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Usa, la Casa Bianca valuta invito a Zelensky in Alaska per incontro Trump-Putin

Secondo Nbc, Washington sta considerando di invitare Volodymyr Zelensky in Alaska, dove Donald Trump incontrerà Vladimir Putin la prossima settimana. Ipotesi ancora senza conferma ufficiale.

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La Casa Bianca sta prendendo in considerazione la possibilità di invitare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in Alaska, in occasione dell’incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin previsto per la prossima settimana.

Ipotesi senza conferma ufficiale

La notizia è stata riportata da Nbc, che cita fonti a conoscenza del dossier. L’ipotesi sarebbe allo studio, ma al momento non esiste alcun piano finalizzato o confermato ufficialmente.

Vertice ad alto valore simbolico e politico

L’eventuale partecipazione di Zelensky al vertice, oltre a rappresentare un forte segnale politico, potrebbe incidere sulle dinamiche del colloquio tra Trump e Putin, in un contesto segnato da nuove pressioni diplomatiche per porre fine alla guerra in Ucraina.

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Madonna chiede al Papa di recarsi a Gaza per portare aiuto ai bambini

Con un appello social, Madonna invita papa Leone XIV a portare la sua luce ai bambini di Gaza, sottolineando l’urgenza di un intervento umanitario.

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«Padre Santissimo, per favore vai a Gaza e porta la tua luce ai bambini prima che sia troppo tardi. Come madre, non posso sopportare di vedere la loro sofferenza». Con queste parole, pubblicate sui suoi canali social, Madonna ha lanciato un appello diretto a papa Leone XIV, chiedendo un intervento simbolico e concreto per i più piccoli coinvolti nel conflitto.

Un messaggio dal forte impatto emotivo

La cantante, da sempre attenta a temi umanitari e impegnata in campagne di sensibilizzazione, ha scelto di rivolgersi pubblicamente al Pontefice, sottolineando il dramma che colpisce i bambini di Gaza. La frase «prima che sia troppo tardi» evidenzia l’urgenza della sua richiesta, che non è solo una dichiarazione di solidarietà ma un invito ad agire subito.

L’intento di una mobilitazione internazionale

L’appello di Madonna si inserisce in un contesto di crescente attenzione internazionale sulla crisi umanitaria a Gaza. Chiedendo al Papa di recarsi di persona nella Striscia, la star mira a catalizzare l’attenzione globale e a incoraggiare un’azione diplomatica capace di garantire protezione e sostegno alle vittime più vulnerabili: i bambini.

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Ucraina, il dramma dei bambini deportati: database russo offre minori rapiti come fossero oggetti

Save Ukraine denuncia un database russo con 294 minori ucraini rapiti e adottabili online. Più di 19.500 i bambini deportati, molti esposti a sfruttamento e tratta.

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Un database russo contenente i profili di 294 bambini ucraini rapiti nella regione di Lugansk e destinati all’adozione o all’affidamento in Russia, selezionabili per età, sesso, colore di occhi e capelli, ha scatenato indignazione e rabbia a Kiev. La denuncia è arrivata dalla ong Save Ukraine, che da anni si batte per il ritorno a casa dei minori deportati.

Deportazioni di massa e cifre sconvolgenti

Secondo le autorità ucraine, in tre anni e mezzo di guerra oltre 19.500 bambini sono stati deportati in Russia, ma stime indipendenti, come quelle dello Humanitarian Research Lab dell’Università di Yale, parlano di un numero vicino a 35.000. Solo 1.350 minori sono stati finora rimpatriati, spesso grazie alla mediazione di Paesi terzi come Qatar, Sudafrica e Vaticano, o all’azione di ong e singoli attivisti. Mosca, invece, rivendica lo spostamento di 700.000 minorenni dalle zone di guerra, trasformando la deportazione in uno strumento di russificazione e di incremento demografico nei territori occupati.

Una questione cruciale per la pace

Il governo ucraino considera la restituzione di questi bambini un punto imprescindibile per qualsiasi trattativa di pace. «Se la Russia è veramente impegnata in un processo di pace, il ritorno di almeno la metà dei bambini di questa lista sarebbe positivo», ha dichiarato il capo della delegazione ucraina Rustem Umerov. Ma a Istanbul, il negoziatore russo Vladimir Medinsky ha liquidato la richiesta come “uno spettacolo lacrimoso”, ignorando sia il dramma delle famiglie ucraine sia il mandato di cattura internazionale della Corte penale internazionale per Vladimir Putin e la commissaria russa Maria Alekseyevna Lvova-Belova, accusati di crimini di guerra per deportazione e trasferimento illegale di popolazione.

“Bambini ordinabili online”

Secondo il direttore di Save Ukraine, Mykola Kuleba, il database non si limita a fornire dati fisici: descrive i minori con aggettivi come “obbediente”, “calmo”, “disciplinato” o “rispettoso degli adulti” e consente di filtrare la ricerca in base alla forma di tutela desiderata. La procedura, spiega Kuleba, è stata semplificata al punto che «un bambino ucraino può essere ordinato online, privato della sua identità, dotato di passaporto russo e sottoposto a controllo ideologico» in tempi rapidissimi. Una pratica che espone i minori a rischi gravissimi: sfruttamento sessuale, tratta di esseri umani, adozione illegale e traffico di organi.

Una strategia radicata

L’uso di database per l’adozione di minori ucraini non è una novità: risale al 2014, ma dal 2022 è diventato un sistema strutturato e capillare. Nonostante la gravità della situazione, il tema rischia di non trovare spazio nel vertice in Alaska tra Putin e Trump, concentrato su altri dossier.

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Russia, apertura sulla fine dell’Operazione militare speciale: attesa per il vertice Putin-Trump

Segnali di svolta in Russia: i media di Stato parlano della fine dell’Operazione militare speciale in vista dell’incontro tra Putin e Trump del 15 agosto.

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In Russia, per la prima volta dall’inizio del conflitto, la televisione di Stato ha dedicato il servizio principale alla possibile fine dell’Operazione militare speciale in Ucraina. Domenica sera, il programma di punta Vesti Nedeli ha mandato in onda un approfondimento dal titolo inequivocabile: “Piano per la fine dell’Operazione militare speciale”. A condurre c’era Yevgeny Popov, volto noto della TV e deputato di Russia Unita, partito del presidente Putin. Una scelta che, secondo osservatori come Sergey Markov, ex consigliere di Putin, è un “chiaro segnale” indirizzato all’intera macchina mediatica russa.

Attesa per l’incontro in Alaska

Il tempismo non è casuale. Pochi minuti dopo la trasmissione, Kirill Dmitriev, negoziatore e stretto collaboratore di Putin, ha scritto su X che il vertice del 15 agosto tra Putin e Donald Trump “porterà speranza, pace e sicurezza globale”, aggiungendo che i “guerrafondai” non potranno più sorridere. Nei media russi, si parla di fine della guerra e non di pace, un dettaglio che sottolinea come Mosca sia disposta a considerare uno stop alle ostilità, ma “alle proprie condizioni”, come ha scritto l’agenzia di Stato Ria Novosti.

Strategia di silenzio e prudenza mediatica

In vista dell’incontro, progetti e collaborazioni con Paesi come Corea del Nord, Cuba, Venezuela e Afghanistanrisultano temporaneamente sospesi, per evitare di creare un contesto informativo negativo. Persino la retorica antiamericana, molto accesa nelle ultime settimane, si è attenuata: i blogger e i corrispondenti “Z” sono stati richiamati a toni più concilianti.

Preparazione politica e capri espiatori

Il quotidiano Izvestia ha titolato in apertura: “Il piano del presidente per un accordo” e, in sottotitolo, “Chi potrebbe sabotarlo”. La risposta è uniforme nei media filogovernativi: Ucraina ed Europa sarebbero pronte a ostacolare ogni possibile intesa. Una narrativa che sembra già pronta a giustificare eventuali insuccessi del vertice.

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