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Cronache

Processo Cucchi, la corte acquisisce la perizia sulle cause della morte ed un carabiniere interrogato dice che il “registro del fotosegnalamento era sbianchettato”

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Al processo sulla morte di Stefano Cucchi, che vede imputati cinque carabinieri (tre dei quali per per omicidio preterintenzionale), la Corte d’Assise ha deciso di acquisire agli atti la perizia sulle cause della morte del giovane, che era stata effettuata su richiesta della Corte d’appello di Roma, nell’ambito dell’altro procedimento, che vede imputati i medici. Secondo la perizia, si “permette di individuare quale causa del decesso del paziente Stefano Cucchi una morte cardiaca su base aritmica” e “già in epoca preesistente al ricovero ospedaliero avvenuto presso l’ospedale Sandro Pertini, Stefano Cucchi era in condizione proaritmica per la malnutrizione e per molteplici altri fattori di rischio aritmogeno”. L’udienza in Corte di Assise ha visto interrogato il tenente Carmelo Beringheli, comandante del nucleo operativo della compagni di Roma Casilina. L’uficiale spiega di aver trovato “strano e assurdo che il registro delle persone sottoposte a fotosegnalamento non venisse portato via in originale”. Biringheli è stato ascoltato  in relazione alla morte di Cucchi. “Era evidente che il registro delle persone sottoposte a fotosegnalamento della Compagnia di Roma Casilina era stato sbianchettato. E al capitano Tiziano Testarmata (già comandante del nucleo investigativo, ndr) feci presente che il registro in originale, e non solo la fotocopia, andasse acquisito e consegnato alla magistratura per essere sottoposto ad accertamenti”, ha aggiunto Beringheli ribadendo di avere invitato Testarmata, quando il 4 novembre del 2015 si presentò presso la Compagnia Casilina per acquisire una serie di atti, a prelevare il registro in originale: “Secondo me, quello che la magistratura cercava stava proprio in quelle carte che davano conto del passaggio di Cucchi dalla Compagnia alla sala Spis nella giornata del 16 ottobre del 2009 (quando fu arrestato, ndr)”. Testarmata è tra gli otto carabinieri indagati dalla procura nell’inchiesta che riguarda i depistaggi sul caso Cucchi. Durante l’udienza di oggi, il tenente colonnello Francesco Cavallo, nel 2009 capo ufficio comando del Gruppo carabinieri di Roma, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Anche Cavallo è indagato per falso nell’ambito dell’inchiesta sui depistaggi. La procura di Roma ha chiuso quest’ultima indagine una decina di giorni fa. E ora aspettano gli sviluppi. Il prossimo 8 aprile sarà ascoltato in aula il carabiniere Francesco Tedesco, imputato al processo sulla morte di Stefano Cucchi. Tedesco è stato il primo a denunciare di aver assistito al pestaggio del giovane, accusando gli altri due colleghi, Nicolardi e D’Alessandro

 

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Bancarotta, cinque misure cautelari dopo scomparsa imprenditore

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Cinque persone sono state raggiunte da ordinanza di custodia cautelare eseguite da Guardia di Finanza e carabinieri di Brescia nell’ambito di un’inchiesta del pm dell’ antimafia di Brescia Teodoro Catananti relativa alla scomparsa di Pasquale Lamberti. Si tratta di un imprenditore svanito nel nulla il 3 luglio del 2021 da Besate nel Milanese. L’uomo era sparito dopo aver lasciato un messaggio nelle note del cellulare in cui indicava cinque presunti responsabili della sua sparizione. Dalla scomparsa sono iniziate le indagini che hanno portato alla luce presunti reati fiscali. I cinque raggiunti da provvedimento – di cui due in carcere e due ai domiciliari – sono residenti a Milano, Sondrio, Monza e Taranto, e nei loro confronti è stato disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per oltre 650.000 euro.

Alcuni indagati sono ritenuti “prossimi a contesti di criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista, e avrebbero acquisito, tramite una società svizzera, la proprietà di un’azienda bresciana operante nel settore zootecnico, depauperandola del proprio capitale e quindi determinando una procedura fallimentare” spiegano gli inquirenti. Secondo le indagini il gruppo – tra cui un commercialista di Monza – avrebbe acquistato beni immobili destinati a persone legati da relazioni familiari, avrebbero utilizzato di auto di lusso e acquisito disponibilità finanziarie su carte di credito prepagate rilasciate da una piattaforma finanziaria svizzera. Oltre ad aver dissipato il patrimonio della società, si sarebbero avvalsi di finanziamenti garantiti dallo Stato pari a oltre 1.700.000 euro e ottenuto un anticipo di crediti commerciali presso istituti bancari originati da fatture per operazioni “inesistenti”, per un valore di circa 400.000 euro”. La Procura di Brescia ha inoltre emesso un sequestro preventivo d’urgenza su somme di denaro e disponibilità finanziarie pari complessivamente a oltre due milioni e mezzo di euro e sulle quote di una società coinvolta.

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Cronache

Ritrovamento di un arsenale da guerra a Giugliano: bazooka e bombe a mano in un campo

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I carabinieri della sezione operativa della compagnia di Giugliano in Campania sono impegnati in un’indagine delicata e potenzialmente pericolosa. Durante un’operazione di controllo in un terreno situato in via Epitaffio, sono stati rinvenuti due bazooka e tre bombe a mano, un vero e proprio arsenale da guerra nascosto tra la vegetazione.

Un’area sotto esame

I militari hanno richiesto l’intervento dei vigili del fuoco per sfoltire la vegetazione e ampliare l’area di sopralluogo, rendendo possibile una verifica più approfondita della zona. L’obiettivo è accertare se ci siano ulteriori armi o altri elementi di interesse investigativo.

Gli artificieri in azione

Sul posto sono attesi gli artificieri del comando provinciale di Napoli e la sezione rilievi del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, specializzati nella gestione di materiali esplosivi. La loro presenza è fondamentale per mettere in sicurezza l’area e scongiurare eventuali rischi per la popolazione e per le stesse forze dell’ordine impegnate nell’operazione.

Indagini in corso

Le autorità stanno lavorando per risalire alla provenienza delle armi e alle persone coinvolte nella loro detenzione. La presenza di un arsenale di tale portata fa ipotizzare legami con attività criminali organizzate, ma al momento non sono stati rilasciati ulteriori dettagli sulle piste investigative.

Un segnale inquietante

Questo ritrovamento accende i riflettori su un tema delicato: la diffusione di armi da guerra sul territorio e il loro possibile utilizzo in contesti criminali. La scoperta di oggi rappresenta un ulteriore monito sulla necessità di intensificare i controlli per garantire la sicurezza dei cittadini.

Le indagini proseguono e nei prossimi giorni si attendono ulteriori sviluppi su questa vicenda che ha sconvolto la comunità di Giugliano.

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Anziana morta nel Modenese, l’ipotesi è un’auto pirata

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Una donna di 81 anni è morta ieri sera a Concordia, in provincia di Modena e l’ipotesi è che sia stata investita da un’auto pirata. E’ successo intorno alle 18 in via per Novi, il corpo è stato trovato a poca distanza da casa. Sono intervenuti carabinieri e vigili del fuoco. Sembra che avesse feriti compatibili con un investimento e sono in corso indagini e ricerche per risalire al veicolo che l’avrebbe urtata, allontanandosi nel buio. Si guarderanno le telecamere della zone e si cercano testimoni.

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