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Mix vaccini sicuro, Regioni lo applichino: J&J agli over60

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Il ‘mix’ di vaccini – ovvero la vaccinazione eterologa con un immunizzante a mRNA per gli under-60 che abbiano fatto la prima dose con il vaccino AstraZeneca (AZ) – e’ sicuro, le indicazioni sono chiare e vanno rispettate dalle Regioni. Mentre l’immunizzante J&J va utilizzato nei soggetti over-60, cosi’ come quello AZ e come indicato nell’ultima circolare ministeriale. Dopo le polemiche degli ultimi giorni a fare chiarezza e’ il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, e l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ribadisce l’elevata sicurezza della vaccinazione eterologa. Ma restano i dubbi dalle Regioni e nel Lazio scoppia il nuovo caso ‘consenso informato’. Dopo la richiesta di chiarimenti giunta pure dai medici di famiglia e dalle farmacie rispetto all’utilizzo dei diversi tipi di vaccino anti-Covid, Costa ha oggi precisato che su J&J esiste una raccomandazione all’uso per gli over-60 e “nel momento in cui c’e’ una raccomandazione del ministero, ancorche’ non sia un obbligo, credo vada rispettata”, ha detto. Linea altrettanto netta anche rispetto al mix vaccinale tra prima e seconda dose: “Siamo di fronte a una scelta che il governo ha fatto e oggi non si puo’ fare diversamente. Ci aspettiamo – ha affermato il sottosegretario – che dalle Regioni ci sia una risposta univoca e che non saremo costretti a emettere provvedimenti di altro tipo”. La circolare, ha ribadito, dice che la seconda dose per gli under-60 che siano gia’ stati vaccinati con AZ e’ con un vaccino a mRNA (Pfizer o Moderna): “Un’indicazione precisa e ci aspettiamo che dalle Regioni ci sia un accoglimento di questa indicazione mettendola in pratica”. A ribadire la sicurezza del mix di vaccini e’ anche il direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini, che invita i cittadini a essere “piu’ che tranquilli” spiegando che la scelta e’ stata fatta per evitare che in questa fase di pandemia, meno pesante, alle popolazioni giovani “siano potenzialmente offerti vaccini che hanno un rischio molto remoto di un evento grave, e pertanto la sicurezza e’ stata privilegiata”. Gli studi clinici, ha inoltre sottolineato, garantiscono una sicurezza elevata anche a lungo termine, con effetti indesiderati lievi o moderati. Ma se in Campania e Veneto sono partite le seconde dosi eterologhe, con nuove forniture di dosi Pfizer e Moderna, un nuovo caso si apre nel Lazio dove alcune persone hanno chiesto di completare il ciclo vaccinale sempre con AZ. Vi sono alcune situazioni, spiegano dall’Unita’ di crisi regionale, che “in maniera consapevole e informata chiedono di completare il percorso vaccinale per l’immunizzazione con il medesimo vaccino, ovvero AstraZeneca. Per questa quota di persone abbiamo chiesto al Ministero della Salute di dare un parere riguardo a uno specifico consenso informato affinche’ possa decidere il medico in scienza e coscienza”. L’obiettivo resta infatti quello di far completare i cicli vaccinali, condizione fondamentale anche a garanzia di una maggiore copertura contro le varianti. Ad ogni modo, negli ultimi 3 giorni sono state gia’ eseguiti nella Regione oltre 8mila richiami eterologhi di utenti sotto i 60 anni. Sulla questione e’ intervenuto anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: “se qualche cittadino chiede di fare Astrazeneca come seconda dose, nonostante abbia meno di 60 anni, in linea teorica lo puo’ fare perche’ quelle del ministero sono raccomandazioni. “Ma – e’ la posizione del governatore pugliese – e’ il medico vaccinatore a decidere, l’ultima parola e’ sua”. Punta infine il dito contro la “troppa confusione sui vaccini da parte di Aifa e Cts” il leader della Lega Matteo Salvini. “Non bastano i consigli ma risposte chiare”, ha affermato. Un riferimento, poi, al vaccino Sputnik la cui richiesta di autorizzazione “giace dal 5 marzo all’Ema”. “E’ una follia perche’ se un cittadino di San Marino vuole andare a Rimini o uno straniero vaccinato con Sputnik vuole venire in vacanza in Italia non gli e’ riconosciuta tale possibilita’, allucinante”, ha concluso.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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