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Nomine passano a maggioranza in cda, Conte attacca ancora

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Una discussione animata, ma senza eccessi e senza sforamento dei tempi. Non era scontato il giorno dopo l’esplosione delle polemiche e l’Aventino deciso dai Cinque Stelle per la prima tornata di nomine editoriali della gestione Fuortes. Invece la riunione del cda e’ durata le due ore previste e si e’ chiusa con l’approvazione di tutte le designazioni anche se a maggioranza, con il no scontato del consigliere in quota M5S Alessandro di Majo e la parziale astensione del rappresentante dei dipendenti Riccardo Lagana’. L’ad Carlo Fuortes porta a casa il risultato in una partita molto complessa, anche se le scorie del match potrebbero farsi sentire a lungo. Non solo per le accuse lanciate ieri in conferenza stampa da Giuseppe Conte e ribadite oggi a Piazzapulita, ma anche per i malumori suscitati in alcune delle testate coinvolte, come testimoniato dalle dichiarazioni dell’Usigrai e dei cdr, che bocciano il metodo spartitorio seguito per le nomine, pur apprezzando la scelta di premiare tre donne e di puntare su professionalita’ interne. A partire da Monica Maggioni, prima donna alla guida del Tg1, apprezzata a Palazzo Chigi, e di Simona Sala che prende il timone del Tg3 al posto di Mario Orfeo, chiamato a gestire la nuova direzione di genere che curera’ i programmi di approfondimento della tv pubblica. A breve un’altra delle nuove direzioni, quella del day time per ora appaltata a Franco Di Mare prossimo alla pensione, potrebbe essere affidata a Giuseppe Carboni, sostituito al Tg1 tra le proteste di Conte, nonostante i buoni risultati di ascolto. Ok del cda, che si e’ tenuto in trasferta questa volta a Napoli e la prossima a Milano, anche alla conferma di Gennaro Sangiuliano al Tg2, Alessandro Casarin alla Tgr e Antonio Preziosi a Rai Parlamento. Paolo Petrecca approda a Rainews, su spinta di Fratelli d’Italia che ottiene cosi’ un risarcimento dopo l’esclusione del suo rappresentante in consiglio, al posto di Andrea Vianello che si sposta al Gr e Radio Uno, mentre Alessandra De Stefano e’ la prima donna alla guida di una testata complessa come Rai Sport, al posto di Auro Bulbarelli, rimasto per il momento senza collocazione. Le nomine passano, ma le tensioni restano. Giuseppe Conte torna ad attaccare Fuortes per la logica spartitoria seguita, senza consultare tra l’altro il Movimento. “Io non so se le nomine Rai sono state discusse a palazzo Chigi – afferma -: ma posso dire che quando ero presidente del Consiglio non ci sono mai stati tavoli per la Rai”. Conte annuncia poi la volonta’ di raccogliere le firme per un’iniziativa popolare per la riforma della governance. Il M5s – aggiunge – “ha un paio di proposte: una passa per l’Agcom e l’altra per la costituzione di una fondazione sul modello della Bbc”. Di Rai parla anche Luigi Di Maio, che risponde alle indiscrezioni che lo vorrebbero su una posizione diversa da Conte: “Mi attribuiscono un potere che non ho”, assicura. Non manca lo scetticismo nel Movimento sulla possibilita’ e sull’opportunita’ di rispettare la decisione di Conte di disertare le trasmissioni Rai. “In Rai sono gia’ andato diverse volte, adesso per par condicio andro’ a Mediaset e La7…”, si limita a dire Di Maio.

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Binaghi riapre al Coni: “È finita un’era, ora serve discontinuità. Ma Buonfiglio? No, grazie”

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Angelo Binaghi (foto Imagoeconomica in evidenza), presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel (Fitp), torna a parlare del Comitato Olimpico Nazionale Italiano e lo fa con la consueta schiettezza, in un’intervista al Corriere della Sera. Da anni in polemica con il Coni di Giovanni Malagò, Binaghi lascia intendere di essere pronto a tornare a occuparsi attivamente dell’istituzione sportiva nazionale: “Sto partecipando a tutte le riunioni. Voglio vedere se, finita un’era, si può costruire qualcosa di nuovo, completamente diverso rispetto al passato”.

ANGELO BINAGHI, PRESIDENTE FEDERAZIONE ITALIANA TENNIS E PADEL, JANNIK SINNER (Foto Imagoeconomica)

Binaghi non ha mai fatto mistero della sua visione riformista e anti-sistema: nel novembre 2024 aveva dichiarato al Corriere “Il Coni non serve, io lo salto”. Una posizione che gli costò un deferimento poi archiviato, con opposizione del Coni. Ora però, con l’uscita di scena di Malagò imposta dai limiti di mandato, il clima potrebbe cambiare.

Buonfiglio bocciato, Pancalli “ultimo in lista”

Nessuna apertura, invece, verso l’eventuale candidatura di Luciano Buonfiglio, presidente della Federcanoa: “È il peggior esponente del vecchio sistema. Una volta mi chiese di parlare, gli risposi: ‘Caro Luciano, io no’”, racconta Binaghi, ricordando il suo ruolo nella defenestrazione di Raffaele Pagnozzi e la successiva promozione da parte di Malagò.

Rispetto invece per Luca Pancalli, ma senza sostegno: “Candidato degnissimo, ma lo considero l’ultimo della lista”.

“La politica non è un nemico, la riforma Giorgetti è stata efficace”

Altro punto centrale della visione di Binaghi è il rapporto con la politica: “Non è possibile considerare i politici come nemici. La riforma Giorgetti ha funzionato molto meglio del Coni. Chi parla di invadenza politica racconta una bugia”.

Rivendica anche l’autonomia finanziaria degli Internazionali d’Italia (“l’unica manifestazione senza un euro di contributo pubblico”) e ricorda di aver cacciato i politici dalla tribuna del torneo.

Il futuro del Coni? Binaghi resta alla finestra, ma si prepara

Con gli Internazionali di Roma imminenti e il grande ritorno in campo di Jannik Sinner, “il vero Fenomeno”, Binaghi rivendica di essere “un uomo fortunato”. Ma tiene il piede dentro la porta del Coni, in attesa di vedere quale sarà la grande sorpresa che guiderà il nuovo corso dello sport italiano.

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Bisnonna inglese 115enne diventa la persona più anziana al mondo

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Una bisnonna britannica di ben 115 anni ha raccolto questa settimana la palma di persona più vecchia del mondo – stando alle statistiche internazionali censite – dopo l’annuncio della morte di uno suora 116enne in Brasile. Lo racconta oggi con dovizia di particolari il Daily Telegraph. La nuova titolare del record di longevità si chiama Ethel Caterham ed è nata il 21 agosto del lontano 1909 in un villaggio dell’Hampshire, in Inghilterra meridionale: prima del diluvio della Grande Guerra, mentre sul trono di quello che era ancora l’Impero britannico sedeva re Edoardo VII, figlio della regina Vittoria, bisnonno della defunta Elisabetta II e trisavolo dell’attuale monarca, il 76enne Carlo III.

Ultima di 8 figli, nonna Ethel vive attualmente in una residenza per anziani nella contea del Surrey, pure in Inghilterra del sud, dove – dopo l’ufficializzazione del suo primato – ha ricevuto una lettera personale di re Carlo: che si felicita per il “rimarchevole traguardo” da lei raggiunto. Tuttora lucida, Catheran è in grado di ricordare le tappe salienti della sua vita.

A 18 anni si trasferì nell’India coloniale, assunta come au pair nella famiglia di un ufficiale dell’esercito di Sua Maestà; poi, al ritorno in Gran Bretagna, conobbe a una festa il futuro marito Norman, sposato nel 1933 e col quale ha vissuto a Hong Kong e a Gibilterra prima di tornare in terra inglese. Rimasta vedova quasi mezzo secolo fa, nel 1976, Ethel ha smesso di guidare solo alla soglia dei 100 anni. Mentre a quasi 111 è riuscita a guarire pure da un contagio di Covid. Il segreto della sua longevità? “Non aver litigato con nessuno”, ha risposto a un giornalista.

Oltre alla scelta di dare priorità “alla famiglia, la cosa più importante dell’esistenza”, ai figli, ai nipoti e ai pronipoti. A una testata locale ha spiegato del resto di non avere rimpianti, di essere “felice d’aver girato il mondo” fino ad approdare in “questa bella casa” di riposo in patria: “Ho detto sì a ogni opportunità di vita, mantenendo un’attitudine mentale positiva e accogliendo ogni cosa con moderazione”. Giusto l’anno scorso il Regno Unito aveva celebrato la conquista del record di un altro suddito britannico come ‘uomo più anziano del pianeta’: record ereditato da un giapponese e detenuto per qualche mese nel 2024 dal veterano di guerra John Tinniswood, deceduto a novembre a 112 anni d’età.

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Ivanka Trump News elogia Giorgia Meloni: “Donna pulita e leader più attraente dell’UE”

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Un post pubblicato su X dall’account Ivanka Trump 🇺🇲 🦅 News ha acceso i riflettori su Giorgia Meloni, definita “la leader più attraente dell’Unione Europea”. L’immagine allegata ritrae la presidente del Consiglio italiana sorridente su un lettino, con indosso un costume da bagno che richiama i colori della bandiera italiana.

Il messaggio che accompagna lo scatto recita: “Lascia un ❤️ per una donna pulita, fantastica e senza tatuaggi, la leader più attraente dell’UE 🇪🇺!!!”. Una dichiarazione che va oltre l’elogio estetico, sottolineando valori considerati simbolici dalla destra americana: ordine, sobrietà e conservatorismo nei costumi.

Il post è solo l’ultimo segnale dei rapporti calorosi tra la famiglia Trump e Giorgia Meloni, rafforzati da un’intesa ideologica su immigrazione, difesa dell’identità nazionale e visione tradizionale della società. Donald Trump, tornato presidente degli Stati Uniti, ha già espresso pubblicamente ammirazione per la premier italiana in più occasioni.

L’episodio conferma la crescente sintonia politica e mediatica tra due mondi che, seppur geograficamente lontani, condividono una visione del potere fondata su patriottismo, sovranismo e comunicazione diretta con il popolo.

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