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Cronache

Piazza di Siena numeri record,’Roma è da Slam mondiale’

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I numeri non mentono riguardo al successo della 90esima edizione del CSIO Piazza di Siena: a Villa Borghese si sono alternate sul campo di gara 18 Paesi con 10 squadre ufficiali, 85 tra cavalieri e amazzoni e 250 cavalli. Il montepremi è cresciuto fino ad arrivare a un milione di euro. “Quando siamo arrivati, era meno di un terzo. L’obiettivo è quello di arrivare a 3 milioni – sottolinea l’event director del concorso e dg di Sport e Salute, Diego Nepi Molineris, nella conferenza stampa di chiusura – Il campo di gara è stato allargato a 11mila metri quadri, e non ha niente da invidiare a campi di altri grandi eventi. Anche senza biglietteria, ma con una visione analitica, abbiamo stimato una presenza di 50mila spettatori, e 1.000 per l’Italia Polo Challenge al Galoppatoio, una scommessa vinta dalla Federazione”. In altre parole, Roma pensa in grande: secondo Nepi Molineris, Piazza di Siena deve entrare nello Slam dell’equitazione mondiale. “Ha tutto per esserci e serve un salto in avanti, deciso, definitivo. Non possiamo più pensare di vincere nel mondo da soli – avverte il dirigente – Ci sono tanti eventi internazionali di equitazione e da oggi ci prendiamo l’impegno con la Fise per creare un’azione di sistema che sappia generare maggior valore globale. Dobbiamo entrare nel grande Slam, che comprende i concorsi di Aachen, Calgary, Den Bosch e Ginevra”.

Nepi Molineris ringrazia poi la Rai, che ha garantito 12 ore di messa in onda, mentre la crescita sui social è stata del 30% rispetto al 2022. A questo evento hanno lavorato 400 persone, “con un’età media di 26 anni che rispetta la mission di Sport e Salute”. Il fatturato ha superato i quattro milioni di euro: “Cinque anni fa, quando è partito questo progetto, il fatturato era di 1,6 milioni, meno della metà. Ecco perché Piazza di Siena crede nell’upgrade”. Il presidente di Sport e Salute, Vito Cozzoli, aggiunge che “la manifestazione prosegue domani, lo spettacolo resta intatto: l’eredità degli eventi sportivi è importante quanto l’evento stesso, un’entità collegata all’aspetto sportivo ma anche alla legacy”. Piazza di Siena vive quindi in attesa del prossimo anno: “Vogliamo lasciare traccia di quello che si è realizzato qui a Piazza di Siena. Un modello sportivo vincente che unisce green, sostenibilità, inclusione, sport, eccellenza del made in Italy, la gratuità”. Nepi Molineris condivide la visione del Ministro per lo Sport Andrea Abodi di Villa Borghese come fondazione: “Dobbiamo far sì che il progetto di sviluppo si mantenga per 365 giorni all’anno”. Nei giorni scorsi, Abodi aveva auspicato la nascita di una fondazione di partecipazione “che gestisca Villa Borghese in modo sistematico e permanente, un’autorità che sappia coordinare in modo specifico con l’obiettivo di valorizzare e custodire questo luogo straordinario”.

La realizzazione del progetto produrrebbe “un effetto fantastico per il centro della città, e si propagherebbe anche ad altre ville e parchi della Capitale”. Nella tappa di Italia Polo Challenge disputatasi oggi, vince il team Harpa – HPE con la firma di Fabrizio Facello, Therence Cusmano e Pedro Llorente. In una splendida finale, giocata sul campo in sabbia del Galoppatoio davanti a tribune strapiene (1000 spettatori si sono alternati sugli spalti), Harpa – HPE si è imposta con un gol e mezzo di vantaggio (7-5 1/2) su U.S. Polo Assn. “Italia Polo Challenge si conferma sempre più un pilastro dello CSIO di Piazza di Siena – le parole del segretario generale della FISE, Simone Perillo – A Roma Capitale e Sport e Salute il ringraziamento per aver supportato l’organizzazione dell’Italia Polo Challenge e, più in generale, di tutto il concorso di Piazza di Siena: abbiamo festeggiato la novantesima edizione nella maniera migliore”.

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Auto si ribalta e prende fuoco, morti tre ragazzi

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re ragazzi sono morti in un incidente stradale che si è verificato poco fa nel Brindisino lungo la provinciale che collega Torchiarolo a Lendinuso. Sul posto stanno operando i vigili del fuoco. A quanto si apprende l’auto, una Porsche, con a bordo i tre giovani si sarebbe ribaltata prendendo fuoco.

Le vittime sono un 22enne e due ragazze 21enni, tutti residenti a Torchiarolo. Una delle ragazze era originaria dell’Ucraina e viveva in provincia di Brindisi. Le indagini sono condotte dalla polizia locale. La strada al momento è stata chiusa al traffico e sul posto si sta recando il pubblico ministero di turno della procura di Brindisi.

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Schianto in A1 dopo aver scelto casa, morti padre e bimbo

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Tornavano da Vicenza. Ci erano stati per iniziare a costruire la loro nuova vita: un lavoro da operatore socio sanitario grazie all’attestato che tra mille sacrifici era riuscito a prendere seguendo i corsi di un istituto di formazione a Cassino. Erano stati a scegliere la casa nella quale trasferirsi: giusto il tempo di far finire l’anno scolastico al loro bimbo che sta in Terza Elementare e poi un taglio netto con il passato, l’inizio di un sogno italiano che prende forma. Ma il sogno di una famiglia di origi nigeriane si è trasformato in un incubo. In una tragedia. È successo sull’autostrada A1, nel tratto tra Anagni e Ferentino, già in provincia di Frosinone, meno di cinquanta chilometri da casa: chilometro 615, direzione sud. Ore 15.30, cosa sia accaduto lo sta ancora ricostruendo la Polizia Stradale di Frosinone, forse uno pneumatico scoppiato.

Sta di fatto che la loro Ford Fiesta grigia viene tamponata con violenza da un suv Volvo di colore blu scuro. Un impatto che costa la vita a Inya Christopher Nwachi, 40 anni, ed al figlio Inya Christopher Junior, di appena 8 anni. Gravi anche la moglie, 40 anni, e l’altra bambina, 5 anni, che viaggiavano in auto. La donna è stata trasferita in elicottero al San Camillo di Roma: la sua prognosi è riservata. L’eliambulanza con la bambina invece è atterrata al Bambin Gesù: anche la bimba è in condizioni critiche. Il bilancio dell’incidente avrebbe potuto essere ancora più grave se non fosse stato per il conducente di un autoarticolato della società Iannotta che arrivava alle spalle delle due vetture: appena assistito all’incidente ha rallentato e si è messo di traverso, occupando le tre corsie di marcia facendo da scudo ed impedendo ad altri mezzi di finire addosso a quelli incidentati.

I primi a prestare i soccorso sono stati alcuni automobilisti, dopo pochi minuti è arrivato il personale sanitario del 118 con la Polizia Stradale di Frosinone ed i Vigili del Fuoco. Per prestare i soccorsi è stato necessario chiudere un tratto di autostrada: si sono creati fino a 6 chilometri di coda verso Sud e 2 verso Nord. Ora la circolazione è ripresa regolarmente. La famiglia, immigrata anni fa dalla Nigeria, si era costruita una vita nel sud della provincia di Frosinone: Inya Christopher Nwachi lavorava in una pizzeria di Cervaro e nel tempo libero studiava per prendere l’attestato da Oss. Ci era riuscito. Ed aveva trovato lavoro a Vicenza: avrebbe preso servizio all’inizio del prossimo giugno. “È una tragedia che colpisce la nostra comunità – dice il sindaco di Cervaro, Ennio Marrocco – era una famiglia che si era fatta ben volere, ben inserita, bravissime persone. Come Comune di Cervaro saremo al fianco della signora e della bambina”. Che ora, dal sogno si ritrovano a vivere un incubo.

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Il 19 giugno parte il processo per l’omicidio di Aurora

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Si svolgerà il 19 giugno al Tribunale per i minorenni di Bologna, con rito abbreviato, il processo per il 15enne accusato dell’omicidio di Aurora Tila, la ragazza di 13 anni, morta dopo essere precipitata dal terrazzo sopra casa a Piacenza, il 25 ottobre. Ne dà notizia il quotidiano Libertà. Il processo era stato inizialmente fissato per il 9 luglio, con rito ordinario. L’avvocato difensore del ragazzo ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato. Oltre agli atti raccolti dalla procura saranno presi in esame in aula i risultati delle perizie dei consulenti di parte. Aurora Tila, studentessa dell’Istituto Colombini, morì la mattina del 25 ottobre precipitando da un terrazzo al settimo piano del palazzo dove viveva con la madre e cadendo poi su un balcone tre piani più in basso. Con lei, sul terrazzo, c’era l’ex fidanzatino, di due anni più grande: le telecamere del condominio hanno ripreso il loro incontro nell’atrio, prima di salire in casa.

È stato lui a dare l’allarme e qualche giorno dopo è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario. Lui ha sempre negato queste accuse, sostenendo una versione diversa dei fatti rispetto alla ricostruzione della Procura. Il processo si svolgerà secondo il rito abbreviato (ovvero sulla base degli atti raccolti dalla procura, con il beneficio di uno sconto di un terzo della pena) ma “condizionato”, ovvero con l’ascolto in aula dei periti, e quindi con il confronto fra le due perizie, dagli esiti divergenti, che potrebbero rappresentare il cuore del processo. I medici legali di parte della difesa, infatti, contestano radicalmente le conclusioni alle quali era arrivata la perizia disposta dalla procura dei minorenni, che sostanzialmente attribuiscono al 15enne la volontà di far cadere Aurora dal terrazzo, da un’altezza di nove metri.

Una ricostruzione che la difesa ha sempre negato. Il punto cruciale su cui ci sarà battaglia sarà la dinamica della caduta, che secondo la perizia del consulente della procura, è incompatibile con un suicidio. Conclusioni, che come riferisce il quotidiano piacentino, secondo il medico legale Mario Tavani (che insieme al collega Attilio Maisto ha curato la perizia per la difesa) “risultano indubbiamente criticabili”, mentre “quelle sulla ricostruzione dinamica della precipitazione del corpo per alcuni versi inaccettabili”. Saranno prese in esame anche alcune testimonianze oculari: il racconto di alcune persone che hanno riferito di aver visto i due giovani litigare sul terrazzo sono state infatti cruciali per le indagini.

E’ stata una di queste testimonianze, in particolare, secondo cui il ragazzo avrebbe spinto Aurora oltre il parapetto e l’avrebbe colpita sulle mani per farla cadere, a risultare cruciale nella decisione di arrestare il 15enne. Un dettaglio, quello dei colpi sulle mani, che sarà messo a confronto con gli esiti delle perizie: quella dell’accusa ritiene le ferite che Aurora aveva sulle dita compatibili con i colpi ricevuti per farla cadere, mentre secondo la perizia della difesa sono state procurate dall’impatto a terra.

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