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Nessun tiene il passo dell’Inter che ora punta ad un nuovo allungo

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L’Inter vince anche quando non gioca perche’ il Milan si sgonfia dopo il brillante successo all’Olimpico ed evita il ko col tonico Udinese di Gotti con un rigore di Kessie al 96′. Flessione imprevista ma ineccepibile perche’ i bianconeri mettono in grande difficolta’ il Milan . Se battera’ il Parma Conte si portera’ a +6 e i rossoneri potranno essere tallonati a un punto dalla Juve se prevarra’ nel recupero con il Napoli. Per ora i bianconeri vengono raggiunti dalla spietata macchina da gol dell’Atalanta che travolge il Crotone ultimo. Risorge la Roma, coi soliti alti e bassi, vincendo a Firenze con un gol di Diawara nel finale, mentre divertente 3-3 tra Sassuolo e Napoli, ma Gattuso non esce dal tunnel. Successo importante per il Verona e il Cagliari mentre finisce 1-1, come all’andata, il derby di Genova. Ibra torna da Sanremo per incitare dalla tribuna ma il Milan  fa grande fatica: lento e stanco, attacca con poca lucidita’. L’Udinese e’ una squadra tosta e in forma e nella ripresa piazza il colpo a sorpresa: da corner Beacao di testa colpisce bene, Nestorovski testa di deviare ma inganna un disattento Donnarumma. Sembra fatta ma nel recupero Stryger Larsen concede un rigore, il sedicesimo in stagione, che Kessie come al solito trasforma. Primo tempo senza nerbo tra Fiorentina e Roma, ma la gara si accende nella ripresa con un gran gol di Spinazzola. Gli ospiti sembrano poterla chiudere ma in un contropiede si rompe Veretout e Spinazzola procura un clamoroso autogol. Alla fine pero’ la Roma insiste e trova il 2-1 con Diawara, tra i migliori in campo. Poco piu’ di un allenamento per l’Atalanta contro un Crotone che Cosmi non puo’ trasformare in pochi giorni. Simy riesce a pareggiare il solito vantaggio di Gosens, ma nella ripresa in 10′ i bergamaschi calano un micidiale tris con Palomino, Muriel e Ilicic. Alla fine ciliegina di Miranchuk e 5-1. C’e’ un divario incolmabile tra le due squadre. Grandi emozioni tra Sassuolo e Napoli con un 3-3 spumeggiante. Grande partita dei padroni di casa con Berardi autore di un gol e mezzo, ma Zielinski tiene in gara gli ospiti. Un palo e una traversa di Berardi e Caputo fanno scricchiolare le certezze del Sassuolo e nella ripresa Di Lorenzo e Insigne su rigore ribaltano la situazione. Ma gli emiliani non ci stanno e conquistano al 96′ il rigore che Caputo trasforma nel pari. Il Verona prosegue la sua marcia di avvicinamento verso la zona Europa League: domina un Benevento in grande difficolta’ e lo travolge con Faraoni e un autogol di Foulan, c’e’ una traversa di Barak. Poi nella ripresa sigillo di Lasagna. Molta tensione nel derby ligure, grande equilibrio che spezza il Genoa con un’apertura geniale di Strootman e splendido gol di Zappacosta. Ma la Samp macina in progressione e con Tonelli trova il gol del pari. In chiave salvezza secondo acuto di fila del Cagliari di Semplici che regola il Bologna con un colpo di testa di Rugani.

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Sinner torna a Roma da numero uno: il Foro Italico si prepara a una giornata storica

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Dopo tre mesi di assenza e la squalifica scaduta, Jannik Sinner fa il suo ritorno agli Internazionali d’Italia: atteso il primo allenamento sul Centrale. Con lui anche Musetti: sei anni dopo la loro semifinale da giovanissimi, tornano entrambi nella top 10 mondiale

L’attesa è finita: domani il Foro Italico si stringerà attorno a Jannik Sinner, che alle 19 scenderà in campo per il suo primo allenamento ufficiale agli Internazionali d’Italia da nuovo numero uno del mondo, tre mesi dopo l’ultima apparizione nel circuito. L’evento sarà aperto ai 10.500 spettatori titolari dei biglietti “ground” e promette il tutto esaurito.

Una giornata evento: dal volo a Roma al primo allenamento sul Centrale

Sinner è atterrato oggi a Roma con un volo da Nizza. In programma: pranzo leggero in hotel, breve riposo e una sgambata privata, prima dell’accredito ufficiale, simbolo del suo rientro da tennista “libero”. Alle 16 la conferenza stampa, quindi alle 18 la doppia celebrazione della Coppa Davis e della Billie Jean King Cup sul Centrale con gli altri azzurri, e infine l’allenamento. Un rientro in grande stile, curato nei minimi dettagli dalla security del torneo, che ha pianificato percorsi e accessi da oltre due mesi.

Sei anni dopo: da ragazzi sconosciuti a top 10 del tennis mondiale

Nella celebrazione degli azzurri Sinner ritroverà Lorenzo Musetti, fresco di semifinale a Madrid e per la prima volta tra i top 10 del ranking. I due si affrontavano il 9 maggio 2019 nella semifinale delle pre-qualificazioni proprio al Foro Italico: erano i numeri 262 e 453 del mondo. Jannik vinse in rimonta e si guadagnò una wild card per il tabellone principale, diventando il più giovane italiano a vincere un match in un Masters 1000.

Da allora le loro carriere si sono rincorse: razionale e solitario Sinner, passato da Piatti a Vagnozzi e Cahill; emotivo e leale Musetti, sempre al fianco del coach Simone Tartarini. Il derby di Roma 2019 è stato il primo di una serie di sfide (Anversa 2021, Montecarlo 2023) vinte tutte da Jannik. Ma Lorenzo rivendica la sua identità: «Sinner è un esempio, ma io devo fare la mia strada».

Un’Italia da superpotenza tennistica

Con dieci italiani nei primi 101 del ranking ATP, il tennis azzurro vive un momento d’oro. Sinner vuole riprendere la centralità che gli spetta, mentre Musetti è chiamato a confermare la crescita. La tensione è alta, e il sorteggio di domani alla Fontana di Trevi potrebbe già anticipare un altro possibile derby.

Tutto cominciò sei anni fa. Ora, sul rosso di casa, i due simboli del tennis italiano tornano a splendere insieme.

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Politica

Gianni Petrucci: “Non mi candido, ma il Coni ha bisogno di cambiare rotta”

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L’ex presidente del Coni rompe gli indugi in un’intervista al Corriere della Sera: “Serve più dialogo con la politica e meno autoreferenzialità. E vi dico chi dovrebbe entrare in Giunta”

A un mese esatto dalla chiusura delle candidature per la successione a Giovanni Malagò alla presidenza del Coni, Gianni Petrucci, storico numero uno dello sport italiano per 14 anni e attuale presidente della Federbasket, rompe il silenzio e interviene nel dibattito con la sua consueta schiettezza.

“Non mi candido, ma voglio dire la mia”

«Non mi interessa la presidenza, né un ruolo di vice, né la Giunta. Ho già dato. Sono uno spirito libero e posso permettermi di dire quello che penso e che provo», chiarisce subito Petrucci. Una risposta definitiva? «Sì, soprattutto se le cose vanno avanti come stanno andando: male».

“Rapporto col governo da ricostruire”

Petrucci denuncia una classe dirigente sportiva troppo autoreferenziale e in contrasto permanente con la politica: «Il Coni non è più quello di una volta. Ora la cassa la tiene lo Stato, e con lo Stato bisogna dialogare. Soprattutto le piccole e medie federazioni, che vivono di contributi pubblici».

Contesta anche i trionfalismi: «Non sono i dirigenti a vincere medaglie, ma atleti, tecnici, società e lo Stato che li finanzia. Dobbiamo essere meno presuntuosi e capire che la nostra autonomia è di secondo grado».

“Il prossimo presidente? Serve discontinuità”

Chi si candiderà dovrà “ripassare Einstein”, dice ironico: «Bisogna cambiare quando necessario. Basta guerre con la politica. Serve autorevolezza e pesi massimi in Giunta».

E qui Petrucci fa nomi e cognomi: «Gravina o Marotta vicepresidente, e in Giunta Binaghi e Barelli, dirigenti di federazioni che funzionano. Come puoi pensare a un Coni forte senza di loro?».

“Buonfiglio? Ha coraggio, ma serve un altro profilo”

Senza citarlo apertamente, Petrucci mette in discussione la candidatura di Luciano Buonfiglio, presidente della Canoa e sponsorizzato da Malagò: «Conosco il curriculum degli ex presidenti del Coni in rapporto al suo. Se ha i voti, buon per lui. Ma il concetto che il presidente debba essere “uno dei nostri” è provinciale. Dobbiamo aprirci».

“Abodi? Servono impianti. E un piano quadriennale”

Al ministro dello Sport Petrucci chiede «un programma chiaro e aiuti per gli impianti, che sono in condizioni disastrose». E su Diana Bianchedi taglia corto: «Mi sembra già dimenticata». Su Luca Pancalli: «Ci sono rimasto male quando non ci ha dato i paralimpici, ma vedremo il programma».

“Malagò promosso sul piano umano, ma…”

Il giudizio su Malagò è diplomatico: «Promosso per il rapporto umano e per la sua conoscenza dello sport, ma sul piano politico mi astengo». E chiude con una battuta sul padre del presidente uscente: «Un grandissimo dirigente sportivo. Da lui ho comprato un’auto nuova, non usata».

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Sport

Conte vede il traguardo scudetto: chi vince scrive la storia gli altri la leggono

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“Chi vince scrive la storia gli altri la vanno a leggere. Nessuno si ricorderà di noi se arriviamo secondi, la storia va scritta vincendo”. Così Antonio Conte, ai microfoni di Dazn , dopo la vittoria del suo Napoli a Lecce. “Oggi è stata una vittoria importante ma non la più importante – aggiunge – Temevo questa partita, venivano da un pari con l’Atalanta. Poi c’è stata questa disgrazia che ha colpito una persona che io conoscevo, sono vicino al Lecce e ai leccesi. Noi abbiamo fatto la nostra gara, dovevamo mandare un segnale positivo e lo abbiamo fatto. Nel primo tempo abbiamo giocato bene poi siamo stati meno propositivi”.

A tre giornate dal termine il suo Napoli è saldamente al comando: “E’ una tappa importante questa. Siamo arrivati gestendo un’emergenza – le parole di Conte – Sembra tutto normale, oggi ha giocato Olivera centrale per la prima volta. La squadra ha risposto con tutti i suoi effettivi, tutti vogliono fare qualcosa di straordinario. Oltre all’unità d’intenti ci devono essere dei valori, siamo cresciuti tantissimo dalla partita con il Modena. Partita stressante? Sono partite che ti sfiniscono, comprendi l’importanza. Pareggiare o vincere oggi ci cambiava la vita, ecco perché sono rientrato prima, dovevo scaricarmi”.

“Oggi si è fatto male Lobotka – ha proseguito il tecnico – mi auguro che possa recuperare perché stiamo continuando a perdere dei pezzi, però non molliamo. E questa è la dote principale di questa squadra. Stiamo sul pezzo e vogliamo continuare fino alla fine. Ho perso e vinto degli scudetti all’ultima giornata, ho l’esperienza giusta per far capire ai ragazzi l’importanza. La storia la scrive chi vince, non si ricorderà nessuno se arriviamo secondi”.

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