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Cronache

Scuola, il Tar del Lazio annulla il concorso per 2900 presidi

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Salta il concorso per 2900 presidi che era arrivato ormai alla fase dei colloqui orali. Il Tar del Lazio ha infatti accolto il ricorso contro la sua regolarita’ annullandolo. Una decisione che pero’ il ministero dell’Istruzione si prepara a contestare con l’appello al Consiglio di Stato, mentre i sindacati parlano di “disastro” e di un “calvario” per le persone coinvolte. Al concorso hanno partecipato 15 mila persone, 9600 hanno superato le prove preselettive, 3800 gli scritti, e gli orali erano in via di conclusione. I posti sono 2900 circa. Della Commissione esaminatrice, secondo la decisione, facevano infatti parte persone che versavano in condizione di incompatibilita’, e “ne consegue che la presenza di tali membri rende illegittimo l’operato della commissione nella parte in cui sono stati fissati i criteri di valutazione”; inoltre “ne discende ulteriormente che tale illegittimita’ si riverbera a cascata sull’operato di tutte le commissioni, essendo stati i criteri di valutazione definiti da organismo illegittimamente formato”. Contro la decisione dei giudici della sezione Terza bis, il Ministero dell’Istruzione sta gia’ predisponendo l’appello con l’Avvocatura dello Stato.

Secondo fonti ministeriali, il Tar ha accolto il ricorso sulla base di una censura infondata; in particolare, non sussisterebbero i presupposti per la ritenuta incompatibilita’ di alcuni commissari. Ora il ministero punta a una sospensiva in via d’urgenza, con la speranza di portare in salvo il concorso. “L’annullamento del concorso per i presidi e’ un disastro per la scuola italiana”. A dirlo e’ Roberta Fanfarillo sindacalista Cgil. “Duemila scuole rimarrebbero senza dirigenti scolastici”. “Stiamo chiedendo un incontro urgente al ministro Bussetti perche’ si possa salvare almeno una parte della procedura”. Per la Uil Scuola, con questa decisione “inizia un calvario giudiziario che vede, sia negli esclusi che nei vincitori di concorso, le vittime di un sistema che mostra, ancora una volta tutti i suoi limiti”.

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Rapinano ufficio postale a Napoli ma vengono presi, 2 arresti

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‘Colpo’ all’ufficio postale finito male per i rapinatori. Accade a Napoli questa mattina nel quartiere di Fuorigrotta. La polizia ha arrestato due napoletani di 47 e 54 anni per rapina aggravata. Dopo una allerta della Sala Operativa, agenti sono intervenuti in un ufficio postale di via Michelangelo Da Caravaggio e hanno sventato la rapina, riuscendo a intercettare e bloccare immediatamente i due rapinatori, anche grazie all’ausilio di personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, del Commissariato Bagnoli e delle Unita’ Operative Pronto Intervento. I due arrestati sono stati trovati in possesso di due pistole a salve e della refurtiva appena asportata. L’attivita’ e’ stata vigilata dall’alto dall’elicottero del VI Reparto Volo della Polizia di Stato.

 

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Cronache

Sui social foto omicida Santo Romano, madre presenta esposto

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La madre di Santo Romano ha presentato un esposto affinché vegano fatti accertamenti sulle foto del 17enne che ha ucciso il figlio, postate sui social verosimilmente dall’istituto penale minorile dove il giovane è detenuto. Santo è stato ucciso a San Sebastiano al Vesuvio (Napoli), la notte tra l’1 e il 2 novembre 2024 con un colpo di pistola esploso al culmine di una lite scoppiata solo per un paio di scarpe sporcate.

L’avvocato Marco De Scisciolo, che difende la famiglia Romano, ha presentato un esposto al Tribunale, alla Procura per i minorenni di Napoli e alla Polizia postale, con il quale chiede che venga disposta una perquisizione nella struttura dove il 17enne è detenuto ed eventualmente anche un sequestro. Sui social sono stati pubblicati di recente foto e messaggi che hanno suscitato sconcerto e ira della mamma di Santo, Filomena De Mare. Lo scorso 29 aprile la sentenza il 17enne accusato di aver ucciso Santo Romano, giovane portiere di calcio è stato condannato in primo grado a 18 anni e 8 mesi di reclusione al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato.

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Bergamo, carabiniere fuori servizio salva una donna sospesa nel vuoto su un cavalcavia

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Ieri un carabiniere scelto della stazione di Albino, in provincia di Bergamo, libero dal servizio, è intervenuto per impedire un gesto estremo da parte di una donna. Intorno alle 11.20, il militare stava percorrendo in auto con i suoi familiari la SS42 quando, all’altezza di San Paolo d’Argon, ha notato una donna, visibilmente agitata, che si era posizionata all’esterno del parapetto di un cavalcavia, in una situazione di grave pericolo. Il militare ha fermato il proprio veicolo precipitandosi verso la donna. Una volta vicino, mentre sotto le auto continuavano a transitare, il carabiniere ha abbracciato la donna per trattenerla contro il parapetto, evitando che potesse cadere, fino all’arrivo dei soccorritori. Nelle delicate fasi successive si è assicurato della sua incolumità tenendola e rassicurandola, mentre insieme lentamente strisciavano contro il parapetto, fino a raggiungere il terrapieno posto sul lato destro del cavalcavia, dove erano finalmente al sicuro. Sul posto sono giunti i carabinieri della vicina stazione di Trescore Balneario e i sanitari del 118, che hanno soccorso la donna, poi trasportata presso l’ospedale di Alzano Lombardo.

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