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Corona Virus

Parchi e mezzi, Milano al test della responsabilità

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Da domani anche a Milano iniziera’ un parziale ritorno alla normalita’, con il primo allentamento del lockdown e la parola d’ordine per i cittadini sara’ “responsabilita’”. Dalle passeggiate nei parchi all’utilizzo del trasporto pubblico, all’obbligo della mascherina, agli ingressi nelle librerie che potranno riaprire, tutti i cittadini sono chiamati a fare la loro parte per far funzionare la fase 2 e non far risalire i contagi. Alla vigilia della ripartenza e’ questo il messaggio che istituzioni e medici lanciano ai milanesi che da domani potranno godere di un po’ piu’ di liberta’ e tornare al lavoro, fare passeggiate, sport.

“Questa e’ una partita in cui il comportamento vale 90 e il controllo vale 10 – ha avvisato il sindaco, Giuseppe Sala -. Questa e’ la realta’ e chi vi dice una cosa diversa vi racconta balle”. Mentre il governatore lombardo, Attilio Fontana, ha sottolineato che “se ci comporteremo in maniera superficiale si rischia che il virus ricominci a camminare. Se ci comporteremo in modo corretto, il virus lo mettiamo in un angolo”. Il nodo piu’ delicato per Milano rimane quello del trasporto pubblico, la cui capienza sara’ ridotta al 25% della normale capacita’: se prima sulla metropolitana salivano 1,4 milioni di persone al giorno da domani la potranno utilizzare al massimo 350-400 mila persone.

Milano deserta

Domani Atm, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico, mettera’ in campo circa 300 persone addette a informare e controllare i flussi di passeggeri su mezzi di superficie e in metropolitana. Per le strade ci saranno invece 650 agenti della Polizia locale, alcuni di loro dedicati solo al controllo del trasporto pubblico. Mascherine e guanti saranno obbligatori e quando la capienza massima su bus, tram e metro’ sara’ raggiunta gli accessi verranno bloccati. Per questo chi dovra’ muoversi per andare al lavoro e’ invitato a farlo se potra’ con mezzi alternativi come la bici o gli scooter o anche a piedi. Il Comune ha invitato poi tutte le aziende private che possono farlo a favorire il lavoro da casa anche in questa fase. A Milano e in tutta la Lombardia potranno riaprire le librerie, dove i clienti dovranno trovare guanti monouso e gel disinfettanti, e il semaforo verde e’ arrivato anche per le attivita’ alberghiere.

Accessi ridotti per parchi e giardini che riapriranno i cancelli con tutte le misure precauzionali: dall’obbligo anche qui di mascherina, al divieto di assembramento e pic-nic, fino al rispetto della distanza di un metro dagli altri per chi cammina e di due metri per chi corre. Chi fa sport, ha chiarito la Regione Lombardia, dovra’ indossare la mascherina non durante ma prima e dopo l’attivita’, che e’ consentita singolarmente. Sulle panchine dei parchi ci si potra’ sedere a distanza e per il tempo necessario a riposare dopo una passeggiata o una corsa. In caso di sovraffollamento le forze dell’ordine potranno intervenire disperdendo le persone o chiudendo in modo temporaneo i parchi. In Lombardia via libera anche al raggiungimento delle seconde case, ma solo per ragioni di manutenzione. Per un po’ sara’ cosi’ la nuova normalita’ perche’ con il Covid dovremo conviverci e per questo serve “una cultura della responsabilita’ individuale, che diventa poi collettiva”, ha spiegato il primario di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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