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Cronache

Ronde nere anti-migranti da Brescia a Castelvolturno, Forza Nuova soffia sul disagio

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La nuova sede di Forza Nuova è nel cuore di via Milano, a Brescia. La sera i militanti indossano le maglie nere con la scritta ” Trincea urbana” e partono per pattugliare i “quartieri della vergogna”, così li definiscono “perchè sono piene di immigrati che delinquono”. Siamo in periferia di Brescia,  zona di via Milano, quella che un tempo era la roccaforte rossa e operaia ed ora è il cuore nero della città. Da queste parti, non lontano dalla stazione ferroviaria, Forza Nuova si affaccia non più timidamente ma in forze. Nella seconda città della Lombardia, una città molto ricca, hanno battezzato le  “No go area”. Secondo loro sono zone dove “lo Stato non entra e gli italiani hanno paura”. E allora siccome siamo in Italia saranno loro a riprendersele già che lo Stato non lo fa. Come? Forza Nuova ha lanciato una campagna nazionale, partire da Brescia e ripetere questa iniziativa anche in altri luoghi simbolo: Castelvolturno, Jesolo, Napoli, Rosarno, Sanremo. Ovunque in Italia ci siamo luoghi in cui gli italiani hanno paura dei migranti, loro andranno a fare le ronde o se piace di più le  “passeggiate per la sicurezza”.

Ronde nere. Forza Nuova lancia la campagna antimigranti in tutta Italia partendo da Brescia

Sono iniziative sempre più diffuse e partecipate, da Nord a Sud. Parchi, strade, treni, autobus, metropolitane, spiagge, parcheggi, anche i cimiteri ( è accaduto pochi giorni fa nel biellese). Lo slogan qual è? “Lo Stato non ci va? Ci andiamo noi“. Le forze dell’ordine? Non sono un fastidio ma se non ci sono è meglio, possono “consigliare” ai migranti quando e come andarsene dall’Italia con maggiore serentià.  Le ronde anti-immigrati, ronde contro gli ambulanti, ronde patriottiche non sono una novità ma una ripetizione di quanto avviene da tempo  a Rimini dove gli estremisti polacchi dell’ONR (Obóz Narodowo – Radykalny) hanno dato manforte ai “fratelli” forzanovisti. Sono ronde che non ebbero grande successo quando le organizzarono i leghisti tra Lombardia e Veneto nel 2008. Dieci anni dopo, con la Lega al governo e il ministro dell’Interno leghista, le ronde ritrovano vigore. Il variegato e spesso rissoso arcipelago del movimentismo di destra, da Forza Nuova a Casa-Pound, propongono ronde nelle grandi città e nei piccoli Comuni. E molti cittadini gradiscono. 

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Napoli, gli sparano per uno scooter: le immagini shock della rapina, le parole della mamma

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Una rapina violenta che ha visto la vittima, un giovane ingegnere napoletano, rischiare la vita. Tutto ripreso dalle telecamere di sorveglianza dell’impianto. Una vicenda assurda, accaduta la sera del 29 marzo a San Giovanni a Teduccio, in via di Reggia di Portici. L’ingegnere va fare carburante al suo scooter, quando due rapinatori lo aggrediscono perchè vogliono il mezzo del 32enne. Lo minacciano, lo strattonano, provano a farlo scendere e infine uno dei due estrae la pistola e gli spara alle gambe. Lui cade, ferito, con tutto lo scooter. Trasportato all’ospedale del Mare, per qualche giorno è in pericolo di vita, adesso non lo è più, ma è comunque grave.

Le immagini del video della rapina sono violente, danno l’idea della crudeltà dei rapinatori che sono stati disposti a fare e poi pagare un omicidio per un vecchio SH che gli avrebbe fruttato poche decine di euro. Senza alcuno scrupolo.

 

La mamma della vittima scrive su Facebook, raccontando i momenti di angoscia che ha vissuto: “Mi avevano nascosto tutto, ma mio figlio Fabio, non rispondeva ai messaggi, non volevano darmi altro dolore. Ho realizzato stanotte che qualcosa non andava. Ho appreso solo stamani. Mio figlio è fuori pericolo, il mio cuore è impazzito, abbiamo avuto un miracolo, mio marito Enzo l’avrà protetto dal cielo. Confido che vengano presi questi criminali, e ringrazio il Signore che ha protetto mio figlio da una peggiore disgrazia. Sono distrutta, il dolore nel dolore…”

 

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Cronache

Figlia muore per un malore, la madre anziana di stenti

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Dramma della solitudine a Pergine Valsugana, in Trentino, dove una donna di 55 anni, Franca Bernabè, è morta per un malore e la madre anziana, Filomena Antonacci di 82 anni, solo giorni dopo, probabilmente di stenti. Lo scrive oggi la stampa locale. Le due donne condividevano un appartamento dell’istituto di edilizia sociale trentino in via Petrarca.

La figlia, che si prendeva cura dell’anziana, sarebbe morta, probabilmente per arresto cardiaco, tre settimane fa, la madre solo due settimane dopo. Sono stati i vicini di casa a lanciare l’allarme per i cattivi odori che provenivano dall’abitazione. Sul posto sono anche intervenuti i carabinieri. Madre e figlia sarebbero stati seguiti dai servizi sociali, ma in più occasioni avrebbero rifiutato l’aiuto. Il medico legale ha confermato la morte naturale per entrambi.

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Cronache

Il messaggio del Papa appena uscito dall’ospedale: io sono ancora vivo

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Il Papa sfodera un bel sorriso e la sua solita ironia quando, uscito dall’ospedale, risponde ai giornalisti che chiedevano della sua salute: “Sono ancora vivo, sai”. Una battuta, certo, ma anche un messaggio, e neanche tanto indiretto, a chi, nella gerarchia ecclesiastica, desidererebbe un passo indietro del Pontefice argentino. Francesco sa bene che c’è pronta la fronda di chi non lo ama. Nel 2021, dopo l’operazione al colon, si era sfogato: “So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave”, confidò ad un gruppo di gesuiti incontrati a settembre di quell’anno in Slovacchia. Oggi si è presentato in forma: sorridente, scherzoso.

E’ sceso dalla macchina e ha saluto la gente, in piedi a sottolineare che non è neanche più legato alla sedia a rotelle. Francesco ieri ha mangiato la pizza (altro che brodini da paziente ricoverato), e ha impartito un battesimo in corsia; oggi, prima di rientrare in Vaticano, ha attraversato Roma, mettendo per mezz’ora a soqquadro il centro della città e appena arrivato a Casa Santa Marta si è messo a lavorare. La prima udienza è stata con il cardinale Marc Ouellet. Quello per intenderci con il quale decide le nomine dei vescovi. Poi ha telefonato a don Marco Pozza, il cappellano del carcere di Padova che collabora con ‘A sua immagine’, la trasmissione tv che era pronta mercoledì, proprio nelle ore in cui il Papa invece è corso in ospedale, ad intervistarlo.

“E’ bastata una sua telefonata, appena rientrato a casa, per risentire l’ardore del grande generale, pronto a ritornare in sella. A scendere nell’arena”, dice don Pozza usando un linguaggio quasi ‘militante’. E sì, perché anche se tutti dicono che bisogna superare le correnti nella Chiesa, come fa anche il cardinale tedesco Gerhard Mueller nel suo ultimo libro, è evidente che la divisione tra progressisti e conservatori c’è e, se vogliamo, sembra ampliarsi sempre di più. Francesco allora avvisa tutti: “sono ancora vivo”, “domani celebrerò la Domenica delle Palme”, “non ho avuto paura”. E quindi, oltre alla conferma di tutti gli appuntamenti che erano stati fissati per i prossimi giorni, va avanti con un Bollettino della sala stampa zeppo di nomine e la conferma anche che a fine mese andrà in Ungheria. Con buona pace di chi continua a farsi i conti per il prossimo conclave.

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