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Un corpo per ChatGPT, robot interagisce con umani

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“Ho bisogno di qualche secondo per trovare una risposta alla tua domanda”, dice Nao, ansioso di mostrare in pubblico “le nuove capacità”, acquisite grazie a ChatGpt. Il piccolo robot sociale, da anni di casa nei laboratori e nelle sperimentazioni in scuole e ospedali, da oggi è infatti in grado di conversare con gli esseri umani senza dover essere programmato prima. L’ultima frontiera dell’intelligenza artificiale è stata presentata dall’Unità di ricerca sulla Teoria della Mente del Dipartimento di Psicologia e dalla Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica di Milano. “Io sono un robot sociale ed è la prima volta che posso interagire in maniera più conviviale” si è presentato Nao, chiedendo a chi lo ascoltava un’unica accortezza: “Ricordati solo di parlarmi in modo semplice, spontaneo e senza fretta”.

Alla prima domanda sulle stagioni si è bloccato, ma al secondo tentativo – dopo averci ‘pensato’ un po’ – ha intrattenuto il pubblico su primavera, estate, autunno e inverno. L’iniziativa del gruppo di ricerca guidato da Antonella Marchetti, che dirige il dipartimento di Psicologia ed è responsabile dell’Unità di ricerca sulla Teoria della Mente, nasce dall’idea di integrare un robot sociale con ChatGPT, capace di intrattenere conversazioni naturali basate su scambi interattivi “per rendere più fluida la conversazione dei robot con le persone”, ha spiegato Angelo Cangelosi, direttore del laboratorio di robotica cognitiva dell’Università di Manchester e visiting professor dell’Università Cattolica. “Nao è un sistema capace di avere dialoghi con le persone, con frasi preparate e strutturate, ma ora si può collegare a chatGPT per ottenere delle risposte”.

E per trovarle ha a disposizione lo strumento di OpenAI “che è addestrato a memorizzare milioni di pagine, una mega enciclopedia – ha detto Cangelosi – come se avessimo costretto dieci persone a leggere tutta la vita. Ha dei limiti perché è un sistema linguistico, non pragmatico e contestualizzato, ma essendo basato su un sistema di apprendimento simile a quello del cervello può fare cose potenti come creare un sommario o dare definizioni e spiegazioni”. Come esseri umani, poi “noi siamo abituati alla fisicità nella comunicazione, per questo – ha sottolineato – avere ChatGPT embodied è l’ideale”. I ricercatori hanno già avviato un esperimento pilota in ambito scolastico, ma il nuovo Nao potrebbe trovare applicazioni anche con anziani e utenti con disabilità. Ricordando sempre che “con ogni tecnologia si può fare del bene o del male, i sistemi di AI sono molto complessi e per questo la cautela è giusta, servono sistemi di controllo”, ha concluso Cangelosi, commentando lo stop all’addestramento dei sistemi più avanzati di AI chiesto da Elon Musk e altri 1000 tra ricercatori e manager.

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L’Europa multa Meta con 1,2 miliardi, ‘viola la privacy’

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Se non attacca Bruxelles, lo fa Dublino. E viceversa. Il fuoco incrociato dell’Unione europea sulle Big Tech sferza ancora la Silicon Valley e questa volta colpisce a Menlo Park, con una multa senza precedenti da 1,2 miliardi di euro a Meta per aver violato la privacy di “milioni di utenti” europei, trasferendo senza alcuna tutela i loro dati personali da una sponda all’altra dell’Atlantico. Una decisione annunciata dall’authority per la protezione dei dati irlandese per conto del garante europeo per dare un “segnale forte” a Mark Zuckerberg agli albori della nuova era del digitale Ue. E nel bel mezzo delle trattative per imporre paletti al flusso di dati tra Ue e Usa. Ma che non intimorisce la casa madre di Facebook, Instagram e Whatsapp che, premiata anche da Wall Street – dove i titoli sono comunque saliti dell’1,37% -, è corsa al contrattacco annunciando il ricorso in tribunale.

Lanciato ormai un lustro fa, il gigantesco regolamento europeo sulla privacy (Gdpr) in questi anni ha fatto più di una vittima. E per Meta non si tratta della prima volta: sul finire dello scorso anno la maxi-fuga di 533 milioni di numeri di telefono ed e-mail, la mancanza di tutele per i dati dei bambini e la ripetuta incapacità di fornire una base legale per la raccolta dei dati le costarono un’ammenda da 265 milioni di euro. Con la nuova stangata le sanzioni in fatto di privacy inflitte alla major dei social toccano ora quota due miliardi di euro. Uno schiaffo alle attività di Zuckerberg annunciato controvoglia dall’authority irlandese, che da anni cerca di mediare tra la linea dura dell’Ue e l’interesse di ospitare sul proprio territorio i quartier generali europei della stessa Meta e di altre Big come Apple, capaci di far fiorire l’economia nazionale. Sul terreno investigativo la rappresaglia è giustificata dalla presidente del garante europeo per la privacy (Edpb), Andrea Jelinek, da trasferimenti di dati personali “sistematici, continuati e ripetitivi” che costituiscono una “grave violazione” delle norme comunitarie. Da punire in modo severo, in linea con l’adagio Ue secondo cui “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”.

Da qui anche la richiesta di sospendere eventuali nuovi trasferimenti di dati “entro cinque mesi”. Una punizione “ingiustificata” per Meta, che per bocca del presidente per gli Affari globali, Nick Clegg, e del capo dell’ufficio legale Jennifer Newstead, promette battaglia in tribunale. E si scaglia contro quel “conflitto di leggi tra le regole del governo degli Stati Uniti sull’accesso ai dati e il diritto alla privacy europeo, che i responsabili politici dovrebbero risolvere in estate”. E che rappresenta il vero nodo da sciogliere per la gestione della privacy tra le due sponde dell’Atlantico. Da anni in cerca di un accordo sui flussi di dati dopo che i vecchi quadri normativi sono stati invalidati dalla giustizia europea per timori di sorveglianza da parte dei servizi americani, Bruxelles e Washington puntano a riscrivere le regole “entro l’estate”. Per Palazzo Berlaymont si tratta di garantire “la stabilità e la certezza del diritto ricercate dalle imprese” e “al contempo, una rigorosa protezione della privacy dei cittadini”. Ma per i paladini della privacy Ue, guidati dall’attivista austriaco Max Schrems, l’intesa potrebbe non essere abbastanza.

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Uomo e donna sauditi partiti verso Iss, è la prima volta

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E’ partita da Cape Canaveral una missione privata verso la stazione spaziale internazionale (Iss) organizzata da Axiom Space con un razzo SpaceX Falcon 9. A bordo i primi due astronauti sauditi: Rayyanah Barnawi (nella foto), ricercatrice sul cancro al seno, e Ali Al-Qarni, un pilota di caccia. L’equipaggio comprende anche Peggy Whitson, ex astronauta della Nasa che effettuerà il suo quarto volo verso la Iss, e John Soffner, uomo d’affari del Tennessee che fungerà da pilota. I quattro trascorreranno circa 10 giorni sulla Iss, dove dovrebbero arrivare intorno alle 13.30 di lunedì.

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WhatsApp mette il lucchetto ai messaggi con ‘Chat Lock’

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Arriva su WhatsApp una nuova funzione che permette agli utenti di mantenere alcune conversazioni più private. L’ha annunciata Mark Zuckerberg in un post, lo strumento si chiama ‘Chat Lock’: consente di bloccare qualsiasi chat, collocandola in una cartella specializzata accessibile solo tramite dati biometrici, come un’impronta digitale o una scansione del volto, o attraverso l’inserimento di una password. “Le nuove chat bloccate in WhatsApp rendono le tue conversazioni più private”, scrive il fondatore di Meta. Per bloccare una chat basterà toccare il nome della conversazione, individuale o di gruppo, e selezionare l’opzione di blocco. Quando si vuole accedere ai messaggi protetti, bisognerà appoggiare il dito precedentemente registrato o eseguire la scansione del volto. In alternativa, come già accade oggi come forma di doppia autenticazione, l’utente può inserire una password di sblocco. Meta – secondo indiscrezioni – presto dovrebbe rendere disponibile a tutti su WhatsApp anche la modifica dei messaggi inviati, entro 15 minuti dal lancio, un’opzione scovata nella versione beta dell’app per Android.

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