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Serie A, record di allenatori stranieri: mai così tanti all’inizio di stagione

Setti allenatori stranieri ai nastri di partenza della Serie A 2025-26: un record storico. Dal giovane Cuesta a Tudor, Juric e Fabregas, come cambia il calcio italiano.

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Nell’estate del 1995, quando nasceva Carlos Cuesta, oggi giovanissimo tecnico scelto dal Parma, la Serie A che stava per iniziare contava appena tre allenatori stranieri: Eriksson alla Sampdoria, Boskov al Napoli e Zeman alla Lazio. Trent’anni dopo, la fotografia è radicalmente cambiata: i mister arrivati da fuori sono sette, un record assoluto da quando esistono i tre punti a vittoria.

Oltre all’enfant prodige spagnolo Cuesta, ci sono Tudor alla Juventus, Chivu all’Inter, Vieira al Genoa, Juricall’Atalanta, Fabregas al Como e Runjaic all’Udinese. Gli ultimi due, insieme a Fonseca (Milan), erano già presenti lo scorso anno. Dodici mesi fa gli stranieri erano appena tre: meno della metà di oggi. Una vera rivoluzione che coinvolge squadre da scudetto e club in lotta per la salvezza.

Un cambio culturale nel calcio italiano

La Serie A non è ancora ai livelli della Premier League, che conta 17 tecnici stranieri su 20, ma ha superato la Bundesliga (8) e si colloca alla pari della Ligue 1, davanti alla Liga (6). Storicamente, il nostro campionato ha sempre esportato allenatori di altissimo livello — come Carlo Ancelotti (nella foto), oggi c.t. del Brasile e unico a vincere lo scudetto nei cinque principali tornei europei — ma ha importato poco.

Tra i 20 allenatori con più presenze in Serie A, solo tre sono stranieri: Liedholm (644 panchine), Eriksson (437) e Helenio Herrera (423). «Non c’è da aver paura, mischiare le culture fa bene» spiega Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori, convinto che il tecnico italiano debba diventare più “meticcio” nell’interpretazione della partita, alternando verticalizzazioni, possesso palla e anche il pragmatismo inglese del lancio lungo.

Il difficile adattamento degli stranieri

La scorsa stagione, due dei tre stranieri partiti in panchina — Runjaic e Fabregas — hanno concluso il campionato, mentre due anni fa tre su quattro (Rudi Garcia, Paulo Sousa e Mourinho) vennero esonerati. «In Italia è complicato: all’estero scegli un modulo e non cambi mai, qui bisogna essere camaleontici anche nella stessa gara» sottolinea Ulivieri.

Le influenze oggi sono molteplici: dalla scuola spagnola di Cuesta e Fabregas, a quella croata di Juric e Tudor, passando per il ritorno di un tecnico romeno (Chivu) dopo Lucescu, il terzo allenatore tedesco in A con Runjaic, e il terzo francese con Vieira.

Proprietà straniere e scelte tecniche

Secondo Ulivieri, le proprietà straniere spesso commettono l’errore di affidarsi a numeri e algoritmi per scegliere un allenatore, dimenticando che il mestiere si fonda su istinto e umanità: «La scelta deve dipendere da un ragionamento profondo, come ha fatto l’Atalanta con Juric dopo Gasperini».

Dal 2005 al 2008 la Serie A ebbe solo allenatori italiani, poi arrivò Mourinho all’Inter, capace nel 2010 di riportare la Champions a Milano dopo 45 anni. Oggi, in sette sperano di smentire il motto “Italians do it better”.

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Festa in famiglia Juve, Vlahovic-gol ma è fischiato

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Una festa per 30mila, compreso John Elkann presente regolarmente sugli spalti al fianco del presidente Ferrero e di tutta la dirigenza al completo all’Allianz Stadium. “L’obiettivo della Juventus è quello di vincere” dice chiaramente il numero uno di Exor. E si gode anche la tradizionale giornata a tinte bianconere: “E’ bello ritrovarsi in famiglia, vedere i campioni di oggi che sfidano quelli del futuro – aggiunge – e la Juve vuol dire gioventù: partire dalla tradizione per vedere i giovani che crescono è un qualcosa di straordinario e siamo orgogliosi di tutto questo”.

E la sfida si è sempre conclusa nel segno della tradizione, con la classica invasione di campo: buona parte degli oltre 28mila spettatori dello Stadium si è riversata in campo intorno al minuto 52, con la prima squadra di Igor Tudor che si trovava in vantaggio per 2-0 sulla Next Gen di Massimo Brambilla. Nella grande festa bianconera, però, c’è spazio anche per una macchia: è quella legata a Dusan Vlahovic, finito nel mirino dei tifosi. Prima i mugugni alla presentazione della squadra, poi i fischi assordanti al gol divorato dall’attaccante che si sono trasformati solo in parte in applausi alla mezz’ora per il suo 2-0: c’è tempo fino al primo settembre per risolvere la situazione, altrimenti il divorzio a giugno dell’anno prossimo sarà a parametro zero.

“Dispiace per i fischi a Vlahovic, è un ragazzo che si allena sempre al massimo” le parole del tecnico Tudor. Anche l’altro grande protagonista è un giocatore tutt’altro che al centro del progetto, Douglas Luiz, bravo a realizzare il gol che ha aperto le danze e a fornire l’assist per il raddoppio definitivo di Vlahovic. Il brasiliano, però, non ha ricevuto la stessa accoglienza del serbo, e anzi ha dato risposte importanti piazzato sulla trequarti dal primo minuto. Poi c’è chi non ha partecipato alla kermesse estiva: Bremer è rimasto fuori dall’elenco dei convocati per gestire al meglio i carichi di lavoro dopo il lungo infortunio al ginocchio, Miretti invece si è fermato dopo una mezz’oretta abbondante di partita per un fastidio al flessore della coscia destra che andrà valutato dallo staff medico. Tutti, però, hanno ben chiaro l’obiettivo: “L’unico è tornare a vincere, sono il capitano della mia squadra del cuore e sono fiero di avere questa responsabilità” dichiara Locatelli; “Ai tifosi dico di starci vicino, promettiamo di dare tutto e insieme possiamo fare grandi cose” l’appello di Tudor. Sabato ci sarà l’ultima amichevole dell’estate: a Bergamo si faranno le prove di campionato, alle 20.45 è fissato il Trofeo Bortolotti contro l’Atalanta.

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Donnarumma fuori dal PSG: l’addio amaro del portiere e il messaggio ai tifosi dopo la scelta di Luis Enrique

Il PSG mette fuori rosa Donnarumma. L’allenatore Luis Enrique rivendica la decisione, il portiere saluta tifosi e compagni con un messaggio toccante su Instagram.

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Eroico in Champions League la scorsa primavera, oggi escluso dalla rosa del Paris Saint-Germain. È la parabola di Gianluigi Donnarumma, messo fuori dal progetto da Luis Enrique, che ha rivendicato come “mia al 100%” la decisione alla vigilia della Supercoppa Europea.

Il portiere della nazionale italiana ha affidato ai social un lungo messaggio ai tifosi, suonando come un addio senza ritorno. «Purtroppo qualcuno ha deciso che non potrò più far parte di questo gruppo e contribuire ai successi della squadra. È una decisione che mi lascia deluso e amareggiato – ha scritto su Instagram –. Dal primo giorno ho dato tutto per difendere con orgoglio la porta del PSG. Spero di avere ancora l’opportunità di guardare negli occhi i tifosi e salutarli come meritano».

Il saluto ai tifosi e ai compagni

Donnarumma ha ringraziato i sostenitori parigini per l’affetto ricevuto e i compagni di squadra, definiti “la mia seconda famiglia”: «Grazie per ogni battaglia, ogni sorriso ed ogni momento condiviso. Giocare per questo club e vivere questa città è stato un onore immenso».

La motivazione dell’allenatore

Luis Enrique, pur lodando il valore tecnico e umano di Donnarumma, ha chiarito le ragioni della scelta: «È uno dei migliori portieri al mondo, ma questa è la vita dei calciatori di alto livello. Sono responsabile al 100% di questa decisione, legata al profilo di portiere di cui la mia squadra necessita».

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Napoli, accordo chiuso per Gutierrez e pista calda per il ritorno di Elmas: 50-60 milioni ancora da investire

Napoli pronto ad annunciare Gutierrez, mentre si scalda la trattativa per riportare Elmas in azzurro. In cassa 50-60 milioni per completare la rosa con altri innesti di qualità.

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Dal quartier generale di Rivisondoli, Aurelio De Laurentiis e il direttore sportivo Giovanni Manna stanno gestendo le ultime mosse di un mercato ancora aperto a più soluzioni. L’accordo con il Girona per Gutierrez è totale: prezzo e condizioni definiti, senza clausola di rivendita. Il terzino spagnolo, seguito da Manna già da maggio, arriverà nonostante l’infortunio, con visite e annuncio attesi a inizio della prossima settimana.

La pista Elmas e le alternative

Accanto a Gutierrez, resta caldissima la trattativa per il ritorno di Elmas. Il macedone ha detto subito sì, ma il Lipsia, che lo ha acquistato per 25 milioni un anno e mezzo fa, non intende cederlo in prestito o a prezzo ribassato. Un’operazione complessa, che ha momentaneamente raffreddato le piste Miretti e Musah, comunque non ancora chiuse.

Budget e obiettivi di mercato

Conte e De Laurentiis dispongono di un budget stimato tra i 50 e i 60 milioni, cifra che potrebbe aumentare con l’addio di Raspadori. Le priorità restano un terzino destro, un centrocampista e un esterno offensivo, ma la strategia resta flessibile. Sul taccuino anche Zinchenko dell’Arsenal e Juanlu del Siviglia, mentre la situazione di Federico Chiesa è legata alla decisione del Liverpool di sostituire un proprio attaccante.

Suggestioni e trattative congelate

Nonostante nuove voci su Lookman dall’Atalanta, il Napoli non ha intenzione di rilanciare l’offerta. A maggio Manna aveva sondato anche Retegui, ma i costi hanno bloccato l’operazione. Le suggestioni Sterling e Grealish restano irrealizzabili, con i due giocatori destinati a restare in Premier League.

Ultimi 17 giorni di mercato decisivi

Con Gutierrez in arrivo e la pista Elmas che scalda il ritiro azzurro, il Napoli si prepara a un finale di mercato intenso. Conte e Manna lavorano in sintonia per completare una rosa che, con gli innesti giusti, punta a essere competitiva su tutti i fronti.

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