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Cronache

“È amico di Renzi”, al Csm si ferma la nomina di Domenico Manzione

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Non solo ha affondato il governo. Matteo Renzi ora rischia di mandare a picco (sia pure involontariamente) anche la nomina di un magistrato. Si tratta di Domenico Manzione, che e’ stato sottosegretario all’Interno nel governo Letta e che a quell’incarico di governo e’ approdato anche grazie al suo rapporto con l’allora leader del Pd, oggi di Italia Viva. Lo aveva raccontato lo stesso Manzione in un’intervista a Report. Ma oggi quelle parole gli sono costate lo stop alla nomina a procuratore di Lucca , che era stata proposta all’unanimita’ dalla Commissione per gli incarichi direttivi, per la seconda volta, dopo che l’anno scorso il plenum aveva rispedito al mittente la pratica per i dubbi sulla scelta compiuta. A tirare in ballo quell’intervista e’ la stessa relatrice della nomina di Manzione, Loredana Micciche’, chiedendo il rinvio in Commissione, passato poi con 8 di, 5 no e 10 astensioni. “Non c’e’ nulla di male ad essere amici di un politico, ma la dichiarazione esplicita di essere stato nominato sottosegretario nel Governo Letta per i rapporti di amicizia e stima con il senatore Renzi, nel corso di una intervista rilasciata alla trasmissione della Rai, Report, e diventata di dominio pubblico, non mi consente di poter sostenere questa nomina”, annuncia la consigliera di Magistratura Indipendente con un vero e proprio colpo di scena. Queste parole, spiega, “inevitabilmente, influiscono sulla percezione di imparzialita’ e di indipendenza, requisiti fondamentali per il conferimento di un ufficio direttivo di un procuratore della repubblica in Toscana”, visto che il procuratore e’ “il titolare della azione penale ed il senatore Renzi e’ indiscutibilmente un esponente politico di grande rilievo in Toscana”. Sottoscrive il collega di corrente Antonio D’Amato. La serenita’ dei sostituti procuratori, avverte, “potrebbe essere minata nel confronto sulle indagini con un dirigente dell’ufficio di procura che, per incarichi politici come quello di sottosegretario al ministero dell’Interno, ha avuto rapporti con ‘poteri forti’ tuttora presenti nell’ambito del distretto toscano”. Nino Di Matteo si stupisce che la relatrice se ne sia accorta solo ora, ricordando che lui aveva gia’ da tempo sollevato il problema. Mentre diversi consiglieri evidenziano che la vera questione e’ che il Parlamento non ha ancora approvato una legge per fermare le porte girevoli tra politica e magistratura e che sino a allora e’ impossibile al Csm applicare regole che non esistono. Come Giuseppe Cascini, togato di Area: “da anni sostengo la necessita’ di una legge che stabilisca che i magistrati che assumono incarichi politici non possano rientrare nella giurisdizione al termine del mandato. Ma fino a quando il legislatore e il Csm non provvederanno a queste modifiche, noi abbiamo il dovere di applicare le norme vigenti”. Un tasto su cui insistono anche i laici del M5S Filippo Donati e Alberto Benedetti, avvertendo che comportandosi diversamente il Csm compirebbe un atto “privo di legittimita’”.

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Frontale ad Albanella, cinque feriti tra cui due bambini: coinvolte un’Audi Q3 e una Punto

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Paura nel pomeriggio di oggi nella zona di Matinella – Albanella, nel salernitano, dove si è verificato un grave incidente stradale nei pressi del caseificio La Perla a Pontebarizzo. Due auto, una Audi Q3 e una Fiat Punto, si sono scontrate frontalmente causando cinque feriti, tra cui due bambini.

A bordo dell’Audi si trovavano quattro persone, compresi i piccoli, mentre la Fiat Punto era occupata da un solo conducente. Tutti i coinvolti, in condizioni al momento non precisate, sono stati trasportati in ospedale per accertamenti e cure.

Sul posto sono intervenuti tempestivamente i Vigili del Fuoco del distaccamento di Agropoli, che hanno provveduto a mettere in sicurezza l’area dell’incidente e a supportare le operazioni di soccorso. Ancora in corso le indagini per ricostruire l’esatta dinamica del violento impatto.

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Cronache

Inchiesta curve, Inter Milan patteggiano: per Inzaghi e Chalanoglu solo 1 turno stop

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Una giornata di squalifica per Simone Inzaghi e Hakan Calhanoglu, ammende rispettivamente di 15 e 30 mila euro e 70mila per l’Inter. Multa di 30mila euro per il Milan. Sono le sanzioni rese note dalla Figc comminate ai due club e ai tesserati coinvolti in seguito al patteggiamento con la Procura Federale, in merito al filone sportivo dell’inchiesta penale sulle curve e sui rapporti fra ultras e giocatori di Inter e Milan. La squalifica per Inzaghi e Calhanoglu verrà scontata nel prossimo turno con il Verona.

Grazie al patteggiamento le pene vengono dimezzate e non c’è il processo. Inzaghi e Chalanoglu hanno violato due articoli del codice di giustizia sportiva, quello sulla lealtà e correttezza e probità e dell’obbligo di osservanza delle norme federali (4, comma 1) e l’articolo 25 comma 10 “che prevede il divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società, per avere avuto, quantomeno a partire dalla stagione sportiva 2022-23, rapporti con esponenti del gruppo Ultrà denominato Curva Nord’.

Tra gli esponenti del club multati c’è anche Javier Zanetti con 14.500 euro. L’Inter viene sanzionata con 70mila euro per responsabilità diretta e oggettiva (art. 6, commi 1 e 2) per i comportamenti del tecnico e del centrocampista, dello stesso Zanetti, di Massimiliano Silva e Claudio Sala (14.500 di multa e 30 giorni di inibizione). Quanto al Milan (sanzione di 30mila euro) per responsabilità oggettiva per i comportamenti ascritti a Fabio Pansa (30 giorni di inibizione e 13mila euro di multa) e Davide Calabria, che non ha al momento scelto la strada del patteggiamento e sarà quindi ascoltato dalla Procura federale.

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Chieti, tragedia durante un’escursione: trovati morti due Vigili del Fuoco nella forra del fiume Avello

Nico Civitella ed Emanuele Capone avevano 42 anni. Salvi altri due colleghi. Cordoglio delle istituzioni.

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Sono stati individuati e recuperati i corpi senza vita di Nico Civitella ed Emanuele Capone, i due Vigili del Fuoco di Chieti dispersi da ieri sera durante un’escursione in località Balzolo, nel territorio di Pennapiedimonte, provincia di Chieti. I due erano scivolati in una forra del fiume Avello mentre erano fuori servizio insieme ad altri due colleghi, tratti in salvo nella serata di ieri: Giulio De Panfilis, 32 anni, e Gabriele Buzzelli, 48.

Le operazioni di recupero

Il recupero dei corpi è stato lungo e complesso, affidato ai soccorritori del Corpo nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico e ai Vigili del Fuoco, con il coordinamento della Prefettura di Chieti. Sul luogo della tragedia anche i familiari delle vittime, alcuni dei quali hanno accusato malori per lo choc e sono stati assistiti dal personale del 118.

I corpi, rinvenuti in una zona impervia, sono stati trasferiti in un’area accessibile per permettere l’intervento dell’elisoccorso, che li ha trasportati all’obitorio dell’Ospedale di Chieti. È stata disposta l’autopsia per chiarire le cause esatte della morte, mentre ulteriori accertamenti saranno effettuati sui luoghi dell’incidente a cura dei Carabinieri del Comando Provinciale di Chieti e del Reparto Forestale del Parco Nazionale della Maiella.

Il cordoglio delle istituzioni

«Esprimo la mia più grande vicinanza alle famiglie dei due giovani, ai colleghi e a tutto il Corpo Nazionale», ha dichiarato il prefetto Attilio Visconti, Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco. «Anche fuori servizio, i Vigili si tengono in allenamento per migliorarsi e garantire soccorso agli altri».

Dolore e partecipazione anche dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Oggi piangiamo la tragica scomparsa di due Vigili del Fuoco. Ai loro familiari e colleghi va la mia più sincera vicinanza e gratitudine». Sul posto anche il sindaco di Pennapiedimonte Rosalina Di Giorgio, le unità psicologiche del Corpo, volontari della Protezione Civile e operatori da Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio.

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