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Cronache

Il premier Conte tra le macerie di Casamicciola: norme e risorse per sanare ferite terremoto a Ischia

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La prima tappa sull’isola di Ischia di Giuseppe Conte, premier e avvocato del popolo,  è stata la zona rossa di Casamicciola Terme. Località Maio. L’area colpita e distrutta il 21 agosto dell’anno passato da una scossa di terremoto, di quelle che ovunque non farebbero manco danni. In quel posto, lo stesso dove nel luglio del 1863 fece 2313 morti con una magnitudo 5,8,  un terremoto del 4 grado della scala Richter, ad una profondità di circa un chilometro, ha provocato due morti, 115 feriti e distrutto quasi duemila abitazioni e creato 2800 sfollati. Conte è stato accolto dai sindaci dei sei Comuni dell’isola (non solo dai primi cittadini di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio colpiti dal sisma) e dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Il primo ministro Conte arrivato con due settimane di ritardo rispetto al 21 agosto, ma aveva importanti impegni internazionali. Af Ischia c’è stato il vicepremier Luigi di Maio il 21 agosto a ribadire attenzione e risorse del Governo per un ritorno alla normalità sull’intera isola ferita dal sisma.

Conte prima di entrare nella zona rossa si è intrattenuto a lungo a parlare con un gruppo di residenti che gli hanno chiesto aiuto, interesse, un trattamento non di favore ma simile a quello riservato ad altre aree italiane colpite dal sisma. “Presidente siamo stati dimenticati, nessuno ci considera,  siamo stati ghettizzati e criminalizzati con la storia dell’abusivsmo edilizio che non c’entra nulla con questo terremoto. Ci aiuti”, ha spiegato una signora che si è fermato a parlare  col capo del governo per un paio di minuti. Poi Conte ha accettato la richiesta di entrare nella zona rossa con una delegazione di residenti che gli hanno potuto così spiegare le loro quotidiane sofferenze. Al termine della visita, il premier ha lasciato il gruppo di cittadini che lo avevano accompagnato con una promessa. “Ora sono veramente costretto a portare il decreto legge su Ischia la settimana prossima” ha detto un Conte che sembrava non avesse davvero ancora capito quanto accaduto a Ischia un anno fa. È evidente che aver visto con i suoi occhi la devastazione ha fatto tutt’altro effetto rispetto ai tanti racconti più o meno fedeli di chi ha testimoniato quanto successo a Casamicciola il 21 agosto dell’anno passato. La promessa di Conte è stata accolta dall’applauso della tanta gente che ora si aspetta che venga onorata come si fa con i debiti.

“Sono qui per chiudere il cerchio, per dare concretezza alla vostra speranza. La settimana prossima porterò io personalmente in Consiglio dei ministri un decreto per il terremoto di Ischia” ha ribadito Conte, ripetendo i contenuti delle norme già illustrate da Luigi di Maio nel corso della sua visita nei giorni scorsi.

“Adesso, questo pomeriggio, il Consiglio dei ministri approverà il ddl Anticorruzione”, ha affermato il premier rispondendo a chi gli chiedeva se ci fosse una sorveglianza nella gestione dei fondi per il sisma.

“Questa settimana c’è il ddl Anticorruzione, la settimana prossima un decreto sul sisma di Ischia, notate l’interconnessione”, ha spiegato Conte ai residenti.

Una signora non batte ciglio davanti a tante promesse. È anziana, ne ha viste e sentite tante di promesse dai politici. Le sue parole sono però illuminanti. Abbiamo aspettato un anno inutilmente, aspetteremo anche altri dieci giorni. Se il Presidente Conte fa quello che ha promesso, vuol dire che fa il suo dovere”. Amen.

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Cronache

La piccola orsa trovata in Molise ha completato lo svezzamento

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L’orsetta Nina, trovata a maggio da sola nei pressi di Pizzone (Isernia) è stata trasferita in un ambiente più simile alle condizioni naturali in cui dovrà vivere una volta libera. Lo ha reso noto il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con un post sui canali social. “Nina era stata trovata nei pressi di Pizzone (Isernia) all’inizio di maggio – si legge nel post – allevata con l’obiettivo di essere reintrodotta in natura non appena le condizioni lo permetteranno. Sabato scorso, i tecnici del Parco, biologi e veterinari, hanno provveduto a trasferire Nina in una nuova struttura.

L’orsetta ha completato con successo lo svezzamento, seguendo il protocollo sviluppato con il supporto di esperti internazionali, sia europei sia nordamericani. Ora può vivere in un ambiente più adatto alle sue esigenze attuali, molto più simile a ciò che incontrerà una volta tornata libera. Si tratta di un ampio recinto immerso nella natura, dove potrà continuare a crescere e prendere peso”. Nel post si ricorda anche che il nome dato all’orsetta “è stato selezionato dopo il concorso lanciato in occasione della seconda edizione della giornata dedicata all’orsa Amarena. Abbiamo deciso di accogliere la proposta degli studenti dell’Istituto Comprensivo “Gesuè” di San Felice a Cancello (Caserta), che hanno suggerito proprio il nome Nina”.

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Omicidio Giulia Tramontano, legali di Impagnatiello: nessun agguato, fu un errore dettato dal narcisismo

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Non un agguato pianificato, ma un delitto “maldestro”, frutto di “errori” e di una personalità narcisistica incapace di sopportare il crollo della propria immagine. È questa la linea della difesa di Alessandro Impagnatiello, l’ex barista dell’Armani Café condannato all’ergastolo per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, assassinata a Senago il 27 maggio 2023.

Mercoledì si apre il processo d’appello davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Milano. L’avvocata Giulia Geradini, che difende l’imputato, chiederà di riformare la sentenza di primo grado, sostenendo che l’omicidio non fu premeditato ma la conseguenza tragica di una relazione doppia che Impagnatiello “avrebbe voluto interrompere”, ma che non è riuscito a gestire, sopraffatto dalla necessità di preservare un’immagine pubblica costruita con cura.

Le richieste della difesa: escludere le aggravanti

La difesa punta a escludere le aggravanti della premeditazione e della crudeltà, non riconosciute dal gip Angela Laura Minerva già nella convalida del fermo, e chiederà il riconoscimento delle attenuanti generiche. Se accolte, queste richieste potrebbero ridurre la condanna a 30 anni.

Secondo l’avvocata, non ci sarebbe “alcuna prova” di un omicidio studiato nei dettagli: la dinamica sarebbe invece “grossolana e maldestra”, come dimostrerebbe il modo in cui Impagnatiello ha cercato di disfarsi del cadavere — bruciandolo con alcol e benzina — e di simulare la scomparsa della 29enne per quattro giorni, spostandone il corpo tra il box, la cantina e l’auto prima di abbandonarlo in un’intercapedine.

L’accusa: 37 coltellate e un corpo dato alle fiamme

La ricostruzione fatta dalla Corte in primo grado parla di 37 coltellate inferte tra le 19.05 e le 19.30 del 27 maggio. Un gesto di violenza estrema, seguito dal tentativo di cancellare ogni traccia, mentre il corpo della giovane, scopertasi poco prima tradita da una collega del compagno, veniva occultato per giorni.

A sostenere l’accusa in aula sarà la sostituta procuratrice generale Maria Pia Gualtieri, che si opporrà alla richiesta della difesa e chiederà la conferma dell’ergastolo.

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Attentati a commissariato e caserma CC per vendetta, un arresto

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Arrestato il presunto autore degli attentati incendiari avvenuti a febbraio scorso nelle sedi della compagnia carabinieri di Castel Gandolfo e del commissariato di polizia di Albano Laziale, vicino Roma. I carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati, del ROS, e gli agenti della Digos di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Velletri su richiesta della Procura, nei confronti di un 34enne di origine egiziana, regolare sul territorio nazionale e con precedenti di polizia. E’ accusato di strage politica, ovvero commessa allo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato. Il movente sarebbe legato a un rancore profondo e persistente nei confronti delle forze dell’ordine locali, maturato nell’ambito di vicende personali.

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