Ferito alla schiena, mentre era in aula, con un’arma da taglio. E’ accaduto nel primo pomeriggio, in una scuola della provincia di Napoli, a Melito. Vittima un ragazzino di 13 anni, studente di terza media, che e’ stato soccorso e trasportato all’ospedale Santobono. Le sue condizioni non sarebbero gravi, anche se i medici non hanno sciolto la prognosi: tre i punti di sutura applicati. L’ipotesi piu’ probabile, anche se le indagini dei carabinieri sono in corso, e’ che a colpirlo sia stato un suo compagno di classe, al termine di un litigio. L’episodio e’ avvenuto nella tarda mattinata. Esprimendo “solidarieta’ all’ennesima vittima”, il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli allega ad un suo comunicato una foto, “scattata – afferma – da un alunno della classe”, che “mostra il ragazzino con una vistosa ferita al fianco che stringe le mani della professoressa, forse nel tentativo di reggersi in piedi. Poco dopo e’ sopraggiunta l’ambulanza che ha trasportato il bambino all’ospedale Santobono di Napoli in codice giallo. Al vaglio dei militari dell’Arma adesso la posizione del minorenne, ma anche dell’insegnante”, che non e’ chiaro se fosse in classe nel preciso momento del ferimento. “L’episodio – conclude il consigliere regionale – ha destato grande allarme sui social e in particolare sui gruppi WhatsApp delle mamme, molte delle quali preoccupate per i propri figli”. Presso lo stesso istituto scolastico di Melito, due mesi fa, si sarebbe verificato un altro episodio di cui si sono occupate le cronache: l’aggressione, nel bagno della scuola, di una bambina di 11 anni da parte di una coetanea, che l’avrebbe colpita alle spalle dicendo poi di avere sbagliato persona. Dunque, ancora minori protagonisti di violenza. Questa volta tocca alla provincia, Melito, ma a Napoli la storia non cambia. Anzi. “Oramai siamo davanti a una deriva inarrestabile”, denuncia Borrelli. “I nostri figli vengono cresciuti in ambienti criminali e violenti, in famiglie spesso distratte nella migliore delle ipotesi. Il risultato e’ che ogni giorno sembra di leggere un bollettino di guerra”. Minorenni accoltellati per un like ‘sbagliato’ sui social, risse sulla spiaggia a colpi di casco, raid con moto tra i vicoli. Episodi per cui il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, chiede pene severe: “un ragazzo di 16-17 anni sa cosa sia il bene e cosa sia il male. Se rischia la vita di un coetaneo per un cellulare devono intervenire i carabinieri e mandarlo in galera”. A Napoli e’ stato fermato un quindicenne (domani l’udienza di convalida) accusato di aver accoltellato, domenica scorsa, sullo scoglio di Marechiaro, due ragazzini di 16 e di 17 anni. E’ incensurato ma figlio di un elemento di spicco della criminalita’ organizzata. Sarebbe intervenuto per difendere un amico che avrebbe scatenato la rissa. Tutta ‘colpa’ di un like messo sui social ad un post di una ragazzina legata sentimentalmente ad uno dei due accoltellati. Uno ‘scontro’ on line che poi e’ diventato quanto mai reale: prima un incontro casuale, poi la lite e poi ancora la chiamata in soccorso del 15enne che e’ passato ai fatti ferendo o due ragazzini in maniera grave. Una giornata, quella di domenica, che ha visto anche una rissa a colpi di caschi sulla spiaggia di Posillipo, violenza pura, con un tentato annegamento, davanti a dei bambini. Terrore tra i piccoli ma non tra i grandi, almeno alcuni, che addirittura avrebbero incitato a colpire piu’ forte. Ed ancora. Centro storico di Napoli, stradine di Forcella. In due, a bordo di una moto, procedono a tutta velocita’, forse per una ‘stesa’. Travolgono una donna ma non si fermano affatto. Lasciano la moto a terra e procedono a piedi. Poi, pero’, ci ripensano. Tornano indietro, c’e’ chi prova a bloccarli per quello che hanno fatto alla donna di 41 anni, compagna di un ristoratore, ma scoppia una rissa. I centauri hanno la meglio, riprendono la moto e vanno via. Qualcuno, pero’, ora prova a dire basta. Sabato prossimo in via dei Tribunali l’appuntamento (ore 13) e’ proprio davanti al ristorante ‘Cala la pasta’, dove lavorava la donna rimasta ferita, per dire no alla camorra. E a dire di no, venerdi’ 20 maggio, saranno anche le mamme con un flashmob, “Salvate i nostri figli dalla violenza”, che si terra’ a piazza Amendola. Un cordone umano circondera’ la zona, che e’ stata scelta come simbolo per accendere i riflettori sull’incremento di casi di risse o aggressioni fra giovani nei loro luoghi di aggregazione, da Chiaia al Centro antico.