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Sfascio sanità in Campania, il duro atto di accusa del M5S: stop a doppio ruolo di De Luca, smetterà di fare il commissario per lucrare a fini elettorali

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Uno scandalo dietro l’altro. La corruzione, le mazzette. Gli appalti truccati. Gli ospedale inaugurati a rate. I primari mai nominati per concorso. I furbetti del cartellino. Le truffe. Vicende vergognose di pazienti ricoperti da formiche. Ospedali che cadono a pezzi. Aziende che fanno pulizie (si fa per dire) in strutture sanitarie in regime di proroga anche da anni. La sanità in Campania che certamente avrà punte di eccellenza nella ricerca e nella cura dei pazienti, si segnala per sprechi, inefficienze e crimini d’ogni genere. Davanti a questa immagine allucinante della sanità campana, che pure spende 10 miliardi euro circa ogni anno, arriva l’attacco durissimo del M5S al presidente della giunta regionale della Campania che è anche commissario della Sanità, dunque è lui che gestisce quei 10 miliardi di euro che purtroppo non servono a dare ai campani servizi sanitari normali. Il duro atto di accusa è della leader del Movimento, consigliera regionale, Valeria Ciarambino.

Sanità malata. Ultimo scandalo al San Giovanni Bosco, la povera donna ricoperta di formiche

“Un’era scellerata sta per finire. Un’era di nomine senza trasparenza e merito, di favori e poltrone, di incarichi distribuiti agli amici degli amici e malati trattati come merce su cui lucrare, alla mercè di formiche e un’assistenza indegna. Un’era di stipendi d’oro- continua la Ciarambino – distribuiti a manager incapaci e di dignità svenduta di operatori della sanità, la cui professionalità è stata per troppo tempo calpestata. Un’era cominciata con un paradosso, quella in cui la sanità campana è stata appannaggio esclusivo di un uomo solo a cui, per sua stessa volontà, sono stati attribuiti pieni poteri e un doppio ruolo: quello di Commissario per il piano di rientro in aggiunta a quello di Governatore. Finalmente, grazie ad un Governo di buonsenso, De Luca non sarà più il padre padrone di un settore gestito per il suo esclusivo tornaconto, sulla pelle e la salute dei cittadini della Campania”. A mettere la parola fine a quella che la consigliera regionale Valeria Ciarambino definisce l’era De Luca sarà “l’approvazione dell’emendamento al Decreto Fiscale in Commissione Finanze del Senato” perchè grazie a questo  emendamento, spiega sempre la Ciarambino “viene finalmente reintrodotto quel sacrosanto principio che definisce l’incompatibilità tra i ruoli di presidente di Regione e Commissario per il piano di rientro. Presto il provvedimento andrà in aula e sarà cancellata la norma ad De Luca – spiega con ironia l’esponente del M5S –  che ha ottenuto come unico risultato quello di devastare la sanità in Campania, dando al governatore il potere di smantellare ospedali, chiudere reparti, accorpare presidi senza alcuna logica, nominare manager a lui vicini anche senza merito e aumentare in maniera spropositata i loro stipendi, il tutto a scapito di una qualità dell’assistenza sanitaria precipitata all’ultimo posto in Italia. Cittadini e operatori della sanità aspettavano da tempo questo momento e noi con loro”. 

Vincenzo De Luca. Il presidente della giunta regionale della Campania considerato il responsabile dello sfascio

 Con l’emendamento approvato in via definitiva ci sarà anche, attacca Valeria Ciarambino “lo stop al più vergognoso dei provvedimenti, con il controllore che coincide col controllato. Stop a una norma scellerata, imposta due anni fa da De Luca al suo fido scagnozzo e allora premier Matteo Renzi, per fare della sanità il suo personale carrozzone. Cancellato quel provvedimento che il governatore fece redigere e cucire attorno a sé, così da poter avere mani libere nel distribuire prebende e nomine senza alcun altro fine che quello di guadagnare consensi. Sistemi come quello costruito da De Luca in Campania stanno cominciando a sgretolarsi sotto i colpi del cambiamento. Settori come la sanità non saranno mai più appannaggio della politica e dei giochetti di certi suoi esponenti. Al nuovo commissario daremo tutto il nostro supporto perché la sanità campana possa finalmente rinascere”.

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Cronache

Continuum Bellum 3: i Carabinieri smantellano le piantagioni di cannabis sui Monti Lattari

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È in corso da oltre un mese una delle più intense operazioni di contrasto al narcotraffico mai realizzate sui Monti Lattari. Si chiama “Continuum Bellum 3”, ed è la terza edizione di un’azione sistematica e capillare condotta dai Carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia, affiancati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria, dal nucleo investigativo di Torre Annunziata e dagli elicotteri del 7° nucleo Carabinieri di Pontecagnano.

Scoperta una nuova piantagione a Castellammare: distrutte 120 piante

Nelle ultime ore, i militari hanno scoperto un’ulteriore piantagione di cannabis nella località Pozzano di Castellammare di Stabia. In un bosco isolato sono state individuate 3 piazzole coltivate con 120 piante di Cannabis Indica, alte circa 120 cm. La droga è stata immediatamente distrutta sul posto. Un rinvenimento che segue di appena 24 ore quello precedente, segno di una continuità operativa e di un controllo serrato del territorio.

Numeri imponenti: 670 piante distrutte, armi e munizioni recuperate

Dal 14 maggio ad oggi, l’operazione ha portato alla distruzione di oltre 670 piante di cannabis, distribuite in almeno 17 piazzole tra Gragnano, Castellammare di Stabia e Lettere. Le piante, in diverse fasi di maturazione, erano curate e ben nascoste grazie alla fitta vegetazione.

I Carabinieri hanno anche sequestrato due chili di marijuana già essiccata, bilancini di precisione, e soprattutto un arsenale nascosto sottoterra: due pistole con matricola abrasa, tre fucili (tra cui un semiautomatico), 107 munizioni, caricatori e materiale per la manutenzione delle armi.

Un territorio aspro, ma strategico per il narcotraffico

I Monti Lattari, promontori che sovrastano la costiera sorrentina e si estendono fino all’agro nocerino-sarnese, si confermano uno dei territori più delicati nella geografia del narcotraffico campano. L’orografia accidentata e la posizione isolata favoriscono la coltivazione di cannabis e la protezione di armi, rendendo difficoltoso l’accesso alle forze dell’ordine.

Zone come il Vallone Fondica e il Monte Muto, così come i boschi tra Castellammare e Lettere, sono diventate aree sensibili, ora mappate anche grazie all’impiego di droni, elicotteri e squadre speciali a terra.

Il nemico invisibile: cunicoli e grotte come basi criminali

A colpire gli investigatori è anche il livello di sofisticazione logistica delle organizzazioni criminali: l’uso di cunicoli nascosti, grotte e anfratti trasformati in depositi e rifugi rende evidente un sistema strutturato e ben organizzato, spesso pronto a difendere i propri interessi con la violenza.

Una missione in corso: “bonificare la Giamaica del Sud”

L’obiettivo di “Continuum Bellum 3” è chiaro: liberare i Monti Lattari dalla morsa di droga e armi, restituire il territorio ai cittadini e sradicare le radici del narcotraffico. I risultati ottenuti finora indicano una presenza costante e determinata delle forze dell’ordine, pronte a proseguire per tutta l’estate.

Il soprannome che circola da tempo – “Giamaica del Sud” – rende bene l’idea di quanto i Monti Lattari fossero divenuti un simbolo della coltivazione illegale. Ma oggi, la lotta continua, metro dopo metro.

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Assunta Scutto, la ragazza di Scampia, entra nella storia: è oro ai Mondiali di judo 2025 a Budapest/VIDEO

Primo titolo iridato per l’Italia nella categoria -48 kg, trionfo della judoka napoletana.

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L’Italia del judo scrive una pagina storica grazie a Assunta Scutto, che nella giornata inaugurale dei Campionati Mondiali 2025 a Budapest ha conquistato la medaglia d’oro nella categoria -48 kg, firmando il primo titolo mondiale assoluto italiano in questa classe di peso.

Primo oro mondiale per l’Italia nei -48 kg

La ventitreenne napoletana di Scampia ha così portato a sette il totale delle medaglie d’oro mondiali conquistate dalle atlete azzurre nella storia del judo. Per Scutto, già medaglia d’oro ai Mondiali juniores del 2021, si tratta del secondo trionfo iridato in carriera, dopo aver collezionato due bronzi (Tashkent 2022 e Doha 2023) e un argento (Abu Dhabi 2024) nelle precedenti edizioni senior.

Un percorso perfetto sui tatami magiari

Scutto, testa di serie numero uno del tabellone, ha beneficiato di un bye al primo turno e ha esordito ai sedicesimi di finale battendo la cilena Mary Dee Vargas Ley grazie a un waza-ari. Agli ottavi ha superato la mongola Ganbaatar Narantsetseg al golden score con un yuko dopo 1’35”, approfittando anche delle due ammonizioni alla rivale.

Nei quarti di finale, ha liquidato in appena 30 secondi la taipeiana Chen-Hao Lin con un ippon fulminante, vincendo così la Pool A.

La rivincita con Boukli e il trionfo finale

In semifinale, la judoka napoletana ha avuto la sua rivincita personale contro la francese Shirine Boukli, bronzo olimpico e avversaria che l’aveva sconfitta in due occasioni recenti: ai Giochi di Parigi 2024 e agli Europei di Podgorica. Questa volta, Scutto non ha lasciato scampo, vincendo per ippon dopo soli 56 secondi.

Nel combattutissimo gold medal match contro la kazaka Abiba Abuzhakynova, Susy ha gestito la pressione con freddezza, pescando un yuko e poi l’ippon decisivo a 13” dalla fine, chiudendo il match e salendo sul gradino più alto del podio.

Completano il podio la spagnola Laura Martinez Abelenda e la giapponese Wakana Koga, medaglie di bronzo.

L’Italia del judo sogna con Scutto

Assunta Scutto conferma il suo straordinario talento e si afferma tra le più grandi judoka al mondo nella sua categoria. Una campionessa nata a Scampia, cresciuta tra mille difficoltà ma capace, grazie al lavoro e alla dedizione, di portare l’Italia sul tetto del mondo.

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Esteri

Raid aereo israeliano su larga scala in Iran occidentale: colpiti siti missilistici e depositi di droni

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F 35 caccia

L’Aeronautica militare israeliana (IAF) ha condotto “diversi attacchi su vasta scala” contro obiettivi militari nella parte occidentale dell’Iran. Lo ha annunciato nelle ultime ore l’Esercito di Difesa di Israele (IDF) attraverso un comunicato ufficiale diffuso sul canale Telegram.

Secondo quanto reso noto, l’operazione ha preso di mira “decine di infrastrutture per il lancio e lo stoccaggio di missili terra-terra”, colpendo anche basi di lancio di missili terra-aria e depositi di droni militari.

Operazione mirata contro le capacità offensive iraniane

Gli attacchi si inseriscono in un contesto di tensioni crescenti tra Israele e Iran, con l’IDF che parla apertamente di “obiettivi appartenenti al regime iraniano”, confermando la natura diretta dell’offensiva. L’operazione sembra essere parte di una strategia volta a limitare la capacità dell’Iran di condurre attacchi missilistici e lanci di droni verso Israele e i suoi alleati regionali.

Escalation della crisi in Medio Oriente

Il raid rappresenta un nuovo picco nell’attuale escalation militare tra i due Paesi, che nei giorni scorsi ha visto un’intensificazione degli scontri diretti e indiretti. Israele punta così a dissuadere ulteriori azioni offensive iraniane, intervenendo in profondità sul territorio del nemico per colpire nodi strategici della sua infrastruttura bellica.

Resta alta l’attenzione da parte della comunità internazionale, in un quadro di crescente instabilità nel Medio Oriente, con il rischio di un allargamento del conflitto che coinvolga altri attori regionali e internazionali.

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