Il racconto di un Pontificato poco attento agli scandali sessuali e la pedofilia nelle curie e nelle sagrestie. I racconti di un Francesco Bergoglio che si è chiuso a riccio senza replicare ad accuse come quelle contenute nella lettera dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, non sono la rappresentazione fedele di quello che accade dentro le mura vaticane. Papa Francesco replicherà a breve a Viganò. E lo farà in punto di diritto (canonico e non) e di fatti, non con chiacchiere. “Perché se alle illazioni si replica con illazioni, si genera solo confusione” dicono nell’entourage del santo Padre. La Segreteria di Stato sta setacciando archivi, acquisendo documenti per replicare alla lettera di Carlo Maria Viganò pubblicata dal quotidiano la Verità. Una lettera che denuncia presunte omissioni vaticane e suggerisce le dimissioni di Francesco per le presunte coperture all’ex cardinale Theodore Edgar McCarrick, molestatore sessuale seriale rimasto impunito per oltre vent’anni. Anni in cui Jorge Maria Bergoglio era Vescovo a Buenos Aires e nulla sapeva di vicende romane. Il monsignore cita episodi e lettere che chiamano pesantemente in causa papi in vita sporcandone la reputazione, accusa trentotto fra cardinali e vescovi. Assolve Giovanni Paolo II .
Papa Francesco. La Chiesa scossa dalle fondamenta dopo le accuse di Monsignor Carlo Maria Viganò
A breve Papa Francesco andrà al contrattacco. Ha ordinato un’operazione verità che poi passerà anche sui media. Perché è inutile nasconderlo, le accuse di Viganò hanno scosso la chiesa. Il contro-dossier del Papa è composto da documenti riservati raccolti in Vaticano, soprattutto nei faldoni riservati della Congregazione per i vescovi, e fornisce riscontri precisi alle invettive dell’ ex nunzio.
Viganò riferisce, per esempio, le sanzioni segrete (non formali) comminate da Ratzinger – tra il 2009 e il 2010 – all’anziano molestatore sessuale McCarrick (classe 1930), all’epoca pensionato e dunque ex arcivescovo di Washington. Il 19 ottobre 2011, rimosso dai vertici del Governatorato, Viganò è nominato nunzio negli Stati Uniti. Secondo gli accertamenti del Vaticano, non esistono riscontri ufficiali che confermano le sanzioni di Ratzinger per McCarrick con l’obbligo di ritirarsi in preghiera e non celebrare messa tra la gente. Al contrario, tra il 6 ottobre 2011 e il 28 febbraio 2013, l’ americano è in Italia tre volte e tre volte incontra il pontefice tedesco: due le occasioni speciali, l’85esimo compleanno e l ultima udienza di Ratzinger. Gli album fotografici del palazzo apostolico conservano i saluti, all’apparenza cordiali, tra Ratzinger e l’ex arcivescovo di Washington. Per limiti anagrafici, McCarrick non ha partecipato al conclave che ha eletto Bergoglio, però non ha smesso mai di influenzare la Chiesa negli Stati Uniti.
Tant’ è che lo stesso Viganò, rammentano con malizia in Santa Sede, è immortalato in situazioni conviviali assieme a McCarrick.
Il capitolo “pontificato di Benedetto XVI “, invece, è dirimente per completare l’operazione verità per poi passare all’incasso su tutti i media. Ma prima occorre smontare la peggiore delle accuse.
L’accusa peggio di Viganò è quella secondo cui Papa Francesco avrebbe bloccato le disposizioni di Ratzinger su McCarrick. È un falso, sostegno i seguaci di Bergoglio, perchè non c’è traccia scritta delle sanzioni di Ratzinger. E Francesco, dunque, non ne era a conoscenza. Nonostante ciò, ma essendo a conoscenza della storia del personaggio, Francesco punisce davvero McCarrick con l’espulsione dal collegio cardinalizio del luglio scorso e l’ isolamento perpetuo senza attendere il processo canonico. Una punizione senza precedente per uno dei più alti prelati di santa romana chiesa. Un caso unico per la Chiesa.
Al Vaticano, invece, risultano segnalazioni sul molestatore seriale di Washington sin dal Duemila. Qualcuno ha saputo. Qualcuno ha sbagliato. Oltre a menzionare un colloquio su McCarrick con Francesco del 23 giugno 2013, Viganò riferisce di aver condiviso le informazioni sull’americano con i cardinali William Levada e Tarcisio Bertone, pilastri del pontificato di Benedetto XVI . Levada era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, successore tra l’altro di Ratzinger. Bertone era il potente segretario di Stato.
Il contro-dossier sarà diffuso dal Vaticano con una relazione introduttiva per non travolgere la già barcollante Chiesa, ma sarà utilizzato anche per addebitare le colpe a chi davvero è colpevole. A differenza di altre imprudenti iniziative giudiziarie, come l’assurdo processo ai libri di Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi per Vatileaks II , stavolta papa Francesco ha ricevuto i consigli giusti e ha deciso di non indagare Viganò finché non saranno verificate le sue parole.
Proseguono le nuove indagini della Procura di Pavia sul delitto di Garlasco. Martedì saranno interrogati Andrea Sempio e Alberto Stasi, già condannato nel 2015 a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, sua fidanzata all’epoca dei fatti. Entrambi saranno ascoltati a Pavia.
Marco Poggi sentito come testimone
A Venezia, invece, sarà sentito come testimoneMarco Poggi, fratello della vittima, trovata morta nella sua abitazione il 13 agosto 2007. Secondo quanto riportato dal Tg1, la sua audizione è ritenuta rilevante per ricostruire le abitudini e i rapporti del gruppo di amici, in cui era inserito anche lo stesso Sempio, figura su cui si sono riaccesi i riflettori investigativi.
Un’indagine ancora aperta
Nonostante la condanna definitiva di Stasi, la Procura ha riaperto l’indagine valutando nuovi elementi e movimenti sospetti. L’interrogatorio di Sempio, già coinvolto in ipotesi alternative di colpevolezza, rientra in questa nuova fase investigativa. Gli inquirenti sembrano voler approfondire eventuali incongruenze o omissioni nel racconto dei protagonisti dell’epoca.
Era lì, a cavalcioni sul guardrail che costeggia un tratto della strada tra Bisceglie e Trani. Un attimo dopo era a un passo da uno strapiombo. E lui, un carabiniere libero dal servizio che era in auto con sua moglie non ci ha pensato due volte: ha raggiunto quel ragazzo, uno studente meno che trentenne, che evidentemente voleva farla finita. Gli ha parlato per pochi minuti poi è riuscito a tirarlo a sé, immobilizzarlo e salvarlo.
È quanto vissuto, qualche giorno fa, dall’appuntato scelto qualifica speciale Francesco Marcone, in servizio nella tenenza di Bisceglie. Il militare, che ha 50 anni ed è molto stimato in città, era fuori servizio e mentre era in auto, all’altezza del Ponte Lama Torre della Guardia ha notato il giovane. Lo ha raggiunto, cercando di dissuaderlo e lo studente gli ha spiegato che a causa di un amore giunto al capolino, preferiva farla finita. Il carabiniere ha continuato a parargli e approfittando di un momento di distrazione lo ha afferrato, allontanato dallo strapiombo e salvato grazie anche all’aiuto di un passante. Il giovane è stato poi soccorso dal personale del 118 che lo ha portato in ospedale a Barletta per le cure del caso.
Un gruppo di minorenni è stato individuato dalla polizia dopo che ieri pomeriggio, sulla superstrada che collega Viterbo a Terni, un automobilista che stava viaggiando in direzione Orte, mentre passava sotto un cavalcavia in prossimità del quartiere viterbese Santa Barbara, ha sentito un forte colpo sul parabrezza che, subito dopo si è spaccato. L’uomo, d’istinto, ha alzato la testa e ha visto dei ragazzini che sostavano con il motorino sul ponte sotto cui era appena passato. Subito dopo si è fermato nella prima stazione di rifornimento, dove si è reso conto che il vetro della macchina era stato colpito da un sasso di grosse dimensioni, probabilmente lanciato dal cavalcavia. La polizia, avvertita dal guidatore, ha setacciato la zona e nel giro di pochissimo tempo ha rintracciato il gruppo di minorenni responsabili del lancio del sasso.