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Cronache

Stroncati da un mix di alcol e droga, 2 fratelli trovati morti a Firenze

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I corpi li hanno trovati riversi sul letto, con accanto bottiglie di vino vuote e tracce di stupefacenti: e’ stato un mix di alcol e droga ad uccidere Dries e Robbe De Ceuster, due fratelli belgi di 27 e 20 anni trovati morti nel pomeriggio in una camera di un hotel a quattro stelle in piazza Santa Maria Novella a Firenze. Dries e Robbe, che avevano madri diverse, erano in vacanza con il padre e con la compagna di quest’ultimo. E ad accorgersi della morte sarebbe stato proprio il padre che, non vedendoli ne’ sentendoli, sarebbe andato a cercarli nella loro camera. C’era andato gia’ una prima volta in mattinata, verso le 11:30: agli investigatori ha raccontato di averli trovati addormentati. Non vedendoli pero’ scendere, l’uomo e’ tornato una seconda volta in camera e ha scoperto che i ragazzi erano entrambi morti. Immediatamente sono stati chiamati i soccorsi ma i medici del 118 non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. In albergo sono arrivati anche i poliziotti della squadra mobile e della Polizia scientifica, che hanno avviato subito le indagini. E dai primi accertamenti sono gia’ arrivate alcune risposte: gli investigatori non hanno trovato alcun segno di effrazione alla camera ne’ segni di violenza sui corpi dei due ragazzi. In camera, pero’, c’erano alcune scatole di potenti analgesici vuote, assieme ad alcune bottiglie di vino e tracce di stupefacenti. L’ipotesi al momento piu’ probabile, anche se bisognera’ attendere gli esami tossicologici, e’ dunque che i due siano stati stroncati da un mix di alcol e droga. E non e’ escluso che ad ucciderli possa aver contribuito anche lo stupefacente tagliato male, ma anche in questo caso la certezza ci sara’ solo al termine degli accertamenti tecnici. Gli investigatori hanno comunque gia’ sentito il padre di Dries e Robbe, la compagna di quest’ultimo, il personale dell’albergo che era in servizio ieri sera ed oggi oltre ad alcuni ospiti della struttura, che si trova a due passi dalla stazione. I poliziotti stanno anche visionando le immagini registrate dalle telecamere interne ed esterne all’hotel per ricostruire gli ultimi movimenti dei due e cercare di raccogliere quanti piu’ elementi utili per le indagini. Secondo quanto riferito dal padre, i ragazzi ieri sera avrebbero cenato con lui e la sua compagna, per poi far ritorno tutti insieme in albergo intorno alle 22:30. Bisognera’ dunque capire se i due avevano gia’ acquistato la droga precedentemente e siano rimasti tutta la sera in camera o se, invece, siano usciti nuovamente dopo essersi salutati con il padre e la compagna. In entrambi i casi, gli investigatori dovranno ricostruire i movimenti dei due per cercare di risalire a chi hanno incontrato, in quali locali sono stati e chi ha venduto loro la droga. Nelle prossime ore verranno inoltre acquisiti i tabulati dei telefoni cellulari dei giovani, per verificare le chiamate in entrata e in uscita e ricostruire gli ultimi contatti. Il fascicolo e’ in mano al pm Giacomo Pestelli che domani mattina affidera’ l’autopsia dopo aver ricevuto una prima informativa degli investigatori, che a tarda sera erano ancora in albergo per terminare i rilievi.

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Cronache

Il 19 giugno parte il processo per l’omicidio di Aurora

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Si svolgerà il 19 giugno al Tribunale per i minorenni di Bologna, con rito abbreviato, il processo per il 15enne accusato dell’omicidio di Aurora Tila, la ragazza di 13 anni, morta dopo essere precipitata dal terrazzo sopra casa a Piacenza, il 25 ottobre. Ne dà notizia il quotidiano Libertà. Il processo era stato inizialmente fissato per il 9 luglio, con rito ordinario. L’avvocato difensore del ragazzo ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato. Oltre agli atti raccolti dalla procura saranno presi in esame in aula i risultati delle perizie dei consulenti di parte. Aurora Tila, studentessa dell’Istituto Colombini, morì la mattina del 25 ottobre precipitando da un terrazzo al settimo piano del palazzo dove viveva con la madre e cadendo poi su un balcone tre piani più in basso. Con lei, sul terrazzo, c’era l’ex fidanzatino, di due anni più grande: le telecamere del condominio hanno ripreso il loro incontro nell’atrio, prima di salire in casa.

È stato lui a dare l’allarme e qualche giorno dopo è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario. Lui ha sempre negato queste accuse, sostenendo una versione diversa dei fatti rispetto alla ricostruzione della Procura. Il processo si svolgerà secondo il rito abbreviato (ovvero sulla base degli atti raccolti dalla procura, con il beneficio di uno sconto di un terzo della pena) ma “condizionato”, ovvero con l’ascolto in aula dei periti, e quindi con il confronto fra le due perizie, dagli esiti divergenti, che potrebbero rappresentare il cuore del processo. I medici legali di parte della difesa, infatti, contestano radicalmente le conclusioni alle quali era arrivata la perizia disposta dalla procura dei minorenni, che sostanzialmente attribuiscono al 15enne la volontà di far cadere Aurora dal terrazzo, da un’altezza di nove metri.

Una ricostruzione che la difesa ha sempre negato. Il punto cruciale su cui ci sarà battaglia sarà la dinamica della caduta, che secondo la perizia del consulente della procura, è incompatibile con un suicidio. Conclusioni, che come riferisce il quotidiano piacentino, secondo il medico legale Mario Tavani (che insieme al collega Attilio Maisto ha curato la perizia per la difesa) “risultano indubbiamente criticabili”, mentre “quelle sulla ricostruzione dinamica della precipitazione del corpo per alcuni versi inaccettabili”. Saranno prese in esame anche alcune testimonianze oculari: il racconto di alcune persone che hanno riferito di aver visto i due giovani litigare sul terrazzo sono state infatti cruciali per le indagini.

E’ stata una di queste testimonianze, in particolare, secondo cui il ragazzo avrebbe spinto Aurora oltre il parapetto e l’avrebbe colpita sulle mani per farla cadere, a risultare cruciale nella decisione di arrestare il 15enne. Un dettaglio, quello dei colpi sulle mani, che sarà messo a confronto con gli esiti delle perizie: quella dell’accusa ritiene le ferite che Aurora aveva sulle dita compatibili con i colpi ricevuti per farla cadere, mentre secondo la perizia della difesa sono state procurate dall’impatto a terra.

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Cronache

Napoli: si ripete ‘miracolo’ di San Gennaro, sangue è sciolto

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Si è ripetuto il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro. All’apertura della teca, poco prima delle 17 nella Cappella di San Gennaro all’interno del Duomo di Napoli, il sangue contenuto nell’ampolla è apparso già liquido. La teca è stata aperta dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, presidente della Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, dall’abate della cappella monsignor Vincenzo De Gregorio, e dai vescovi ausiliari di Napoli monsignor Francesco Beneduce e monsignor Michele Autuoro, in vece dell’arcivescovo don Mimmo Battaglia, impegnato a Roma in vista del Conclave. Per l’annuncio “ufficiale” dell’avvenuto miracolo di maggio bisognerà aspettare l’arrivo nella basilica di Santa Chiara della processione in partenza dal Duomo. Il corteo si snoderà nelle strade del centro antico di Napoli e alle 18 avrà inizio la celebrazione eucaristica nella trecentesca basilica di Santa Chiara.

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Incidente nel Ragusano, conducente muore nel rogo dell’auto

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Un grave incidente stradale si è verificato nel pomeriggio nei pressi di Playa Grande, lungo la circonvallazione di Donnalucata, frazione di Scicli, nel Ragusano. Una delle due auto coinvolte ha preso fuoco e il conducente, rimasto incastrato tra le lamiere, è morto carbonizzato nonostante i tempestivi soccorsi. Sono intervenute due squadre dei vigili del fuoco, ambulanze del 118 e gli agenti della polizia municipale di Scicli. Le operazioni di messa in sicurezza e rilievi sono in corso.

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