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‘Plastico nei visori per droni’, Kiev in stile Mossad

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Un’azione da spy-story per “bruciare gli occhi del nemico”, ispirata alla operazione dei cercapersone esplosivi del Mossad che ha ucciso o mutilato migliaia di miliziani Hezbollah e civili in Libano: l’intelligence militare di Kiev ha inserito esplosivi in un lotto di visori da pilota di droni destinati all’uso da parte dei russi sui campi di battaglia in Ucraina. A riferirlo sono gli stessi 007 ucraini citati dai media internazionali, tra cui Financial Times e New York Post, sostenendo che l’operazione ha provocato “decine di feriti” ed è ancora in corso. “Oggi gli orrori della guerra stanno letteralmente accadendo davanti agli occhi dei piloti di droni nemici”, ha affermato il Gur ucraino.

“Questa è una meritata punizione per i crimini di guerra che gli occupanti russi commettono contro l’Ucraina ogni giorno”. Stando a quanto riferito, l’azione ha coinvolto agenti ucraini che hanno acquisito un lotto di circa 80 occhiali per pilotaggio di droni, modificandoli con un meccanismo di detonazione a distanza prima di essere distribuiti a gennaio alle unità dei piloti di droni russi come donazioni di “volontari russi” all’esercito di Mosca. All’inizio del mese, sono emerse le prime segnalazioni rilanciate da portali e blogger russi: Readovka, media pro-Cremlino con quasi 3 milioni di follower su Telegram, aveva riferito il 7 febbraio che in un lotto di occhiali per droni Fpv donati ai russi erano state inserite trappole esplosive con 10-15 grammi di plastico e un detonatore.

Un rappresentante della Npp, azienda russa che produce e fornisce equipaggiamento per l’esercito russo, ha successivamente confermato all’agenzia russa Tass che un lotto di occhiali per droni era stato sabotato, inserendo esplosivi che detonavano all’accensione: “Un lotto di occhiali Skyzone Cobra X V4 FPV è stato consegnato da un uomo di nome Roman”, ha affermato Igor Potapov della Npp, aggiungendo che gli occhiali erano stati donati come aiuto umanitario. “Quando gli occhiali sono stati accesi, si è verificata la detonazione. Quando abbiamo aperto il lotto, abbiamo trovato del plastico in tutti i prodotti”, ha affermato Potapov. Non è chiaro se e quanti soldati russi siano rimasti feriti: un funzionario dell’intelligence ucraina citato dal New York Post ha parlato di “una serie di esplosioni di occhiali per droni durante il loro utilizzo da parte dei piloti” russi, ferendo “decine di persone”.

E all’inizio di febbraio, blogger russi pro-guerra avevano segnalato diversi casi in cui i visori sono esplosi sulla testa dei piloti, accecandone almeno otto nella regione russa di Kursk e nel Donetsk e Lugansk in Ucraina. In ogni caso, un rappresentante del Gur ha parlato al Financial Times di “un’operazione di successo che è ancora in corso. Tecnologicamente, è più complicato che con i cercapersone” usati dal Mossad, “ma, sfortunatamente, i russi non li usano molto”, ha aggiunto. Quello dei visori esplosivi è solo l’ultimo capitolo della ‘guerra ombra’ combattuta dalle agenzie di intelligence di Kiev e Mosca, fatta di attentati, sabotaggi e attacchi a infrastrutture e catene di approvvigionamento attraverso operazioni segrete.

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Esteri

Caos eredità Maradona: le figlie accusano l’ex avvocato Morla di frode e chiedono la restituzione di 13 milioni di dollari

Le figlie di Diego Maradona accusano l’ex legale Morla di frode: spariti 13 milioni dai conti esteri. Al centro del caso la società Sattvica e i diritti d’immagine.

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Dove sono finiti 13 milioni di dollari? È la domanda che oggi agita il tribunale di Buenos Aires e infiamma lo scontro tra gli eredi di Diego Armando Maradona e l’avvocato Matías Morla (nella foto con Diego), il rappresentante legale e uomo di fiducia del Pibe de Oro negli ultimi anni della sua vita. A portare la questione in tribunale sono state Dalma e Gianinna, figlie di Diego e di Claudia Villafañe, che accusano Morla di aver sottratto fondi e di aver agito alle spalle degli eredi legittimi.

Secondo le figlie dell’ex campione, il patrimonio occultato ammonterebbe a oltre 13 milioni di dollari, presenti su conti bancari esteri a nome del padre. Le accuse non si fermano qui: Morla avrebbe anche trasferito in modo sospetto il controllo della società Sattvica – che gestisce i diritti commerciali sul nome e sull’immagine di Maradona – alle sorelle di Diego, Rita e Claudia Norma Maradona, eludendo così il passaggio naturale ai figli eredi.

La frode secondo le figlie

Nel dossier presentato in tribunale, i legali di Dalma e Gianinna parlano apertamente di frode post mortem, sostenendo che la firma apposta da Maradona sui documenti che affidavano pieni poteri a Morla potrebbe essere stata falsificata. La società Sattvica, secondo la loro ricostruzione, sarebbe stata solo formalmente intestata a Morla e al cognato Maximiliano Pomargo, ma in realtà sottostava alla volontà di Diego, che ne era il socio occulto. Dopo la morte del Pibe, il rifiuto di Morla di riconsegnare ai figli il controllo della società rappresenterebbe un’ulteriore violazione dei loro diritti.

Conti bancari e attività commerciali

Nel programma argentino “Intrusos”, sono stati resi noti i dettagli dei presunti conti esteri:

  • 1,6 milioni presso Bank Caribbean

  • 1,9 milioni presso la North National Bank di Abu Dhabi

  • 5 milioni presso Paribas

  • 5 milioni presso HSBC

Fondi che, secondo l’accusa, Morla avrebbe occultato e che ora gli eredi chiedono di recuperare e suddividere tra i cinque figli riconosciuti di Maradona: Dalma, Gianinna, Diego Jr, Jana e Diego Fernando.

Il ruolo controverso di Morla

Morla, attraverso il suo legale Rafael Cuneo Libarona, ha rigettato ogni accusa, sostenendo che la gestione dei diritti d’immagine fu affidata alle sorelle di Diego su esplicita volontà del Pibe, che aveva interrotto ogni rapporto con l’ex moglie Claudia e le figlie. Nonostante ciò, la sua figura resta al centro delle polemiche. Nel 2021, in occasione di una manifestazione a Buenos Aires per chiedere giustizia sulla morte del campione, Morla fu duramente contestato, insieme al neurochirurgo Luque, rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio con dolo eventuale.

Il marchio Maradona e Sattvica

Intanto Sattvica, la società al centro della disputa, continua a gestire le licenze commerciali legate a Maradona: abbigliamento, tequila, caramelle, palloni e gadget firmati dal campione. La società ha sede sia in Argentina che in Spagna, e a oggi Morla avrebbe confermato di avere rapporti quotidiani solo con le sorelle del Pibe.

La battaglia legale, appena iniziata, si preannuncia lunga e complessa. Sul piatto non ci sono solo soldi e proprietà, ma anche il controllo del nome e del mito di Diego Armando Maradona, che continua a vivere nei cuori dei tifosi e nei tribunali.

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Esercito Usa crea nuova zona militare a confine Messico

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L’esercito statunitense ha creato una seconda zona militare lungo il confine con il Messico, aggiungendo un’area in Texas dove le truppe possono trattenere temporaneamente migranti o intrusi, dopo che un’altra area simile era stata designata nel New Mexico il mese scorso. Lo scrive l’agenzia Reuters sul suo sito web. Il mese scorso l’amministrazione Trump aveva designato una prima striscia di 440 km quadrati lungo il confine del New Mexico come “Area di Difesa Nazionale”. Ora arriva la “Texas National Defense Area”, una striscia lunga 101 km che si estende a est dal confine tra Texas e New Mexico a El Paso.

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Ok Usa a equipaggiamenti F-16 per l’Ucraina

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Il Dipartimento di Stato americano ha approvato la potenziale vendita di parti e equipaggiamenti del caccia F-16 all’Ucraina per 310 milioni di dollari: lo ha reso noto il Pentagono. Tra i principali appaltatori figurano Lockheed Martin Aeronautics, Bae Systems e Aar Corporation. (

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