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Scontro sulle armi Nato, Mosca minaccia rappresaglie

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 Mosca minaccia attacchi e rappresaglie in territorio Nato nel giorno in cui gli Stati Uniti convocano in Germania quasi 40 Paesi – dell’Alleanza Atlantica e non – per discutere del sostegno militare immediato all’Ucraina e di una strategia a lungo termine per impedire che la Russia minacci ancora i suoi vicini. Un appuntamento cosi’ importante che diventera’ mensile perche’ ormai e’ chiaro che l’orizzonte non e’ piu’ soltanto aiutare Kiev a vincere la guerra scatenata da Vladimir Putin alla fine di febbraio, ma la creazione di un fronte anti-russo guidato da Washington sullo sfondo di una minaccia nucleare sempre presente e dello spettro di una Terza guerra mondiale. L’affondo questa volta e’ partito dal governo britannico che, per bocca del vice ministro della Difesa James Heappey, ha affermato senza giri di parole di considerare “interamente legittimo” l’uso da parte dell’Ucraina di armi fornite dall’Occidente per attaccare obiettivi in Russia e “danneggiare la sua logistica e le sue linee di rifornimento”. Non si e’ fatta attendere la dura reazione di Mosca, che ha minacciato attacchi contro “le linee di rifornimento” ucraino nei Paesi della Nato che forniscono armi a Kiev. Non solo, il ministero della Difesa russo ha promesso “rappresaglie” se la Russia verra’ attaccata con armi occidentali. “Raid proporzionati contro i centri decisionali a Kiev, dove si trovano i consiglieri occidentali”, ha ammonito Mosca, accusando Londra “di spingere le autorita’ ucraine” a colpire il suolo russo. Parole forti che fanno temere un’ulteriore escalation e il rischio di una fuoriuscita della guerra dai confini ucraini. Anche per il timore di uno ‘spillover’ del conflitto, come lo chiamano i funzionari del Pentagono, il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin ha chiamato a raccolta nella base americana di Ramstein i rappresentanti di 38 Paesi, della Nato e non, oltre naturalmente al ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov. Per discutere di nuove forniture di armi alle forze di Kiev ma anche per delineare una strategia difensiva piu’ a lungo termine. Sul primo punto il capo del Pentagono ha incassato la svolta di Berlino, pronta a consegnare all’Ucraina 50 carri armati anti-aereo. Anche “l’Italia continuera’ a fare la propria parte” con “un nuovo invio di equipaggiamenti militari”, ha chiarito il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. L’obiettivo degli ucraini e di tutti gli alleati presenti in Germania e’ che Kiev vinca la guerra, e c’e’ la convinzione generale che possa riuscirvi. “L’Ucraina ha fatto un lavoro straordinario nel difendersi dall’aggressione russa e la battaglia di Kiev entrera’ nei libri di storia. Ma ora la situazione sul campo e’ cambiata, con l’offensiva nel sud e nel Donbass, e dobbiamo capire di cosa ha bisogno l’Ucraina per combattere”, ha detto Austin. Gli Stati Uniti “continueranno a muovere mari e monti per potere soddisfare le esigenze di Kiev”, ha promesso l’inviato di Biden, che ha insistito con i partner sull’urgenza: “Sono settimane decisive, non possiamo perdere tempo”. Per quanto riguarda invece il futuro, Austin ha ribadito che Washington vuole rendere “piu’ difficile per la Russia minacciare i suoi vicini” e intende “indebolirla in questo senso”: “Vogliamo essere sicuri che non abbia piu’ le capacita’ per bullizzare i suoi vicini, quelle che aveva prima che iniziasse il conflitto in Ucraina”, ha spiegato il capo del Pentagono, aggiungendo che la Nato mantiene “il principio delle porte aperte”, anche nei confronti di Kiev. Resta l’ombra della minaccia nucleare e lo spettro di una Terza guerra mondiale, evocato lunedi’ sera dal ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. La Cina ha esortato tutte le parti ad evitare un allargamento globale del conflitto e a cercare un accordo di pace. Mentre Austin ha bollato la minaccia come “retorica inutile e pericolosa”: “Nessuno puo’ vincere” se si ricorre alla bomba atomica, ha avvisato.

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Missili russi sull’ospedale pediatrico Okhmatdyt di Kiev, 20 morti e 66 feriti

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Almeno 20 morti e 66 feriti: è il bilancio provvisorio del massiccio attacco missilistico lanciato oggi dalla Russia contro l’Ucraina. Finora si registrano infatti 35 feriti e 10 vittime a Kiev, incluse cinque nell’ospedale pediatrico Okhmatdyt, e altre 10 a Kryvyi Rig, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dove sono stati segnalati anche 31 feriti.

Ci sono persone intrappolate sotto le macerie dell’ospedale pediatrico Okhmatdyt Kiev colpito oggi da un attacco missilistico russo: lo riporta su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

“Ospedale pediatrico Okhmatdyt di Kiev. Uno degli ospedali pediatrici più importanti non solo in Ucraina, ma anche in Europa. Okhmatdyt ha salvato e restituito la salute a migliaia di bambini. Ora l’ospedale è stato danneggiato da un attacco russo, con persone intrappolate nelle macerie, e non si conosce il numero esatto di feriti e dei morti. Ora tutti stanno aiutando a rimuovere le macerie: medici e gente comune”, si legge nel messaggio. “La Russia non può non sapere dove volano i suoi missili e deve essere ritenuta pienamente responsabile di tutti i suoi crimini: contro le persone, contro i bambini, contro l’umanità in generale. È molto importante che il mondo non rimanga in silenzio e che tutti si rendano conto di ciò che la Russia è e di ciò che sta facendo”, conclude Zelensky.

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Putin guarda al G7,’tempi non facili ma i russi con noi’

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In questo momento “non facile” per la Russia, tutto il popolo sostiene gli “eroi” impegnati nel conflitto in Ucraina. E’ questo il messaggio che Vladimir Putin invia ai leader del G7 alla vigilia dell’apertura del vertice di Borgo Egnazia, nel giorno in cui navi militari di Mosca, tra cui la fregata Ammiraglio Gorshkov con il suo carico di missili ipersonici Zirkon, sono entrati nel porto dell’Avana, a meno di 200 chilometri dalle coste della Florida. Intanto la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, avverte che “la Russia non lascerà senza risposta le azioni così aggressive” degli Stati Uniti, riferendosi al nuovo pacchetto di sanzioni annunciato da Washington alla vigilia del vertice, pianificate per colpire “forniture critiche provenienti da Paesi terzi” e che prendono di mira tra l’altro la Borsa di Mosca.

“In un tempo che non è facile per il nostro Paese, siamo nuovamente uniti dal patriottismo e dalla responsabilità per il destino della Madrepatria”, e questo fa da “fondamento per i partecipanti all’operazione militare speciale”, ha detto Putin durante una cerimonia per il conferimento di onoreficenze. Poche ore dopo, mentre le navi da guerra russe arrivavano all’Avana, il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha ricevuto il suo omologo cubano, Bruno Rodriguez Parrilla, attaccando gli Usa per il fatto che continuano a tenere il Paese caraibico nella loro lista degli ‘Stati sponsor del terroriso’.

“Una anomalia assoluta”, l’ha definita il capo della diplomazia russa, secondo il quale sono proprio “gli Stati Uniti e i loro satelliti” che “cercano di mantenere la loro vacillante egemonia negli affari globali ricorrendo a metodi di aperto terrore, impiegando mezzi economici, finanziari e diplomatici e il finanziamento diretto di attacchi terroristici del regime neonazista di Kiev contro i civili sul suolo russo”.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che sarà presente al vertice del G7, ha denunciato un nuovo bombardamento missilistico russo su Kryvyj Rish con un bilancio di 9 morti e 29 feriti. Un caso che ha citato a sostegno delle sue pressanti richieste ai partner occidentali perché forniscano più avanzati sistemi di difesa aerea. A sorpresa, prima di arrivare in Puglia, il leader ucraino è volato in Arabia Saudita dove, afferma, ha incontrato il principe ereditario Mohammed bin Salman per discutere del vertice di pace in Svizzera il 15 e 16 giugno.

L’Aeronautica militare di Kiev ha affermato di essere riuscita ad abbattere la notte scorsa un missile ipersonico russo Kinzhal, oltre a decine di droni e quattro missili da crociera. Lo Stato maggiore ucraino ha anche detto che le forze di Kiev hanno distrutto tre radar dei sistemi di difesa aerea russi S-300 e S-400 in Crimea. Da parte sua, il ministero della Difesa di Mosca ha riferito di un bombardamento con missili lanciati dall’aria e da terra su una imprecisata “base aerea” ucraina.

Mentre missili Iskander avrebbero colpito un sistema di difesa missilistico S-300 nella regione di Poltava distruggendo due lanciatori, due stazioni radar e una cabina di controllo. Il governatore della regione russa di Belgorod ha invece accusato le truppe ucraine di aver provocato la morte di un civile e il ferimento di altre tre persone in un bombardamento con razzi sulla cittadina di Shebekino.

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Zuppi, per l’Ucraina avere lo struggimento che ha il Papa

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“Papa Francesco ci chiede di non abituarci alla guerra. A me, come credo a tanti, ha commosso la commozione di papa Francesco l’8 dicembre a Piazza di Spagna, quando con tutto lo struggimento di far proprio il dolore del popolo ucraino, la sofferenza del popolo ucraino colpito dalla guerra, vi ricordate, non riusciva più ad andare avanti. Dobbiamo continuare ad avere quello stesso struggimento. Perché ogni giorno che passa è tante persone che muoiono, è un odio che diventa ancora più profondo, è un inquinamento che diventa ancora più insopportabile in tutto l’ambiente. E il rischio è che sia davvero una guerra mondiale, che nei suoi vari pezzi già coinvolge tanti”.

Lo ha detto il cardinale di Bologna e presidente della Cei Matteo Maria Zuppi intervenendo questo pomeriggio a Rimini, nella prima giornata del 44/o Meeting per l’amicizia fra i popoli, alla tavola rotonda moderata da Bernhard Scholz sulla Fratelli tutti. La missione di pace affidatagli dal Papa, ha detto Zuppi, “nasce da questo. Papa Francesco ci insegna a struggerci per la pace, a cercare tutti quanti i modi: spingere, trovare quello che può essere utile, ascoltare, manifestare la vicinanza, vedere gli spazi che possono favorire una composizione”. Secondo il cardinale, “questo non significa tradimento. Mi spiego. La pace richiede la giustizia, e richiede la sicurezza. Cioè non ci può essere una pace ingiusta, anche perché sarebbe la premessa di una continuazione dei conflitti. Dev’essere una pace giusta. E non dimentichiamo naturalmente che c’è un aggressore e c’è un aggredito”.

“E dev’essere una pace sicura – ha proseguito -, cioè che possa permettere alle persone di guardare con speranza al futuro. Poi certamente la sicurezza richiede il coinvolgimento di tutti, mai dare per scontato. Davvero se vuoi la pace prepara la pace. E’ questo il grande impegno che dobbiamo con consapevolezza e responsabilità cercare”. Nella missione, poi, “c’è l’attenzione soprattutto per la parte umanitaria, quindi i bambini ucraini che sono in Russia, provare a capire che cosa si può fare e quindi anche il ritorno di chi deve ritornare nelle proprie famiglie, nelle proprie case”. “E i frutti? – si è chiesto lo stesso Zuppi – Purtroppo la guerra lacera con profondità e qualche volta con rapidità, ma la guerra è sempre una preparazione, c’è sempre in terreno di coltura, c’è sempre una gestazione, non dobbiamo mai dimenticare. Sicuramente questo ci richiede, richiederà la capacità di mettere insieme tanti soggetti che possano spingere per trovare la pace”.

“Personalmente – ha detto ancora – lo vivo con una grande consapevolezza: quanta gente prega per la pace. E devo dire che questo mi dà, per certi versi, ancora più responsabilità, una responsabilità che ci coinvolge tutti quanti, ma anche il senso di una grande invocazione che ci spinge, ci deve spingere, ci spingerà anche nelle prossime settimane, nei mesi prossimi se serve, a trovare la via della pace, a rispondere a quel vero desiderio di tutti che è di liberarci della violenza e di fare tesoro di questa pandemia perché finalmente si possa combattere la guerra e si possa immaginare un mondo senza guerra”.

Per Zuppi, questa “non è un’ingenuità. ‘Ma come? con quello che succede? Anzi, con la tentazione del riarmo?’ – ha detto -. Ma a maggior ragione, come con la pandemia del Covid dobbiamo far tesoro, dobbiamo anche sapere far tesoro di questo e cercare tutti gli strumenti che possano comporre i conflitti. Perché il dialogo non è tradire le ragioni, non è accettare una pace ingiusta, ma è trovare una pace giusta e sicura, però non con le armi bensì con il dialogo. E questo credo che sia davvero indispensabile per questa tragica guerra in Ucraina e in tanti pezzi della guerra mondiale”. Nel corso della tavola rotonda, il cardinale ha ascoltato anche quattro testimonianze di imprenditori o operatori nel campo sociale sul tema dell'”amicizia operativa”, e ha voluto sottolineare come anche “l’amicizia sociale è costruzione di pace: è liberare da tanta rabbia, da tanto odio, da tanto individualismo. Questo discorso dell’amicizia sociale credo che papa Francesco ce lo rilanci perché altrimenti non c’è futuro. Quindi la Laudato sì per la casa comune, perché altrimenti non c’è più l’uomo che non ce la fa più a vivere, e la casa che non può essere una casa di estranei, ma Fratelli tutti”.

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