Collegati con noi

Politica

Disservizio blocca click day su Fondo gastronomia

Pubblicato

del

Un disservizio tecnico della piattaforma informatica ha causato la sospensione della presentazione delle domande al Fondo per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano. Un Fondo da 76 milioni di euro il cui bando era atteso da due anni, sottolineano Confartigianato e Fipe. Un disservizio che, dicono, ha penalizzato le imprese. “Chiederemo conto a Invitalia del disservizio causato agli utenti e al Masaf, che aveva commissionato l’incarico oneroso al soggetto pubblico ricevendo assicurazioni puntuali sul servizio che, a quanto risulta, non è stato correttamente erogato”, ha affermato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, in una nota diffusa dal Masaf nel pomeriggio.

Nella nota sul suo sito, Invitalia aveva comunicato che era stata “temporaneamente sospesa la presentazione delle domande al Fondo per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano per un disservizio tecnico della piattaforma informatica” scusandosi “per il disagio” e precisando che “la data di riapertura sarà comunicata con adeguato anticipo”. L’incentivo del bando è rivolto alle aziende dei settori ristorazione, pasticceria e gelateria, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio agroalimentare ed enogastronomico italiano.

“La piattaforma ha sostanzialmente impedito l’inserimento dei dati di accesso, inchiodandosi subito dopo senza dare alcun tipo di indicazione all’utente sui tempi di attesa o sull’esito futuro”, dice Confartigianato sottolineando “l’inadeguatezza dello strumento del click day per la gestione delle agevolazioni pubbliche”. Dal canto suo la Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) mette in evidenza che l’ampia partecipazione da parte delle imprese della ristorazione e della pasticceria “dimostra che c’è un grande bisogno di investire per rinnovare attrezzature, arredamenti e beni strumentali di vario genere ma anche che le risorse sono assolutamente insufficienti per rispondere a questa esigenza”.

Advertisement
Continua a leggere

In Evidenza

Election day per 51,7 milioni l’8 e 9 giugno

Pubblicato

del

Sono 51,7 milioni gli italiani chiamati alle urne sabato 8 e domenica 9 giugno per l’election day (5,1 milioni risiedono all’estero). Si vota per le Europee, per le Amministrative in 3.700 Comuni e per le Regionali in Piemonte. I seggi saranno aperti dalle 15 alle 23 l’8 giugno e dalle 7 alle 23 il giorno dopo. Il silenzio elettorale scatta dalla mezzanotte di venerdì 7. Novità di questa consultazione: i fuori sede potranno votare dal luogo in cui si trovano, senza rientrare nel Comune di residenza. La domanda per farlo andava presentata entro lo scorso 5 maggio.

EUROPEE – L’Italia eleggerà 76 membri del Parlamento europeo sui 720 complessivi. Il territorio nazionale è suddiviso in cinque circoscrizioni elettorali che eleggono un numero di deputati in proporzione agli abitanti. La circoscrizione Nord-Occidentale comprende Valle d’Aosta, Liguria, Piemonte e Lombardia. È la più popolosa ed esprime 20 seggi. Della Nord-Orientale fanno parte Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto. Qui si eleggono 15 deputati. La circoscrizione Centrale è composta da Lazio, Marche, Toscana e Umbria ed elegge 15 seggi. La Meridionale comprende Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia con 18 seggi. Infine, la circoscrizione Isole, elegge 8 europarlamentari. In base alla legge elettorale europea, tutti i Paesi devono usare un sistema proporzionale. In Italia c’è il voto di preferenza, che dà agli elettori la possibilità di indicare, nell’ambito della medesima lista, da una a tre preferenze, votando, nel caso di due o di tre preferenze, candidati di sesso diverso. La soglia di sbarramento è al 4%.

AMMINISTRATIVE – Si vota in 3.715 Comuni, dei quali 29 capoluoghi (Ascoli Piceno, Avellino, Bari, Bergamo, Biella, Cagliari, Cesena, Caltanissetta, Campobasso, Cremona, Ferrara, Firenze, Forlì, Lecce, Livorno, Modena, Pavia, Perugia, Pesaro, Pescara, Potenza, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Sassari, Urbino, Verbania, Vercelli e Vibo Valentia), 228 con più di 15mila abitanti e 3.487 pari o inferiori a 15.000. L’eventuale turno di ballottaggio si svolgerà domenica 23 e lunedì 24 giugno e riguarderà solo i Comuni con più di 15mila abitanti se nessun candidato avrà preso più del 50% dei voti. Oltre 17 milioni gli italiani chiamati a votare. Il decreto per l’Election day ha cambiato i limiti per i mandati ai primi cittadini dei piccoli Comuni: tra 5mila e 15mila abitanti si potrà arrivare al terzo mandato, sotto i 5mila viene eliminato il limite.

REGIONALI – Gli elettori piemontesi (3,6 milioni) sono chiamati a rinnovare il Consiglio regionale e eleggere il presidente della Regione. I 50 i consiglieri saranno eletti con un sistema misto: proporzionale per 40 seggi, maggioritario per 10. La soglia di sbarramento è del 3% per i gruppi di liste non uniti in coalizione o la cui coalizione abbia ottenuto una cifra elettorale inferiore al 5% dei voti validi.

Continua a leggere

Politica

Salvini: subito al lavoro per emendamenti al salva casa

Pubblicato

del

– “Appena” il decreto Salva casa “uscirà in Gazzetta Ufficiale, spero a ore, lavoreremo subito come gruppo Lega agli emendamenti perché ci sono alcuni interventi che io ho già pronti, che i parlamentari hanno già pronti: penso all’altezza dei soffitti, penso alla riduzione della superficie minima per l’abitabilità, l’abitabilità, penso alla norma salva Milano”. Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, a margine di un evento di Assimpredil Ance a Milano.

“Sul pregresso – ha aggiunto Salvini – non entro nel merito delle inchieste giudiziarie, però una città come Milano non può fermare le autorizzazioni edilizie, non può fermare lo sviluppo della città. E quindi andiamo a fare un intervento per aiutare le centinaia di famiglie che che vivono oggi in palazzi che non possono essere abbattuti. Evidentemente quindi appena esce in Gazzetta Ufficiale il Parlamento sarà libero di proporre tutta una serie di migliorie, di interventi, di ulteriori passi in avanti”. Rispondendo a chi gli chiedeva se nella forma si trattasse di un emendamento, Salvini ha risposto: “Sì”.

Continua a leggere

Politica

Comuni contro la spending review. Fitto, ‘nessun taglio’

Pubblicato

del

Non si placano le polemiche sui possibili tagli ai comuni impegnati sul fronte dell’attuazione dei progetti del Pnrr. E mentre la premier Giorgia Meloni, partecipando all’insediamento delle cabine di coordinamento presso le prefetture, dà il via a quella che definisce ‘la fase due’ del piano’ (“la più importante – sottolinea – quella della concreta attuazione delle riforme e della messa a terra di tutti gli investimenti strategici”) dalle opposizioni e dai comuni non cessa il fuoco di fila di critiche. Critiche rivolte soprattutto alla prevista spending review che, a partire dalla leader del Pd Elly Schlein, viene definita “del tutto insensata” perché andrebbe a tagliare anche la spesa sociale dei comuni.

E dal M5S è Chiara Appendino a parlare di “tagli assurdi”. “Il taglio della spesa corrente per i comuni costituisce una criticità, a maggior ragione per chi è impegnato con il Pnrr”, afferma il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Mentre per il primo cittadino di Bergamo, Giorgio Gori, “l’idea di penalizzare chi ha ottenuto più fondi dal Pnrr è totalmente insensata. Spero che il governo ci ripensi”. Di “doppio danno” parla anche il presidente dell’Anci, Antonio Decaro: “Purtroppo – accusa – sta tornando la stagione dei tagli che per quest’anno ammontano a 200 milioni come da legge di bilancio. La cosa che ci inquieta proprio in queste ore è il fatto che il taglio sarà fatto con dei coefficienti che tolgono di più a chi ha avuto più risorse dal Pnrr. Questo è un controsenso – denuncia Decaro – perché con i fondi del Pnrr saranno realizzate opere pubbliche che necessitano di maggiori servizi e risorse. Quindi il danno è doppio”.

Ma il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, non ci sta, e parla di “polemiche surreali”. Mentre il vicepremier Matteo Salvini assicura: “Capisco la preoccupazione dei sindaci ma non ci saranno tagli, si troverà una soluzione”. “La legge – spiega il ministro Fitto – prevede esplicitamente che i tagli non possano interessare gli interventi degli enti locali relativi ai diritti sociali, alle politiche sociali e alle politiche familiari. Quindi – sottolinea – sono esclusi gli interventi per l’infanzia, i minori e gli asili nido; gli interventi per la disabilità, per gli anziani, per i soggetti a rischio di esclusione sociale; gli interventi per le famiglie, per il diritto alla casa; la programmazione e il governo della rete dei servizi sociosanitari e sociali; la cooperazione e l’associazionismo; i servizi cimiteriali; e, per le regioni, la politica regionale unitaria per i diritti sociali e la famiglia”, spiega il ministro.

Pronta la replica del responsabile economico del Pd, Antonio Misiani che entra nei dettagli tecnici dei tagli e afferma: “Delle due, l’una. O il ministro Fitto non conosce come funzionano i bilanci comunali oppure, sui tagli al fondo di solidarietà comunale sta facendo il gioco delle tre carte”. Intanto si è svolta a Roma la prima riunione delle Cabine di coordinamento sul Pnrr, con tutti i prefetti collegati e alla presenza, oltre che della premier Meloni e dal ministro Fitto, anche del ministro degli Interni Matteo Piantedosi. Attraverso le Cabine di coordinamento – spiega Palazzo Chigi – il governo intende quindi rafforzare la governance del Pnrr, rendendo sistematico e più capillare il raccordo tra la Cabina di Regia per il Piano, le amministrazioni centrali e i soggetti attuatori. La premier ha ribadito come l’Italia sia la prima in Europa per obiettivi raggiunti. Non bisogna rallentare: “Dobbiamo correre a una velocità a cui l’Italia non ha mai corso”, esorta il il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto