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Si apre l’era di Sarri alla Juventus, obiettivo Icardi o ritorno di Higuain e calcio spettacolo per vincere la Champions

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La rivoluzione bianconera, l’addio al calcio speculativo per abbracciare il ‘sarrismo’, e’ gia’ partita. Bastera’ attendere i prossimi giorni per ascoltare dal vivo le prime parole del nuovo tecnico della Juventus, del ‘nemico’ per tre anni trasformatosi in guida nella tortuosa via per il bel gioco abbinato ai risultati. Sarri dovrebbe raggiungere Torino dalla sua Figline Valdarno gia’ domani, giovedi’ la presentazione alla stampa in una delle sale piu’ prestigiose dell’Allianz Stadium, la ‘Gianni e Umberto Agnelli’, la stessa usata nel luglio scorso per il vernissage bianconero di Cristiano Ronaldo. La scelta di Sarri, benche’ nell’aria da un mese, ha disorientato molti tifosi della Juve, espliciti nell’esprimere il disappunto nei commenti social all’annuncio del tecnico, sia quelli del Napoli, che si sono sfogati esponendo striscioni in citta’ contro la via bianconera presa dal tecnico. Difficile dimenticare in fretta 114 partite di campionato, con 79 vittorie e sole 13 sconfitte, la bellezza del gioco espresso e un rapporto profondo con la tifoseria del Napoli, di cui non ha mai nascosto di fare parte fin da bambino. Martedi’ sara’ dunque il giorno di Sarri a Torino, primo approccio da condottiero bianconero dopo tre anni passati a inseguire la Juventus prima di partire in direzione Premier League. Tanti i nodi, prettamente organizzativi, da sciogliere nei primi giorni, una consuetudine da cui passa ogni nuovo allenatore. Dalla data del ritiro alla Continassa, in programma ai primi di luglio ma ancora senza una data ufficiale, alla tournèe cinese. Martedi’ sara’ anche il giorno della tanto attesa visita dal sarto bianconero, colui che confezionerà su misura il vestito con cui Sarri si presenterà in conferenza. Il 45/o allenatore della storia della Juventus sarà un tecnico di rottura dopo una lunga serie di scelte che hanno portato in bianconero maestri del calcio pragmatico come Trapattoni, Lippi, Allegri e Conte. Attese anche le prime mosse di mercato di Paratici, dopo il blitz di questo inverno che ha permesso di strappare a parametro zero il gallese Ramsey all’Arsenal: il dirigente e Sarri sono stati a stretto contatto in questi giorni, pianificando gli arrivi e le partenze. La base da cui ripartire e’ naturalmente il settore difensivo, in cui alle certezze Chiellini, Bonucci e Szczesny si aggiungera’ il nuovo status di Rugani, plasmato da Sarri ai tempi dell’Empoli. Si delinea all’orizzonte il ritorno di Benatia, difensore in rotta con Allegri e ora pronto a riabbracciare i compagni, mentre sulle fasce Alex Sandro e’ uno dei punti fermi su cui il tecnico vuol costruire la sua Juve. Centrali al gioco bianconero saranno Pjanic ed Emre Can, mentre in attacco, a fianco dell’intoccabile Ronaldo, salgono le quotazioni di Bernardeschi, un vecchio pallino di Sarri fin dai tempi della Fiorentina. In partenza Cuadrado, Douglas Costa, Mandzukic, Khedira e Dybala: la ‘Joya’ ha espresso la volonta’ di restare in bianconero, ma il tanto chiacchierato scambio con Icardi permetterebbe ad entrambe le societa’ di mettere a segno una plusvalenza che darebbe slancio al mercato. Se l’ex capitano dell’Inter non dovesse vestire il bianconero, la soluzione di ripiego sarebbe far tornare alla Continassa il primo ‘sgarbo’ bianconero ai danni del Napoli, cioè Gonzalo Higuain.

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Cronache

L’ombra lunga di Fordow: nuovo raid israeliano sul sito nucleare iraniano, dubbi e tensioni dopo lo strike Usa

Nuovo attacco Idf alle vie d’accesso del bunker atomico. L’Aiea conferma danni ma resta l’incertezza sull’efficacia complessiva dell’operazione. Trump esulta, gli esperti frenano.

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Israele è tornata a colpire. Dopo lo strike congiunto Usa-Israele che ha devastato impianti strategici del programma atomico iraniano, l’aviazione dello Stato ebraico ha lanciato un nuovo attacco a Fordow, bersagliando le vie d’accesso all’impianto nucleare protetto nella montagna. Un’azione tardiva, secondo molti analisti, rispetto ai giorni che hanno preceduto l’operazione americana, quando decine di mezzi e bulldozer erano al lavoro intorno agli ingressi del sito.

Il nuovo attacco e il dossier ancora aperto

Il bombardamento israeliano – interpretato da più fonti come un tentativo di impedire il recupero dei materiali o mantenere alta la pressione su un obiettivo strategico – suggerisce che la cosiddetta “Operazione Martello di mezzanotte” lanciata da Donald Trump non abbia chiuso il dossier nucleare iraniano. Tutt’altro. La sensazione diffusa è che la partita sia tutt’altro che finita.

L’Aiea: «Danni evidenti ma entità da verificare»

Il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, ha ammesso che l’impianto ha subito danni significativi, ma ha precisato che nemmeno l’Aiea è in grado di stabilirne con esattezza l’entità. Al contrario, per Natanz e Isfahan i danni sono evidenti: immagini satellitari mostrano edifici sventrati da super bombe americane GBU e missili da crociera lanciati dal sottomarino USS Georgia.

L’ottimismo di Trump e i dubbi degli esperti

Il presidente Trump ha parlato di «distruzione totale» e bollato come «fake news» le analisi più caute. Ma molti esperti, tra cui Jeffrey Lewis, esprimono riserve significative. Il punto più critico riguarda la quantità di uranio arricchito realmente presente a Fordow: secondo fonti iraniane sarebbe stato trasferito prima del raid, una versione ritenuta credibile anche da funzionari Usa.

L’ipotesi più realistica è che il materiale sia stato nascosto altrove, forse in un altro sito nei pressi di Natanz, ancora risparmiato dall’operazione “Rising Lion”.

Gli scenari futuri: la bomba è ancora possibile

La comunità degli analisti ritiene che l’Iran possieda almeno 400 kg di uranio arricchito, quantitativo potenzialmente sufficiente per proseguire verso la costruzione dell’arma nucleare, se e quando riceveranno il via libera dalla Guida Suprema, l’ayatollah Khamenei. È questa la lezione centrale che circola nei circoli diplomatici e militari: la guerra può rallentare il programma nucleare iraniano, ma non può fermarlo del tutto.

L’arsenale segreto degli ayatollah e il piano parallelo

Nel mondo dell’intelligence è condivisa da tempo la convinzione dell’esistenza di una “via parallela” al nucleare, gestita da un nucleo ristretto di scienziati e pasdaran, costruita per sfuggire ai controlli internazionali. A conferma di questa ipotesi, vi sono anni di sabotaggi, cyber-attacchi, infiltrazioni e tentativi di forniture tecnologiche manomessecondotte da Israele. Nessuna di queste azioni, però, ha convinto la Repubblica islamica a rinunciare all’opzione atomica.

 

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Cultura

Addio ad Arnaldo Pomodoro, genio della scultura italiana

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Arnaldo Pomodoro (foto Imagoeconomica)  è stato uno degli artisti italiani contemporanei più noti, riconoscibili e apprezzati a livello internazionale. Le sue sculture, a partire dalla celebre Sfera, sono diventate simboli urbani, installate nei luoghi più rappresentativi del mondo: dal Cortile della Pigna dei Musei Vaticani al Palazzo delle Nazioni Unite a New York, fino alla Farnesina a Roma e al lungomare di Pesaro, dove la sua “Sfera Grande” è ormai parte dell’identità cittadina.

Un universo nascosto nel metallo

La sua arte unisce la perfezione esterna del metallo splendente con un cuore di fragilità, mistero e meccanismo interno. Le sue opere – sfere, obelischi, dischi, labirinti – esprimono visivamente quella complessità che Pomodoro stesso sintetizzava in una frase: “L’arte è un labirinto”. Dentro la superficie levigata, si nasconde un universo segnato da fratture, tensioni, architetture nascoste.

Le origini e la formazione

Nato il 23 giugno 1926 a Morciano di Romagna, Pomodoro aveva iniziato gli studi come geometra. Si appassiona presto ai metalli e inizia come orafo. Il trasferimento a Milano nel 1954 segna la svolta: stringe legami con Lucio Fontana e fonda il gruppo Continuità, iniziando a lavorare su forme segniche che superano i confini tra bidimensionale e tridimensionale.

Dal teatro all’arte pubblica

Nel tempo, la sua arte si espande fino a toccare la scenografia teatrale, come per la storica Semiramide di Rossini al Teatro dell’Opera di Roma (1982) o per le Orestiadi di Gibellina nel 1985. Resta memorabile anche il suo lavoro su Edipo Re di Stravinsky a Siena, con una scenografia dominata da un gigantesco occhio. Celebre anche il guanto-scultura per Ornella Vanoni, esempio di commistione tra arte, gioielleria e moda.

Opere simboliche e imponenti

La sua produzione si estende anche a interventi religiosi e istituzionali: tra i tanti, il portale bronzeo del Duomo di Cefalù (1998), gli arredi sacri nella chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo in collaborazione con Renzo Piano, il Disco Solare donato alla Russia nel 1991, e il cimitero di Urbino. L’ultima grande mostra, nel 2023, è stata realizzata con Fendi al Palazzo della Civiltà Italiana a Roma.

Il ruolo della Fondazione

La Fondazione Arnaldo Pomodoro continuerà il lavoro iniziato dal maestro, come sottolinea la direttrice Carlotta Montebello: “Mancherai a tutti noi Arnaldo e faremo tesoro dei tuoi insegnamenti”. La Fondazione continuerà a diffondere il suo lascito artistico e intellettuale attraverso mostre, eventi e attività educative.

Il cordoglio delle istituzioni

Numerosi i messaggi istituzionali. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato di “un grande vuoto nel mondo dell’arte”. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha ricordato come “la sua arte ha scolpito l’anima dell’Italia”. Per il ministro della Cultura Alessandro Giuli, “l’Italia perde un protagonista indiscusso della scultura contemporanea”.

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Esteri

Trump: “L’Iran si è sfogato, ora avanti con la pace”. Nessuna ritorsione americana dopo l’attacco fallito

Il presidente su Truth: “Teheran ha reagito in modo debole, li ringrazio per l’avviso. Nessun ferito”.

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Donald Trump ha commentato ufficialmente la reazione dell’Iran all’attacco americano che ha colpito alcuni impianti nucleari di Teheran, definendola “molto debole” e prevedibile. Il presidente degli Stati Uniti, intervenuto sulla sua piattaforma Truth, ha sottolineato come l’offensiva iraniana sia stata “contrastata in modo molto efficace”, con 14 missili intercettati su 13 lanciati, ironizza, e nessun americano ucciso o ferito.

“L’Iran ci ha avvisato: nessuna vita persa, ora pace e armonia”

Nel messaggio pubblicato, Trump ha ringraziato pubblicamente il governo iraniano per aver avvisato in anticipodell’imminente attacco, consentendo così alle forze armate statunitensi di prepararsi e prevenire ogni danno umano. “La cosa più importante è che l’Iran si è sfogato, e, si spera, non ci sarà più odio”, ha scritto il presidente.

Trump ha anche lanciato un segnale all’intera regione: “Forse l’Iran può ora procedere verso la pace e l’armonia. E incoraggerò con entusiasmo Israele a fare lo stesso”.

Nessuna escalation militare: “L’attacco è fallito”

Secondo quanto riportato dal New York Post, un funzionario del Pentagono ha confermato che non è prevista alcuna risposta militare statunitense all’attacco iraniano, definito una “fallita rappresaglia” contro una base americana in Qatar. “Finché le cose resteranno così, il presidente Trump non intende procedere con ulteriori interventi”, ha precisato la fonte militare.

Un segnale che potrebbe indicare una momentanea de-escalation delle tensioni tra Washington e Teheran, in attesa di sviluppi diplomatici o eventuali nuove provocazioni.

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