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Cronache

Un motociclista romano muore colpito da un fulmine in Puglia

Estate segnata dal maltempo: un motociclista romano ucciso da un fulmine in Puglia, grave un 15enne colpito in Abruzzo. Da mercoledì nuova ondata di temporali violenti al Centro-Nord.

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Si chiamava Marco Zampilli (foto in evidenza), 42 anni, il motociclista romano deceduto oggi nel Salento. In sella alla sua Bmw, stava percorrendo la statale 275 tra Nociglia e Surano quando è stato colpito in pieno da un fulmine durante un violento acquazzone. Sbalzato dalla moto, è morto sotto gli occhi dei passanti che hanno tentato inutilmente di rianimarlo. La tragedia è avvenuta a poca distanza da una lapide che ricorda un episodio analogo avvenuto anni fa.

Grave un adolescente folgorato in Abruzzo

Resta invece molto grave un ragazzo di 15 anni, colpito ieri da un fulmine a Monte di Mezzo, vicino al lago di Campotosto, in Abruzzo. Dopo un primo ricovero all’ospedale dell’Aquila, è stato trasferito in eliambulanza al Bambino Gesù di Roma, dove si trova sedato in terapia intensiva.

Le previsioni: temporali e calo termico da mercoledì

Secondo i meteorologi, l’inizio settimana sarà ancora caratterizzato da sole e caldo, ma da mercoledì 20 agosto è attesa una forte ondata di maltempo che colpirà in particolare Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli e Toscana. Il rischio è quello di grandinate e alluvioni lampo, favorite anche dal calore accumulato dal mare nei giorni di afa.

Lo scenario a medio termine: l’incognita dell’uragano Erin

Gli esperti avvertono che l’evoluzione del maltempo in Italia sarà influenzata anche dall’uragano Erin, che dopo aver toccato la costa est degli Stati Uniti potrebbe dirigersi verso l’Europa, condizionando le dinamiche meteo del Vecchio Continente.

Per domani è previsto sole al Centro-Sud, con temporali sparsi sulle Alpi. Da mercoledì i fenomeni diventeranno più diffusi e intensi al Nord e in Toscana, con un progressivo calo termico su tutta la Penisola.

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Cronache

Vicenza, due 16enni morti a Ferragosto: il 50enne accusato di omicidio stradale si avvale della facoltà di non rispondere

Si è avvalso della facoltà di non rispondere il 50enne accusato di aver travolto e ucciso i due 16enni Mattia Cardascia e Giulio Pizzolato ad Arzignano. Arresto convalidato, disposti i domiciliari.

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Due giovani vite spezzate nella notte di Ferragosto. Mattia Cardascia e Giulio Pizzolato, entrambi 16enni, sono morti dopo ore di agonia in seguito a un incidente stradale ad Arzignano (Vicenza). I ragazzi erano in sella a una moto quando sono stati travolti da un’auto guidata da un 50enne del posto, ora indagato per omicidio stradale plurimo.

La posizione del guidatore

Davanti al Gip di Vicenza, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’arresto è stato convalidato e per lui sono stati disposti gli arresti domiciliari. La Procura di Vicenza ha aperto un fascicolo per fare piena luce sulla vicenda.

In attesa degli esami tossicologici

Secondo i primi accertamenti eseguiti sul luogo dell’incidente, i test preliminari avrebbero dato esito positivo. Si attende ora la conferma dagli esami tossicologici ufficiali per stabilire eventuali aggravanti nella posizione del conducente.

Una comunità sotto shock

La morte dei due giovanissimi studenti ha scosso profondamente la comunità di Arzignano e l’intera provincia vicentina, nel giorno che avrebbe dovuto essere di festa. Le indagini proseguono per ricostruire con precisione la dinamica dell’incidente e le responsabilità del guidatore.

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Cronache

Morti dopo uso del taser a Olbia e Genova, carabinieri indagati per omicidio colposo

Due uomini morti a Olbia e Genova dopo essere stati colpiti dal taser durante interventi dei carabinieri. Militari indagati per omicidio colposo, si apre il dibattito politico sull’uso della pistola elettrica.

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In appena 48 ore due uomini sono morti dopo essere stati colpiti con il taser durante interventi dei carabinieri, a Olbia e a Genova, episodi che hanno riacceso le polemiche sull’uso della pistola elettrica nelle operazioni di pubblica sicurezza.

A Olbia, sabato sera, è deceduto Gianpaolo Demartis, 57 anni, originario di Bultei, morto per arresto cardiaco in ambulanza dopo essere stato bloccato con il taser nel quartiere Santa Mariedda. Domenica, a Manesseno (Genova), un cittadino albanese di 47 anni è morto in circostanze simili dopo aver minacciato sanitari e militari.

Le indagini e le autopsie

Le Procure di Tempio Pausania e Genova hanno aperto inchieste per omicidio colposo, un atto dovuto per consentire ai quattro carabinieri coinvolti di partecipare con i loro consulenti agli accertamenti tecnici. A Olbia l’autopsia sul corpo di Demartis è fissata per giovedì 21 agosto.

Secondo la difesa, i carabinieri hanno agito “nel rispetto delle procedure”, usando il taser per evitare l’arma da fuoco in una situazione di violenza crescente. Il sindacato dei carabinieri ha fatto sapere che Demartis sarebbe stato avvertito tre volte prima dell’uso della scarica elettrica.

La dinamica dei fatti

A Olbia, Demartis, cardiopatico secondo i familiari, non avrebbe risposto ai richiami dei militari. Uno dei carabinieri è stato anche ferito al volto. A Genova, invece, l’uomo, apparentemente in stato di alterazione da alcol, dopo essere rientrato in casa aveva dato in escandescenze sulle scale, aggredendo sanitari e successivamente i militari, tutti poi medicati in ospedale.

Il dibattito politico e istituzionale

I decessi hanno subito generato un accesso dibattito politico. Il comandante generale dei carabinieri, Salvatore Luongo, ha espresso “sostegno incondizionato” ai colleghi coinvolti.

Il ministro delle Infrastrutture e leader della Lega Matteo Salvini ha difeso l’operato dei militari: “Hanno difeso sé stessi e i cittadini, facendo solo il proprio dovere”. Sulla stessa linea il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, per il quale il taser è “uno strumento efficace e fondamentale per la sicurezza degli operatori”.

Di segno opposto la posizione della Garante dei detenuti in Sardegna, che ha definito il taser “uno strumento di tortura legalizzata”.

L’esito delle autopsie e delle indagini sarà determinante per chiarire le cause dei decessi e stabilire eventuali responsabilità, mentre la polemica sull’uso del taser in Italia resta più che mai aperta.

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Cronache

Melito di Napoli, ucciso a coltellate l’ispettore di Polizia Ciro Luongo: rintracciato il 21enne sospettato

L’ispettore di Polizia Ciro Luongo, 58 anni, è stato ucciso a coltellate a Melito di Napoli. Fermato il 21enne figlio della compagna. Indagini coordinate dalla procura di Napoli Nord.

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È stato ucciso a coltellate l’ispettore di Polizia Ciro Luongo, 58 anni, in servizio al Commissariato di Giugliano in Campania. Secondo una prima ricostruzione, il delitto è avvenuto al termine di una lite familiare in un’abitazione di Melito di Napoli.

Ad aggredirlo sarebbe stato il figlio ventunenne della compagna, che lo avrebbe colpito con numerosi fendenti prima di darsi alla fuga. Quando i carabinieri sono arrivati sul posto, per Luongo non c’era più nulla da fare.

Rintracciato il giovane sospettato

Il 21enne sospettato è stato rintracciato in serata. Non è ancora chiaro se sia già stato sottoposto a fermo formale, ma la sua posizione è al vaglio della procura di Napoli Nord, che coordina le indagini.

Le indagini in corso

Carabinieri e Polizia stanno lavorando insieme per ricostruire l’esatta dinamica dell’omicidio e capire il movente. Gli investigatori vogliono accertare se tra i due ci fossero contrasti pregressi o se la violenza sia esplosa improvvisamente.

Lo sgomento tra colleghi e comunità

La notizia della morte di Ciro Luongo ha scosso profondamente la comunità e i colleghi dell’ispettore, che lo ricordano come un poliziotto esperto e stimato, apprezzato anche per le sue doti umane e professionali.

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