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25 anni dopo Diana, Tina Brown torna su reali Gb

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La lite “di proporzioni olimpiche” tra William e Harry prima ancora che entrasse in scena Meghan; Jeffrey Epstein che del principe Andrea diceva che era “un utile idiota”, buono soltanto ad attirare vip agli eventi; la sciarada nuziale di Carlo e Camilla e un matrimonio che all’ultimo rischio’ di saltare. E il futuro re dei britannici che, quando viaggia, porta con se’ il suo letto ortopedico, il sedile del water e uno speciale tipo di carta igienica extra soft: Kleenex Velvet. Per chi e’ interessato al gossip della Royal Family, questo e molto di piu’ emerge da “The Palace Papers”, l’ultima monumentale fatica di Tina Brown da oggi in libreria. Quindici anni dopo aver raccontato nel bestseller “Diana Chronicles” vita, morte e miracoli di Lady Diana, la ex direttrice a soli 25 anni di ‘Tatler’, poi ‘Vanity Fair’ e del ‘New Yorker’, e’ tornata in quasi 600 pagine sul ‘luogo del delitto’ per raccontare con estrema minuzia la saga dell’ultimo quarto di secolo del casato dei Windsor. Il tour de force di intrighi e’ uscito pochi giorni dopo il 96esimo compleanno della Regina e mentre l’inesorabile passare del tempo rende ineluttabile la fine dell’era di Elisabetta che quest’anno ha tagliato il traguardo dei 70 anni sul trono. Nell’anno del Giubileo di Platino le rivelazioni non risparmiano nessuno, tranne forse l’anziana sovrana per cui la Brown rivela un debole in quanto e’ “l’ultima persona rimasta nelle Isole Britanniche che sa come comportarsi”. Meghan, bersaglio designato secondo le anticipazioni dei tabloid, appare solo a pagina 400, e si scopre dunque che e’ stata Cressida Bonas, l’ex ragazza di Harry, che gli suggeri’ di cercare un analista, cosa che il principino fece rivolgendosi all’MI6. Dopo aver passato 10 anni nelle Forze Armate, il secondogenito di Carlo e Diana si era sentito messo da parte: la Corona affidava i compiti piu’ importanti al fratello maggiore e la tensione tra i due esplose quando nel 2015 William divenne il titolare della Tusk Trust, una charity a favore di elefanti e rinoceronti. Colpa di Diana, secondo la Brown: la principessa aveva cresciuto i figli come fossero due uguali, mentre William era destinato ad essere l’erede al trono e a Harry sarebbe spettato solo un ruolo cammeo. Tra i Cambridge e i Sussex, Lady Evans (cosi’ la Brown si chiama dal titolo del defunto marito, Harry Evans, che fu direttore del ‘Sunday Times’) preferisce decisamente William e Kate. La futura Regina e’ “una eroina alla Anthony Trollope” perfetta e instancabile nel ruolo nonostante le origini borghesi, mentre la cognata, una donna con ben piu’ alte ambizioni ma sempre sesta nell’ordine di chiamata del suo ultimo ruolo di attrice (come Harry – ama ricordare Tina – e’ sesto nella successione al trono), non ha capito in cosa si stava imbarcare sposando un membri della “Firm”. L’arrivo di Meghan, secondo la Brown, “cambio’ tutto” nella vita di Harry e i due “si ubriacarono in una fantasia condivisa di essere strumenti di una trasformazione globale che, una volta sposati, avrebbe operato nella stratosfera delle celebrita’”, la stessa una volta abitata da Diana, la rispettiva suocera e madre. (

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Processo Maradona, la testimonianza shock di Villarejo: “Sedato senza esami. Ricovero in terapia intensiva trasformato in caos”

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Nel quattordicesimo giorno del processo per la morte di Diego Armando Maradona, ha deposto il dottor Fernando Villarejo, responsabile della terapia intensiva della Clinica Olivos, dove il campione fu operato per un ematoma subdurale il 2 novembre 2020, appena 23 giorni prima della sua morte.

Villarejo, 67 anni, con oltre 40 anni di esperienza, ha dichiarato davanti ai giudici del Tribunale Penale Orale n. 3 di San Isidro che Maradona fu operato senza alcun esame preoperatorio, esclusivamente per volontà del suo medico di fiducia, il neurochirurgo Leopoldo Luque, nonostante non vi fosse, secondo i medici della clinica, alcuna urgenza immediata.

Trattamento per astinenza e decisione di sedazione

Tre giorni dopo l’intervento, Villarejo partecipò a un incontro con la famiglia e i medici curanti. Fu allora che Luque e la psichiatra Agustina Cosachov confermarono che l’obiettivo era trattare i sintomi di astinenza da sostanze e alcol.

«Maradona era ingestibile, difficile da trattare dal punto di vista comportamentale», ha riferito Villarejo, aggiungendo che Luque e Cosachov ordinarono di sedare il paziente, consapevoli dei rischi: depressione respiratoria, complicazioni infettive, cutanee e nutrizionali. La sedazione iniziò il 5 novembre e durò poco più di 24 ore, finché lo stesso Villarejo decise di ridurla, vista l’assenza di un piano preciso.

Il caos in terapia intensiva: “Potevano entrare con hamburger o medicine”

Il medico ha denunciato un clima caotico nel reparto: «Troppe persone in terapia intensiva, potevano portare hamburger o qualsiasi altra cosa. È stato vergognoso, scandaloso». Ha poi ammesso: «Mi dichiaro colpevole, ero una pedina su una scacchiera con un re e una regina», riferendosi al peso dell’ambiente vicino a Maradona.

Ricovero domiciliare e responsabilità

Villarejo ha raccontato che il ricovero presso la clinica non era più sostenibile. Fu deciso il trasferimento a casa, dove secondo l’ultima pagina della cartella clinica, fu la famiglia a chiedere l’assistenza domiciliare, sostenuta da Luque e Cosachov.

In aula ha testimoniato anche Nelsa Pérez, dipendente della società Medidom incaricata dell’assistenza a casa Maradona. Pérez ha ammesso che, secondo lei, in Argentina non esistono ricoveri domiciliari, ma che il termine viene usato per semplificazione. La testimone ha nominato Mariano Perroni come coordinatore dell’équipe, composta dagli infermieri Dahiana Madrid e Ricardo Almirón.

Tensione in aula: accuse di falsa testimonianza

Le affermazioni di Pérez hanno generato momenti di alta tensione in aula. Gli avvocati Fernando Burlando e Julio Rivas hanno chiesto la detenzione della testimone per falsa testimonianza, ma i giudici hanno rigettato la richiesta.

Nel corso del controinterrogatorio, Pérez ha confermato che non fu ordinato alcun monitoraggio dei parametri vitali, ma che veniva comunque effettuato dall’infermiera per scrupolo, a causa di precedenti episodi di tachicardia.

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Esercito libanese: smantellato il 90% delle strutture di Hezbollah nel sud Libano

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L’esercito libanese ha smantellato “oltre il 90 per cento” dell’infrastruttura militare del gruppo filo-iraniano Hezbollah nel Libano meridionale, vicino al confine con Israele, ha dichiarato un funzionario all’Afp. “Abbiamo completato lo smantellamento di oltre il 90 percento delle infrastrutture di Hezbollah a sud del fiume Litani”, ha dichiarato un funzionario della sicurezza, a condizione di mantenere l’anonimato. L’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah libanese prevede lo smantellamento delle infrastrutture di Hezbollah.

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Guterres ‘inorridito’ dagli attacchi in Darfur

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  Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, “è inorridito dalla situazione sempre più catastrofica nel Darfur settentrionale, mentre continuano gli attacchi mortali alla sua capitale, Al-Fashir”. Lo ha detto il portavoce del Palazzo di Vetro, Farhan Haq. La città nel Sudan occidentale è sotto assedio da parte delle Forze di Supporto Rapido paramilitari, guidate dal generale Mohamed Hamdan Daglo, che da due anni combattono contro l’esercito del generale Abdel Fattah al-Burhan. Il portavoce ha riferito che Guterres ha anche espresso preoccupazione per le segnalazioni di “molestie, intimidazioni e detenzione arbitraria di sfollati ai posti di blocco”. In questa situazione, l’entità dei bisogni è enorme, ha sottolineato Haq, citando le segnalazioni di “massacri” avvenuti negli ultimi giorni a Omdurman, nello stato di Khartoum.

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