune contro Mosca, guardando con particolare interesse alla Cina di Xi Jinping, che intanto è arrivato a Parigi, prima tappa del suo tour europeo. Con l’intenzione – ha affermato il leader cinese in un articolo su Le Figaro – di “lavorare con la Francia e l’intera comunità internazionale per trovare buone strade per risolvere la crisi” in Ucraina.

Domani se ne parlerà all’Eliseo con il presidente francese Emmanuel Macron e la leader della Commissione europea Ursula von der Leyen. Nel frattempo, Vladimir Putin lascia che siano le armi a parlare, mentre partecipa alla funzione pasquale celebrata dal fedelissimo patriarca Kirill alla Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca: le forze russe hanno rivendicato la conquista del villaggio di Ocheretyne, un nodo ferroviario nel Donetsk, a nord-ovest di Avdiivka. L’insediamento è ormai ridotto a un cumulo di macerie, incendi e desolazione, irriconoscibile rispetto alla cittadina che prima della guerra ospitava tremila abitanti. E per le brigate russe restano ormai una trentina di chilometri dalla città di Pokrovsk, centro militare ucraino. Più a nord la situazione non è migliore: le truppe di Mosca stanno assaltando la città chiave di Chasiv Yar, vicino a Bakhmut. Persino per l’intelligence militare ucraina – nelle parole del suo rappresentante Vadym Skibitsky in un’intervista a The Economist – la cattura dell’insediamento è probabilmente solo questione di tempo, ripetendo il tragico destino di Avdiivka.

Che le truppe russe siano avanzate su posizioni vantaggiose nella regione di Donetsk lo ha prima rivendicato il ministero della Difesa di Mosca, e poi confermato l’Isw nei sui aggiornamenti. Il think tank statunitense ha notato il ritiro delle forze ucraine dal nord di Arkhanhelske, a nordovest di Avdiivka. Anche se ipotizza che “le forze ucraine potrebbero aver deciso di scambiare spazio con tempo in attesa dell’arrivo degli aiuti statunitensi in prima linea nelle prossime settimane”. Dal quadro del fronte, emerge chiaramente che l’Ucraina ha poco da festeggiare in questa Pasqua ortodossa, che non ha risparmiato i civili dai bombardamenti sulle città in tutto il Paese. Due persone sono state uccise negli attacchi russi a Pokrovsk, nel Donetsk, mentre una donna è morta in un raid nel Kharkiv. Da parte sua, Kiev ha messo a segno un attacco mirato a un collaborazionista accusato di aver organizzato una camera di tortura per prigionieri ucraini nella Berdyansk occupata, nella regione di Zaporizhzhia. L’intelligence militare ucraina ha infatti riferito che l’uomo, identificato come Yevhen Aleksandrovych Ananievsky, “è stato eliminato” nell’esplosione della sua auto.

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Xi vuole “lavorare con Parigi per risolvere crisi Ucraina”

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In un articolo su Le Figaro all’inizio della sua visita in Francia, Xi Jinping ha espresso l’intenzione di “lavorare con la Francia e l’intera comunità internazionale” per “risolvere la crisi” in Ucraina.

“Ci auguriamo che la pace e la stabilità ritornino rapidamente in Europa e intendiamo lavorare con la Francia e l’intera comunità internazionale per trovare buone strade per risolvere la crisi” in Ucraina, ha scritto il presidente cinese in un articolo sul quotidiano Le Figaro.

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Le accuse del Financial Times: la Russia prepara sabotaggi violenti in Europa

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Mosca sta preparando attentati contro le infrastrutture europee, mettendo a rischio anche la vita di civili. E’ l’allarme lanciato oggi dal Financial Times proprio nel giorno in cui le truppe russe continuano ad avanzare sul campo di battaglia ucraino. Il giornale della City sottolinea che sono state diverse agenzie di intelligence europee ad aver avvisato i loro rispettivi governi sulle nuove minacce russe, anche sulla base di diverse indagini in corso. Secondo le fonti citate dal quotidiano inglese, “la Russia ha già iniziato a preparare più attivamente in segreto attentati dinamitardi e attacchi incendiari per danneggiare le infrastrutture sul territorio europeo, direttamente e indirettamente, senza preoccuparsi apparentemente di causare vittime civili”.

Sebbene gli attacchi degli agenti del Cremlino in Europa siano stati finora sporadici, per il giornale, “aumentano le prove di uno sforzo più aggressivo e concertato”. Una convinzione che trapela da tantissimi esponenti dell’intelligence europea, da quella tedesca a quella inglese, dai servizi francesi, svedesi a quelli cechi e estoni. In particolare, il Ft menziona il capo dei servizi di sicurezza interna tedesca, Thomas Haldenwang, il quale il mese scorso – in una conferenza – ha affermato che il rischio di atti di sabotaggio è “aumentato in modo significativo”.

La Russia, ha aggiunto, ora sembra a suo agio nell’eseguire operazioni sul suolo europeo “con un alto potenziale di danno”. Haldenwang era intervenuto pochi giorni dopo l’arresto di due cittadini russo-tedeschi a Bayreuth, in Baviera, accusati di aver complottato per attaccare siti militari e logistici in Germania per conto della Russia. Un caso simile era accaduto anche nel Regno Unito: a fine aprile, ricorda l’articolo, due uomini sono stati accusati di aver dato fuoco a un magazzino contenente aiuti per l’Ucraina. Per la procura inglese, hanno agito anche loro su mandato di Mosca.

Stessa storia, in Svezia: i servizi di sicurezza di Stoccolma stanno indagando su una serie di recenti deragliamenti ferroviari e sospettano che siano atti di sabotaggio appoggiati da uno Stato ostile. La Russia, inoltre, ha tentato di distruggere i sistemi di segnalamento delle ferrovie ceche, aveva detto il mese scorso, sempre all’Ft, il ministro dei Trasporti ceco. Secondo il servizio di sicurezza interna estone inoltre, sono stati gli uomini dell’intelligence russa ad aver attaccato a febbraio le auto del ministro degli Interni e quelle di alcuni giornalisti. Anche il ministero della Difesa francese ha messo in guardia quest’anno su possibili azioni di sabotaggio da parte della Russia contro siti militari.

“La conclusione ovvia è che c’è stato un reale incremento dell’attività russa”, ha commentato Keir Giles, consulente senior del think tank Chatham House. Un alto funzionario governativo europeo ha inoltre dichiarato al giornale che attraverso i servizi di sicurezza della Nato sono state condivise informazioni su una “chiara e convincente azione russa”, coordinata e su larga scala. Ora, ha concluso, è giunto il momento di “aumentare la consapevolezza e l’attenzione” sulla minaccia della violenza russa sul suolo europeo. Infine, appena giovedì scorso la Nato ha diffuso una nota in cui si affermava che i Paesi alleati sono “profondamente preoccupati” per le recenti “attività ostili” della Russia, di natura ibrida, sull’onda dei casi recenti che hanno portato all’indagine e all’incriminazione di più individui in Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia, Regno Unito e Repubblica Ceca.

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