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Vasco, la notte dei 40mila a Bologna

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Non è ancora scesa la sera su Bologna quando la V di Vasco si illumina sul palco allo stadio Dall’Ara. Il Blasco è tornato a guidare la sua fedele combriccola, come fa puntuale ogni estate. Fedele lui, fedeli loro che rispondono sempre compatti. In 40mila si sono presentati alle due anteprime di Rimini, altrettanti per ognuna delle quattro serate sold out sotto alle Due Torri, saranno 450mila circa alla fine dell’estate. E Vasco non li delude: più di 800 concerti in carriera, ma ogni volta è un’emozione nuova. La prima la dà partendo con Dillo alla luna e incitando il suo pubblico a guardare in faccia la realtà. E poi, come aveva già fatto a Rimini, con un omaggio alla Romagna, mentre attacca Stendimi.

“Siamo qui per portare un po’ di goia a questa terra ferita ma orgogliosa e fiera”, dice, mentre sui maxischermi compaiono le immagini di una spiaggia della Riviera romagnola con la scritta Tin Bota (Tieni Botta), nei giorni del disastro delle alluvioni. Due ore e mezzo di show, imponente e scenografico, in cui Vasco è andato a ripescare canzoni che non aveva mai messo in scaletta come Non sei quella che eri e Domani sì, adesso no. Tonico e in forma, arrabbiato il giusto (su T’immagini se la prende con i politici: “Cosa racconta la Meloni? Favole. E Berlusconi? Favole.. ormai da 50 anni. E Salvini? Favole. Ah, e i comunisti? Favole. I Cinque Stelle? Favole”), il rocker di Zocca tiene il palco come non mai, anche nel medley che incanta il pubblico per 20 minuti (Come nelle favole, Non l’hai mica capito, Cosa ti fai, Il blues di una chitarra sola, Ormai è tardi, Incredibile Romantica, Ridere di te). Occhi lucidi su Canzone, nel ricordo di Massimo Riva che si rinnova ogni volta, mentre su Sally lo stadio è una voce sola. “Se non arriva la fine del mondo, ci rivediamo a giugno, tra un anno”, dice il Kom salutando i 40mila in delirio e prima dell’immancabile Albachiara tra una miriade di coriandoli che piovono dal cielo. Dopo le quattro date di Bologna sarà la volta del doppio appuntamento allo stadio Olimpico di Roma il 16 e 17 giugno, al Barbera di Palermo il 22 e 23 giugno, all’Arechi di Salerno il 28 e 29 giugno.

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Nino D’Angelo in autunno torna nei palasport

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Dopo il grande successo del suo concerto-evento allo stadio Diego Armando Maradona di Napoli, il 29 giugno, di fronte a più di 40 mila spettatori, Nino D’Angelo torna dal vivo con “I miei meravigliosi anni ’80…e non solo!”, tre concerti nei palasport: il 30 novembre al PalaFlorio di Bari, il 5 dicembre all’Unipol Forum di Assago (Milano) e il 7 dicembre al PalaSele di Eboli (Salerno). Tre date durante le quali Nino regalerà al pubblico grande musica, esibendosi con i suoi più grandi successi degli anni ’80.

Il “ragazzo della curva B” celebrerà oltre 40 anni di carriera con una grande festa anni ’80, attraverso i brani entrati nel cuore di più generazioni come A’ Discoteca, inno nelle discoteche italiane negli anni ’80, Jamaica con il suo ritmo coinvolgente, Popcorn e Patatine pezzo che ha accompagnato l’omonimo film e racconta la bellezza di un amore spensierato, Maledetto Treno un brano toccante dal testo commovente e tante altre hit, senza dimenticare Napoli, recentemente diventato l’inno ufficiale della squadra azzurra.

La carriera di Nino D’Angelo è stata segnata da una vasta produzione artistica e dalla sua versatilità come cantante, attore e musicista. Sei partecipazioni al Festival di Sanremo, un David di Donatello, un Ciak d’Oro, un Nastro d’Argento e un Globo d’oro per le musiche del film musical Tano da morire di Roberta Torre, co-conduttore del DopoFestival nel 1998, direttore artistico del Teatro Trianon Viviani di Napoli e un concerto al Teatro Real San Carlo per omaggiare Sergio Bruni.

Sono solo alcuni dei momenti salienti di una carriera iniziata nel 1976 e che da allora ha visto Nino D’Angelo diventare uno degli artisti più amati dal pubblico e dalla critica. Tra i momenti più emozionanti della sua vita, il murales tributo dell’artista Jorit a San Pietro a Patierno, commissionato dagli stessi abitanti del quartiere napoletano dove è nato.

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Dal Vasco dei record, rock senza sconti a San Siro

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E’ un concerto senza vie di mezzo, “rock senza sconti per nessuno”, come aveva preannunciato alla vigilia, il primo dei “magnifici 7” con cui Vasco Rossi si prende San Siro come nessuno mai prima. Sono 7, infatti, le date nella Scala del rock, praticamente una residenza al Meazza, espugnato per la prima volta nel 1990 e da allora riempito ogni volta di più, fino a questo record, premiato non a caso prima dal sindaco di Milano e poi dal presidente della regione, che ha raggiunto il rocker al Meazza pre show per consegnargli l’ennesimo riconoscimento a una carriera ultradecennale. Niente che metta a soggezione il Komandante, o che lo faccia spostare di una virgola dalla sincerità con cui ha cresciuto non un pubblico, ma un “popolo”, come lo chiama lui, che ha riempito San Siro per questa e per tutte le date a seguire.

Cinquantottomila gli spettatori stasera, 400mila in tutto solo a Milano, dove Vasco parte fortissimo, su un palco mastondontico lungo 86 metri e con cinque megaschermi, con una tripletta di pezzi come “Blasco Rossi”, “Asilo republic” e “Gli spari sopra”, scritti in momenti diversi ma che sembrano parlare proprio all’oggi, tanto che sul secondo il Komandante cita direttamente ‘Giorgia’, ossia la presidente del Consiglio. “E allora vedrete con la polizia che la situazione ritornerà, come prima, piu di prima – canta il Blasco – Giorgia! T’amerò (yeah), Giorgia t’amerò” dice prima di rivolgersi al suo popolo: “Siamo sempre qui, lucidi e vivi finalmente a Milano! Noi siamo qui questa sera per fare rock, è lo spettacolo più potente dell’universo, è il primo dei magnifici sette: sette volte sette San Siro”. Se Asilo Republic parla apertamente del potere e del controllo, Vasco dedica ‘Gli Spari sopra’ a “tutti i farabutti che governano questo mondo”.

E poi, più tardi, su ‘Basta poco’, non le manda a dire nemmeno al leader della Lega: “basta poco per essere intolleranti – canta Rossi – ditelo a Salvini, basta poco per essere intolleranti, ditelo a chi vota Salvini” Già sui social il Komandante aveva avvisato il suo ‘popolo’ – che stasera comprende Eros Ramazzotti ed Emma – che quella di quest’anno sarebbe stata una scaletta “un po’ più incazzata, più dura perché questo è un periodo molto complicato e molto difficile. Siamo tutti preoccupati. Speriamo vada bene”. Se i tempi sono duri, anche lo show è “duro e puro, senza sconti per nessuno. Senza sfumature di grigio. Solo bianco e nero”. Ed ecco che ai pezzi più rock seguono le ballad che incatenano il cuore di più generazioni, da ‘Jenny’, una tra le prima canzoni a parlare senza perifrasi di depressione, a ‘Sally’, cantata a una sola voce dal Meazza.

Quello di Vasco con San Siro è un legame indissolubile: data 10 luglio 1990 la prima volta, quella di ‘Fronte del palco’, cui sono seguite ogni tour più date, da due nel ’95, a 3 nel 2003 fino a 6 nel 2019 e al record assoluto di quest’anno. Tutto – parola del Blasco – merito del suo pubblico, anzi, ‘popolo’: in tanti si sono accampati da giorni, con le tende, di fronte al Meazza, tanti altri sono arrivati oggi per condividere ciò che solo Vasco ancora sa dare.

“La musica – ha spiegato non a caso lui appena prima dello show – è una benedizione, qualcosa che unisce, una sostanza spirituale che può solo unire, portare gioia e amore in questo momento storico particolarmente duro”. Ed ecco che il rito si compie di nuovo, brano dopo brano, in due ore e mezza serrate, che passano dal tuffo negli anni 80 di ‘Bollicine’ e ‘Vita spericolata’, all’oggi con ‘Gli sbagli che fai’, sigla de ‘Il supervissuto’ di Netflix. In mezzo un medley tutto al femminile, con cult come ‘La Strega’ o ‘Incredibile romantica’, in una volata rock che non può finire che con ‘Albachiara’. Applausi, abbracci, sudore: buona, anzi ottima, la prima e appuntamento a domani, per altri 60mila.

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Laura Pausini, 5 miliardi di streaming

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Laura Pausini ha raggiunto i 5 miliardi di ascolti streaming sulle piattaforme digitali per la sua discografia che vanta 14 album in studio, più raccolte live, cover e svariate collaborazioni con le voci più importanti del panorama musicale internazionale. L’artista italiana più premiata al mondo (1 Grammy Award, 4 Latin Grammy, 1 Golden Globe, 1 Nomination agli Oscar, Latin Recording Academy Person of the Year 2023) raggiunge l’ennesimo traguardo, e rimane stabile nella vetta della classifica di Spotify come voce femminile italiana più ascoltata del mondo, con più di 8 milioni di ascoltatori mensili, e nell’ultimo anno ha registrato un incremento per i suoi show live che supera del 25% dei paganti, un risultato che batte i record precedenti e la conferma artista femminile più performante del nostro paese.

Il decimo tour mondiale dell’artista, Laura Pausini World Tour 2023/2024, ha superato i 450mila spettatori grazie ai sold out registrati nelle arene e nei palazzetti più prestigiosi in Europa, Sud America e negli Stati Uniti. Dopo l’ultimo show in cinque lingue sul palco dello storico The Theater At Madison Square Garden di New York, è attesa a grande richiesta il prossimo novembre e dicembre con un’ultima leg, Laura Pausini World Tour Winter 2024, che partirà con una doppia data allo O2 Shepherd’s Bush Empire di Londra, per poi attraversare l’Europa e l’Italia.

Bis anche per la tappa all’Unipol Forum di Milano, che vanta sei date solo nell’arco del 2024, e la incorona unica donna tra le voci italiane e straniere a siglare questo risultato. Il gran finale è previsto a Messina, con uno speciale show di Capodanno, ultima delle tre date previste in Sicilia, una regione che non era stata raggiunta nel corso della leg precedente e che Laura ha voluto omaggiare dedicandole l’ultimo step di questa memorabile tournée. Il Laura Pausini World Tour Winter 2024 è organizzato e prodotto da Friends&Partners. I biglietti di tutte le date del tour sono disponibili su Ticketone.

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