Una tassa di appena lo 0,1% sui patrimoni dei più ricchi, cioè chi ha patrimoni da 5,4 milioni in su. La richiesta viene ribadita dall’Oxfam, la confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale, in vista del prossimo G7 di giugno in Puglia. Una richiesta già arrivata a Stresa e ribadita di recente in un incontro in Senato. Richiesta che al momento sembra inascoltata. In Italia, – spiega Oxfam – la ricchezza posseduta dallo 0,1% dei cittadini più ricchi è quasi tre volte superiore a quella nelle mani della metà più povera della popolazione. Se applicata a questo 0,1% (i 50 mila italiani più ricchi) con un patrimonio netto individuale sopra i 5,4 milioni di euro, l’imposta potrebbe produrre un gettito addizionale fino a 15,7 miliardi di euro all’anno. Ammontare che arriverebbe a 23 miliardi se rivolta al top-0,5%.
Risorse utili a migliorare la sanità pubblica e la scuola, contrastare il lavoro povero, rispondere all’impatto dei cambiamenti climatici nel nostro Paese. Insomma la tassa sui ricchi basterebbe da sola a ‘riempire’ le necessità di una manovra economica annuale. Oxfam rivolge la richiesta anche alla commissione europea ed ha di recente avviato una raccolta di firme per ottenere la tassa e sostenere l’inclusione sociale e una transizione ecologica giusta nei Paesi membri dell’Unione, per la finanza climatica e a integrazione degli stanziamenti Ue per le politiche di cooperazione internazionale allo sviluppo. Per i soggetti passivi del tributo – spiega Oxfam – l’imposta sostituirebbe le patrimoniali nazionali esistenti come l’IMU, il bollo auto e l’imposta sui conti correnti e sui depositi titoli nel contesto italiano.
“Abbiamo l’opportunità di chiedere alla Commissione Ue di prendere in esame l’introduzione di un’imposta sulla grande ricchezza. Il gettito ricavato andrebbe in scuola, sanità, alloggi popolari, contrasto al lavoro povero, una transizione ecologica giusta. – spiegava Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia fiscale di Oxfam Italia – L’imposta permetterebbe inoltre di rallentare la crescita della concentrazione dei patrimoni e di aumentare il grado di equità dei sistemi impositivi. Contribuirebbe a ridurre, se non addirittura a superare, la paradossale situazione, per cui i percettori di redditi più elevati versano in Italia imposte dirette, indirette e contributi inferiori, in proporzione al reddito, a quanto corrisposto da chi ha redditi più bassi.
Una palese ingiustizia, direi, una stortura che possiamo e dobbiamo correggere”. Su questo si sono espressi anche gli economisti italiani in un Manifesto a supporto di un’agenda Tax The Rich per l’Italia. Il documento è stato sottoscritto da 134 economisti italiani provenienti da 50 università italiane e straniere, presentato e discusso nei giorni scorsi al Senato in una tavola rotonda coordinata da Oxfam e Patriotic Millionaires, a cui hanno partecipato rappresentanti di tutti gli schieramenti politici. Si guarda al prossimo G7 in Puglia anche perchè dall’ultimo G7 di Stresa sull’argomento non si è andati avanti: pessimistiche le prospettive su una ‘global tax’. L’Oxfam ha chiesto “azioni coordinate” per tassare i super-ricchi. Ma il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti ha ammesso che sulla questione i Paesi interessati sono “ad un punto quasi morto”. La scadenza di giugno per il primo pilastro “rischia di essere mancata”.