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Sessista a chi? Enrico Esposito, collaboratore di Luigi Di Maio, si difende: “I tweet erano satirici, all’epoca conducevo un programma radiofonico”

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Dopo 12 ore passate nel tritacarne dei media e dei social, accusato di essere razzista, omofobo, di insultare le donne e di essere, in buona sostanza, un vero e proprio mostro, Enrico Esposito ha deciso di dare la sua versione dei fatti.Il vicecapo dell’ufficio legislativo del ministero dello Sviluppo economico nominato da Luigi Di Maio sostiene che i tweet che gli vengono rinfacciati erano satirici, e non a caso in quel periodo lui conduceva un programma radiofonico vestendo i panni di Gianni il Riccone”, che “impersonava il mio alter ego razzista, omofobo, sessista e addirittura antimeridionale (proprio io, che sono napoletano!)”. Ecco il post pubblicato da Esposito, a ciascuno la sua opinione.

Post di Enrico Esposito su Facebook

Oggi ho provato sulla mia pelle cosa significa finire nel vortice della macchina del fango e pagarne il prezzo delle conseguenze.

Chi mi conosce sa benissimo che nella mia vita ho sempre avuto la passione per la satira e per il black humor. Infatti, proprio nel periodo di quei tweet riportati dall’Espresso avevo creato un personaggio radiofonico, chiamato “Gianni il Riccone”, che impersonava il mio alter ego razzista, omofobo, sessista e addirittura antimeridionale (proprio io, che sono napoletano!). All’epoca, utilizzavamo twitter per promuovere il nostro programma radiofonico satirico, ma i giornalisti dell’Espresso si sono ben guardati dal riportare le foto di “Gianni Il Riccone”, che pure erano visibili in bacheca, e hanno subito lanciato una campagna diffamatoria nei miei confronti, decontestualizzando quelle frasi.

La cosa che più mi ha fatto male è che quelle frasi siano state utilizzate contro di me per farmi sembrare un razzista, un sessista, un omofobo.

Proprio io, che ai tempi delle lotte studentesche al liceo e all’università, mi sono sempre impegnato in prima persona, portando avanti battaglie sui diritti civili.

Anni di manifestazioni, sit in, convegni e raccolte firme: tutto cancellato da 4 battute di cattivo gusto che non rappresentano affatto, e addirittura sono l’opposto, di quello che è il mio pensiero su queste tematiche.

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Piantedosi: valutare il rinvio dei cortei pro Palestina

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Valutare lo spostamento ad altra data delle manifestazioni pro Palestina previste per il 27 gennaio, Giorno della memoria. Con una circolare del Dipartimento della Pubblica sicurezza si invitano infatti i questori a considerare di spostare ad un altro giorno le manifestazioni previste per sabato prossimo, in particolare a Roma e Milano, “così garantendo la libertà di manifestazione che, nel caso di specie, va contemperata con il valore attribuito alla Giornata della memoria”. Perchè quelle manifestazioni nel giorno in cui si ricordano le vittime dell’Olocausto potrebbero ledere “alcuni valori sanciti dalla legge, come la commemorazione della Shoah”. Il capo della polizia, Vittorio Pisani, ha comunque previsto che per le manifestazioni di sabato dovranno essere predisposte idonee misure di prevenzione e sicurezza, “in considerazione della perdurante minaccia terroristica”.

Soddisfatta la comunità ebraica di Roma che aveva chiesto di vietare il corteo a Roma promosso da studenti palestinesi che per lanciarlo avevano preso in prestito parole di Primo Levi. “Siamo contenti che siano state riconosciute le nostre ragioni. Ringraziamo le istituzioni, a cominciare dal ministro Piantedosi e tutte le articolazioni del ministero dell’Interno, per la sensibilità che hanno dimostrato. È stata una decisione giusta e di buon senso”, ha detto il presidente Victor Fadlun. Intanto stamane, alla chiusura dell’evento ‘Giornata della memoria 2024 per non dimenticare’ all’ateneo Roma Tre, due studentesse hanno preso polemicamente la parola. “Perché il corteo del 27 gennaio – hanno chiesto – dovrebbe essere un problema?

Quanto sta avvenendo a Gaza non è quanto avvenuto nel ghetto di Varsavia? Non possiamo fare a meno di chiedere per quale motivo non possiamo anche prendere le parti dei palestinesi che stanno vivendo un genocidio: sono stati sterminati 20 mila civili e questa non può essere considerata una difesa”. Sul palco, davanti a loro, aveva da poco preso la parola proprio il presidente della comunità ebraica di Roma, Fadlum, che aveva detto: “Il mondo capovolto è pensare di poter autorizzare un corteo antisemita che usa e abusa le parole di Primo Levi come arma contro di noi. Il tragico risveglio del 7 ottobre dimostra quanto sia facile capovolgere il mondo, essere negazionisti. Noi ebrei non abbiamo paura, non più dai tempi dei rastrellamenti, non ci nasconderemo più e non staremo in silenzio”. Per Nando Tagliacozzo, testimone della Shoah, la manifestazione organizzata a Roma il 5 dicembre scorso contro l’antisemitismo promossa dalla Comunità ebraica di Roma e dalle Comunità ebraiche italiane alla quale hanno aderito tutti gli esponenti politici, “non la dovevamo promuovere noi ma avrebbe dovuto essere il mondo civile, la politica, a rassicurare noi ebrei”.

E anche per Irene Shashar, sopravvissuta all’Olocausto, “dopo il 7 ottobre è tornato l’antisemitismo, gli ebrei oggi di nuovo hanno paura di vivere in Europa. Avevamo detto che ‘mai più’ avrebbe significato ‘mai più’ e invece siamo ancora qui a dovere difendere le nostre vite”.

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Vladimir Luxuria e Francesco Storace diventano ‘il rosso e il nero’ per un programma su Rai Radio 1

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In un’inattesa convergenza di opposti, Vladimir Luxuria, nota attivista e icona LGBTQ+, si prepara a condividere il palcoscenico mediatico con Francesco Storace, noto politico di destra italiano. Questo inusuale incontro avverrà nella trasmissione “Il rosso e il nero” su Rai Radio 1, una piattaforma che può essere considerata un crocevia di opinioni diverse.

Per coloro che seguono la politica italiana, il nome di Francesco Storace è noto per la sua stretta affiliazione con il mondo politico di destra e la sua opposizione a molte delle tematiche sostenute da Vladimir Luxuria nel corso degli anni. Questa collaborazione inaspettata solleva naturalmente molte domande, ma Luxuria sembra affrontare la situazione con calma e determinazione.

Nel corso della sua carriera, Luxuria è stata una voce forte nella difesa dei diritti LGBTQ+ e nella promozione dell’uguaglianza. Ha affrontato sfide personali e discriminazioni, ma ha sempre difeso con passione i suoi valori e la sua autenticità. La sua partecipazione a un programma radiofonico con Storace, un uomo di opposta fazione politica che in passato l’ha criticata e insultata, rappresenta una prova di apertura al dialogo e alla diversità di opinioni.

Nell’intervista, Luxuria esprime il suo punto di vista sulla situazione, sottolineando la sua convinzione che non dovrebbe sentirsi minacciata dalle opinioni diverse. Questo atteggiamento incarna la sua lunga lotta per l’accettazione e l’uguaglianza e dimostra che, nonostante le divergenze politiche, Luxuria è disposta a cercare punti di convergenza e dialogo.

Per molti, questa iniziativa rappresenta una sfida significativa e un’opportunità di aprire un dialogo costruttivo tra persone con opinioni politiche differenti. Sarà interessante vedere come questa iniziativa si svilupperà e se porterà a una maggiore comprensione e tolleranza tra chiunque decida di ascoltarla.

 

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Cronache

Sospeso da funzioni e stipendio il giudice-poeta napoletano Ernesto Anastasio

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Sospeso dalle funzioni e dallo stipendio. La Sezione disciplinare del Csm usa la mano dura nei confronti del magistrato del tribunale di sorveglianza di Perugia Ernesto Anastasio, finito sotto i riflettori per aver accumulato l’arretrato record di 858 fascicoli, anche omettendo di depositare, o in altri casi depositando ben oltre i termini previsti, provvedimenti relativi alla libertà personale o alle condizioni di vita in carcere dei condannati. Un comportamento che nei mesi passati aveva provocato proteste, come il rifiuto del vitto, da parte dei detenuti del carcere di Perugia.

“E’ un magistrato che sostanzialmente rifiuta il lavoro”, “gettando discredito sull’intera amministrazione giudiziaria” si legge nell’ordinanza, che evidenzia la sequenza di contestazioni disciplinari a suo carico, accumulate in un decennio, sempre per ritardi nel deposito dei provvedimenti, anche quando ricopriva i ruoli di giudice a Torre Annunziata e a Santa Maria Capua Vetere. Originario di Piano di Sorrento, 54 anni, Anastasio, da quando il caso che lo vede protagonista è rimbalzato sui giornali, è stato ribattezzato “il giudice-poeta”. Del suo amore per la poesia parla anche la perizia a cui è stato sottoposto durante il procedimento disciplinare, che ha ipotizzato un disturbo della personalità e ha certificato che lui si sente oppresso da un lavoro che non gli dà soddisfazione perchè i suoi interessi sono orientati in altri campi. E a quella perizia fa diretto riferimento l’ordinanza del Csm per spiegare perchè la sospensione dalle funzioni sia una strada obbligata: non si può pensare che il magistrato corregga il tiro perchè “non è in grado di superare con le sue attuali risorse psicologiche le difficoltà che incontra sul piano dell’efficienza lavorativa”.

E che non ci si possa aspettare un cambio di rotta lo conferma anche il fatto che Anastasio è già stato sanzionato per i ritardi con un trasferimento d’ufficio da Santa Maria Capua Vetere a Perugia ma questo non ha portato a nessun esito positivo. Perciò la sospensione si impone: per evitare “ulteriore grave pregiudizio” ai diritti dei detenuti e al funzionamento del tribunale di sorveglianza di Perugia. A sollecitare il provvedimento, contestualmente all’avvio l’azione disciplinare, era stato il Pg della Cassazione Luigi Salvato, contestando ad Anastasio di aver violato i doveri di diligenza e laboriosità per aver ritardato “in modo reiterato, grave e ingiustificato” decisioni che dovevano essere prese con urgenza. Per la Sezione disciplinare quelle di Anastasio sono condotte molto gravi. E i ritardi hanno inciso “molto negativamente” sulla funzionalità del Tribunale di Sorveglianza di Perugia: hanno reso difficile la gestione del rapporto con i detenuti e costretto i colleghi di Anastasio a un surplus di lavoro per smaltire i suoi fascicoli.

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