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Ambiente

Vigili del fuoco mettono a repentaglio le loro vite per salvare animali da morte sicura

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Sono sempre in prima linea in casi di terremoti, alluvioni, disastri naturali o causati dall’uomo. Salvano vite umane, mettono in sicurezza anche i nostri beni privati e pubblici. Sono i vigili del fuoco, spesso custodi della nostra vita, salvatori. Ebbene non fanno questo lavoro solo per noi. Il loro compito va oltre. Ovunque c’è una vita, un cuore che batte, un essere vivente da salvare, loro arrivano e lo fanno, mettendo a rischio la loro incolumità per salvare vite. In questo video che vi mostriamo c’è il lavoro svolto negli ultimi cinque mesi dai vigili del fuoco in Italia nel salvare animali. Si va dal cane recuperato sul tetto a Firenze, al cavallo  caduto in una vasca piena di acqua e fango. C’è la tartaruga

impigliata tra i rami di un tronco galleggiante nel mare di Ancona al riccio finito in un corso d’acqua a Robechetto, nel Milanese. Ci sono le rondini incastrate in una persiana di legno sempre a Firenze ai pony salvati da una alluvione, al capriolo rimasto incastrato tra le sbarre di ferro di una cancellata. La bellezza delle immagini è nel lavoro di questi uomini che spesso mettono a repentaglio anche la loro vita per salvare vite dei nostri amici animali.

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Ambiente

La Gaiola resta a numero chiuso: il Tar boccia il ricorso, tutela ambientale prioritaria

Il Tar respinge il ricorso contro il numero chiuso alla Gaiola: tutela ambientale prevale. Il Centro Studi Gaiola esulta. Intanto, a Posillipo scoppia il caso concessioni

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La Gaiola non si tocca. L’area marina protetta di Posillipo continuerà ad essere accessibile solo su prenotazione e a numero chiuso, come stabilito dalla gestione del Centro Studi Interdisciplinari Gaiola Onlus, guidato da Maurizio Simeone. Lo ha deciso il Tar della Campania, respingendo il ricorso promosso da alcune associazioni, in particolare Mare Libero, che chiedevano l’accesso libero e illimitato alla piccola baia partenopea.

I giudici danno ragione al sistema di contingentamento

La settima sezione del Tar, presieduta da Maria Laura Maddalena, ha stabilito che il contingentamento degli accessi non lede il diritto al mare libero. Anzi, rappresenta un «delicato e ben adeguato bilanciamento tra diritti costituzionali e tutela del patrimonio collettivo». In particolare, la sentenza sottolinea la specificità della Gaiola come area marina protetta, un luogo in cui la pressione antropica rischia di danneggiare in modo irreversibile ecosistemi, paesaggio e beni culturali.

I giudici chiariscono che «un accesso indiscriminato e senza limitazioni» comprometterebbe la vivibilità e la sicurezza dell’area, con effetti negativi anche sulla fruizione futura del sito. Da qui il via libera alla linea seguita dal CSI, che ha sempre promosso un modello di fruizione sostenibile e regolata.

Simeone: “Una vittoria per tutta Napoli”

Grande soddisfazione da parte di Maurizio Simeone, direttore del Parco Sommerso della Gaiola: «Questa sentenza è una vittoria per tutta la città. Dopo anni di lavoro per recuperare e proteggere questo luogo unico, oggi possiamo proseguire con maggiore serenità il nostro impegno di tutela, garantendo accessi ordinati, sicuri e rispettosi dell’ambiente».

La decisione del Tar rafforza il modello della Gaiola come laboratorio virtuoso per una gestione intelligente del patrimonio naturale, dimostrando che la difesa del mare passa anche attraverso il limite.

Posillipo e le spiagge: la battaglia si sposta sulla costa

La sentenza sulla Gaiola arriva nel pieno di un’estate caldissima, non solo per le temperature. Anche il tema delle spiagge pubbliche e delle concessioni è tornato prepotentemente al centro del dibattito, specie alla luce della direttiva Bolkestein.

Sempre il Tar, infatti, ha accolto il ricorso del ristorante Palazzo Petrucci per la gestione di un tratto di costa a Posillipo, annullando la proroga automatica concessa all’ex Bagno Elena. L’Autorità Portuale è ora obbligata a indire una gara pubblica per l’assegnazione di quella porzione di litorale. Una decisione che potrebbe fare da precedente giuridico importante in vista della riorganizzazione del demanio marittimo.

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Ambiente

Raffaella Giugni, la “Miss Wolf” del mare: la battaglia quotidiana di Marevivo per salvare l’ecosistema marino

Raffaella Giugni racconta al Corriere la storia e le sfide di Marevivo, la fondazione che difende i mari italiani da inquinamento e abusi ambientali.

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Da un barcone sul Tevere, circondata da un team di giovani – in gran parte donne – Raffaella Giugni (foto Imagoeconomica), 54 anni, combatte ogni giorno una guerra silenziosa per il mare. È il segretario generale di Marevivo, fondazione ambientalista fondata da sua madre Rosalba Giugni nel 1985. Una missione ereditata, diventata causa di vita, che la trasforma nella versione positiva e al femminile di Mr. Wolf, il problem solver di Tarantino: una “Miss Wolf” del Mediterraneo che si confessa al Corriere della Sera.

L’eredità di una madre visionaria

Tutto cominciò tra Napoli e la Costiera amalfitana, dove Rosalba – affascinata dal mare ma preoccupata per le prime tracce d’inquinamento – decise di agire. «La chiamavano la casalinga del mare», racconta oggi Raffaella, «ma non si fermò. Si è battuta per la Posidonia oceanica, per vietare le reti spadare, per fermare la pesca dei datteri di mare e delle oloturie». Una pioniera ambientale che ha aperto la strada a un movimento oggi attivo in tutta Italia.

Le leggi ci sono, ma mancano i decreti

Tra le battaglie vinte, la legge Salvamare, che permette ai pescatori di portare a terra la plastica raccolta in mare. Ma il provvedimento è rimasto inapplicato per mancanza dei decreti attuativi. «Potremmo rimuovere 6 mila tonnellate di rifiuti. Invece, ancora oggi, molte plastiche vengono ributtate in acqua», denuncia Giugni.

I danni del surriscaldamento e dell’inquinamento invisibile

Il mare è un ecosistema fragile ma fondamentale: produce il 50% dell’ossigeno e assorbe il 30% dell’anidride carbonica. Ma l’acidificazione, la perdita delle barriere coralline, l’inquinamento da microplastiche – ormai trovate nel sangue, nel cervello e nella placenta umana – mostrano un disastro che è già cominciato. «Sembrano parole astratte», dice Giugni, «ma hanno conseguenze reali sulla nostra vita».

Educazione, comunicazione, aree protette: la sfida resta aperta

Solo il 5% della costa italiana è oggi protetto, contro il 30% previsto dalla direttiva europea. Marevivo lavora alla tutela e al restauro delle barriere coralline in aree come Ustica, Punta Campanella e Tavolara. «Sotto il mare non si vede. È un mondo sconosciuto, più di Marte», ricorda Giugni. Ed è per questo che educazione e consapevolezza restano le prime armi.

Una lotta lunga 40 anni, che non si ferma

Marevivo, finanziata solo da donazioni, aziende e bandi europei, continua a combattere con centinaia di volontari e una rete capillare sul territorio. Tanti successi, molte sconfitte, ma una certezza: «Marevivo non molla».

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Ambiente

Mytilus Fest 2025 celebra la cozza di Bacoli, simbolo di gusto, storia e sostenibilità

La cozza di Bacoli protagonista del Mytilus Fest 2025: due giorni tra degustazioni, cultura e ambiente per riscoprire una tradizione millenaria e a basso impatto ambientale.

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Radici profonde, eleganza naturale e gusto autentico. La cozza di Bacoli, simbolo dell’antica mitilicoltura flegrea, torna protagonista con la seconda edizione del Mytilus Fest, in programma il 12 e 13 luglio 2025, un evento che unisce cultura, enogastronomia, storia e sostenibilità ambientale.

Un viaggio tra le onde di Capo Miseno e i fondali della Baia sommersa, dove la mitilicoltura è molto più di una pratica produttiva: è un’eredità culturale che affonda le sue origini nell’VIII secolo a.C.. Testimonianze numismatiche di Cuma raffigurano già allora il mitile come simbolo economico e identitario, mentre nel Settecento, con Ferdinando IV di Borbone e Carlo Vanvitelli, nasce la moderna mitilicoltura attorno al lago Fusaro, con la splendida Casina Vanvitelliana.

Due giorni di festa tra sapori, scienza e racconto del territorio

Il Mytilus Fest, promosso dal Comune di Bacoli con l’Associazione Culturale MSP guidata da Bruna Manfredonia, è dedicato alla memoria di Tony Scotto, visionario precursore della valorizzazione culturale della cozza flegrea. L’edizione 2025 è stata presentata nel suggestivo scenario del Tempio di Diana a Baia, e si concluderà nel porto della frazione flegrea.

Degustazioni, laboratori, visite guidate, racconti scientifici e storici: un programma ricco per celebrare un prodotto che rappresenta gusto, identità e rispetto per l’ambiente.

Una perla del mare a impatto quasi zero

Come spiega il biologo Francesco Scamardella, le cozze flegree vengono allevate in mare aperto con il sistema delle longline, senza mangimi né antibiotici, in un ciclo di 14 mesi. Il risultato è un mitile con alto contenuto di ferro, salinità marcata e ottimo rapporto carne/guscio.
La cozza di Bacoli è tra gli alimenti più sostenibili al mondo: la sua impronta idrica è pari a zero, e un chilo di prodotto genera meno di 0,25 kg di CO₂, contro i 20 kg della carne bovina. I gusci stessi contribuiscono a sottrarre carbonio all’ambiente, migliorando la qualità dell’acqua.

Cucina d’autore: tradizione e creatività flegrea

Il momento ideale per gustarle? L’estate, da fine maggio ad agosto, quando le cozze raggiungono la loro massima pienezza. E al Mytilus Fest, la creatività degli chef le celebra in ogni forma:

  • Maritozzo con cozze di Capo Miseno – Riccio Restaurant

  • Montanara al vapore con cozze e zucchine alla scapece – Hostaria Bugiarda

  • Zuppetta fredda in tacos – Home Piccola Osteria Alternativa

  • Spaghettino freddo con cozze – Origini

  • Tiramisù salato con crumble al basilico – Armonì Restaurant

Il tutto accompagnato dai vini DOC dei Campi Flegrei, in un perfetto connubio tra territorio e sapore.

Bacoli verso la Capitale Italiana della Cultura 2028

«La cozza è parte della nostra identità e della nostra economia – ha dichiarato il sindaco Josi Gerardo Della Ragione –. Il Mytilus Fest non è solo un evento gastronomico, ma un tassello strategico nella candidatura di Bacoli a Capitale Italiana della Cultura 2028».

Un prodotto semplice, antico e sostenibile che diventa ambasciatore di un’intera comunità. La cozza di Bacoli non è solo buona: è un esempio virtuoso di come il mare, la storia e l’innovazione possano convivere in armonia.

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