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Economia

Whirlpool, l’azienda conferma a Conte la chiusura, Accurso: “Delusi ma non ci fermiamo”

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Non ha sortito gli effetti sperati l’incontro in videoconferenza fra i delegati sindacali dello stabilimento Whirlpool di Napoli e il premier Giuseppe Conte, un tavolo di confronto in vista della imminente chiusura della fabbrica di via Argine, prevista per domani, sabato 31 ottobre. L’interruzione della produzione lascerà a casa, contando anche l’indotto, quasi mille lavoratori.

“Conte ci ha informato che ha già parlato col board americano e non c’è stato nulla da fare – informa il delegato Rsu-Uilm Vincenzo Accurso -; la volontà della multinazionale è di andare via. Siamo delusi dall’atteggiamento di questo Governo, che si è mostrato impotente e ha chiamato la Whirlpool solo per ascoltare e non per intimargli di rispettare accordi e leggi dello Stato”.

Vincenzo Accurso

Un epilogo drammatico per una vertenza che va avanti da quasi diciotto mesi. Era il 31 maggio 2019 quando la multinazionale americana degli elettrodomestici dichiarava a sorpresa di voler chiudere lo stabilimento napoletano, disattendendo l’accordo sottoscritto il 25 ottobre 2018 con l’allora ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. Il “Piano industriale Italia Whirlpool 2019-21” prevedeva il rilancio del sito di Napoli e confermava la missione produttiva di lavatrici a carica frontale di alta gamma.

“A Conte chiedevamo solo una cosa: il rispetto dell’accordo siglato nel 2018, è il principio di tutto – chiarisce Accurso -; una multinazionale che decide impunemente di non tener fede agli accordi presi col Governo italiano, rappresenta un precedente pericoloso per le altre vertenze in atto nel nostro Paese. Adesso anche i lavoratori con un posto sicuro si sentiranno precari, perché lo Stato italiano è incapace di difendere i nostri interessi davanti ad una multinazionale. Siamo molto delusi”. La chiusura getta nell’incertezza tanti lavoratori, una scelta ancora più drammatica se inserita nel contesto della crisi economica scaturita dal Covid-19. “Chiudere in questo momento storico è impensabile”, commenta Accurso con amarezza.

Whirlpool ha dichiarato di aver subito un drastico crollo nella domanda globale per il modello di lavatrici di alta gramma prodotto nel sito di Napoli, un fatto che avrebbe indotto il colosso statunitense a confermare il prossimo 31 ottobre come data di cessazione della produzione, garantendo soltanto la retribuzione dei lavoratori fino al 31 dicembre 2020. Secondo Accurso però, dietro questa motivazione si annidano altre ragioni. “L’azienda dichiara che il sito di Napoli ha una perdita di venti milioni all’anno – spiega il delegato sindacale -, ma da quando è iniziata la vertenza, questi numeri, nonostante le nostre richieste, non li ha mai portati al tavolo. La loro volontà è quella di delocalizzare fuori dal’Unione Europea, forse in India, dove produrre è più profittevole. Partono da Napoli per poi passare agli altri siti produttivi italiani”.

Sul tavolo c’è anche un’altra pista, quella della riconversione produttiva dello stabilimento. Un’ipotesi che non convince i sindacati, non solo perché in casi analoghi non ha quasi mai assicurato una prosecuzione dell’attività lavorativa durevole nel tempo, ma anche perché lascerebbe comunque senza lavoro i lavoratori dell’indotto. “La nostra lotta per mantenere la produzione delle lavatrici è l’unica via per salvaguardare anche l’indotto. Se fanno una riconversione, e da domani ci mettiamo a produrre un altro elettrodomestico, l’indotto l’hai bruciato comunque. Che cosa si mettono a fare quelli che producevano pezzi specifici per le lavatrici Whirlpool?”, spiega Accurso.

Le agitazioni dei lavoratori non si interromperanno nei prossimi giorni. Proprio in questi minuti, i delegati sindacali stanno tenendo un’assemblea in fabbrica per fare il punto della situazione. “Domani, giorno della chiusura dello stabilimento, non lasceremo la fabbrica; resteremo a presidiarla ad oltranza. La porta sarà aperta a chiunque vorrà venire a conoscerci e a sostenere la nostra causa. Il nostro – conclude Accurso – è un problema che riguarda tutto il Paese. Se anche le fabbriche d’eccellenza che fanno un prodotto di alta gamma vanno via, significa che l’industria in Italia non esiste più. La nostra lotta si fortifica e diventerà ancora più aspra. Non siamo disposti a perdere la nostra unica possibilità di sostentamento”.

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Economia

Bollette più chiare, in arrivo dal prossimo anno

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Basta con una sequela di numeri incomprensibili: dal prossimo anno infatti le bollette di luce e gas saranno più semplici da capire. Basterà un colpo d’occhio – spiega l’Arera, l’autorità per l’energia – per rendersi conto di prezzi e consumi. La nuova bolletta debutterà dal primo luglio del 2025, con un frontespizio uguale per tutti e con le principali informazioni generali. Poi uno ‘scontrino dell’energia’, per capire immediatamente consumi e prezzi, e un box offerta che ricorda le condizioni sottoscritte per verificarne l’applicazione.

E’ stata infatti approvata – a seguito di un lungo processo di consultazione con imprese, consumatori e stakeholder – e sottoposta all’analisi dell’impatto della regolazione (Air) la delibera che introduce una revisione organica delle informazioni indicate nella bolletta e della loro organizzazione, estendendola poi alla totalità dei clienti finali connessi in bassa tensione: domestici, condomini, piccole e medie imprese, box, cantine e magazzini. I venditori avranno 12 mesi di tempo per adeguare i propri sistemi all’invio della nuova bolletta. “Una riforma auspicata da tempo e da più parti, che evolve la struttura introdotta nel 2014 con la bolletta 2.0, allineando le informazioni per tutti e rendendole ancora più chiare e semplici, ma soprattutto dando rilevanza al ruolo dei consumatori, mettendoli in grado di verificare i consumi e le proprie scelte di efficienza energetica e di comparare agilmente il proprio profilo con le proposte del mercato”, commenta il presidente di Arera Stefano Besseghini.

Plaudono i consumatori: “Ringraziamo Arera per aver accolto la nostra richiesta e concluso l’iter per rendere le bollette dell’energia più comprensibili agli utenti, specie sul fronte del costo al KWh della luce e al metro cubo per il gas”, afferma Consumerismo No Profit. “In una fase in cui i prezzi dell’energia continuano a essere altissimi e fuori controllo, giudichiamo positivamente la notizia che Arera ha ufficializzato oggi sul debutto della nuova bolletta”, commenta l’Adoc. In dettaglio la nuova bolletta sarà composta da un frontespizio unificato, che corrisponde alla prima facciata della bolletta in cui i venditori sono tenuti a riportare l’importo da pagare e tutte le informazioni essenziali sul cliente sul tipo di servizio in cui è rifornito, sul contratto di fornitura, su fatturazione e pagamenti, etc. Poi un scontrino dell’energia, che riporterà la formazione del costo complessivo dell’energia in relazione ai volumi consumati secondo la struttura quantità x prezzo, suddiviso in “quota consumi” e “quota fissa”, più la “quota potenza” per l’energia elettrica, e ulteriormente dettagliato per voci di spesa (vendita e ‘rete e oneri’). In questa sezione saranno riportate separatamente anche l’Iva e le accise, eventuali bonus, altre partite (interessi di mora, prodotti e/o servizi aggiuntivi etc.) e il canone Rai.

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Ambiente

Caldo e allerta siccità, primo weekend di esodo estivo

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L’ultimo weekend di luglio si preannuncia tra i più caldi dell’anno, con il termometro che toccherà picchi di 40 gradi e milioni di italiani in viaggio verso le mete di villeggiatura. Per questo l’Anas ha deciso di sospendere il 70% dei cantieri fino al prossimo 3 settembre. Ma il ritorno di Caronte sulla Penisola rischia inoltre di aggravare l’emergenza idrica, soprattutto al centro-Sud, con la Calabria che ha dichiarato lo stato di emergenza e la Sicilia che deve affidarsi ad una nave cisterna della Marina Militare per mitigare la crisi. La Coldiretti intanto lancia l'”allerta rossa” per coltivazioni e animali e prepara una mobilitazione davanti alla regione Sicilia.

Da domani, dunque, partirà il tradizionale esodo estivo, con il bollino rosso ad accompagnare gli spostamenti sulle strade già dalla mattinata di sabato e per l’intera giornata di domenica. Anas ha potenziato il personale impegnato sulle strade disponendo la sospensione di 906 cantieri lungo tutta la rete. Gli itinerari maggiormente attenzionati sono, in direzione sud, le direttrici verso le località di villeggiatura, in particolare lungo le dorsali adriatica, tirrenica e jonica e lungo i valichi di confine in direzione di Francia, Slovenia e Croazia, e in uscita dai centri urbani. “Siamo impegnati – ha spiegato l’ad di Anas Aldo Isi – a garantire una circolazione fluida e scorrevole a tutti gli utenti nonostante i grandi flussi di traffico. È operativo, come previsto dal nostro piano esodo, il presidio delle squadre Anas h24 per monitorare la rete stradale e intervenire subito in caso di emergenza”.

Atteso un grande afflusso anche nelle strutture ricettive, con Assoturismo che conta la prenotazione di 8 camere su 10, per un totale di oltre 6,4 milioni di pernottamenti attesi tra oggi e domenica. L’afa e il caldo, inoltre, hanno spinto le prenotazioni nelle località di lago e montagna, con un aumento in questo fine settimana rispettivamente al 92% e all’82% delle camere disponibili. Le città d’arte, invece, si fermano al 75%. In assoluto il tasso di saturazione più elevato è stato rilevato per il Nord mentre leggermente al di sotto dei valori medi si collocano le regioni del Centro Italia. Infine, un valore leggermente inferiore alla media nazionale è stato rilevato per le regioni del Sud e Isole. L’aeroporto di Fiumicino, intanto, fa registrare il record di passeggeri in un giorno, primato registrato lo scorso 14 luglio con 176 mila presenze tra arrivi e partenze. Ma non solo: a luglio la media giornaliera è stata di 160 mila presenze quotidiane ed è stata superata la soglia di oltre 1.000 movimenti di aerei al giorno.

Turismo e ferie estive a parte, l’Italia si trova a fare i conti anche con l’emergenza siccità, che sta interessando in particolare le regioni del centro-Sud Italia. Il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, ha emesso lo stato di emergenza regionale, in particolare per la situazione nel Crotonese e nel Reggino. Nel pomeriggio a Licata, in Sicilia, è arrivata la nave cisterna della Marina Militare con 1.200 metri cubi per mitigare l’emergenza idrica nell’area di Gela e dell’Agrigentino. Ieri l’Anbi ha lanciato l’allarme, annunciando che tra tre settimane non ci sarà più acqua per l’agricoltura nel Sud. “La situazione è tragica – ha commentato oggi il deputato dei Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli – La situazione è tragica, Giorgia Meloni deve convocare immediatamente il Consiglio dei ministri per dichiarare lo stato di crisi climatica”.

La Conferenza Stato-Regioni, inoltre, ha dato il via libera al riconoscimento per tutta la Sicilia delle “condizioni di forza maggiore e circostanze eccezionali” che consentirà alle imprese agricole e zootecniche che operano su tutto il territorio siciliano di usufruire di particolari deroghe e aiuti. Ad evidenziare lo stato di crisi è anche la Coldiretti che evidenzia l’ormai grave stato in cui versano non solo le coltivazioni ma anche gli animali “rimasti senza cibo e acqua”.

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Ambiente

Terna, più investimenti per gestire rinnovabili

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Terna accelera sugli investimenti per rendere più sicura e resistente la rete che deve gestire anche la forte crescita delle fonti rinnovabili nel nostro paese. Il gruppo nel semestre ha investito oltre un miliardo di euro (+25%) con l’obiettivo per il 2024 di arrivare a quota 2,6 miliardi. Le opere del piano 2024-2028, come ha spiegato nella nota di accompagnamento ai conti semestrali l’ad Giuseppina Di Foggia, per oltre “l’80% sono state già autorizzato e circa il 75% è coperto da contratti di acquisto già stipulati”.

Si tratta di investimenti, sottolinea il gruppo “a beneficio della transizione energetica e della migliore adeguatezza del sistema elettrico nazionale a fronte della crescita della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili nel mix energetico nazionale.

Come comunicato la scorsa settimana dallo stesso gruppo, nei primi sei mesi del 2024 la produzione da fonti rinnovabili ha infatti superato per la prima volta quella da fonti fossili. Fra le opere in corso il Tyrrhenian Link, il collegamento elettrico sottomarino fra Campania, Sicilia e Sardegna, quelli per l’Adriatic Link, l’elettrodotto sottomarino fra Abruzzo e Marche la rete per i Giochi Olimpici e Paralimpici “Milano-Cortina 2026” e altre apparecchiature quali reattori, compensatori sincroni e resistori stabilizzanti, a beneficio della sicurezza della rete.

Nel frattempo il gruppo ha messo a segno nel secondo trimestre un utile netto di gruppo in rialzo del 31% a 276,6 milioni di euro contro i 211,2 milioni nello stesso periodo del 2023. Nel semestre l’utile è stato pari a 544,8 milioni (+32,4%). I ricavi del trimestre sono cresciuti del 16% a 896,3 milioni di euro (772,8 milioni nello stesso periodo del 2023. Numeri che consentono all’ad di confermare gli obiettivi per l’intero anno stabiliti dal piano industriale di ricavi per 3,55 miliardi di euro, un Ebitda (margine operativo lordo) pari a 2,42 miliardi di euro e un Eps pari a 0,49 euro.

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