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Terra dei Fuochi, Governo in trincea contro ecomafie: controlli quotidiani per salute, ambiente e territorio. De Luca: mistificata la realtà, nessuna emergenza

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Dalla terra dei fuochi alla terra dei cuori. O anche terra dei cuochi come diceva Legambiente o di quello che ci pare. Basta che sia terra non sporcata dai rifiuti, con le falde acquifere non inquinate, senza i fuochi eterni della monnezza che appestano l’aria con fumi e diossine. Giuseppe Conte, dopo il vertice in prefettura con tutti i ministri e con i due capi dell’alleanza politica (Luigi Di Maio e Matteo Salvini) si presenta davanti ai giornalisti per annunciare che il governo, in visita a Caserta, ha firmato il protocollo sulla Terra dei Fuochi.  Matteo Salvini diserta la conferenza stampa. Una nota ufficiale del Viminale spiega però che l’assenza era prevista, non “c’è alcuna polemica e nessun mistero”.

Il ministro dell’Interno, si afferma, sarà “il solo rappresentante del governo  a partecipare al ricevimento  al Quirinale, “con tanto di smoking” in onore dell’Emiro del Qatar . “Non poteva mancare”.  Spenta dunque sul nascere la prima delle polemiche che avrebbero messo nel frullatore mediatico per far parlare d’altro e non della terra dei Fuochi, il premier Giuseppe Conte e i ministri rimasti a Caserta, celebrano l’appuntamento con la stampa come se fosse una tappa delle tante per spiegare (lo faranno ancora, in altri luoghi, in altri contesti) quello che intendono fare nella Terra dei Fuochi. Il premier, tolto Luigi Di Maio che è il leader politico del M5S,  ha un approccio evidentemente istituzionale alla giornata di lavoro a Caserta. “Abbiamo appena firmato il Protocollo per la Terra dei Fuochi che ci piace chiamare Terra dei cuori. Un piano di azione che coinvolge sette ministeri. Anche il presidente della giunta della Regione Campania ha firmato. Sta a significare particolare sensibilità di determinazione verso il fenomeno dei traffici illeciti, roghi e discariche abusive” ha detto Conte, introducendo la conferenza stampa e dando la parola poi prima a Luigi Di Maio e poi al ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

Di Maio ha sottolineato che  “finalmente coinvolgiamo medici di base per monitorare gli indici tumorali”. Secondo il vicepremier, “abbiamo davanti un lavoro grosso, il più grosso per il governo. In quasi ogni regione esiste una Terra dei fuochi, se la debelliamo qui possiamo debellarla ovunque. Stiamo ridando il diritto di respirare ai cittadini di questa terra e a questa terra”.  Come annunciato, il governo firma l’Intesa e decide di utilizzare le forze dell’ordine per controllare le discariche. “In questo modo – spiega infatti Di Maio – riusciamo a spostare subito in quell’area ciò che serve, prima di tutto forze dell’ordine e strumenti di intelligence per fermare un nuovo fenomeno della Terra dei fuochi, gli incendi ai siti di stoccaggio. Useremo carabinieri specializzati e un monitoraggio sanitario attraverso il coinvolgimento dei medici di base con il progetto Epica adottato dalla Regione”.  La ministra della Difesa Elisabetta Trenta spiegsa che  “la Difesa mette a disposizione non soltanto i militari ma anche dei mezzi, fra cui droni e satellliti. C’è un nucleo ambientale dell’esercito, tutto va inserito in strade sicure”. Anche il ministro Costa richiama l’attenzione sulla “tutela ambientale e la difesa del territorio. Ci sono molte misure di prevenzione”.  Norme che a gennaio verranno inserite in un disegno di legge che il ministro dell’Ambiente battezzerà “Terra mia”.

Progetti che richiedono finanziamenti. Ma secondo  Di Maio, i soldi ci saranno, si troveranno. “Nella legge di bilancio – dice Di Maio –  attraverso emendamenti, entreranno tutte le norme che servono al finanziamento. Si tratterà di decreti ministeriali che consentiranno ai singoli ministri di intervenire in collaborazione con Regione e Comuni”. “Il piano che abbiamo predisposto per sconfiggere il fenomeno dei roghi tossici si divide in tre parti: tutela della salute, tutela ambientale e presidio del territorio” spiega il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Un’operazione che secondo l’ex generale della Forestale, passerà attraverso i prefetti e l’intelligence dei reparti specializzati dei carabinieri, ma senza escludere altre forze di polizia, la strategia del governo nella lotta al traffico illecito dei Rifiuti e nella lotta ai roghi tossici definita nel protocollo firmato oggi pomeriggio in Prefettura a Caserta. Costa ha parlato di un impegno concreto sul territorio attraverso “un coordinamento delle varie competenze”. Nel protocollo sono inserite 25 misure di prevenzione, “si è andati molto in profondità su questo settore, e ci sono anche misure qualora dovesse esserci un incendio di Rifiuti”. Per Costa è comunque la prevenzione nell’ambito della salute “la parte hardcore del piano”.

Vincenzo De Luca. Nella foto di repertorio assieme al ministro Matteo Salvini, entrambi hanno partecipato al vertice

Quanto all’operatività, i prefetti potranno richiedere, coordinare e movimentare l’Esercito in siti che si considerino a particolare rischio, e “si dà modo di avere un’intelligence specifica, con i carabinieri che hanno una competenza specifica ma non escludendo altre forze di polizia; si individua un percorso dei siti che gestiscono i rifiuti, ovvero cosa devono fare per avere l’autorizzazione”. Il ministro ha anche detto che Ispra e Arpa saranno chiamate ad esercitare il controllo di tutte le piattaforme ed anche per il controllo delle aree abbandonate dove ci sono i Rifiuti combusti.

Il giudizio di De Luca rispetto al piano del Governo che anche lui sembra abbia firmato dopo aver imprecato, essersene andato e poi essere tornato in Prefettura è tranchant, scortese anche istituzionalmente verso il Governo che comunque è della Repubblica, non dei 5 stelle. Peraltro De Luca ha sparato alzo zero contro i ministri nel corso di una conferenza stampa appositamente già organizzata prima del vertice a 300 metri di distanza dalla Prefettura di Caserta, in una sala della Reggia Vanvitelliana, che non dovrebbe essere normalmente usata per comizi. Ma si sa, in Campania, tutto è possibile. “Oggi la Terra dei Fuochi – ha arringato De Luca – non è in Campania ma nel Nord del Paese”. Sono suoi ragionamenti che vanno interpretati in qualche modo. De Luca ha voluto mandare “un saluto ad Attilio Fontana” per dire al governatore della Lombardia “grazie per la disponibilità degli impianti del Nord ma dobbiamo fare le persone serie”. Su che cosa? Sul Torre del Greco “dove un rogo di un mucchio di rifiuti è stato definito Terra dei Fuochi. Questa è una mistificazione della realtà: ci sono situazioni del genere in tutta Italia. Dobbiamo ribellarci, non accettiamo più un circo equestre come quello a cui abbiamo assistito”.  Ma il meglio (o il peggio) di sé De Luca l’ha dato quando ha parlato del protocollo firmato in prefettura e presentato alla stampa in conferenza.

“È stato firmato un protocollo interministeriale da un’associazione temporanea di ministri che hanno fatto in un attimo”.

https://youtu.be/a-3ZXlyC5VI

Un protocollo, dice De Luca che “definisce responsabilità reciproche. Ad esempio, vogliono mandare l’esercito a fare la guardia, non ho capito a che cosa. Noi faremo quanto previsto”, ha aggiunto De Luca, che ha tirato fuori il  suo cavallo di battaglia. “Si fa una mistificazione della realtà. Non c’è nessuna connessione tra morti per tumore e problema ambientale,  non c’è alcuna base scientifica”. “Ho firmato il protocollo che attribuisce con chiarezza ai vari soggetti istituzionali le responsabilità in ordine al settore dei rifiuti, ma non un secondo, quello che dà la possibilità di raccogliere dati oncologici a soggetti privati non riconosciuti. Per me si tratta solo di una marchetta pre-elettorale” ha affermato poi il governatore. “Il secondo protocollo – ha aggiunto ironicamente De Luca – il Governo l’ha firmato con sé stesso. Il soggetto citato si chiama Etica, ma la Regione non lo conosce. Per noi solo la sanità pubblica può certificare certi dati. Penso al Registro Tumori, che peraltro non dipinge alcuna situazione drammatica tra Caserta e Napoli”.

Non sono apparsi particolarmente entusiasti del protoccolo nemmeno Stefano Ciafani e Maria Teresa Imparato, rispettivamente presidente nazionale e campano di Legambiente. I toni, però, sono diversi. “Ancora non ci siamo. In nome del popolo inquinato, chiediamo che nella Terra dei fuochi venga fatta davvero ecogiustizia e che vengano adottate soluzioni serie e concrete, a partire da maggiori controlli su tutto il territorio e non solo nelle aree degli impianti, per contrastare il fenomeno degli incendi di rifiuti produttivi all’aria aperta che, nella provincia di Napoli e Caserta, provocano danni all’ambiente e alla salute dei cittadini come denunciammo la prima volta nel rapporto Ecomafia 2003”.

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Pizzo del clan al Savoia Calcio, assolti l’ex ds e il fratello

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La Corte d’Appello di Napoli (sesta sezione, presidente Cioffi) ha assolto – perché il fatto non sussiste – l’ex direttore sportivo del Savoia calcio Felicio Ferraro e suo fratello Salvatore, ritenuto legato al clan Gionta, dall’ accusa di estorsione ai danni della società sportiva di Torre Annunziata. Il giudice ha accolto la tesi dell’ estraneità dai fatti contestati formulata dai legali degli imputati, gli avvocati Anselmo D’Agostino, Elio D’Aquino e Salvatore Ottobre.

Felicio e Salvatore Ferraro sono rimasti coinvolti in un blitz anticamorra contro il clan Gionta nell’ottobre 2022 e da allora sono detenuti rispettivamente in carcere e ai domiciliari. In primo grado, con rito abbreviato, entrambi vennero condannati: a sei anni e mezzo il dirigente, e a otto anni il fratello Salvatore. Secondo gli inquirenti i due fratelli avrebbero imposto alla Savoia calcio una richiesta estorsiva da 50mila euro della camorra con Giuseppe Carpentieri (genero del capoclan Valentino Gionta, anche lui assolto di recente) fino al 2022.

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Il carabiniere ucciso, Mattarella sarà ai funerali

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Ci sarà anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella, domani a Ostuni per i funerali di Carlo Legrottaglie, il carabiniere ucciso giovedì a Francavilla Fontana, durante un conflitto a fuoco con due ladri in fuga scoperti a bordo di un’auto rubata. Il presidente della Repubblica tornerà dunque in Puglia per omaggiare la memoria del brigadiere capo che ha perso la vita durante uno dei suoi ultimi turni di lavoro, perché dal 5 luglio sarebbe andato in pensione. Le esequie del militare si svolgeranno nella parrocchia Santa Maria Madre della Chiesa alle ore 11.00, a Ostuni, e vi parteciperà anche il ministro della Difesa Guido Crosetto mentre nella giornata di venerdì la premier Giorgia Meloni ha chiamato la moglie del carabiniere, per esprimerle la sua solidarietà e vicinanza. E sempre a Ostuni si è aperta poco dopo le 10 la camera ardente, con l’arrivo della salma del militare.

Nella cittadina in provincia di Brindisi, a salutare gli anziani genitori, la moglie e le due figlie di Legrottaglie, è arrivata anche Arianna Meloni, sorella della premier e responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia, insieme ad altri esponenti del partito, come il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. I rappresentanti di FdI sono in Puglia perché stanno partecipando a Lecce ad un evento di partito. Ma il cordoglio è stato espresso anche oggi da tutte le forze politiche: ad Ostuni il vicepresidente del Movimento Cinque Stelle Mario Turco, insieme ad alcuni parlamentari pentastellati eletti sul territorio. Quando la salma di Legrottaglie è arrivata alla camera ardente c’è stata grande commozione tra i presenti. Con il pianto inconsolabile degli anziani genitori e la moglie del militare che ha stretto a sé le loro due figlie 15enni.

Un dolore che accomuna l’Arma dei Carabinieri e l’intera comunità locale. Centinaia sono stati i colleghi, amici e parenti che hanno reso omaggio alla salma nella camera ardente allestita nella chiesa dei Cappuccini. Per la giornata di sabato, in concomitanza con i funerali, ci sarà il lutto cittadino a Ostuni, città dove Legrottaglie viveva, e a Francavilla Fontana, dove il brigadiere capo prestava servizio nel Norm (nucleo operativo radiomobile) e dove è stato ucciso. Sul fronte delle indagini, invece, l’inchiesta ruota intorno alle attività che stanno svolgendo le Procure di Brindisi e Taranto. E’ stata fissata per domani alle 9.45, nel carcere di Taranto, l’udienza di convalida del provvedimento di fermo nei confronti di Camillo Giannattasio, 57enne di San Giorgio Jonico, bloccato ieri mattina durante la fuga nelle campagne di Grottaglie, insieme a Michele Mastropietro, 59enne di Carosino con precedenti penali, rimasto ucciso durante l’intervento delle forze dell’ordine. Giannattasio, difeso dall’avv. Luigi Danucci, ha chiesto di essere sottoposto al test dello stub, che consente di verificare l’eventuale presenza di residui di polvere da sparo su mani e braccia e sugli abiti che indossava.

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Overtourism, per Airbnb hotel e crociere vera causa

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Airbnb, spesso additata come la causa dell’invasione del turismo di massa delle metropoli europee, passa al contrattacco e lancia un appello ai leader delle dieci città più visitate dell’Unione Europea in cui chiede con forza di affrontare il problema globalmente occupandosi anche dell’impatto su questo fenomeno di hotel, crociere e aerei. E aggiunge: “L’overtourism sta peggiorando dove Airbnb è stato limitato”. Secondo un nuovo rapporto della piattaforma, l’overtourism nell’Ue è “guidato in larga parte dagli hotel. Nel 2024, è stato registrato un record di 3 miliardi di pernottamenti turistici in hotel e strutture simili nelle destinazioni Ue e gli hotel e le altre strutture ricettive simili ne hanno accolto quasi l’80%.

Con la ripresa del turismo dopo il Covid, il numero totale di pernottamenti nelle 10 città più visitate dell’Uw è cresciuto di oltre 200 milioni – ovvero 2,5 volte – solo tra il 2021 e il 2023. Gli hotel e altre strutture ricettive simili hanno rappresentato oltre il 75% di questo aumento. Nel 2023, gli hotel hanno registrato cinque volte più pernottamenti rispetto ad Airbnb in queste città europee. “Se le città vogliono ridurre seriamente il problema dell’overtourism, devono affrontare l’impatto schiacciante degli hotel”, ha dichiarato Theo Yedinsky, vicepresidente delle Politiche Pubbliche di Airbnb. “L’Europa ha bisogno di più abitazioni – non di più hotel – eppure le città continuano a costruire hotel mentre la costruzione di case si avvicina ai minimi degli ultimi dieci anni”. Secondo Aibnb gli hotel inoltre si concentrano quasi esclusivamente nei centri città e contribuiscono al sovraffollamento turistico generando minori benefici economici per le famiglie che vivono nei quartieri residenziali.

Tra gli esempi citati “il centro di Amsterdam che ha 15 volte più camere d’hotel e strutture ricettive simili rispetto agli annunci su Airbnb o il centro storico di Barcellona dove ci sono circa sette posti letto in hotel per ogni posto letto disponibile in affitto a breve termine. Ancora Airbnb spiega che solo nel 2024 sono state aperte quasi 40mila camere d’hotel in Europa e a fine anno quasi 250mila camere d’hotel erano in fase di costruzione o di pianificazione in tutto il continente”. Immediata la replica degli albergatori italiani. “Senza ritegno”: è lapidario il commento di Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, “sulle surreali affermazioni di Airbnb per attribuire alle strutture ricettive ufficiali la responsabilità del cosiddetto overtourism”.

“In Italia – sottolinea Nucara – oggi ci sono circa 32mila alberghi censiti da Istat e oltre 600mila annunci su Airbnb. Gli alberghi erano 34mila nel 2008, agli albori del fenomeno degli affitti brevi, quando su Airbnb erano presenti una cinquantina di annunci italiani. Significa che, da quando è nato il portale, il numero degli alberghi italiani è diminuito del 5,5%, mentre gli alloggi in locazione sono aumentati in maniera iperbolica (+1.153.746%, una percentuale quasi impossibile da pronunciare)”. “Ancor più sfacciata è la favoletta – conclude il direttore generale di Federalberghi – secondo cui la maggior parte dei pernottamenti prenotati su Airbnb avverrebbe fuori dalle città. Invitiamo Airbnb a rileggersi il rapporto redatto a novembre 2024 da Nomisma, su incarico del portale stesso, nel quale si afferma testualmente che ‘in Italia, i dati mostrano che il fenomeno degli affitti a breve termine si concentra principalmente in alcune aree a forte vocazione turistica, come i centri storici'”.

Airbnb non si ferma solo agli hotel, con cui la querelle dura da sempre. “Anche altre realtà – spiega – contribuiscono in modo significativo alla pressione esercitata sulle destinazioni turistiche più popolari. Il numero di escursionisti giornalieri e di passeggeri delle navi da crociera è cresciuto in maniera rilevante, alimentando la percezione di sovraffollamento. A Barcellona, ad esempio, il porto ha registrato 3,59 milioni di crocieristi nel 2024, mentre in tutta la Catalogna si contano 8,5 milioni di escursionisti giornalieri. Dal 2022 al 2023, i passeggeri delle crociere sono aumentati di oltre il 50% in città simbolo come Barcellona (+53%), Amsterdam (+63%) e Lisbona (+54%, massimo storico)”.

A questa dinamica – secondo Airbnb – si aggiunge il ruolo delle compagnie aeree, che hanno superato i livelli pre-pandemici con una forte ripresa dei voli e l’apertura di nuove rotte: “Ryanair ha superato per la prima volta i 200 milioni di passeggeri in un solo anno, mentre nei primi mesi del 2025 United Airlines e Delta hanno incrementato i collegamenti dagli Stati Uniti verso l’Europa rispettivamente del 23% e del 13% rispetto al 2019. Numeri che dimostrano come l’overtourism sia il risultato di una combinazione di fattori e debba essere affrontato con politiche che tengano conto dell’intero ecosistema turistico”.

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