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Venezia 82, i pronostici della vigilia: incognite e favoriti per il Leone d’Oro

Venezia 82 entra nel vivo: tra i favoriti per il Leone d’Oro spiccano “The Voice of Hind Rajab” di Kaouther Ben Hania, Bigelow, Del Toro e Park Chan-wook. L’Italia ci prova con Sorrentino, Marcello e Rosi.

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L’edizione 82 della Mostra di Venezia si conferma di livello medio-alto, con tanti film in grado di entrare nel palmares. Tra i più accreditati c’è “The Voice of Hind Rajab” di Kaouther Ben Hania, che porta sul grande schermo la storia della bambina di Gaza e mette d’accordo pubblico e critica. La regista tunisina è considerata quasi certa di un premio, ma il Leone d’Oro resta un’incognita.

Accanto a lei, i pronostici premiano “A House of Dynamite” di Kathryn Bigelow, potente evocazione della guerra atomica; il nuovo “Frankenstein” di Guillermo Del Toro per Netflix; “No Other Choice” del coreano Park Chan-wook, satira feroce sul mondo del lavoro; “À pied d’œuvre” di Valerie Donzelli, sulla precarietà esistenziale; e “Father Mother Sister Brother” di Jim Jarmusch, ritratto amaro di una famiglia senz’anima.

Le carte italiane

Per l’Italia la corsa non è semplice: la giuria guidata da Alexander Payne non include rappresentanti italiani. Tuttavia, ci sono possibilità per “La Grazia” di Paolo Sorrentino, un film di amore e dubbio che potrebbe regalare a Toni Servillo la prima Coppa Volpi. Buone chance anche per “Duse” di Pietro Marcello, con Valeria Bruni Tedeschi favorita tra le attrici, e per “Sotto le nuvole” di Gianfranco Rosi, tra i titoli italiani più apprezzati all’estero.

Attori e attrici in corsa

Nella categoria maschile spiccano Jude Law, trasformato in Putin ne “Il mago del Cremlino”; Jesse Plemons in “Bugonia” di Yorgos Lanthimos, insieme alla possibile candidatura di Emma Stone; e Benjamin Voisin, straordinario Meursault nello “Straniero” di François Ozon.

Per le attrici, oltre a Bruni Tedeschi, si segnalano Amanda Seyfried come mistica canterina settecentesca in “The Testament of Ann Lee” e Xin Zhilei, eroina tragica in “The Sun Rises On Us All” di Cai Shangjun.

Outsider e sorprese

Grande attesa anche per “L’etranger” di Ozon, girato in bianco e nero, che potrebbe convincere la giuria grazie alla forza del testo di Albert Camus e a una fotografia di grande impatto. Curiosità attorno a “Bugonia”, commedia sci-fi che ha diviso la critica ma affascinato il pubblico con la sua follia narrativa e i suoi protagonisti nerd pronti a rapire un Ceo convinti che sia un’aliena.

Il Leone d’Oro, insomma, resta incerto. Ma l’edizione 2025 della Mostra promette un palmarès che lascerà il segno.

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Claudio Bisio racconta i suoi inizi difficili e i 40 anni di Comedians

Claudio Bisio si racconta in una intervista al Corriere della Sera: dagli inizi difficili e la paura di abbandonare, al successo con Comedians, fino al suo rapporto con la comicità e il cinema italiano.

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Claudio Bisio ha raccontato in una intervista al Corriere della Sera i suoi primi anni di carriera, segnati da momenti difficili. Dopo aver rinunciato a una tournée con Dario Fo per un film che non si realizzò, si trovò senza lavoro e senza prospettive, costretto a fare il cameriere e l’agente di viaggi. «Ero disperato al punto da voler abbandonare» ha spiegato. La svolta arrivò con Rapput, canzone scritta insieme a Rocco Tanica, e con Guglielma (Che vita di melma), che segnò il suo esordio da comedian.

I 40 anni di Comedians

Bisio oggi è a Milano per celebrare i 40 anni di Comedians, la pièce di Trevor Griffiths messa in scena da Gabriele Salvatores che divenne un cult al Teatro Elfo Puccini. «Nemico di classe fu il mio vero debutto teatrale – ha ricordato – ma con Comedians capii che non avrei fatto l’attore per hobby o per scherzo. Fu uno spettacolo di rottura».

La visione sul cinema italiano

Parlando del cinema italiano, Bisio ha sottolineato come si producano tanti film, ma la qualità sia concentrata in pochi. «Sono spettatore onnivoro, qualche fregatura l’ho beccata, anche dal cinema francese che pure amo. Rimango però ottimista: piuttosto che girare meno film, cerchiamo di farli tutti belli».

I film persi e i rimpianti

L’attore ha confessato di aver detto no a un film di Giuseppe Piccioni, decisione che si è rivelata un rimpianto. Al contrario, rischiò di perdere Benvenuti al Sud per motivi familiari: «Avevo i figli piccoli e non volevo sacrificare le vacanze. Per fortuna girammo a settembre, altrimenti mi sarei divorato i polsi».

Una carriera poliedrica

Bisio continua a portare in scena La mia vita raccontata male, spettacolo che sarà in tour anche nel 2026. «Non nego una certa bulimia artistica – ha detto – ma la mia curiosità mi permette di attraversare generi diversi, dall’alto al basso».

La comicità come rottura

La sua idea di comicità resta fedele alla dissacrazione: «Deve sporcare, imbrattare i muri, rompere le regole. Piacere a tutti non va bene. Far ridere è la cosa più difficile al mondo, ma quando ti riesce non molleresti mai il palco».

Talento e dolore

Infine, sull’osservazione di Paolo Sorrentino che lega creatività e dolore, Bisio ha concordato: «Uno bello, alto e biondo è difficile che faccia il comico. La fisicità storta è già un dolore, e probabilmente aiuta».

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Maurizio Micheli e Benedicta Boccoli: «Ci siamo sposati dopo trent’anni, ma ognuno resta a casa sua»

Maurizio Micheli e Benedicta Boccoli si sono sposati il 28 agosto con rito civile dopo quasi trent’anni insieme. La coppia racconta al Corriere della Sera il segreto della loro relazione fuori dagli schemi.

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Maurizio Micheli (foto Imagoeconomica), attore, commediografo e regista nato nel 1947, e Benedicta Boccoli, attrice e showgirl classe 1966, si sono sposati lo scorso 28 agosto in municipio con rito civile. Una cerimonia semplice, durata appena otto minuti, senza inviti né festeggiamenti. «Non mi piace l’istituzione del matrimonio», ha raccontato Micheli al Corriere della Sera, «ma Benedicta insisteva e alla fine ho ceduto».

Una scelta di vita fuori dagli schemi

La proposta è arrivata da Boccoli, che ha spiegato di aver voluto dare «un punto fermo all’importanza del nostro vissuto» e una tutela reciproca. Micheli, ironico, ha aggiunto: «Quando andrò all’altro mondo, almeno avrà la reversibilità della mia pensione». La coppia, però, continua a vivere in case separate: «Dormire trent’anni vicino alla stessa persona? Mai!», scherza Boccoli.

Un amore nato in teatro

Il loro incontro risale al 1993, durante la commedia Cantando cantando. Il primo bacio arrivò l’anno successivo, nel camerino del Teatro Sistina. «All’inizio era un gioco», ammette Micheli, «poi è diventata una relazione vera». Tra alti e bassi, la loro unione è proseguita fino ad oggi, sostenuta da passioni comuni, in particolare quella per il teatro.

Il segreto della lunga durata

«Il segreto è nelle passioni che condividiamo e nelle attenzioni che Benedicta ha per me», ha detto Micheli. Lei lo definisce il suo punto di riferimento: «Ho bisogno di raccontargli tutto quello che mi capita». La coppia, che ha affrontato insieme momenti difficili come la malattia di Boccoli, ha sempre trovato nella leggerezza e nell’ironia la forza per andare avanti.

Una relazione unica

Tra battute sul divorzio e sogni di invecchiare insieme, Micheli e Boccoli hanno raccontato al Corriere della Sera un amore durato quasi trent’anni e ora suggellato dal matrimonio. Un’unione non convenzionale, vissuta tra affetto, indipendenza e un’ironia che sembra essere la loro firma di coppia.

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Festival di Sanremo, Rai e Comune vicini all’accordo: nuova convenzione per tre anni

Rai e Comune di Sanremo verso la firma della nuova convenzione per il Festival: accordo di tre anni con opzione di rinnovo e canone da 19,5 milioni di euro.

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Le trattative tra Rai e Comune di Sanremo sul futuro del Festival della Canzone Italiana hanno vissuto ieri un nuovo capitolo. A Palazzo Bellevue, sede del municipio, una delegazione di viale Mazzini si è riunita con l’amministrazione comunale per trovare un’intesa. Dopo ore di confronto, alle 18.56 è arrivata la “fumata grigia”: accordo vicino ma non ancora definitivo.

Verso la firma della convenzione

L’intesa dovrebbe essere formalizzata in giornata con la firma della nuova convenzione. L’accordo consentirà alla Rai di organizzare il Festival a Sanremo per altri tre anni, con possibilità di rinnovo per ulteriori due. Si chiuderebbe così un lungo periodo di tensioni, ricorsi e trattative tra le parti.

I termini economici

Il nuovo contratto prevede che la Rai versi al Comune 19,5 milioni di euro nel triennio, pari a circa 6,5 milioni annui, come concessione per l’uso del marchio Festival della Canzone Italiana, di proprietà del Comune. A ciò si aggiunge l’1% dei ricavi pubblicitari, che per la prima volta sarà condiviso con l’amministrazione sanremese.

I protagonisti della trattativa

A rappresentare la Rai ci sono Paola Marchesini, direttrice del coordinamento iniziative strategiche e responsabile ad interim della direzione staff del direttore generale, e Francesco Spadafora, direttore affari legali e societari. Per il Comune partecipa il sindaco Alessandro Mager con il suo staff.

 

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