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Cronache

Botti di Capodanno, a Napoli e provincia 8 feriti e tra loro nessun minore

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Per i cultori dei numeri e dei pregiudizi. Sono 8 le persone vittime di incidenti causati dai botti di Capodanno a Napoli e provincia. Nella notte di San Silvestro, notte di guerre idiote per idioti, che ha chiuso il 2020, l’anno della pandemia, a Napoli e nei 92 comuni del suo hinterland, area da 3,2 milioni di residenti, sono 8 i feriti. Tre feriti a Napoli e 5 nel Napoletano. Tutti con lesioni alle mani. Uno solo dei feriti, riferiscono le autorità sanitarie, è grave. Ha avuto 30 giorni di prognosi per la guarigione. Tra di loro non ci sono minorenni. E sempre secondo quanto riferiscono le auotorità sanitarie,  una donna avrebbe una ferita di striscio al sopracciglio provocata da un colpo sparato da un’arma da fuoco.

Tra le segnalazioni raccolte dalla polizia in nottata c’e’ quella di un 30enne di Camposano (Napoli), feritosi a una mano mentre, intorno alle 4, raccoglieva in strada petardi inesplosi. Non e’ grave ma sara’ denunciato per violazione del coprifuoco. Degli otto feriti registrati tra Napoli e provincia, sei sono stati medicati e dimessi; restano ricoverati solo la donna di Mugnano raggiunta alla testa da un proiettile vagante e un uomo di 57 anni, al Vecchio Pellegrini di Napoli per lo sfacelo di una mano. Lo scoccare del nuovo anno e’ stato salutato da almeno quarantacinque minuti di fuochi d’artificio, nel capoluogo e nell’hinterland. Una festa ad alto volume di botti, in cui sono stati uditi esplodere molti ordigni ad alto potenziale e si sono registrati comportamenti poco prudenti, come le batterie di razzi fatte partire per mezz’ora da un cortile condominiale di viale Colli Aminei, a Napoli, a pochi centimetri dai cassonetti della spazzatura, con evidente rischio di incendi. Il bilancio dei feriti dice pero’ che alla fine ha avuto la meglio la voglia di festeggiare senza inutili rischi, con il ricorso prevalente a fuochi legali.

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Calcio: il Bari condanna l’aggressione al direttore sportivo

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Il Bari “esprime vicinanza e solidarietà al ds Ciro Polito vittima nella serata di ieri di una vera e propria aggressione avvenuta, ad opera di ignoti, nel post gara di Cittadella-Bari”. Secondo quanto denunciato da Polito, un gruppo di tifosi baresi lo ha aggredito in un autogrill in provincia di Rovigo. “Il dirigente biancorosso, mentre si trovava in sosta in un autogrill sulla via di ritorno dalla città veneta – scrive il club di Luigi De Laurentiis – è stato raggiunto e aggredito, verbalmente e fisicamente, da un gruppo di ignoti che subito dopo si sono dileguati. Le autorità competenti intervenute hanno da subito avviato le procedure per l’individuazione dei soggetti responsabili”. “La società biancorossa – si legge ancora – condanna con forza quanto accaduto ad opera di ‘vigliacchi’ che nulla hanno a che vedere con il tifo barese e con lo sport. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, quando la ragione lascia spazio alla violenza abbiamo già perso tutti”.

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L’Italia: terra di santi, poeti, navigatori… e commercialisti

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L’Italia, patria di santi, poeti, navigatori e… commercialisti? Sembrerebbe proprio di sì, se guardiamo ai dati recentemente pubblicati dalla Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti. Nel loro rapporto annuale sull’albo della categoria professionale, emerge un trend in crescita che potrebbe far sorridere gli amanti delle espressioni stereotipate sul popolo italiano.

Nel corso del 2023, il numero di nuovi iscritti alla professione di commercialista ha registrato un significativo incremento, con ben 1.864 nuovi membri che hanno varcato la soglia dell’Albo. Ma non è tutto: sono state anche costituite 161 nuove Società tra professionisti, segno di un interesse sempre più vivo per questa professione.

Secondo i dati riportati, rispetto al 2007, anno cruciale che ha segnato la formazione dell’Albo unico tra dottori e ragionieri, il numero degli associati è aumentato del 12%, raggiungendo la considerevole quota di 120.424. Una crescita significativa, che testimonia l’importanza e la rilevanza che questa figura professionale continua a rivestire nell’ambito economico italiano.

Ma non è solo il numero degli iscritti a destare interesse. Anche la composizione della professione sta subendo delle trasformazioni. Secondo il rapporto, al 31 dicembre scorso le professioniste hanno raggiunto il 33,8%, mentre i giovani rappresentano il 14,7% della platea professionale. Un segno di cambiamento e di inclusione che caratterizza il tessuto dei commercialisti italiani.

Tuttavia, non mancano le sfide. Se da un lato si registra una crescita costante degli iscritti, dall’altro si osserva un rallentamento in alcune aree geografiche. Le regioni settentrionali e centrali, ad esempio, mostrano un tasso di crescita inferiore rispetto agli anni precedenti, mentre nelle regioni meridionali si assiste addirittura a un’inversione di tendenza.

Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, interpreta questi dati come una testimonianza della resilienza della professione di commercialista in un momento di crisi per molti altri settori professionali. La crescita costante e il recupero del reddito medio negli ultimi due anni dimostrano, secondo de Nuccio, la solidità e la dinamicità di questa figura professionale.

Insomma, se l’Italia è stata storicamente celebrata per i suoi santi, poeti e navigatori, sembra che ora i commercialisti abbiano conquistato un posto di rilievo nella narrazione del paese. Forse è proprio vero quello che si dice: in Italia c’è posto per tutti, anche per i numeri e le cifre.

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Scontro fra Vannacci e Paglia, consigliere di Crosetto

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Scontro a distanza fra Roberto Vannacci e il tenente colonnello Gianfranco Paglia , consigliere del ministro della Difesa Guido Crosetto, che a Zona Bianca, su Rete4, ha sostenuto che il generale, sospeso dal servizio e ora candidato con la Lega alle Europee, con il suo libro “ha macchiato l’uniforme, e noi militari non possiamo permettercelo”.

“Il mio dovere – ha aggiunto Paglia – è spiegare all’Italia tutta che il pensiero Vannacci non è il pensiero della Difesa”. “Io non ho visto la TV ma mi faccio una domanda – la replica di Vannacci su Facebook -: parlando in Uniforme esprimeva un suo parere personale o quello dell’Istituzione a cui appartiene? Perché io, per aver scritto un libro a titolo personale nel mio tempo libero, sono stato accusato e sospeso anche per aver suscitato l’associazione tra l’autore e le idee dallo stesso espresse all’Istituzione di appartenenza! Ma non mi preoccupo….si tratta di un fuoco di PAGLIA!”.

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