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Cronache

Scossa di terremoto a nord di Benevento, paura tra la gente ma nessun danno

Un terremoto con epicentro a 6 km da Benevento e profondità di 9 km ha fatto scendere in strada i cittadini. Nessun danno a persone o edifici.

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Una scossa di terremoto è stata registrata ieri sera con epicentro a circa sei chilometri a nord di Benevento, ad una profondità di poco più di nove chilometri.

Il movimento tellurico è stato percepito distintamente in città e nei comuni limitrofi. Molti cittadini, spaventati dal tremore, si sono riversati in strada per diversi minuti, preferendo restare all’aperto in attesa di ulteriori aggiornamenti.

Al momento non si segnalano danni né a persone né a edifici. Le autorità locali e la Protezione civile hanno subito avviato i controlli di rito per verificare la situazione nelle zone più vicine all’epicentro, confermando che non risultano criticità strutturali.

Gli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia continuano a monitorare l’area per valutare l’evoluzione del fenomeno e l’eventuale possibilità di scosse di assestamento. Le autorità invitano la popolazione a mantenere la calma e a seguire le indicazioni della Protezione civile.

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Cronache

Pantaleo Dell’Orco, il compagno silenzioso e braccio destro di Giorgio Armani

Pantaleo Dell’Orco, per tutti Leo, da quasi mezzo secolo è stato accanto a Giorgio Armani come compagno di vita e di lavoro. Figura discreta ma fondamentale, oggi è uno dei due successori designati dello stilista.

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Da quasi cinquant’anni Pantaleo Dell’Orco, per tutti semplicemente Leo, è stato la figura silenziosa ma imprescindibile accanto a Giorgio Armani. Compagno nella vita e nel lavoro, discreto ma determinante, ha affiancato lo stilista in ufficio, in passerella e nei momenti privati, diventando uno dei due successori designati dello stilista insieme alla nipote Silvana Armani. A lei il mondo femminile, a lui il riferimento per la moda uomo.

Le origini e l’incontro con Armani

Nato a Bisceglie, in Puglia, ultimo di cinque fratelli, Dell’Orco si trasferisce a Milano a dieci anni con la madre e la nonna. Il sogno da ragazzo era il calcio, tanto da arrivare alle giovanili del Milan, ma il destino lo porta altrove. Nel 1970, in un giardino milanese di via Tiraboschi, il cane di un suo amico incrocia quello di Giorgio Armani. È l’inizio di un legame destinato a durare tutta la vita.

All’epoca Leo lavorava come disegnatore industriale alla Snam, ma poco dopo inizia a collaborare con Armani e Sergio Galeotti in una piccola azienda con poche scrivanie. Insieme vive la nascita di uno stile che avrebbe rivoluzionato la moda italiana.

Il lavoro nell’ombra e la consacrazione

Figura schiva, lontana dai riflettori, Dell’Orco ha contribuito in maniera costante e decisiva a definire i codici estetici armaniani. Sempre pronto a dire la sua, anche a costo di confrontarsi direttamente con lo stilista, è stato per anni il “grillo parlante” delle conferenze stampa post sfilate.

Nel 2021, Armani lo consacra ufficialmente come braccio destro portandolo con sé in passerella al termine della sfilata uomo primavera/estate. Le mani alzate insieme diventano il simbolo di un sodalizio indissolubile.

Una vita condivisa

Oltre al lavoro, Armani e Dell’Orco hanno condiviso passioni e momenti privati: vacanze tra Pantelleria, Saint Tropez, Forte dei Marmi e Saint Moritz, e negli ultimi anni i Natali ad Antigua. Legami rafforzati da amicizie comuni e dalla stessa dedizione assoluta alla moda.

L’eredità di Leo

A 73 anni, Dell’Orco resta un punto di riferimento per l’universo Armani, custode e interprete fedele dello stile senza tempo del maestro. In questo agosto difficile, ancora una volta, Leo è rimasto accanto a Giorgio. Come sempre. Come per sempre.

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Cronache

Casamicciola, il Comune si oppone all’archiviazione dell’inchiesta sulla frana del 2022

Il Comune di Casamicciola si oppone alla richiesta di archiviazione per la frana del 2022 costata la vita a 12 persone. Il sindaco Ferrandino: “Approfondire le indagini è un dovere morale”.

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Il Comune di Casamicciola Terme ha deciso di opporsi alla richiesta di archiviazione presentata dai pubblici ministeri Mario Canale e Maria Stella Castaldo sull’inchiesta relativa alla frana del 26 novembre 2022, che causò 12 vittime e distruzione nella cittadina dell’isola d’Ischia. Con delibera di giunta, l’amministrazione guidata dal sindaco Giosi Ferrandino ha incaricato gli avvocati Gennaro Tortora e Alfredo Sorge di rappresentare le ragioni dell’ente davanti ai giudici.

Le motivazioni della decisione

Nella delibera il Comune sottolinea che l’opposizione è necessaria “nell’interesse delle persone offese quali cittadini residenti del Comune di Casamicciola Terme e nell’interesse della collettività”. L’obiettivo è evitare che tragedie simili possano ripetersi attraverso l’accertamento delle responsabilità degli enti preposti e la verifica delle opere di prevenzione e mitigazione del rischio.

I magistrati, nella loro richiesta di archiviazione, hanno sostenuto che non esiste prova di un nesso causale diretto tra omissioni e le morti provocate dalla frana. Secondo i pm, le vittime si sarebbero potute evitare solo con un’evacuazione tempestiva, ma questa sarebbe stata possibile solo pochi minuti prima del disastro, dopo il superamento delle soglie di pioggia.

La posizione del sindaco Ferrandino

Il sindaco Giosi Ferrandino ha espresso chiaramente la volontà dell’amministrazione di non chiudere il caso: “Il rispetto e la fiducia nei confronti della magistratura sono fuori discussione ma riteniamo che sia opportuno approfondire le indagini. Sarebbe singolare che questa vicenda passasse alla storia giudiziaria italiana come l’unica tragedia archiviata subito e senza alcuna iscrizione nel registro degli indagati”.

La spinta dei cittadini e dei familiari delle vittime

Il Comune ha ricordato in una nota ufficiale che la decisione è stata presa anche a seguito delle sollecitazioni dei cittadini e dei familiari delle vittime. “Opporsi all’archiviazione è un dovere morale – si legge – ma anche un segnale affinché ognuno faccia la sua parte per accertare cosa è accaduto quella notte e individuare le eventuali responsabilità di una tragedia che ha segnato per sempre la storia di Casamicciola Terme”.

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Taxi a Napoli fermi al 1989: cresce il turismo ma le licenze restano bloccate

Roma e Milano hanno aumentato le licenze taxi nel 2025, Napoli resta ferma al 1989 con 2.476 auto bianche. Boom di turisti, ma l’offerta non regge la domanda.

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Da gennaio a luglio 2025, Roma e Milano hanno rilasciato complessivamente 1.450 nuove licenze taxi. Napoli, invece, resta ferma al 1989 con 2.476 auto bianche, meno una dozzina di licenze ritirate nel tempo. L’unico aggiornamento risale al 1998 con l’assegnazione di 11 licenze.

Il boom turistico ha cambiato radicalmente la domanda: nel 2025 Napoli supererà i 20 milioni di visitatori, ma l’offerta di taxi resta immutata, generando disagi e critiche da parte di turisti e imprenditori del settore.

Il fabbisogno e le regole

Secondo la legge regionale, il numero di taxi deve essere proporzionato ai residenti. «La pianta organica del fabbisogno napoletano fu stabilita nel 1989 e da allora non è cambiata», spiega Nino Simeone, presidente della Commissione Trasporti. Il Tar a fine 2023 ha ribadito la validità del criterio, bloccando un tentativo di nuove licenze.

La battaglia attuale riguarda l’aumento dei taxi per disabili. Ma resta evidente la sproporzione tra domanda e offerta, soprattutto in un contesto di crescita costante del turismo.

La spinta degli imprenditori

Roberta Maione, presidente del Grande Albergo Vesuvio, sottolinea la necessità di nuove licenze: «I turisti e i congressisti lamentano quotidianamente la carenza di taxi. Con la Coppa America il problema crescerà».

Roma e Milano aumentano i taxi

Roma nel 2025 ha già rilasciato 700 delle 1.000 nuove licenze previste, portando il totale a 7.800 taxi. Milano, grazie alla legge nazionale che consente di aumentare fino al 20% le licenze, ha superato quota 5.000 auto bianche, con oltre 450 nuove licenze assegnate tra il 2024 e il 2025.

Le posizioni politiche a Napoli

Le opinioni in città sono divise. Per il consigliere Demetrio Paipais, «non servono nuove licenze, ma un piano traffico che migliori il servizio». Diversa la visione di Gennaro Esposito: «Napoli celebra 20 milioni di turisti l’anno, la proporzione fissata negli anni ’80 non è più attuale. Servono almeno mille nuove licenze».

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