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Lavoro

Via libera del Governo all’assunzione di 7975 tra carabinieri, poliziotti, finanzieri, secondini e vigili del fuoco

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C’è già il primo via libera all’assunzione di 7.975 tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e vigili del fuoco. La ministra della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, in queste ore ha appena sottoscritto il provvedimento autorizza le Amministrazioni del comparto sicurezza ad assumere circa 8mila unità di personale. Il decreto ora passa alla controfirma, che spetta al Mef. Dopo di che va prevista la copertura finanziaria, quindi si procederà ai concorsi per le assunzioni. Nel dettaglio, 2.816 sono le assunzioni che farà il Comando generale dell’arma dei carabinieri, 2.091 posti sono a favore della polizia di Stato, altri 1.340 vanno alla penitenziaria, 1.116 alla Guardia di finanza, mentre i restanti 612 sono riservati ai vigili del fuoco.

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Lavoro

Occupati al massimo storico, 352mila in più in un anno

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Gli occupati ritoccano il record storico e a febbraio con 10mila unità raggiungono la cifra di 23 milioni 313mila unità, il dato più alto dal 2004 dall’inizio delle serie storiche Istat. A crescere anche il tasso di occupazione, di 0,1 punti, che si è attestato sul 60,8%, sempre sui massimi, mentre il tasso di disoccupazione è rimasto stabile rispetto a gennaio all’8% e si è ridotto di mezzo punto rispetto a febbraio 2022. Gli occupati, rispetto all’anno precedente sono aumentati su base tendenziale soprattutto grazie al lavoro a tempo indeterminato (515mila unità in più) mentre frena l’occupazione a termine (-143mila) e quella indipendente (-20mila). Rispetto a gennaio è aumentata l’occupazione maschile (+54mila) mentre è diminuita quella femminile (-44mila) ma a livello annuale sono cresciute entrambe (+221mila i maschi, +131mila le femmine).

La tensione nel mercato del lavoro preoccupa le imprese per le difficoltà soprattutto in alcuni settori di trovare il personale necessario. La Confesercenti ha lanciato un allarme per il turismo sottolineando che tra Pasqua e la primavera mancheranno ai pubblici esercizi circa 50mila lavoratori. La concorrenza tra le imprese sul personale fa sì che si riduca il lavoro precario e si stabilizzino i contratti ma soprattutto che si riduca la disoccupazione giovanile.

Il tasso è sceso al 22,4%, 2,1 punti in meno rispetto a febbraio 2022 e 6,4 punti in meno rispetto a febbraio 2020, all’inizio della pandemia. Il mercato del lavoro però, continua a invecchiare e sono ormai 9 milioni 237mila gli over 50 occupati, 360mila in più rispetto a febbraio 2022 e quasi il doppio rispetto a gennaio 2004 (oltre 4,45 milioni in più rispetto ai 4,78 milioni dell’inizio delle serie storiche). Il dato è legato all’andamento demografico e all’introduzione di norme più restrittive sul pensionamento. Nella fascia tra i 35 e i 49 anni lavorano 8 milioni 741mila persone, 933mila in meno dell’inizio del 2004 ma è la fascia tra i 25 e i 34 anni che ha subito un vero e proprio tracollo negli anni con 4 milioni 157mila persone al lavoro, 1,85 milioni in meno rispetto all’inizio del 2004.

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Lavoro

Il 2023 parte bene, creati 100mila posti in due mesi 

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 Il lavoro torna a crescere, ed è stabile. E cresce tanto anche l’occupazione femminile, pur restando più precaria di quella maschile. Nei primi due mesi del 2023, infatti, si è registrato un saldo positivo tra attivazioni e cessazioni di oltre 100mila posti. Si tratta di un aumento superiore al doppio di quello del bimestre precedente, e maggiore di circa un terzo rispetto agli stessi mesi del 2019, prima della pandemia. Soddisfatta la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha parlato di “un’ottima notizia che ci spinge a far sempre meglio”. Mentre la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, ha sottolineato come questi dati rappresentino un “segnale di fiducia per la nostra economia, anche se molto resta da fare”. Perchè “da diversi settori – ha spiegato – intercettiamo una carenza di manodopera”. Dunque, nei primi due mesi dell’anno – si legge nell’indagine di Bankitalia, Anpal e ministero del Lavoro – sono stati attivati nel complesso nel settore privato non agricolo oltre un milione di nuovi posti, con un saldo positivo rispetto alle cessazioni di 106mila unità. Quasi la metà del saldo positivo del primo bimestre arriva dai servizi (52mila posti, 22mila dei quali solo dal turismo), mentre il commercio registra 18mila posti in più, l’industria in senso stretto 23mila e le costruzioni 13mila. Il saldo positivo ha riguardato solo il tempo indeterminato (+107mila unità), mentre l’apprendistato è arretrato e il saldo per i contratti a termine è stato positivo per sole 6mila unità. Dopo essere state più penalizzate rispetto agli uomini durante la crisi pandemica, dalla fine del 2021 l’occupazione femminile è cresciuta fino a raggiungere livelli storicamente elevati.

A questa dinamica – si legge nell’indagine – ha contribuito l’alta incidenza nel biennio 2021-22 della domanda di lavoro nei settori del commercio, del turismo e dei servizi alla persona, dove la quota di donne impiegate è maggiore. Negli ultimi due anni le donne hanno però occupato solo un terzo dei posti a tempo indeterminato, confermando la tendenza all’occupazione di posti più precari. Nei primi due mesi il saldo dei contratti per le donne è di 55mila unità a fronte dei 51mila per gli uomini. Il saldo positivo ha riguardato per 82mila unità il Centro Nord e per 24mila unità il Sud e le Isole. Nel 2022, secondo la ricerca, il numero di disoccupati misurato dalle dichiarazioni di immediata disponibilità, si è ridotto di 80mila unità, meno rispetto al calo del 2021 (-300mila) che però ha visto una veloce ripresa economica dopo la parte più difficile della pandemia. “Sono stati creati in questi mesi più posti di lavoro in Italia – ha detto il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso – che in Francia e in Germania. Anche questi dati ci confermano che il nostro sistema produttivo è più resiliente, più capace di adattarsi e quindi di reagire alle grandi crisi che abbiamo subito, in Italia più che altrove”. La Cgil commenta la ricerca parlando di qualche luce ma di “molte ombre” ancora a partire dal consolidamento delle differenze territoriali.

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Cronache

Manager napoletano perse il lavoro, ora a Milano lo trova agli altri

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Nel 2008 perde il lavoro di Account manager di un’importante azienda e da lì a pochi mesi nasce la sua seconda figlia e perde il lavoro anche la moglie. Ma Gennaro Izzo, napoletano di origine e residente a Milano, non si perde d’animo e inizia a lavorare come magazziniere e cameriere. Fino al 2016, quando insieme al Centro Siloe, fonda la cooperativa ‘Tutto è per grazia’, con lo scopo di inserire nuovamente le persone nel mondo del lavoro: da giugno 2022 a febbraio 2023 su 100 persone che hanno chiesto aiuto alla cooperativa, 70 sono state ricollocate e tra questi ci sono anche due clochard.

“Noi siamo provvidenza per il prossimo e questo avviene dentro un processo gratuito e non sottostando alle logiche dello scambio e del clientelismo”, commenta Izzo che cita come punto di svolta anche l’incontro con don Walter Magnoni della Curia di Milano. “Mi portò in Caritas – racconta – e da quel giorno cambiò il mio sguardo sulla vita e sul lavoro”. Oggi la cooperativa “è un’oasi dove rinfrescarsi” e “chi passa da noi inizia a lavorare”.

Ma è anche “un luogo che assicura tranquillità psicologica ed economica. La nostra mission – spiega – è dare il lavoro giusto alla persona giusta, attraverso una mansione adatta, in linea con le attitudini del richiedente. Di solito chi è rimasto a terra accetta qualunque lavoro, noi abbiamo ribaltato il modello”.

La Cooperativa si occupa di facchinaggio, pulizie, sgomberi, attività di multi servizi che rientrano nel contratto nazionale e ha iniziato ad occuparsi anche di ristrutturazioni edili, di restauri di quadri antichi, affreschi e palazzine liberty. Tra i servizi offerti c’è anche quello dedicato al segretariato da remoto, creato per aiutare ragazze madri che avrebbero difficoltà ad andare in ufficio. “Ho incontrato Gennaro perché all’epoca ero responsabile della pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Milano. Tutte le questioni collegate al lavoro passavano dal mio ufficio e lui – dice don Magnoni – è stato uno di quelli che si è presentato ponendomi da un lato una situazione che si era andata a complicare, ma dall’altro l’idea di creare qualcosa che permettesse di lavorare a lui ma anche di dar lavoro ad altri. L’intuizione mi era sembrata promettente ma chiedeva di essere accompagnata. Mi fa piacere vedere che questa cosa inizia ad avere una sua sostenibilità” .

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