L’argomento di discussione polemico lo sceglie sempre lui, Matteo Salvini. Appena scema la questione migranti, il social dream team (la squadra che si occupa del marketing e targeting politico) del ministro degli Interni e leader della Lega trova un altro faro da accendere sul capo. Oggi e per i prossimi giorni la polemica da farsi si chiama “legittima difesa”. Discuterne in Parlamento, pensare di cambiare la legge vigente, mitigare o meglio precisare se e come l’uso delle armi legittimamente detenute è consentito può sembrare un fatto normale. In Italia però non è o non deve essere così. E allora il progetto di legge sulla legittima difesa che i leghisti vorrebbero far approvare da questo Parlamento, in un Paese normale si dibatterebbe fuori e dentro i palazzi della politica.
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Armi e legittima difesa. Nuovo round dello scontro tra Salvini e magistrati
“Quello sulla legittima difesa è un disegno di legge di cui non avevamo bisogno e che può essere molto rischioso. La legge regolamenta già in maniera adeguata tutte le ipotesi di legittima difesa. Se approvato, rischierebbe addirittura di legittimare reati gravissimi, fino all’omicidio”.
A Salvini questo intervento di Minisci non va giù e su Twitter ci va giù come suo solito duro:
“Il sindacato dei magistrati oggi ha attaccato le proposte di legge della Lega sulla legittima difesa perché inutili e rischiose. Invasione di campo? Tutto normale? Io tiro dritto, la difesa è sempre legittima”.
“L’Italia rischia di trasformarsi in un far west in cui ci guadagnerà solo la lobby delle armi, perché chi reagirà arbitrariamente e con sproporzione continuerà ad essere processato e condannato”.
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Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, parlando in termini generici di giustizia, aveva spiegato che “nel nostro ordinamento non esistono giudici elettivi. I magistrati traggono legittimazione e autorevolezza dal ruolo che affida loro la Costituzione”. Con chiosa finale: “Nessun cittadino è al di sopra della legge”.
Parole interpretate dall’Anm come un monito a Salvini. Tanto è vero che Minisci ieri ha ringraziato il Capo dello Stato: “Ci riconosciamo completamente nelle parole del Presidente, il quale ha delineato perfettamente il perimetro di azione di ciascuno degli attori del panorama istituzionale. È un errore affermare che non si possono svolgere indagini nei confronti di un membro del governo”. Minisci ieri ha spiegato di non volere alcuno scontro, richiamando la correzione di rotta di Salvini che, in seguito anche alle sollecitazioni dei 5 Stelle, aveva fatto una mezza marcia indietro, sostenendo che “non c’è nessun golpe giudiziario”. Ma si sa, lo scontro Salvini-Anm è solo all’inizio. E chiunque interverrà, reciterà un ruolo di comparsa.